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Tartellette di quinoa rossa con spinaci filanti: dialoghi improbabili e piccole digressioni

Una sola richiesta: stupire! Talvolta il mio palato necessita questo. Mi chiede di essere coccolato con fragranze semplici, ma in nuovi formati. Allora apro la dispensa e.... ambarabaciccicoccò salta fuori lei, la mia scoppiettante amica fidata. Mi guarda e mi dice "questa missione fa per me". Le strizzo l'occhio e le rispondo "sei tu la regina". Che, voglio dire, può sembrare da pazzi schizofrenici, ma è una conversazione che prende vita davvero. Voi avrete i vostri amici immaginari, io ho la quinoa parlante. Rossa, sia chiaro, perché mi piacciono i caratteri forti. La abbino alle mie amate foglie di spinaci, in un legame insolito. Mi ero fatta prendere da quelle piccole scamorzine affumicate, con l'idea di preparare.... naaaaaaaaaaa, non vi dico nulla, ed eccole piazzate anche in questo sformato. Non comune, come scelta, e badate bene che per molto tempo non si ripeterà. Le scelte salutiste vanno portate avanti con coerenza. La piccola digressione ci sta, il fuori tema.... no!!

Ingredienti

35 g di quinoa rossa
100 g di acqua
3 g di amido di mais
2 cespi di spinaci freschi
60 g di scamorza affumicata
25 g di olive nere al forno
olio
sale

   Pulite gli spinaci e lavateli accuratamente. Tagliateli in piccole striscioline e fateli appassire in una padella con un filo di olio, a fuoco lento, correggendo con sale a piacere. Cuocete per pochi minuti, poi spegnete e lasciate intiepidire.
Versate la quinoa in un colino e sciacquatela sotto un getto di acqua corrente. Versatelo in un pentolino e unitevi l'acqua. Portate ad ebollizione, coperto, aggiungendo poco sale (considerate che l'acqua verrà assorbita completamente, quindi ne basterà un pizzico). Cuocete a fiamma bassa senza mai scoprire la pentola. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura, aggiungete l'amido di mais e mescolate bene. Coprite nuovamente e procedete fino al totale assorbimento dell'acqua di cottura. Spegnete il fuoco e lasciate riposare per qualche minuto.
Tritate finemente la scamorza e le olive al forno. Unitele agli spinaci e mescolate tutto per amalgamare perfettamente.
Create, su una teglia coperta da carta forno, 3 cialde con la quinoa, appiattendole molto bene. Lo spessore dovrà essere minimo.
Accendete il forno e cuocete le cialde per 5 minuti, a 200°.
Diventeranno cialde compatte. Staccatele dalla carta, cercando di non romperle, capovolgetele e sistematele nuovamente sulla teglia.
Sistemate su ciascuna cialda una parte del composto di spinaci e formaggio. Compattatelo bene.
Infornate nuovamente, sempre a 200° su un ripiano alto e cuocete per altri 5 minuti, facendo gratinare bene la superficie.
Sfornate le vostre cialde e servitele.
Calde, confortevoli, sfiziose, saranno un piacere per il palato.

Un modo diverso di gustare verdura di stagione e di cedere alla tentazione del sano.
abc

Scrigni di mozzarella e pistacchi in pasta fillo: l’idea, il pensiero e il tempo pianificato

Ci sono volte in cui, per la fretta o per un'idea balzata in testa troppo tardi, non riesco a mettere nero su piatto ciò con cui desidererei deliziarmi. Talvolta rimando il pensiero, cercando di perfezionarlo o di reinterpretarlo. Talvolta lo mantengo intonso fino al momento in cui possa diventare reale e tangibile. Questo piatto non richiede tempi lunghi di preparazione, ma richiede una preparazione pianificata nel tempo. La pasta fillo (ovvio, parlo di una pasta che mi faccio in casa) ha bisogno di riposare prima della preparazione in sfoglia e la mozzarella sarebbe meglio insaporisse un po', per armonizzarsi bene negli aromi prima di finire in quel fagotto. Ma il perfezionamento di un'idea che mi ronzava in testa da un po' e la giusta organizzazione di tempi hanno fatto sì che questo piatto arrivasse a soddisfare in pieno le mie aspettative. Chiaramente, se foste soliti utilizzare la pasta fillo confezionata, questo piatto sarebbe un gioco da ragazzi che vi potrebbe tirare fuori dai pasticci anche con ospiti improvvisi a cena. Ma per me, portabandiera del fai in casa tutto ciò che ti è possibile, rimane una appagante pianificazione e una sfiziosa coccola.

