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Uova vintage con crema di tuorlo e lenticchie all’arancia: là dove tutto partì e là dove tutto arrivò

Ho in mente queste uova particolari da quando ho conosciuto la cucina di Claudio. Il suo modo di proporre piatti mi ha conquistato da subito. Quando, poco meno di due mesi fa, propose le uova al tè, la curiosità fu così tanta che sapevo non avrei resistito alla tentazione. Ovviamente, non sono riuscita ad attenermi fedelmente alla ricetta. Lo sapevo in partenza: la mia idea è diventata, nel corso della definizione, una rivisitazione degli ingredienti. E che novità, direte voi. Ho voluto giocare sugli aromi, più che sull'aspetto. Ma, lo confesso, l'aspetto rimane il mio prossimo cruccio. La maritatura a uovo cotto è qualcosa di geniale: conferisce sapore in modo delicato e dà carattere all'aspetto. Così le mie uova sono diventate vintage e il loro gioco di consistenze soffici dà valore al sapore sapido e agrumato. Sano, nel suo apporto proteico, semplice nella contestualizzazione, originale nella presentazione, l'uovo vintage è perfetto per stupire.

Ingredienti

2 uova
25 g di salsa di soia scura
15 g di mosto d'uva cotto
50 g di succo d'arancia
70 g di acqua
zenzero in polvere
50 g di lenticchie rosse
1 cucchiaino di olio evo
6 capperi sotto sale
noce moscata

Fate bollire le uova in acqua fino a renderle sode, quindi fatele raffreddare completamente.
Con la lama di un coltello picchiattate sul guscio, rompendolo in piccoli pezzetti. Non sgusciate le uova.
Preparate una marinatura mescolando il succo di arancia all'acqua, al mosto cotto e alla salsa di soia. Unite lo zenzero in polvere, mescolate bene ed immergetevi le uova. Lasciatele marinare per 18 ore, ponendole in frigorifero.
   Trascorso il tempo estraete le uova dalla marinatura e sgusciatele.
Apritele a metà ed estraete il tuorlo.
Fate cuocere le lenticchie rosse in acqua leggermente salata (non troppo) fino a renderle morbide. Quindi scolatele eliminando tutta l'acqua in eccesso e unitele ai tuorli. Aggiungete i capperi sciacquati sotto acqua corrente, l'olio evo e la noce moscata a piacere. Unite qualche goccia filtrata di marinatura. Frullate tutto, fino ad ottenere una crema liscia.
Aiutandovi con una sac à poche farcite metà uovo con una parte della crema. Richiudete l'uovo ponendo sopra l'altra metà.
Lasciate riposare le uova per circa mezz'ora (io le ho preparate il giorno prima), quindi servitele.
Delizioso aperitivo, ma anche una portata perfetta da accompagnare con un'insalata fresca e primaverile, in ogni caso vi sapranno stupire.

Io le ho servite in apertura di pasto per il pranzo di pasquetta insieme a mamma in visita.
Ancora un po' intontita e provata da un'influenza piuttosto pesante, ho lasciato che il suo palato sano e obiettivo sancisse o meno il suo successo. E successo è stato decretato.

Ora non mi aspetta che tornare alla ricetta originaria ^_^







Un pranzo sotto l'abbraccio di un sole speciale... è assolutamente impagabile!

abc

Millefoglie di lenticchie con crema ai lupini: il fascino della rossa che accende l’immaginazione

Dire che ho un debole per le lenticchie non è propriamente esatto. Mangio senza problemi qualsiasi tipo dei lenticchia, qualcuna più volentieri, quanlcun'altra con maggiore indifferenza. Volentieri, certo, le trovo preziose da un punto di vista nutrizionale, ma ritengo non siano niente che mi sconquinferi le papille gustative! Però c'è un ma. Nella mia continua ricerca di sapori nuovi, nell'affinare le tipologie di prodotti presenti in dispensa, ho conosciuto, ormai molto tempo fa, la lenticchia rossa. Ecco, è proprio davanti a lei che non riesco a fermare l'immaginazione. Delicata, sia come consistenza che come sapore. Divertente, con le sue note di colore brillanti. Versatile, per la sua struttura che la può rendere ora croccante, ora morbida, ora vellutata. Ormai per me, dopo le diverse preparazioni in cui l'ho utilizzata (un esempio qui, qui e qui), la lenticchia accende un'immagine arancio acceso nel mio immaginario. Per me esiste quasi esclusivamente lei, la rossa. Ma mai, e dico MAI, finisce nel piatto senza essere stravolta, accostata ad altri sapori, aromatizzata. Questa millefoglie ne è la prova. Insolita, come fosse un'impronta digitale identificativa. Curiosa, nella sua alternanza di consistenze. Armoniosa, in una calda avvolgenza tipicamente autunnale. Irresistibile.

