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Crostata con farina di castagne alla crema di mele e bacche di Goji: le valutazioni di una carriera sfumata

Vado a fasi. Ci sono i periodi in cui le colazioni sono a base di biscotti (preciso: la parte dolce delle colazioni, che segue la parte vitaminica fruttosa e la parte salata e proteica, con il supporto della parte liquida e drenante), ora assolutamente dietetici, ora chiudendo un occhio se non due, ci sono periodi in cui le brioches e la pasticceria in genere prendono il sopravvento in formato monoporzione (sempre home made, ma chevvelodicoaffa') e ci sono periodi in cui le torte vanno per la maggiore. Formato famiglia, laddove per famiglia si intende un boccone garantito per 10 giorni almeno ^_^ (salvo colazioni multiple). Questo è il periodo delle torte. Sono certa che dietro tutto questo vacillare di desideri ci sia una precisa spiegazione, ma lascio questi trastulli mentali alla parte di me che ho abbandonato con i sogni di psicologa (ai tempi mi sarei specializzata in criminologia, oggi penserei a fondare e approfondire una nuova branca della psicologia, la psicologia culinaria e le sue proiezioni comportamentali... ma queste sono altre faccende). Quello che conta è che se dico crostata, crostata deve essere. Passeggiando tra le corsie del mio negozio bio di fiducia (non faccio neanche più pubblicità gratuita per non sentirmi in dovere, chissà poi con quale diritto, di dover assecondare la richiesta di fornire un link) sono stata attratta da quel vasetto di frutta spalmabile alle bacche di Goji. Ammetto di non aver mai ceduto alla preziosità di quelle piccole pepite rosse unicamente per la resistenza al costo: saranno anche salutari, preziose e miracolose, ma con il costo di 100 g di prodotto ci mangio per una settimana!! Va beh, non mangio in grandi quantità, però è pur sempre una settimana!! Visto che quel vasetto, in cui la percentuale di bacche di Goji arrivava comunque al 55%, supportata dal 45% di polpa di mela, non aveva un costo così inaccessibile, mi sono convinta. Eccola nella mia crostata, dolce fin nella scelta delle farine. E deliziosa, tanto che ogni occasione è buona per fare colazione ^_^

Ingredienti

Per la frolla
145 g di burro di soia ammorbidito
85 g di farina d'orzo
65 g di farina di riso
130 g di farina di castagne
100 g di zucchero di canna grezzo
1 uovo + 1 tuorlo
7 g di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato di sodio
1 pizzico di sale

Per il croccante
10 g di burro di soia
15 g di malto di riso
15 g di zucchero muscobado
25 g di succo di arancia
10 g di farro soffiato
20 g di nocciole
20 g di gherigli di noci
15 g di semi di girasole
20 ml di acqua

250 g di frutta spalmabile alle bacche di Goji (Baule Volante)

Partite preparando il croccante. Spezzettate grossolanamente noci e nocciole e unitele ai semi di girasole e al farro soffiato.
Mescolate il burro di soia, il malto di riso e lo zucchero. Unitevi il succo d'arancia e l'acqua e mettetelo sul fuoco, a fiamma media. Portate ad ebollizione. Abbassate, quindi, la fiamma e fate ridurre fino ad ottenere uno sciroppo.
Versatelo sul mix di frutta secca e mescolate bene, fino ad amalgamare perfettamente tutto.
Coprite una teglia con un foglio di carta forno e versateci sopra il composto. Livellatelo bene con un tarocco, in modo da ottenere uno strato di circa 1 centimetro di spessore.
   Lasciate raffreddare completamente in frigo. Nel frattempo preparate la frolla.
Setacciate le farine e mescolatele tra loro (questo passaggio è fondamentale per la farina di castagne!!), aggiungendo il cremor tartaro e il bicarbonato.
In una terrina versate il burro ammorbidito e unitevi, poco alla volta, le farine. Per ultimo unitevi il sale e lo zucchero. Lavorate energicamente e piuttosto velocemente gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Versate la composta alle bacche di Goji in una scodella e sgretolateci sopra metà del croccante al farro. Mescolate amalgamando bene le due parti e tenete da parte.
Riprendete l'impasto e stendetelo, con il mattarello, su un ripiano infarinato, ottenendo una sfoglia di circa 1 centimetro. Posizionate nel centro la teglia che utilizzerete (io una teglia tonda dal diametro di 28 cm) e tagliate la circonferenza di circa 3 cm più larga.
Tenete da parte la pasta che avrete eliminato e trasferite il disco nella teglia rivestita da carta forno.
Coprite la superficie con la composta alle bacche di Goji che avete preparato in precedenza distribuendola uniformemente.
Ripiegate i bordi della crostata formando un corsone compatto.
Cospargete la superficie con la parte di croccante tenuto da parte e sbriciolatevi sopra la pasta rimasta in eccedenza dal taglio del disco.
Portate il forno a 180° e, quando sarà in temperatura, infortante la crostata, in un ripiano intermedio.
Fatela cuocere per 50 minuti circa, avendo cura di controllarne la doratura. Quando sarà piuttosto brunata sfornatela e lasciatela raffreddare. Estraetela, quindi, dalla teglia e procedete al taglio.