Ingredienti

Pasta fillo (questa dose)
100 g di mozzarella
20 g di olive taggiasche
20 g di pistacchi tostati (peso senza guscio)
rosmarino q.b.
noce moscata
sale
olio evo

Preparate la pasta fillo e mettetela a riposare per almeno un paio d'ore. Diversamente scongelate 5 fogli di quella confezionata.
Sgusciate i pistacchi e puliteli al meglio dalle loro pellicine.
Tritateli grossolanamente (o schiacciateli, o tagliateli al coltello) e teneteli da parte.
Tritate finemente il rosmarino, precedentemente lavato.
   Unite tutto in un boccale, aggiungete la mozzarella tagliata a tocchetti e leggermente strizzata e le olive taggiasche, scolate dal loro olio (o liquido) di conservazione. Completate con sale e noce moscata a piacere e tritate fino ad avere un composto omogeneo.
Non lavorate troppo il composto, perché non dovrà venire una poltiglia compatta.
Versate il composto in una scodella e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo prelevate parte dell'impasto e compattatelo bene, tra le mani, dandogli una forma a filoncino. Con questo quantitativo di mozzarella dovranno venirvene cinque.
Stendete la pasta fillo il più possibile sottile e spennellatene la superficie con un po' di olio evo. Tagliatela in cinque strisce e adagiate ciascun bocconcino di mozzarella su ogni striscia, modificandone la forma in base alla larghezza della striscia stessa.
Avvolgete la mozzarella nella pasta fillo cercando di chiuderla perfetamente da tutti i lati. E' importante che anche lateralmente avvolgiate bene la sfoglia.
Coprite una teglia con carta forno e sistemateci i fagottini.
Portate il forno in teperatura e cuocete, a 200°, per circa 10 minuti, su un ripiano alto. Dovranno dorare uniformemente, ma controllate la cottura affinché non scuriscano troppo.
Quando saranno pronti sfornateli e trasferiteli su un piatto da portata.
Se sarete stati bravi a ciudere bene il fagottino, sarà fuoriuscita solo poca mozzarella, durante la cottura. Utilizzatela, eventualmente, come base su cui posare e  presentare gli scrigni.
Gustateli come preferite: caldi (ma attenzione a non ustionarvi il palato) saranno una coccola avvolgente, tiepidi saranno fragranti e maggiormente croccanti.

In ogni caso saranno un'irresistibile tentazione. In ogni caso finiranno troppo in fretta.

E l'ultimo boccone, proprio lui, lo guarderete con occhio languido, come ad implorare di non finire mai....

abc

Frollini di anacardi alle olive taggiasche con crema di cavolo nero: due differenti identità in un solo boccone

Lo confesso, il pesto di cavolo nero mi ha letteralmente stregato. E, come tutte le volte in cui mi sento travolgere da un sapore, cerco di immaginarlo sotto prospettive diverse. Questa volta, però, non solo sono riuscita ad appagare il mio palato, ma ho anche messo insieme sapori, consistenze e ingredienti che amo particolarmente, deliziando palati differenti, che hanno decisamente promosso la mia ultima bizzarria. La dolcezza del burro di anacardi legato all'aroma del rosmarino, la consistenza rustica di una farina integrale, l'avvolgente crema di cavolo nero con quel sapore di mandarino e la punta sapida dell'acciuga, e la cremosità donata dal formaggio.... beh, sapori che non si dimenticano e un'ouverture di cena che lascia il segno!!