Con questa ricetta partecipo al contest di Kiara
http://kucinadikiara.blogspot.it/2014/10/4-contest-kucina-di-kiara-una.html

Ingredienti

Per la sfoglia
50 g di lenticchie rosse
20 g di farina di ceci
45 g di brodo di cottura delle lenticchie
sale
peperoncino
noce moscata

Per la crema
2 patate medie (80 g pulite)
80 g di lupini
10 g di burro di arachidi salato
1 rametto di mentuccia
sale

Per la composizione
parmigiano
noce moscata

Versate le lenticchie in un colino e sciacquatele sotto l'acqua corrente per un buon minuto. Versatele, quindi, in un pentolino e portate a bollore, aggiungendo poco sale e sapori a piacere. Fatele cuocere fino a quando saranno ben morbide, quindi scolatele e lasciatele intiepidire.
Versate la farina di ceci in una ciotola capiente. Aggiungete poca acqua di cottura delle lenticchie alla volta, mescolando energicamente in modo da non far formare grumi. Salate e unite noce moscata e peperoncino a piacere, quindi versate le lenticchie, mescolate e lasciate riposare la pastella per almeno un'ora. Rivestite una teglia con carta forno e, dopo il tempo di riposo, versateci sopra l'impasto. Livellatelo in modo da ottenere uno strato uniforme, spesso non più di 3 o 4 millimetri. Infornate e cuocete a 200° per 30 minuti.
Pelate e tagliate le patate a dadini. Fatele bollire in acqua leggermente salata fino a renderle morbide. Nel frattempo pulite i lupini e metteteli in un bicchierone. Unitevi le patate, il burro di arachidi e le foglioline di menta.
Frullate tutto per diversi minuti, in modo da ottenere una crema corposa e liscia. L'amido delle patate (io ho usato le mitiche patate rosse dell'orto di famiglia) legherà tutto perfettamente.
Assaggiate e correggete, eventualmente, con un pizzico si sale.
A questo punto la sfoglia sarà pronta. Dovrà essere molto croccante in superficie, ma morbida all'interno. Sfornatela e tagliatela secondo la forma a voi più gradita.
Iniziate a comporre la millefoglie versando su un primo triangolo di sfoglia un cucchiaio di crema.
Grattugiatevi un po' di parmigiano e della noce moscata (io ne sono una folle amante, per cui non mi sono risparmiata). Posizionate sopra un'altra sfoglia e continuate con la crema, il parmigiano e la noce moscata, fino a terminare gli ingredienti.
Ultimate la composizione con una generosa grattugiata di parmigiano.
Passate il piatto in forno e fatelo gratinare per pochi minuti, fino a quando il formaggio si sarà fuso e avrà conferito un colore ambrato.
A questo punto non vi resta che servire la vostra millefoglie e assaporarla in tutta la sua pienezza. Che sia al taglio o sfogliata, la presenza di una consistenza sfiziosamente croccante accanto alla pienezza di una crema delicata, renderanno unico questo piatto dai toni insoliti.
Una nuova magia, ricca di proteine e ben bilanciata in grassi e carboidrati.
Ovviamente senza sacrificare il sapore!!!! Siete convinti? ^_^


abc

Chips di patate senza frittura: l’incontro tra curiosità, aspettativa, desiderio e gusto

Io sapevo che avrei cercato, da subito, di approcciarmi in maniera edificante al mio nuovo acquisto. Sapevo che avrei dovuto cercare un posticino di facile accesso, in cui riporlo, perché di frequente ne avrei sentito il bisogno. Sapevo che, per quei ripiani, sarebbero passati i più svariati alimenti e che, ciascuno di questi, mi avrebbe conquistato. E sapevo che, alla fine, avrei ceduto anche alle patate. Solo una cosa non avevo previsto: che proprio le patate sarebbero state tra le prime ad essere sperimentate ^_^
Il primo esperimento l'ho eseguito utilizzando le patate crude. L'essiccatore permette di essere utilizzato seguendo un programma crudista, che non prevede una temperatura superiore ai 42°. Ci ho provato. No, abbandono l'idea crudista sulle patate. Il loro sapore forte non mi conquista affatto. Ci riprovo: faccio sbollentare le patate, poi le passo sull'essiccatore, poi le aromatizzo. Decisamente d'impatto e molto sfiziose, ma gli aromi scivolano via facilmente. Con il terzo tentativo ho fatto centro. Ho affettato molto finemente le patate, le ho bollite velocemente con gli aromi e poi le ho essiccate. Che dire??!! Uno spasso ^_^
E con il brodo ottenuto..... una zuppetta niente male. Perché in cucina ci sono sempre infinite risorse da sfruttare!!