Io ho provveduto con la suddivisione in fette e della conservazione monoporzione dopo il giorno del primo taglio (e delle foto), momento in cui sono arrivata a mangiarne ancora un po', dai un'ultima fettina, però lì si è rotta...
Ecco, questa sono io ^_^abc

Salmone alla piastra con crema di mandarino e salvia: il piatto dell’incontenibile soddisfazione

Avete presente quando, colmi di esuberante gioia, vi dovete sforzare per trattenerla, quando invece vorreste saltare e volteggiare come un palloncino senza nodo? Ecco, così mi sono sentita quando ho assaggiato questo piatto. Certo ci sono situazioni in cui non è veramente indicato saltellare alla Memole e gongolarsi di frizzante compiacimento.Ma quella fessurina, proprio, non riusciva a blocare il flusso di moderata e trattenuta gioia. E allora ho iniziato a dire "oggi ho cucinato un salmone buonissimo". Poi ho aggiunto "con una crema delicatissima". Silenzio. "E poi aveva una crosticina!!! Croccante fuori e morbido all'interno". "Sai, l'ho condito con ...... e l'ho scottateo su una padella caldissima". Pausa. "Ho tritato la scorza del mandarino con la salvia, poi ci ho messo il succo". Non ci riesco proprio..... "ERA BUONISSIMOOOOOOOOOOOO". Ecco, scrivo e mi aumenta la salivazione. ASSAGGIATELO!

Ingredienti

1 trancio di salmone
2 mandarini
3 figlie di salvia
1 cucchiaino raso di farina di riso (io integrale bio)
sale
paprika dolce
pepe
olio evo

Lavate i mandarini e le foglie di salvia. Asciugateli accuratamente.
Tagliate la scorza dei mandarini cercando di non prelevare la parte bianca. Tritatela finemente insieme alle foglie di salvia, aiutandovi con una mezzaluna.
Scaldate un cucchiaino di olio evo in un pentolino e unitevi il trito. Fate insaporire per qualche minuto, a fuoco basso. Nel frattempo spremete i mandarini e versate il succo al trito.
Unite il cucchiaino di farina di riso, un pizzico di sale e mescolate energicamente, affinché non si formino grumi. Cuocete, a fiamma bassa, fino a quando la salsa si addenserà. Quindi spegnete il fuoco.
Sciacquate il trancio di salmone e asciugatelo tamponandolo con un foglio di carta assorbente. Conditelo con il sale, la paprika e il pepe.
Fate scaldare un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldissima, adagiatevi il trancio di salmone dalla parte senza pelle. Fatelo cuocere a fiamma viva per almeno 2 o 3 minuti (dipenderà dallo spessore della carne), poi giratelo e fatelo cuocere per 3 o 4 minuti anche dall'altra parte.
Spegnete il fuoco e trasferite il trancio su un piatto. Cospargetelo con la crema al mandarino preparata in precedenza e servitelo.

La salsa dolciastra e delicata avvolgerà la polpa del salmone, togliendo il sapore grasso della cottura "al sangue".