Ingredienti

Per i frollini
80 g di burro di anacardi salato al rosmarino*
1 tuorlo
20 g di olive taggiasche denocciolate
50 g di farina integrale
5 g di fecola di patate
2 g di bicarbonato di sodio

Per la crema
80 g di pesto di cavolo rosso
70 g di certosa light
3 filetti di acciuga

* Il burro di anacardi l'ho preparato frullando 100 g di anacardi tostati, 10 g di olio evo, sale, aghi di rosmarino (2 rametti) e foglie di timo (1 rametto)

Mescolate la farina con la fecola e il bicarbonato e versatela in una terrina con il burro di anacardi e il tuorlo dell'uovo. Iniziate ad impastare con le mani, fino ad ottenere un impasto sbricioloso.
Tritate le olive (se utilizzaste quelle sott'olio scolatele molto bene, in modo da eliminare quasi totalmente l'olio di conserva) e unitele all'impasto. Lavorate ancora bene con le mani, cercando di amalgamare tutto perfettamente. Quando avrete ottenuto una pasta compatta e omogenea, datele la forma di un panetto, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per mezz'ora.
Nel frattempo preparate la crema al cavolo nero. Fate scaldare una padella e fatevi sciogliere 3 filetti di acciuga sott'olio (comunque ben scolate). Mescolate il pesto con la certosa, lavorandoli con pazienza affinchè di leghino bene. Quando le acciughe saranno poltiglia, versatevi la crema e mescolate velocemente, uniformando bene gli ingredienti. Lavorate per qualche istante, poi spegnete il fuoco.
Fate riposare la crema fino all'utilizzo, in uno scodellino coperto, in frigorifero. Riprendete, ora, il vostro impasto.
Infarinate una spianatoia e stendetelo, aiutandovi con un mattarello, in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Tagliatelo utilizzando un taglia biscotti della forma gradita. Trasferite i biscotti su una teglia ricoperta da carta forno e infornateli, a 200°. Cuoceteli per 15 minuti circa, ma controllate la cottura: il tempo potrebbe variare.
Sfornateli quando saranno ben dorati e trasferiteli su una gratella a raffreddare. In questo modo, vedrete, diventeranno belli croccanti e friabili. Quando saranno del tutto freddi, passate alla composizione.
Coprite ciascun frollino con il quantitativo necessario, affinché abbiano uno strato di circa 1 centimetro di crema sulla superficie.
Sistemate i frollini su un vassoio  serviteli. Si possono tranquillamente preparare con anticipo e conservare in rigorifero fino al momento di servirli. Manterranno la loro friabilità e non verrà certamente compromesso il sapore.
Un antipasto sfizioso e un'idea per un piccolo buffet, da gustare con le mani e.... da leccarsi le dite!!abc

Bocconcini di gamberetti e semi di sesamo: la bontà condivisa, tramandata e interpretata

Che adoro le polpette si sa. Che alleggerisco la cottura prediligendo il forno alla frittura, è un dato di fatto. Che trasformi in bocconcino fusion qualsivoglia ingrediente, beh, è una condizione alla quale non posso sottrarmi. Ma quando vidi questa proposta della bravissima Cinzia, beh, non ci pensai un attimo! Avrei fatto miei questi bocconcini supergolosi! Lessi la sua ricetta e me ne innamorai. E volli provarci. In piedi di fronte al banco del pesce cercai di ricordare il dettaglio degli ingredienti utilizzati da Cinzia, ma non ci fu scampo, rammentai solo i principali: gamberetti e uova..... A creatività non sono messa male, ma a memoria sono un vero disastro ^_^ E allora via alla creatività. Su quei due piedi che mi sostenevano, nonostante il flusso sanguigno fosse concentrato sui neuroni impazziti nel tentativo del ricordo, ho messo a punto un paio di cosette ed ho creato la mia versione. Lo spunto arriva da lei e lei ringrazio per questo sfiziosissimo piatto. A chi mi ha visto titubante davanti a quel banco..... beh, a loro l'onore di aver preso parte al momento elucubrazione di una folle Cuocherellona!!