Ingredienti

2 patate rosse
2 rametti di rosmarino
1/2 spicchio d'aglio
sale grosso
noce moscata
paprika dolce

Pelate le patate e affettatele, con una mandolina, in fettine molto sottili. Lasciatele in ammollo, cambiando acqua un paio di volte, in modo che perdano il loro amido.
Nel frattempo lavate i rametti di rosmarino, Asciugateli, sfogliateli e tritateli, insieme all'aglio pulito. Aggiungete la noce moscata e la paprika secondo il vostro gusto (oppure utilizzate spezie diverse) e mescolate bene.
Mettete sul fuoco un pentolino con circa un litro di acqua. Aggiungete una piccolissima manciata di sale grosso e il trito di erbe e spezie. Portate ad ebollizione, quindi immergetevi le sfoglie di patata. Se fosse necessario cuocetele in due volte.
Lasciatele sbollentare per un paio di minuti, non di più. Più tempo le farebbe disfare. Prelevatele, quindi, con una schiumarola e sistematele su un canovaccio pulito, stendendole bene. Lasciatele asciugare.
A questo punto sistemate le sfoglie sui ripiani dell'essiccatore. Accendetelo alla temperatura di 42° e lasciatelo in azione per circa 4 ore. Controllate che siano ben asciutte e secche. Sarà facile che qualche fettina raggiunga prima la consistenza perfetta, e qualcuna dopo. Man mano togliete quelle pronte e lasciate terminare la preparazione delle altre. In totale, comunque, non ci dovremìbbero volere più di 4 ore. A questo punto potreste già essere soddisfatti. Io, però, non mi sono fermata qui.
Per rendere più sfiziose le mie chips le ho passate, per un paio di minuti, sotto il grill. In questo modo le ho fatte dorare e le ho rese ancora più croccanti.
E' un passaggio che vi consiglio vivamente. Vi permetterà di ottenere delle chips molto simili alle patatine, ma senza un solo filo di olio.
Per chi non avesse l'essiccatore, la stessa preparazione potrebbe essere effettuata in forno, ad una temperatura di 50°, con lo sportello leggermente socchiuso, in modo che il capore esca e non faccia ammorbidire le patate. Certo, però, sarebbe una scelta alquanto dispendiosa ^_^

Adatte da servire come aperitivo, da accompagnare a salsine (sempre fatte in casa, mi raccomando e sempre con un occhio di riguardo alla salute ^_^), sono sfiziose e perfette anche per uno spuntino spezza fame. Si conserveranno molto bene, mantenendo la loro perfetta croccantezza, chiuse in un barattolo di vetro.
Ah!! Non di poca importanza: dal momento che le patate, prima della cottura, hanno rilasciato una buona parte di amido e che il brodo di cottura rimarrà perfettamente aromatizzato, perché non approfittarne per fare una bella zuppa? Io l'ho preparata con germogli di soia e alga wakame. E l'ho gustata fino all'ultima goccia!! ^_^

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Caviale di melanzana: il lungo percorso verso la scoperta e una nuova conquista

La melanzana è quell'ortaggio che ho imparato a scoprire (e ad apprezzare) nel tempo. La curiosità di sezionarla e darle un'interpretazione mi ha portato a scoprirne versatilità e intensità. Ho imparato ad approcciarmici lasciando che quel senso di fastidio sul palato non si intromettesse più. Ho imparato a conoscerla e a lavorarla esaltandone le caratteristiche prestigiose. Ho imparato a trasformarla in qualcosa di insolito e nuovo, almeno per i miei canoni. E mi sono abbandonata al piacere di lavorarla su consiglio. Avevo sentito parlare, e visto più volte, del caviale di melanzana. Mai, però, mi ero lasciata realmente prendere. Il tempo di lavorazione mi ha sempre frenato. Poi un passaggio, in visita dalla grande Emanuela, e il rapimento: il suo caviale, così fresco, leggero, semplice e intenso non mi ha lasciato vie di fuga. Quella melanzana attendeva questa fine ^_^
Ho adattato i sapori in base alle mie esigenze e ai miei gusti e via.... il gioco è stato presto fatto. Nel suo bel vasetto è durato pochi giorni, in attesa di qualche preparazione, finendo spesso ad accompagnare verdure crude, direttamente su un cucchiaino. Come sempre Emanuela è certezza di successo e questa volta portarla nella mia cucina è stata una vera magia!!