Il contrasto renderà magico ogni boccone.
abc

Cotolette di porcino in crosta croccante: la rivisitazione di un ricordo in chiave moderna

Ricordo questa fragranza dai tempi dell'adolescenza, quando mia madre, trovandosi di fronte a porcini dalla dimensione alquanto importante, ce li proponeva in cotoletta. Li amavo particolarmente: croccanti e delicati. E poi, diciamola tutta: a mio fratello non sono mai piaciuti i funghi porcini e io ne gioivo, perché significava che ne avrei potuto mangiare di più, senza litigarmi il migliore, o l'ultimo, che in casa nostra "della vergogna" non lo è mai stato. Anzi, l'ultimo pezzo era quello dell'audacia e della caparbietà. Così, trovandomi davanti questo meraviglioso porcino, ho rivissuto quelle sensazioni e ho desiderato portarle in vita, nuovamente, creando la mia versione. Ovviamente non ho fritto nulla, ovviamente ho insaporito la panatura con dettagli troppo sofistici per i gusti dei "vecchi" e ovviamente me li sono assaporati senza contendere il pezzo della caparbietà! ^_^

Ingredienti

1 gambo grande di porcino
15 g di nocciole
10 g di orzoflakes
1 cucchiaino di timo fresco
1 cucchiaino di gomasio
20 g di pangrattato di riso
10 g di farina di riso
olio evo

Tritate finemente le nocciole insieme agli orzoflakes, al timo fresco e al gomasio. Unite il pangrattato e mescolate bene. Tenete da parte.
Prendete il porcino, pulitelo e prelevate il gambo. Tagliatelo, nel verso della lunghezza, in fettine spesse circa un centimetro.
Preparate ora, su due piattini, farina di riso e il mix di pangrattato e, a parte, una scodellina con dell'acqua (o, a scelta, latte o uovo). Passate le fettine nella farina di riso, poi nell'acqua (velocemente) e nel pangrattato di riso. Sistemate ciascuna fettina su una teglia coperta da carta forno.
Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura versate un filo d'olio evo sui funghi e infornateli.
Cuocete per 30 minuti circa, girandoli dopo 20 minuti in modo che dorino uniformemente. A cottura ultimata sfornateli e serviteli.

Un gustoso viaggio tra i ricordi e una golosa coccola per il palato!


                        abc

Medaglioni croccanti di mozzarella, lo sfizio di un piatto prèt à manger

Se dovessi pensare ad un piatto tanto veloce da preparare quanto buono e sfizioso da gustare.... mi verrebbero in mente i medaglioni di mozzarella. Non c'è nulla di più semplice, nulla di particolarmente ingegnoso, non ci sono studi alle spalle, scoperte varie.... solo il piacere di farsi avvolgere da questa crosticina dal cuore filante.
Ero partita con l'idea di prepararmi una velocissima insalata con la mozzarella. Buona, certo....direi buonissima, anche perché non mi sarei limitata all'insalata e alla mozzarella. E invece mi sono detta: tingiamo di gusto questo bocconcino bianco ed eccomi qui, ancora con le lacrimucce di piacere. E' una versione che rievoca i ricordi di una stagione in villaggio, nel lontano 2001, quando la sera capitava di uscire con il gruppo di colleghi animatori a mangiare le mozzarelline fritte, a Scansano. Era un appuntamento piacevole trovarsi tutti (e non eravamo certo pochi) attorno a quel tavolo pieno di ciotole di mozzarelline. E così ricordo ognuno di loro.... in una delle tante esperienze che hanno segnato la mia vita e che mi hanno fatto crescere.