Ingredienti

200 g di gamberetti
1 uovo
25 g di semi di sesamo
sale
paprika dolce a piacere
olio evo
2 cucchiai di farina di riso integrale bio
2 cucchiai di pangrattato di riso
latte di avena
albume per impanare

Pulite i gamberetti e inseriteli in un boccale. Unite l'uovo, il sale e la parika dolce, in quantità sufficiente secondo i vostri gusti. Tritate tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Unite i semi di sesamo e mescolate, amalgamando bene l'impasto. Fate riposare l'impasto in frigo, per circa un'ora, avvolto da pellicola trasparente.
Riprendete l'impasto e formate delle palline grosse secondo il vostro gusto, ma comunque non molto grandi. Quando saranno tutte pronte, preparate la farina, il pangrattato, l'uovo e il latte per procedere alla panatura.
Immergete ciascuna pallina nel latte, poi nella farina di riso, poi ancora nell'albume dell'uovo e ancora nel pangrattato. Effettuate la stessa operazione per tutte le polpettine e sistematele su una teglia, coperta da carta forno.
Irrorate con un filo di olio di oliva e infornate, a 190°, per circa 20 minuti. Abbiate la cura di girare le polpettine a metà cottura, e lasciat che cuociano in maniera uniforme. Controllate il colore che assumeranno e spegnete il forno quando sarà piuttosto dorato.
Assaporate le polpettine ancora calde: la crosticina sarà croccante e l'interno morbido e avvolgente.


Da proporre come aperitivo, come finger, o come sfizioso secondo, a voi la vostra preferenza!!




abc

Polpettine di quinoa rossa con carote, ricotta e nocciole: tanti piccoli scrigni di sana bontà

Lo so bene che il periodo delle festività è visto come un'opportunità per cedere ai peccati di gola senza doversi crucciare per i troppi sensi di colpa. Era così anche per me, in tempi remoti e non sospetti. In fondo cos'è un cioccolatino? E con un cioccolatino si aprivano le porte ad ogni forma e sapore di leccornia. Con il tempo, però, la mia consapevolezza è cresciuta, moderando quell'ingordia ai limiti dell'avidità e così ecco che, seppur mi piaccia prendermi per la gola, un po' (un po' tanto) tendo a conservare l'equilibrio della una sana alimentazione. La preparazione di dolcetti di generi diversi, per i malcapitati amici che ne riceveranno una rappresentanza in dono, mi porterà a proporvi con maggiore frequenza ricettine ghiotte. E, ahimè, confesso che l'assaggio sarà un dovere (beh, dai, anche un piacere ^_^). Ma a dirla tutta sarà perché, credetemi, regalare polpette...... è davvero difficile!! Sicuramente c'è chi apprezzerebbe. Si accontenterà, non me ne voglia,  di un sempice invito a cena!! Per chi, invece, voglia comentarsi da sé, date tregua ai bagordi con questa soffice coccola.

Ingredienti

50 g di quinoa rossa
100 g di ricotta fresca
1 carota
15 g di nocciole
20 g di pangrattato + q.b. per la panatura
1 rametto di rosmarino
scorza di 1/2 limone non trattato
1 uovo (per me 2 albumi)
sale
olio evo

Sciacquate molto bene, sotto un getto di acqua corrente, la quinoa. Mettetela in un pentolino e copritela con acqua pari al doppio del suo volume. Portate ad ebollizione, a pentola coperta, e cuocete a fiamma bassa per circa 15 minuti, fino al totale assorbimento dell'acqua. Quando mancheranno pochi minuti, aggiungete un pizzico di sale.
Pelate la carota e tagliatela a dadini piccolissimi. Per chi non avesse tempo (o pazienza) a sufficienza, tritate grossolanamente con le lame di un mixer o con una mezzaluna. Procedete in questo modo anche per il rosmarino, che avrete lavato, asciugato e liberato dal rametto.
Fate scaldare un filo d'olio in padella e, quando sarà caldo, versateci carote e rosmarino. Fateli soffriggere per un paio di minuti, aggiungendo del sale. Unite, quindi, le nocciole tritate e lasciate rosolare ancora per un paio di minuti, girando spesso con un cucchiaio, poichè le nocciole tendono a scurire subito!
A questo punto la quinoa sarà cotta. Spegnete la fiamma e sgranatela con un cucchiaio. Versatela nella padella insieme alle carote. Mescolate bene e lasciate che insaporisca. Aggiungete la scorza del limone grattugiata e amalgamate bene il tutto. Fate riposare il misto di quinoa per una decina di minuti.
Aggiungete, ora, la ricotta e l'uovo. Mescolate tutto fino a creare un impasto omogeneo. Unite il pangrattato (regolatevi in base alla consistenza ottenuta) e amalgamate perfettamente.
Prelevate poco impasto per volta, formate delle palline con le mani e passatele nel pangrattato, che avrete preparato su un piattino.
Scaldate una padella con due cucchiai di olio e fate soffriggere le polpettine, girandole con cura in modo che dorino uniformemente.
Quando saranno sufficientemente scure e croccanti, trasferitele in un piatto e servitele, magari su un letto di buon radicchio croccante.