Ingredienti

1 melanzana viola
5 foglie di basilico fresco
10 g di semi di zucca
20 g di olive taggiasche
   10 g di capperi sotto sale
sale
pepe
noce moscata

Lavate la melanzana e asciugatela. Tagliatela a metà nel senso della lunghezza e adagiatela su una teglia. Bucherellatela con i rebbi di una forchetta, cospargetela con il sale, il pepe, la noce moscata e le foglie di basilico spezzettate.
Chiudetela nuovamente e avvolgetela in un foglio di alluminio, in modo che rimanga ben compatta. Portate il forno a 200° e cuocetela per 1 ora.
Nel frattempo ammollate i capperi e sciacquateli. Uniteli ai semi di zucca e alle olive. Tritateli con una mezzaluna fino a renderli piuttosto fini.
   Quando la melanzana sarà cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare nel suo cartoccio. Quindi apritela e, aiutandovi con un cucchiaio, togliete tutta la polpa.
Tritatela con la mezzaluna, lasciandola piuttosto spessa.
Unitela al trito di semi di zucca, capperi e olive e mescolate, in modo da rendere la crema del tutto uniforme.
Versatela in un barattolino, chiudetelo e lasciate che tutto insaporisca e si amalgami per almeno un'intera notte. Io l'ho lasciato una giornata, gustandolo il giorno dopo quello della preparazione.
A voi l'imbarazzo della scelta e la fantasia. E' deliziosissimo da gustare su un pezzo di pane, ma è anche un'ottima base per diverse preparazioni. Vi darò un'idea tra qualche giorno.
Avvolgente e intenso, il sapore di questo caviale vi conquisterà all'istante.

Vale la pena dedicargli il tempo di preparazione che richiede!!


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Scrigni di mozzarella e pistacchi in pasta fillo: l’idea, il pensiero e il tempo pianificato

Ci sono volte in cui, per la fretta o per un'idea balzata in testa troppo tardi, non riesco a mettere nero su piatto ciò con cui desidererei deliziarmi. Talvolta rimando il pensiero, cercando di perfezionarlo o di reinterpretarlo. Talvolta lo mantengo intonso fino al momento in cui possa diventare reale e tangibile. Questo piatto non richiede tempi lunghi di preparazione, ma richiede una preparazione pianificata nel tempo. La pasta fillo (ovvio, parlo di una pasta che mi faccio in casa) ha bisogno di riposare prima della preparazione in sfoglia e la mozzarella sarebbe meglio insaporisse un po', per armonizzarsi bene negli aromi prima di finire in quel fagotto. Ma il perfezionamento di un'idea che mi ronzava in testa da un po' e la giusta organizzazione di tempi hanno fatto sì che questo piatto arrivasse a soddisfare in pieno le mie aspettative. Chiaramente, se foste soliti utilizzare la pasta fillo confezionata, questo piatto sarebbe un gioco da ragazzi che vi potrebbe tirare fuori dai pasticci anche con ospiti improvvisi a cena. Ma per me, portabandiera del fai in casa tutto ciò che ti è possibile, rimane una appagante pianificazione e una sfiziosa coccola.

Ingredienti

Pasta fillo (questa dose)
100 g di mozzarella
20 g di olive taggiasche
20 g di pistacchi tostati (peso senza guscio)
rosmarino q.b.
noce moscata
sale
olio evo