Ingredienti

1 mozzarella (io light)
latte di avena (o vaccino, o altro latte)
farina di riso
pangrattato ( io di riso)
olio
noce moscata
sale

Preparate su due piattini o fogli di carta assorbente la farina di riso, da una parte, e il pangrattato, dall'altra. In uno scodellino versate del latte. Ne sarà sufficiente poco.
Tagliate la mozzarella in cubetti piuttosto grossi. Passateli bene nella farina, poi immergeteli velocemente nel latte e impanateli nel pangrattato, cercando di coprirli perfettamente. Scaldate in una padella due cucchiai di olio evo e, quando sarà molto caldo, alzate la fiamma e ponete la mozzarella. Dovrà cuocere pochissimo a fiamma viva, in modo che non si sciolga e che si formi una crosticina ben dorata e croccante.
Girateli con cura in modo da farli cuocere su tutti i lati e sistemateli su un piatto. Spolverizzateli con un po' di sale e noce moscata e servite.
Ricordate che masticare lentamente è una delle regole fondamentali di una corretta alimentazione ; )abc

Spiedini di pollo con melanzana e pera: vivacità e gusto

Poi non mi venite a dire che questa è una carne triste, che un piatto a base di pollo è insapore e che vi ricorda vagamente una mensa aziendale o, ancor peggio, un ospedale. Pensate a quanti abbinamenti si possono fare con una carne così delicata! E senza neanche chissà quale ingrediente segreto.... Chi non ha in casa della frutta e un po' di verdura? Mettere insieme tutto e giocare in una stuzzicante alternanza di sapori è una vera passeggiata. Non ci credete? Guardate qui......






Ingredienti

Per 3 spiedini
1 sovraccoscia di pollo
1 pera Williams
2 fette spesse di melanzana violetta striata
farina di mais fioretto
olio
sale
noce moscata

Sbucciate la pera, tagliatela a metà per la lunghezza, privatela del torsolo e del filamento interno e tagliatela in cubetti piuttosto grandi. Ve ne serviranno 18 pezzi. Metteteli in una ciotola e spolverizzateli di noce moscata.
Tagliate le due fette di melanzana a tocchi piuttosto grandi. Ve ne serviranno 9 pezzi. Aromatizzate anche questa con la noce moscata.
Disossate, quindi la sovraccoscia di pollo e ricavatene 12 bocconcini piuttosto panciuti. Copriteli con farina di mais e mescolate bene affinché vengano ricoperti tutti i pezzi. Scaldate un filo d'olio in padella e fate saltare velocemente e a fiamma viva il pollo. Non importa che siano ben cotti, ma è essenziale che abbiano una bella crosticina.
Ripetete l'operazione con la pera: infarinatela con la farina di mais e fatela saltare in padella con un filo d'olio. Siate cauti a girare i quadrotti, perché tenderanno a spappolarsi. Fateli rosolare a fiamma viva, velocemente, su tutti i lati. Stessa cosa per le melanzane, ma questa volta servirà una piccola giunta d'olio a metà cottura.
Ora divertitevi a comporre i vostri spiedini, magari canticchiando: Po-Pe-Me-Pe-Po-Pe-Me-Pe-Po-Pe-Me-Pe-Po. Dove Po sta per pollo, Pe per pera e Me per melanzana. Ponete gli spiedini su un piatto o su una teglia e passate in forno a 180° per 10 minuti circa.
Quindi assaporate: il pollo risulterà morbidissimo, la melanzana soffice e delicata e la pera spezzerà con la sua dolcezza. Vi avverto che finiranno molto in fretta!!!!abc

Besciamella versione veg… non lo direste mai!!

Adotto, anche per questa crema base di molti piatti, una rivisitazione veg. Elimino il burro, e quindi un grasso decisamente dannoso, e il latte vaccino.  Utilizzo inoltre una farina di riso, ottimo addensante, evitando di ricorrere a prodotti di raffinazione come la comune farina 00. Il risultato è una comunissima besciamella, densa, corposa e saporita. Non ci credete? Provate!!