Sono ottime gustate molto calde. Gli aromi si fondono e rimangono legati tra loro. Una tirerà l'altra senza potervi resistere!!




abc

Crema piccante di spinaci e carciofi allo zenzero con croccanti di tofu alla senape

Non sempre un piatto nasce ex novo, in un'illuminazione che verrà assecondata da un'adeguata spesa. A dire il vero sono rare le volte in cui questo succede. Generalmente è l'attrazione che sento per un particolare ingrediente, ortaggio, frutto, cereale o quant'altro, che mi porta a creare una pietanza. E' un po' come quando entro in libreria: posso passare infinite volte davanti ad un libro e non esserne colpita. Ma quella milleduecentotrentottesima volta...... mi rapisce, mi chiama e arriva da me. Così è successo per questi carciofi. Beh, io i carciofi li amo particolarmente e non vedevo l'ora arrivasse la stagione. Nella preparazione della carbonara rivisitata avevo utilizzato la parte più tenera del carciofo. L'avevo fatto tenendo da parte le foglie esterne, quelle più filamentose e meno tenere. L'avevo fatto con una precisa idea: non buttare nulla e sfruttare quello scarto per una sana vellutata. Poi mi sono trovata di fronte a quell'idea e.... è stato più forte di me: l'ho elaborata. Un lavoro che mi è costato due giorni di macchinazioni mentali, ma che ha trovato la forma perfetta. In questo piatto ci sono sapori delicati, tra quelli che preferisco in assoluto.

Ingredienti

Per la crema
70 g di spinaci freschi
80 g di foglie di carciofo
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
peperoncino a piacere
sale
1 cucchiaino di olio evo

Per le polpettine
170 g di tofu al naturale
35 g di senape delicata
3 zeste di limone
una piccola manciata di rosmarino
1 pizzico di sale
2 cucchiai di farina di mais fioretto
olio evo

Prelevate le foglie più esterne dei carciofi, elimenate le spine e sciacquatele. Fatele bollire in acqua salata, a cui avrete aggiunto un po' di zenzero in polvere. Cuocetele fino a farle diventare morbide. Ci vorrà circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Quando saranno tenere, scolate le foglie di carciofo e fatele raffreddare. Nella stessa acqua di cottura fate sbollentare gli spinaci, per circa 5 minuti. Aiutandovi con un contellino prelevate la polpa dei carciofi, separandola dalla parte filamentosa. Scolate gli spinati e raccoglieteli, senza strizzarli, in un bicchiere di plastica. Unitevi la polpa dei carciofi, lo zenzero in polvere, il peperoncino, e frullate fino ad ottenere una crema liscia. Versate l'olio e frullate ancora per un paio di minuti. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Tenete da parte.
Tagliate a dadini il tofu e trasferitelo in un bicchierone. Aggiungete la senape, le zeste di limone e il rosmarino. Frullate tutto per qualche minuto, fino a quando tutto sarà diventato una crema omogenea. Aggiungete il sale e proseguite, con il frullatore, per qualche istante. Fate riposare in frigorifero per mezz'ora almeno, in modo che si compatti bene.
Versate su un foglio di carta assorbente la farina di mais. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle quenelle. Posatele sulla farina e, con le mani, fatele ruotare in modo da impanarle completamente e arrotondarle. Fate attenzione che l'impasto sarà piuttosrto morbido.
Fate scaldare un po' d'olio in una padella. Quando sarà ben caldo adagiatevi le polpettine. Se necessario aggiungete ancora un filo di olio, in cottura. Giratele spesso, con delicatezza, in modo da farle dorare uniformemente. Quando saranno croccanti trasferitele su carta assorbente e fatele asciugare dall'olio in eccesso (lo so, non è una vera frittura, ma io sento l'olio anche nelle briciole ^_^).
Scaldate la crema di spinaci e carciodi e mettetela in una ciotolina. Servitela con le polpettine, da gustare rigorosamente con le mani.
Incontro di delicatezze, sapori, consistenze differenti, che legano perfettamente e che si esaltano tra loro.



