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Cannoli di crèpes “con rinforzo” al gratin: quella folle e sana curiosità che ci spinge ad andare oltre

Ancora crespelle. Ancora asparagi. Come faccio a farvi credere che rarissimamente replico un piatto? Beh, in effetti non è che abbia portato in tavola lo stesso gusto di questa versione. Voglio dire, sugli asparagi non si discute, ma la vera forza di questo piatto sta nella crèpe. Che, lo chiarisco, questa volta le uova le ha eccome. Ma ha anche un'anima che la rende forte e resistente. L'atimo esatto in cui mi sono detta provaci!! credo di aver vissuto una sorta di regressione, dove le associazioni di forme ti portavano a far entrare il solido nel cubo sagonato, ovviamente da quell'unica parte da cui sarebbe potuto passare. Ecco, in un momento di insana follia (e ultimamente faccio sogni e mi rendo portavoce di pensieri alquanto inquietanti), ho immaginato la bella crespella tonda e..... ci ho visto sopra il suo perfetto incastro. Tondo su tondo. Ma qualcuno ci avrà mai pensato? Sicuramente sì, non mi sono neanche messa a cercare. Certo è che queste crèpes qui sono davvero particolari. Creano, in questo insieme di ingredienti, un piatto unico e completo davvero intrigante.

Ingredienti

3 uova
25 g di parmigiano + 20 g
6 fette di mortadella di pollo e taccchino (100 g circa)
25 ml di olio evo + q.b.
30 g di olive di Riviera
50 g di ricotta
12 asparagi cotti al vapore
   sale
noce moscata

Rompete le uova in un recipiente capiente. Unite il sale e la noce moscata e sbattete con una frusta per diversi minuti, fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Sempre con la frusta in azione, versate l'olio a filo e sbattete fino a quando si sarà amalgamato completamente. Grattugiate 25g di parmigiano e tenetelo da parte.
Scaldate un padellino antiaderente del diametro di 20 o 22 cm. Passatevi uno scottex unto di olio e, quando sarà molto caldo, versatevi due cucchiai di pastella. Distribuitela sul fondo, formando un disco tondo e uniforme. Cospargete la superficie con una piccola manciata di parmigiano.
   Adagiatevi sopra una fettina di mortadella (la dimensione dovrà essere uguale tra crespella e salume) e coprite tutto con altri due cucchiai di pastella. Cospargete anche questa in modo da coprire tutta la mortadella e ponete un coperchio sulla padella. Fate cuocere per 40 secondi circa, poi capovolgete la crespella. Procedete per un minuto scarso la cottura e fate scivolare la vostra crèpe su un piatto piano.
Ungete nuovamente la padella e procedete con la cottura, fino a terminare gli ingredienti. Con queste dosi dovranno uscirvi 6 crespelle.
Mentre le crespelle raffreddano, preparate la farcia. Tritate le olive ben sgocciolate, insieme a 20 g di parmigiano e uniteli alla ricotta. Salate leggermente e mescolate bene.
Prendete una crespella alla volta e copritela con una parte del composto appena ottenuto.
Sistemateci sopra, ad un'estremità, due asparagi e arrotolate stretta la crèpe. Adagiate ciascun involtino in una pirofila, uno accanto all'altro.
Irrorate con un filo di olio evo e, volendo, cospargete con un po' di parmigiano grattugiato.
Infornate a 200° per 10/15 minuti circa. Giusto il tempo che si formi una croccante crosticina in superficie. Quindi sfornate e servite.
Assaporate il piatto molto caldo, nel suo contrasto di sapori e nella sua morbida avvolgenza.
La cremosità della farcitura di ricotta e olive renderà piacevole il sapore deciso della crespella e la freschezza dell'asparago darà il suo tocco di vivacità.
Un piatto appagante, completo e gustoso, si può preparare con anticipo e infornare all'occorrenza.