Ingredienti

10 g di margarina
20 g di farina di riso impalpabile
200 ml di latte di avena (o di soia)
noce moscata
sale

Fate sciogliere la margarina sulla fiamma bassissima. Togliete dal fuoco, versate la farina e mescolate velocemente creando una massa uniforme e senza grumi. Aggiungete poco latte alla volta, precedentemente scaldato, mescolando fino al completo assorbimento. Quando inizierete ad avere una crema piuttosto morbida, unite tutto il latte rimanente e mette nuovamente sul fuoco. Aggiungete sale e noce moscata e portate ad ebollizione, sempre mescolando. Quando inizierà a bollire, abbassate la fiamma e mescolate ancora per un paio di minuti. Spegnete il fuoco ed utilizzate la vostra veg besciamella come desiderate....



abc

Trittico di verdure al gratin e un ruolo da comparsa che lascia il segno

Anche quando la verdura rappresenta solo un contorno senza interpretare un ruolo da protagonista, mi piace dare loro quel tocco in più: colore e gusto non devono mai essere sottovalutati. Le verdure saltate in padella sono tra le mie preferite. Se poi ci mettessimo un po' di farina a farle diventare croccanti acquisirebbero interesse. E se, alla fine, le facessimo anche gratinare..... sarebbero perfette! Ovviamente accanto alla mia interpretazione di verdura non può mancare la noce moscata: delicata, dolciastra, lega perfettamente con qualsiasi sapore e consistenza. Si tratta di un piatto molto semplice, veloce e sfiziosissimo. Come non potersene innamorare?

Ingredienti

1 zucchina
1 carota
1/3 di melanzana violetta striata
farina di riso
noce moscata
sale
olio evo

Pulite le verdure e tagliatele a fiammiferini. Sistemate ciascun ortaggio in una terrina diversa.
Su ognuna cospargete della noce moscata (io ho assolutamente abbondato!! Comunque nei limiti della salute).
Scaldate un cucchiaio di olio evo in padella. Cospargete sulle carote una piccola manciata di farina di riso e mescolate in fretta con le mani, in modo da uniformare la panatura. Versate le carote in padella e fare saltare a fiamma viva per un paio di minuti. Abbassate leggermente la fiamma e continuate la cottura per altri due minuti circa. Trasferite le carote in un piatto. Ripetete lo stesso procedimento per le zucchine (il tempo di cottura sarà inferiore rispetto a quello delle carote) e per le melanzane. Attenzione al potere di assorbimento dell'olio della melanzana: ne richiederà sicuramente di più, ma siate parsimoniosi.... potrebbe non sembrare mai sufficiente!
A questo punto il vostro trittico è pronto per passare alla fase finale: gratinatelo in forno per una decina di minuti e sarà pronto per essere portato in tavola!!
abc

Gratin di cozze allo zenzero con zucchine e fiori croccanti: una questione di protagonismo

Un paio d'anni fa, già ampiamente dedita a viziare le mie papille gustative, resi partecipe mia madre di una portata minuziosamente preparata e gustata, in pace con me stessa. Ovviamente la mia mania di fotografare tutto aveva fatto sì che immortalassi anche quella.... teglietta.... etta..... teglia.... beh..... porzioncina.... insomma..... una bella porzione.... diciamo abbondantina. Beh, ma era la mia cena!!! In sostanza ho visto mia madre strabuzzare gli occhi e chiedermi, incredula: "ti sarai mangiata mica tutte quelle cozze?". Vedete, il brutto (o il bello) di dover sfamare una bocca sola è che le dosi delle confezioni non sempre sono proporzionate all'esigenza. Per mangiarle in due tempi, ho pensato, tanto vale fare un pasto unico!! Da quella volta ho timore ad avvicinarmi al concetto "cozza". Se qualcuno al ristorante me la propone d'antipasto.... declino carinamente l'invito, a meno che non ci siano almeno due forchette a dividerne la porzione. Insomma, mi è chiaro che in questo non è facile pormi limiti: per me mangiare le cozze vuol dire.....mangiare le cozze. Chiaro, no?