abc

Bocconcini di riso venere con zucca e gamberetti: il punto di incontro tra colori e sapori

E' stato come partire da lontano, da un orizzonte sfocato che, poco alla volta, ha reso nitidi i dettagli. La zucca, sì, proprio lei. E che sia racchiusa in una pallina croccante. Ma, allo stesso tempo, voglio che sia delicata, che avvolga, che coccoli. Penso al riso. Quale riso? Lui, l'eccellenza: il Venere. Riso Venere e zucca. Perfetto. Ma manca qualcosa. Qualcosa di saporito e "rispettoso". Loro, piccoli e corposi gamberetti. Amalgamare il tutto è un dettaglio, ma non lasciato al caso. Torno a quell'ingrediente che generalmente è ostico, che non piace, che non ha sapore, e che lega così bene con tutto. Ancora una volta il tofu, quello naturale. Se solo gli scettici provassero la bontà di questo impasto, si ricrederebbero!! Ma lasciamo agli scettici i loro pensieri e a noi, amanti delle cose genuine, il piacere di assaporare questi bocconcini prelibati. Unico appunto. Io NON ho utilizzato l'uovo e non ne ho sentito la necessità, ma la compattezza un po' ne risente. A voi la vostra preferenza!!

Ingredienti

50 g di riso Venere
75 g di tofu naturale
70 g di zucca al vapore
50 g di gamberetti cotti
6 g di olio evo + q.b. per la cottura
sale
zenzero in polvere

Portate a bollore abbondante acqua salata. Fatevi cuocere il riso Venere, fino a quando sarà al dente.
Nel frattempo tagliate a tocchetti la zucca cotta al vapore (o in forno) e frullatela insieme al tofu. Aggiungete l'olio a filo, come per la maionese, e correggete di sale. Aggiungete lo zenzero secondo il vostro gusto e dato un ultimo colpo di lame. Scolate il riso e versatelo in una ciotola. Unite il composto di zucca e tofu e mescolate accuratamente.
Spezzettate i gamberetti e uniteli al riso. Amalgamate tutto, in modo da ottenere un composto uniforme.
Mescolate, ora, un cucchiaio di farina di mais fioretto con un cucchiaio di pangrattato. Metteteli in una ciotolina o su un foglio di carta. Formate delle palline con il riso, grandi non più di una noce.
Impanate ciascuna pallina facendola roteare nel composto e tenetela da parte. Terminate il lavoro con tutto il composto.
Fate scaldare un filo d'olio evo in una padella e, quando sarà ben caldo, disponete i bocconcini di riso.
Fateli rosolare bene , in maniera uniforme, a fiamma piuttosto alta, facendo attenzione che non cuociano solo da una parte.
Quando saranno belli rosolati trasferiteli in un piatto, decorate a piacere e servite. Sono deliziosissime assaporate molto calde.

Potrete servirle come appetizer, o gustarle (come ho fatto io) come piatto unico, davanti ad un bel film, o ad un libro.... rigorosamente con le mani!!


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Cantucci integrali salati, bicolore e con burro vegetale: pomodoro per trafiggere, pistacchio per coccolare

Mi girava in testa, da un po' di tempo, l'idea di mettermi a fare nuovamente i cantucci salati. Li avevo provati in tempi non sospetti e li avevo riproposti molteplici volte ad ospiti e ad amici. Sempre un successo. Ovviamente riprendere quella ricetta e seguirla fedelmente non sarebbe stato sufficientemente appagante. Nel frattempo ho sperimentato e affinato tecniche e conoscenze. Primo, tra tutti, il burro vegetale. Scoperta che mi ha estasiato! Io, che solo alla parola burro e al pensiero di mangiarlo spalmato su una fetta biscottata, inorridivo, mi trovo a non riuscire a resistere al dito che affonda in tanta genuina morbidezza!!! E me ne sto studiando tante, per sperimentarlo e assegnargli il podio! Così sono partita da qui: dal burro. L'ho rivisitato, l'ho arricchito, l'ho addolcito. Ma la sostanza è sempre quella e il risultato, in questi biscottini salati, è strepitoso. Il pomodoro, sapido e deciso, l'ho abbinato alle mandorle dolci. Il pistacchio, mio adorato pistacchio, l'ho accostato alle olive per eccellenza. Insomma, un passaggio continuo tra un sapore che affonda nel palato e una coccola che delizia.