Nuove versione di crespella, con un rinforzo he convince al primo morso!!

abc

Crackers sfogliati all’olio extravergine di oliva: il piacere della condivisione e lo stravolgimento delle tradizioni

Avere amici a cena, per me, è un grandissimo piacere. Lo è nella rottura di quella tradizione, tramandata da mia madre, per cui tutto avrebbe dovuto rispettare determinati canoni di accoglienza e il reciproco rispetto dei propri spazi. La casa perfettamente pulita, nessun soprammobile scostato, le sedie perfette, la tavola apparecchiata in maniera tradizionale, i cappotti presi e adagiati delicatamente sul letto matrimoniale, ciascuno al proprio posto, le portate servite con il loro ordine. Beh, diciamo che sembro la figlia ribelle delle tradizioni, ma volete mettere un tappeto, un tavolino allestito a buffet, coperte, cuscinoni, candele, un buon vino e una cena gustata con le mani? Il calice non mancherà, promesso. Il cappotto mettetelo dove volete, la camera è di là, unica porta, non potete sbagliare. Le scarpe sono superflue, toglietele, se voleste. Anche con il calzino bucato, purché sia pulito. Alzatevi, camminate, rotolatevi sul tappeto. Lo spazio non è molto, ma è confortevole.
Ah, e ogni tanto sentitevi liberi di allungare una mano e prendere uno di questi crackers. Non importa che sappiate che sono un esperimento riscito, non importa che riconosciate il mio orgoglio, mi basta che ne mangiate a volontà, perché vorrà dire che avrete apprezzato!

Ingredienti

90 g di semola di grano duro rimacinata
75 g di farina di segale Jurmano
15 g di farina di canapa sativa
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
1 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di acqua
15 g di olio evo + q.b.
2 g di sale

Setacciate le farine, il lievito e il malto d'orzo. Mescolateli.
Unitene metà all'acqua e impastate fino ad ottenere una pastella omogenea. Aggiungete l'olio a filo e continuate ad impastare (io utilizzo il Bimby). Aggiungete, quindi, poco alla volta, la farina rimanente. Alla fine unite il sale. Lavorate bene fino ad ottenere una pasta piuttosto appiccicosa.
Rovesciate l'impasto su una spianatoia infarnata, formate un panetto e mettetelo in una ciotola, coperta con la pellicola trasparente. Lasciate riposare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io ho lasciato che lievitasse per 7 ore, nel forno spento (con la sola lucina accesa).
Quando sarà ben lievitato capovolgete l'impasto sulla spianatoia e, infarinatelo a sufficienza per evitare che si appiccichi alle mani e al mattarello. Iniziate ad allargarlo, sgonfiandolo con i polpastrelli. Aiutatevi, ora, con il matterello.
Ricavate una sfoglia sottile e rettangolare. Versate dell'olio sufficiente a coprire tutta la superficie e cospargetelo uniformemente aiutandovi con un pennellino. A questo punto arrotolate l'impasto formando un salame lungo qualto il lato più corto della sfoglia. Schiacciate il salame, appiattendolo, e stendetelo nuovamente, con il mattarello, mantenendo la lunghezza.



Piegate il lato più lungo in tre, avvolgete la sfoglia in un foglio di pellicola trasparente, e lasciatela lievitare ancora per un paio di ore.
Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa 2 millimetri. Con una rotella dentata tagliate dei rettangolini (o comunque delle sfogliette a vostro piacere).
Trasferite le sfoglie su una, o più, placche rivestite da carta forno.
Io ho eseguito cotture in diversi modi: alcune le ho lasciate naturali, altre le ho bucherellate, altre le ho anche salate in superficie. Quelle liscie si sono gonfiate e si sono sfogliate maggiormente. Quelle bucherellate, invece, sono rimaste più croccanti e compatte.


Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 25/30 minuti. Controllate la cottura, in modo da non farle bruciare!! Può essere che, su una stessa teglia, alcune cuociano prima di altre. Sfornate e proseguite la cottura in base al grado di cottura ^_^


Ecco le due versioni, scegliete voi la vostra. Personalmente avrei continuato a mangiarle tutte e due senza sosta!!! Per fortuna, ad un certo punto, sono finite!!
I miei graditi ospiti hanno apprezzato nei modi più disparati, lasciandomi grandi, grandi soddisfazioni.abc

Coniglio all’arancia: il piatto della domenica e lo scatto rubato (e dimenticato)

Ci ho messo un po', lo so, ma ora posso chiudere il pranzo domenicale che ho condiviso con i miei genitori. Finora il pane con farina di canapa sativa, i tagliolini di zucca e l'immagine della torta veg della mamma (per gli amici che mi seguono su Facebook), hanno riscontrato successo. Ma il pasto non sarebbe potuto essere tutto vegano. Ricordate cosa vi raccontai sul tagliolino di zucca al pesto di spinaci? Beh, mio padre fu certo contento e appagato, ma non avrei mai potuto togliergli il piacere di un buon secondo di carne. Che, voglio dire, già togliendogli il sugo, inteso come pomodoro puro e succoso, gli ho tolto 3/4 del pranzo. Gli avessi anche negato questa semplice coscetta di coniglio avrei contato 18 mesi, e non 6, prima di vederlo nuovamente seduto alla mia tavola! Questa volta il compromesso l'ho cercato tra i miei gusti (ebbene sì, lo confesso) e le sue, chiamiamole, esigenze. Io non amo il particolarmente la salsa di pomodoro. Ahimè, anni di ragù, protagonista immancabile del pranzo della domenica, mi hanno un po' allontanato dal piacere di quel sapore. Lo mangio, certo, ma non ne vado proprio matta. Allora ho pensato: se al mio vegfratello prepariamo del seitan all'arancia (con panna di avena), perché non fare del coniglio all'arancia (senza panna di avena ^_^) per noi? Ed eccolo servito!! Pare sia piaciuto anche questo, cotto al punto da sciogliersi sulla forchetta, ma con un po' di freddezza, tipica del pensiero adesso non esageriamo, dov'è il mio arrosto???? Ma io guardo al mio successo senza badare troppo ai capricci ^_^ Forse anche la necessità di sperimentare piatti nuovi e mai replicare (alla domanda di quale sia il mio piatto forte, rimango sempre inebetita e incapace di rispondere!!) nasce come reazione a infiniti anni di rigida tradizione. Non me ne voglia mio padre, ma a me piace così!!
Ahh, lo scatto rubato (e dimenticato)? Presa dall'euforia del pranzo ho impiattato e servito e, quando ormai il piatto era sbrandellato ho pensato LA FOTOOOOOOO!!!!! Perdonate il livello di immagine al di sotto dello standard. Alle mie scarse qualità da fotografa qui si è aggiunta la sbadataggine ^_^

Ingredienti

3 cosce di coniglio
2 arance
qualche rametto di timo
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale

Lavate i rametti di timo. Spremete due arance. Sciacquate le cosce di coniglio e mettetele in una terrina. Unite al succo di arancia il timo, un cucchiaino di olio evo, il sale, lo spicchio d'aglio e la scorza di mezza arancia. Versate tutto sul coniglio, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare almeno un paio d'ore. Io le ho lasciate in frigo tutta la notte.
Scaldate un filo d'olio in una padella piuttosto capiente. Fate rosolare l'aglio e unite le cosce di coniglio. Cuocetele a fuoco vivo per un minuto e poi giratele. Procedete a fiamma viva per un altro minuto, poi abbassate la fiamma e iniziate a bagnarle con il succo di aranzia. Coprite e lasciate cuocere per 40 minuti. Salatele a piacere.
Non dovranno mai essere asciutte, durante la cottura. Se non dovesse bastarvi il succo di arancia aggiungete dell'acqua (o del vino bianco). Giratele, di tanto in tanto, in modo che cuociano in maniera uniforme. Solo al termine della cottura fate rapprendere il sughetto, in modo che risulti cremoso e denso.
Non dovete fare altro che impiattare e servire. Cosa, questa, che a me è riuscita benissimo ^_^
Pochi passaggi per un grande risultato. Io non ho speziato con paprika, noce moscata, zenzero o quant'altro per non stridere troppo con i gusti di famiglia, ma la base si presta a molteplici varianti-
A voi la fantasia!!

abc

Biscotti ‘del diavolo’, alias biscotti ai cereali con burro vegetale: provate a resistervi!