Ingredienti

500 g di cozze
6 fiori di zucchina
6 zucchine piccole (generalmente annesse al fiore)
10 nocciole
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
farina di riso impalpabile
pangrattato (io di riso)
olio
sale

Lavate le cozze sotto l'acqua corrente, grattandole bene e togliendo le pagliuzze. Mettetele in un tegame, coperte, e fatele cuocere a fuoco medio per una decina scarsa di minuti. In questo modo si schiuderanno. Spegnete il fuoco e fate intiepidire. Prendete, poi, ciascuna cozza, scolatela dall'acqua di cottura, eliminate la parte di guscio vuota e posizionate a raggiera su un piatto la metà con il frutto.
Pulite i fiori di zucchina. Lavateli accuratamente e con molta delicatezza sotto il getto d'acqua corrente. Scrollate il grosso dell'acqua e lasciateli scolare su un foglio di carta assorbente. Tagliateli, quindi, a striscioline verticali, cercando di non rovinare le punte, generalmente molto delicate. Radunateli in una terrina, cospargeteli con un pizzico di sale e un filo di olio evo e mescolate bene. Aggiungete un cucchiaio di pangrattato e continuate a mescolare, sempre con estrema delicatezza, in modo che la panatura avvolga uniformemente ciascuna listarella di fiore.
Ponete i fiori impanati su una placca e fate gratinare fino a doratura (io li ho gratinati nel forno a microonde per 15 minuti, girandoli a 5 minuti dalla fine). Dovranno rimanere croccanti senza perdere il loro colore intenso e naturale.
Scaldate una padella con un filo d'olio. Lavate e asciugate le zucchine. Tagliatele in fiammiferi di circa 4 centimetri di lunghezza. Passateli nella farina di riso e fateli saltare in padella, a fiamma viva, fino a quando saranno ben dorati. Salateli.
Nel frattempo mischiate 1 cucchiaino di farina di riso con 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere. Unite un cucchiaino scarso di olio evo e mescolate fino ad ottenere un composto denso. Aggiungete 2 cucchiaini di fondo di cottura delle cozze alla volta e mescolate in modo da amalgamare bene tutto senza creare grumi. In tutto dovrete aggiungere 15 cucchiaini. Mettere sul fuoco e portate lentamente ad ebollizione, senza smettere di mescolare. Quando inizierete a vedere le prime bollicine spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Con l'aiuto di un pennellino cospargete le cozze con la salsina allo zenzero. Ponete al centro del piatto i fiammiferi di zucchina.
Tritate quindi le nocciole e mischiatele a 2 cucchiaini di pangrattato. Coprite, con questo mix, le cozze. Adesso io ho commesso un errorino: ho posizionato sul piatto i fiori di zucchina, facendoli cuocere ancora insieme alle cozze. Ecco, non fatelo!! E' bello quel tocco di colore sul piatto finito e a me è venuto a mancare!
Fate gratinare il piatto con zucchine e cozze per 15 minuti e alla fine posizionate tra le due i fiori croccanti e belli coloriti. Passate sotto il gratin ancora per un paio di minuti e servite. Il vostro piatto è pronto per essere gustato!
Immagino quanto sarebbe stata appagata anche la vista se avessi adottato quella piccola accortezza.... ma la soddisfazione nel gustare una cozza morbida e saporita ha comunque vinto sulla delusione. Siete stati avvertiti!!
abc

Ossobuco di tacchino e finocchi gratinati alla liquirizia: la soluzione in un taschino

"Ma perché quando l'ho vista, là, esposta magnificamente sul ripiano dello scaffale, non l'ho presa? Perché ho stuzzicato la fantasia senza creare i presupposti per renderla tangibile?". Inizia così: ho un ossobuco di tacchino a cui ho creato un immaginario vestito e non ho la stoffa per confezionarlo. Non è che si possa adattare un qualsiasi altro tessuto quando l'effetto che vuoi ottenere è PROPRIO QUELLO!! Ma è in un confronto, in una battuta colta al volo, che si riaccende la speranza. Perché lo so....ricordo bene....in quel taschino....nella borsa usata un paio di giorni fa....qualcosa mi ricordava il suono delle maracas. Eccole!!!!! Pepite di liquirizia pura. E' proprio vero che la borsa di una donna può contenere risorse infinite. Ora tutto prende forma....