Ingredienti

Per i cantucci
100 g di farina integrale
50 g di farina d'orzo
50 g di burro vegetale
3 g di ammoniaca per dolci
1 uovo
50 ml di latte di avena
35 g di pistacchi tostati non salati (peso da puliti)
55 g di olive taggiasche denocciolate
35 g di pomodori secchi
35 g di mandorle pelate

Per il burro salato
50 g di anacardi
25 g di gherigli di noci
1 g di sale
1 cucchiaio di olio di semi di soia

Preparate il burro vegetale secondo il procedimento indicato qui. Tenetelo in frigo. Nel frattempo tagliate a striscioline i pomodori secchi, sgusciate i pistacchi e privateli della loro pellicina e sgocciolate le olive.
Mescolate le due farine. Scaldate leggermente il latte di avena e fatevi sciogliere l'ammoniaca. Impastate il burro vegetale con le farine. Aggiungete quindi il latte e l'uovo. Lavorate il composto fino ad avere un impasto piuttosto appiccicoso, ma compatto.
Dividete in due l'impasto. Aggiungete ad una metà le mandorle e i pomodori secchi, all'altra i pistacchi e le olive. Impastate bene fino ad ottenere due composti omogenei.
Dividete ciascun impasto in due e ricavate due filoncini per tipo, larghi circa 5 centimetri. Sistemateli su una placca coperta da carta forno e appiattiteli leggermente.
Scaldate il forno a 180° e cuoceteli per circa 35/40 minuti. Regolatevi sempre in base al vostro forno. Quando saranno ben dorati, sfornateli e lasciateli intiepidire.
Tagliateli a fettine trasversali, spesse circa un paio di centimetri.
Sistemateli nuovamente sulla placca da forno, uno accanto all'altro, e fateli tostare nuovamente, per 15 minuti circa, a 180°. Controllate che siano croccanti, ma che non brucino.
A questo punto sfornateli e lasciateli raffreddare. Rimarranno croccanti e allo stesso tempo friabili.

Saporiti e gustosi, sono ideali per accompagnare un pasto, o per un aperitivo.


abc

Sandwiches di sardine con pomodori caramellati: non c’è allievo, non c’è maestro, ma la sfida è superata

C'è sempre una prima volta. Quando, parlando con un giovane cuoco, ammisi di non aver mai cucinato le sardine, lui mi sferrò uno sguardo a metà tra l'incredulo e l'esterrefatto. Forse esiste un motivo concreto affinché io sia rimasta a spadellare nella mia cucina casalinga, invece di coordinare i fuochi di una cucina professionale, ma rimane il fatto che.... potrò mai non misurarmi con una sfida servita così, su un piatto d'argento????? Di base non amo molto questo tipo di pesce e, se devo dirla tutta, la versione di questo fantomatico cuoco mi ha abbastanza nauseato. Allora ho pensato di renderlo sfizioso. Quel croccante non fritto, il contrasto con sapori acri. Insomma, sono usciti curiosissimi sandwiches ricchi di sapore e genuinità. Sicuramente non c'è un allievo e non c'è un maestro, ma ora posso dire che sì, le sardine, cucinate da me, mi piacciono un sacco!!!