A volte ti trovi ad un punto in cui le differenti strade percorse si ritrovano, tutte insieme, ad un incrocio. Il fattore comune è sempre lui: il negozio bio in cui le mie comparse sono più barzellette che altro. Nel tempo, tra gli scaffali, ho scoperto le più svariate forme di ingredienti. Versioni infinite di ciò che, comunemente, definiamo farina, oppure zucchero, o ancora cereali. Potrei passare le ore, tra le etichette di quei prodotti, più o meno come passo le ore in libreria, tra le copertine e le trame di infiniti libri. Ma torniamo a noi. Oltre ad esserci un fattore comune, in questo incrocio di strade c'è anche un movente: la curiosità. Laddove non conosco, mi documento, sperimento, assaggio, mi confronto. Capita così di scoprire e apprezzare il sapore aromatico dello zucchero Mascobado, nome che, nelle Filippine, qualifica lo zucchero estratto dalla canna. Zucchero integrale, prodotto artigianalmente dalla spremitura delle canne. Un concentrato di genuinità. E poi incroci bancali di cereali biologici, dai cornflakes agli orzoflakes, dal muesli di avena, a quello di amaranto. E, vi garantisco, le versioni e le tipologie sono così tante da poter variare la colazione per un anno intero! Sulle farine non mi dilungo: qui ho usato una "banalissima" multicereali, ma vi garantisco che, dal miglio all'avena, alle castagne, alla soia, alla canapa, ai ceci, e tante altre, la scelta è davvero difficile!! Allora ecco che mi trovo a mettere tutto insieme. E cosa potrebbe mai legare tanta bontà, se non un elemento genuino????? Il mio mitico burro vegetale.... Non posso raccontarvi la bontà, ma posso illustrarvela. Sia mai che anche voi vogliate provarci!
E perché chiamarli biscotti del diavolo? I miei followers facebookiani hanno assistito ad un piccolo incidente di percorso, in diretta. Mentre cercavo di immortalare la crema di burro montata con lo zucchero, la macchina fotografica non ha resistito ad un tuffo, fortunatamente di schiena e non di pancia, nella crema stessa. Non vi dico la mia espressione: se solo fosse partito uno scatto fortuito, ve l'avrei pubblicato. Ero immobile, bianca, con gli occhi spalancati a ripetermi "non è successo, ditemi che non è vero!" ^_^ E mentre documentavo tutto sulla bacheca, un caro amico, Marco, ha commentato proprio con.... biscotti del diavolo!!!!! Ecco, sono davvero dei golosissimi biscotti del diavolo e Marco, questi sono per te e per il grande Ranieri!!

Ingredienti

55 g di burro vegetale salato
30 g di zucchero Mascobado
45 g di farina ai cereali (io Mulino Chiavazza)
45 ml di latte di avena
15 g di cornflakes bio (io Baule Volante)
20 g di muesli di avena bio al cioccolato (io Barnhouse)

Versate in una terrina il burro vegetale. Unite lo zucchero e lavorate il tutto con una frusta elettrica. Sbattete energicamente fino ad ottenere una crema soffice. Lo zucchero Mascobado è scuro e grezzo, per cui non avrete mai una crema chiara, né mai perfettamente liscia.
Unite, poco alla volta, la farina di cereali e, a filo, il latte di avena. Impastate bene tutto e, quando sarà ben amalgamato, unite i cornflakes. Mescolate con un cucchiaio fino ad ottenere una pasta omogenea.
Unite, a questo punto, anche il muesli al cioccolato e ripetete il lavoro con il cucchiaio, fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo, ma morbido.
Rivestite con carta forno una teglia. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle palline grandi quanto una noce. Adagiatele sulla teglia, ad una distanza di qualche centimetro l'una dall'altra.
Accendete il forno a 190°. Quando sarà in temperatura infornate e abbassate a 175°. Cuocete per circa 20/25 minuti. Controllate che diventino ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.
Rimarranno morbidi al morso, ma croccanti nell'impasto. Dolci e saporiti. Una vera tentazione!


abc

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