Ingredienti

1 ossobuco di tacchino
1 finocchio
1 cucchiaino di farina di riso (io Baule Volante, impalpabile)
1 cucchiaino di polvere di liquirizia pura
50 ml di vino bianco secco
parmigiano grattugiato
sale
olio evo

Mischiate 1 cucchiaino di farina di riso con mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere. Impanate l'ossobuco di tacchino in modo da coprirlo interamente.. Fate scaldare un filo di olio evo in padella e adagiate la carne, facendola rosolare a fiamma viva un minuto per parte. Bagnate con il vino bianco, salate e abbassate la fiamma. Coprite e cuocete a fiamma molto bassa per 1 ora e mezzo, aggiungendo un po' di acqua di tanto in tanto, se risultasse troppo asciutto. Giratelo almeno un paio di volte in modo da farlo cuocere uniformemente.
Nel frattempo mondate i finocchi, tagliateli a fettine verticali di 1 centimetro di spessore, lavateli e passateli brevemente in padella con un po' d'olio, un goccio d'acqua e sale. Quando si saranno ammorbiditi trasferiteli in un piatto. Grattugiate il parmigiano, unite il restante mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere e mischiate bene. Cospargete il composto sui finocchi e fate gratinare per 15 minuti (io li ho gratinati nel microonde). Quando il fondo di cottura della carne si sarà addensato spegnete il fuoco e trasferite l'ossobuco nel piatto, accanto ai finocchi. Cospargetelo con la salsina ottenuta in cottura e servite.



La carne risulterà morbidissima, tanto da sciogliersi in bocca, 
e si legherà curiosamente alla glassa di liquirizia.
abc

Questione di contrasti: cialde di mela con erbette e pinoli

Contrasto di sapori, gioco di colori...un piatto che incuriosisce. Questa necessità nasce quando il contorno accompagna una pietanza semplice e dal gusto piuttosto delicato, o neutro. Trovo che l'insieme del dolce, dell'acre e del salato di questo contorno ne esalti la versatilità. A voi la scelta del fedele compagno di piatto.
Ho usato una mela Granny Smith, che amo particolarmente proprio per la sua importanza sul palato. Per attenuare questo contrasto, però, trovo possa essere adatta una renetta. Ho un ricordo delizioso delle mele renette cotte al forno: mia madre le preparava insieme all'arrosto di maiale ed era uno di quei piatti che mangiavo con gli occhi....ancor prima che arrivasse nel piatto! Mai, davvero mai, me ne sarei stancata!

Ingredienti

1/2 mela Granny Smith
1 mazzetto di erbette
1 spicchio d'aglio
5 g di pinoli
sale
15 g di farina di riso (io uso quella impalpabile)
olio evo
cannella

Lavate le erbette e tagliatele a striscioline. Fate scaldare un filo di olio in una padella e, quando sarà caldo, aggiungete lo spicchio d'aglio tagliato a metà e privato dell'anima. Fate insaporire l'olio per qualche istante e aggiungete le erbette. Salate a piacere, copritele e fare cuocere fino a quando si sarà consumata l'acqua.
Tagliate metà mela. Sbucciatela e privatela del torsolo, quindi tagliatela a julienne (io mi servo sempre di una mandolina.... rende tutto più semplice e veloce) e raccoglietela in una terrina. Conditela con un cucchiaio di olio, un pizzico di sale, la cannella (secondo il vostro personale gusto) e mescolate. Aggiungete quindi la farina di riso, continuando a mescolare delicatamente affinché si distribuisca in modo uniforme.
Coprite a questo punto una teglia con carta forno e versate un paio di cucchiaiate della julienne di mela, che schiaccerete leggermente per formare una cialda. Con queste quantità dovrebbero venirvi 3 o 4 cialde. Fate cuocere in forno per 15 minuti a 200°. Trascorso questo tempo togliete la teglia dal forno e, con l'aiuto di un batticarne o con il fondo di un bicchiere, schiacciate bene le cialde. In questo modo si appiattiranno per bene. Mettete nuovamente in forno e fate cuocere ancora per 10 minuti. Ricordate sempre che ogni forno ha le sue caratteristiche: regolatevi in base al vostro. Sfornate e trasferite ciascuna cialda in un piatto.
Aggiungete i pinoli alle erbette e mescolate bene. Dividetele in base al numero delle cialde e posate, sopra ognuna di queste, la giusta porzione. Ecco fatto....siete pronti ad assaporare!



abc

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