Ingredienti

12 sardine
8 pomodorini Pachino
4 cavolini di Bruxelles
farina di mais fioretto
pangrattato (io di riso)
olio evo
sale

Mondate e lavate i cavolini di bruxelles. Sbollentateli per un paio di minuti in acqua salata e, una volta scolati, immergeteli in acqua ghiacciata per fermarne la cottura. Lavate i pomodorini e asciugateli bene.
Tagliate a metà tutti i pomodorini e a piccoli spicchi i cavolini. Salateli e sistemateli in una teglia, coperta da carta forno. I pomodorini dovranno essere con la parte interna rivolta verso il basso. Portate il forno a 200° e, una volta in temperatura, cuocete per 30 minuti.
Pulite le sardine, togliendo la lusca e sciacquandole sotto l'acqua corrente. Asciugatele delicatamente con un foglio di carta assorbente.
Mescolate un paio di cucchiai di farina di mais fioretto a un paio di cucchiai di pangrattato. Impanate le sardine da entrambi i lati, pressando bene affinché rimanga una buona quantità di panatura ad avvolgerle.
Sistematele su una placca, coperta da carta forno, con la parte della pelle rivolta verso il basso.
Salatele in superficie, cospargetele con un filo d'olio e infornatele, sempre a 200°, per 15 minuti. Dopo 10 minuti giratele dall'altra parte e fatele dorare uniformemente.
Una volta cotte sfornatele e lasciatele intiepidire. Sfornate anche i pomodorini e lasciate intiepidire anch'essi. Passate ora alla farcitura. Sistemate, sulla metà delle sardine, due o tre pezzi di pomodori e cavolini. Coprite ciascun filetto con un'altra sardina. Premete leggermente e trasferite i sandwiches ottenuti sulla placca da forno.
Cuocete ancora, a 200°, per cinque minuti, dopo di che sfornate e servite. Sono ottimi da gustare con le mani, ohimè, beato Galateo.
Proponeteli come finger food, appetizer, antipasti, oppure come portata principale. Sapranno conquistarvi al primo morso. E sfido chiunque a non leccarsi le dita!! ^_*



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Grissini farciti: la versatilità di una sfoglia che diventa sfiziosa e irresistibile

Avete presente quando amate follemente qualcosa da cercare una forma continuamente diversa di espressione, un'identità in costante evoluzione, per renderla sempre più perfetta e preziosa? Santo cielo, sembra vi stia parlando di chissà quale gemma e invece sto introducendo una semplicissima pasta phyllo!! Cos'è la pasta phyllo? Quando sento questa domanda mi tremano le gambe, in preda allo shock da dimmi come fai a non conoscere questa prelibatezza. Poi, ritrovate le forze, comprendo che il mio sapere non può essere obbligatoriamente il sapere del resto del mondo e inizio a parlarne, trasmettendo tutta la mia passione e il mio coinvolgimento emotivo per questa sfoglia sottile e croccante, che conquista senza lasciare speranze di salvezza! No, per me non esiste un degno sostituto. Tappezzerei di pasta phyllo le pareti di casa e anche l'interno dell'auto. E penso in phyllo qualsiasi prelibatezza culinaria. Oggi è toccato a dei semplici e gustosissimi grissini.

Ingredienti

Pasta phyllo (la dose indicata qui)
70 g di bresaola
20 g di pistacchi tostati non salati
2 g di aghi di rosmarino
olio evo

Preparate la pasta phyllo e lasciatela riposare, come indicato, per 20 minuti tra due fondine calde. Nel frattempo lavate il rosmarino, asciugatelo accuratamente e tritatelo insieme alla bresaola e ai pistacchi.
Stendete metà della pasta in una sfoglia rettangolare molto sottile, direi trasparente. Ungetela in superficie e copritela con il trito di bresaola.
Stendete anche l'altra metà di pasta in un rettangolo di pari dimensioni. Ungete anch'essa e adagiatela sopra la precedente, coprendo la farcitura. Sigillate bene i bordi. Con una rotella per pizza tagliate delle strisce di circa 2 centimetri di spessore.
Iniziate ad arrotolare l'estremità di ciascuna striscia su se stessa, formando una spirale. Procedete così con tutte le strisce.
Sistematele su una teglia coperta da carta forno, leggermente distanziate tra loro. Accendete quindi il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete per 20 minuti circa. Dopo 15 minuti girate i grissini in modo che dorino uniformemente e, quando saranno belli croccanti, sfornateli e lasciateli raffreddare. In questo modo acquisiranno croccantezza e friabilità.

Assaporateli con gusto, ben consapevoli che vi stregheranno e non vi lasceranno liberi fino a quando avrete afferrato l'ultimo!

Come poter resistere a una simile bontà?

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