Preparate la pasta fillo e mettetela a riposare per almeno un paio d'ore. Diversamente scongelate 5 fogli di quella confezionata.
Sgusciate i pistacchi e puliteli al meglio dalle loro pellicine.
Tritateli grossolanamente (o schiacciateli, o tagliateli al coltello) e teneteli da parte.
Tritate finemente il rosmarino, precedentemente lavato.
   Unite tutto in un boccale, aggiungete la mozzarella tagliata a tocchetti e leggermente strizzata e le olive taggiasche, scolate dal loro olio (o liquido) di conservazione. Completate con sale e noce moscata a piacere e tritate fino ad avere un composto omogeneo.
Non lavorate troppo il composto, perché non dovrà venire una poltiglia compatta.
Versate il composto in una scodella e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo prelevate parte dell'impasto e compattatelo bene, tra le mani, dandogli una forma a filoncino. Con questo quantitativo di mozzarella dovranno venirvene cinque.
Stendete la pasta fillo il più possibile sottile e spennellatene la superficie con un po' di olio evo. Tagliatela in cinque strisce e adagiate ciascun bocconcino di mozzarella su ogni striscia, modificandone la forma in base alla larghezza della striscia stessa.
Avvolgete la mozzarella nella pasta fillo cercando di chiuderla perfetamente da tutti i lati. E' importante che anche lateralmente avvolgiate bene la sfoglia.
Coprite una teglia con carta forno e sistemateci i fagottini.
Portate il forno in teperatura e cuocete, a 200°, per circa 10 minuti, su un ripiano alto. Dovranno dorare uniformemente, ma controllate la cottura affinché non scuriscano troppo.
Quando saranno pronti sfornateli e trasferiteli su un piatto da portata.
Se sarete stati bravi a ciudere bene il fagottino, sarà fuoriuscita solo poca mozzarella, durante la cottura. Utilizzatela, eventualmente, come base su cui posare e  presentare gli scrigni.
Gustateli come preferite: caldi (ma attenzione a non ustionarvi il palato) saranno una coccola avvolgente, tiepidi saranno fragranti e maggiormente croccanti.

In ogni caso saranno un'irresistibile tentazione. In ogni caso finiranno troppo in fretta.

E l'ultimo boccone, proprio lui, lo guarderete con occhio languido, come ad implorare di non finire mai....

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Polpo glassato all’arancia in crosta di pistacchi… e non può essere tutto

.... su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Sì, perché uno, nel titolo, vorrebbe metterci tutto. Perché un piatto non nasce solo nella parzialità. Perché i dettagli, tutti, concorrono al perfetto bilanciamento dei sapori. E questo non è solo un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Questo è un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Ecco, l'ho detto. Io, che sono quella dai titoli intriganti (cito), io che scrivo titoli che smuovono una certa curiosità (cito), io che.... i titoli sono il dettaglio che attira il lettore ad aprire l'articolo e tu in questo sei molto brava (cito), io che ho il dono della sintesi per cui poche parole per esprimere un concetto articolato (cito), ma che scrivo titoli chilometrici (preciso), io.... non posso lasciarvi credere che questo sia un semplice polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Perché è proprio l'amaro della catalogna, addolcita dalla delicatezza della noce moscata, a creare un contrasto con la carne croccante del polpo e la vellutante sensazione con cui la glassa avvolge il palato. E' proprio l'insieme di sapori che rende questo piatto.... wow!

Ingredienti

4 tentacoli di polpo
1 arancia non trattata (buccia e succo)
50 ml di prosecco
sale
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
paprika dolce
noce moscata
25 g di pistacchi tostati non salati
15 g di farina di mais fioretto gialla
80 g circa di coste di catalogna

Lavate bene l'arancia e asciugatela, Tagliate la scorsa, avendo cura di non prelevare la parte bianca. Spremetela e prelevatene il succo.
Versatelo in un recipiente capiente. Tagliate la scorza in bastoncini sottili e unitela al succo. Aggiungete l'olio, il vino, il sale, la paprika e la noce moscata in quantità variabile secondo i vostri gusti e mescolate bene.
Sciacquate bene i tentacoli del polpo (io li ho prelevati da un polpo di 500 g circa e il peso era di circa 200g) e immergeteli nella marinatura. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare, in frigorifero, per almeno 5 ore.
A questo punto pulite le coste della catalogna (io le avevo tenute da parte preparando un contorno con le foglie) e fatele sbollentare, in acqua salata, aromatizzata con abbondante noce moscata, per circa 4 minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata, poi fatele asciugare.
Pulite bene i pistacchi dalle loro pellicine e tritateli finemente. Mescolateli alla farina di mais e teneteli da parte su un piattino o su un foglio di carta assorbente.
Prelevate le bucce dell'arancia dalla marinatura e tritatele finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna. Fate scaldare un filo di olio evo in una padella e versatecele, facendole rosolare a fuoco basso per un paio di minuti. Scolate grossolanamente il polpo dalla marinatura, ponetelo nella padella insieme al soffritto e alzate leggermente la fiamma.
Fatelo rosolare per un minuto circa per parte, dopodiché abbassate la fiamma, versate la marinatura, e fate cuocere per circa 20 minuti, coperto. Giratelo, di tanto in tanto.
Coprite una teglia con della carta dorno, cospargete un po' di olio evo, una base di mix di pistacchi e sistemate sopra le coste della catalogna. Coprite nuovamente con abbondante panatura, cercando di circoscriverla alla verdura, in modo che non bruci durante la cottura. Correggete, eventualmente, con un pizzico di sale.
Quando il polpa avrà consumato il liquindo di cottura, prelavate i tentacoli e passateli nel mix di pistacchi, prima da un lato, poi dall'altro. Cercate di fare aderire uniformemente il trito. Aiutatevi con una forchetta per non bruciarvi, se troppo caldo.
Sistemate i tentacoli sul letto di catalogna e irrorate con un filo di olio evo.
Portate il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete, per 20' ventilato. Fate in modo che diventi dorato e croccante.
Nel frattempo accandete il fuoco, basso, sotto il fondo di cottura in padella. Fate rapprendere l'arancia con la marinatura in modo che diventi una salsa denza. Attenzione a non farla bruciare.
Quando il polpo sarà cotto sfornatelo e servitelo, accompagnandolo con la salsa all'arancia.
Servite caldissimo e gustate il contraso di sapori tra l'amarognolo della catalogna, la dolcezza del pistacchio, la croccantezza del polpo e l'aspro-dolcezza della glassa.

Un invito a deliziare il vostro palato.

abc

Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
abc

Vesmati rolls, ovvero nidi di spaghetti di riso basmati in crema di piselli e basilico dal cuore filante

Esistono giorni in cui quell'idea che ronza per la testa non cerca solo la forma perfetta per poter passare dalla serratura e trovare concretezza nel piatto. No, ci sono giorni in cui quella forma, oltre ad essere perfetta nell'accostamento di sapori, consistenze e cotture, deve anche appagare la necessità di qualcosa di sfizioso. E' un po' una continua sfida a cercare nel sano e nel salutare un'interpretazione ghiotta e vivace. Perché pensare che i piatti genuini debbano essere tristi ed insapori? In questa portata tutte le regole sono state rispettate: una sola fonte proteica, carboidrati buoni, pochissimi grassi e cottura leggera. Allora perché non iniziare a convincervi che amarsi e coccolarsi non deve per forza essere un sacrificio? La mia convinzione ha trovato ulteriore riscontro in questo piatto unico che ha portato in scena sapori che amo con vesti irresistibili: quella crosticina sugli spaghetti è davvero la fine del mondo!! ^_^

Ingredienti

50 g di piselli (freschi o surgelati)
20 foglie di basilico fresco
60 g di spaghetti di riso basmati
1 mozzarella (io light, ma se di bufala è decisamente più saporita)
noce moscata
1 cucchiaino di paprika dolce
sale
olio evo

Fate bollire i piselli fino a quando non saranno morbidi, in abbondante acqua salata. Io ho la fortuna di avere abbondanti scorte di piselli freschi dell'orto di famiglia, che congelo ed utilizzo tutto l'anno. Quando saranno pronti scolateli e trasferiteli in un bicchierone da mixer, aggiungete 5 g di olio evo, le foglie di basilico precedentemente lavate e asciugate, e passate con il frullatore ad immersione fino a ricavare una crema densa ed omogenea. Correggete di sale se necessario.
Mettete sul fuoco dell'acqua salata per gli spaghetti. Unitevi un cucchiaino di paprika dolce e portate a bollore. Nel frattempo tagliate la mozzarella in cubetti della dimensione desiderata (ma vi consiglio non troppo piccoli), salateli e conditeli con un pizzico di paprika e noce moscata a piacere.
Cuocete gli spaghetti di riso per il tempo indicato, generalmente una decina di minuti, cercando di scolarli piuttosto al dente. A cottura ultimata trasferiteli in una terrina e conditeli con la crema di basilico e piselli preparata precedentemente.
Prendete pochi spaghetti alla volta e stendeteli su una superficie piana.
Posizionate un bocconcino di mozzarella ad un'estremità e arrotolate, formando dei piccoli involtini.
Scaldate un filo di olio evo in una padella e, quando sarà molto calda, sistemate i piccoli involtini appena ottenuti. Fate rosolare bene da tutti i lati, facendo attenzione che non brucino. In ultimo sistemate nel piatto e servite.
Un modo originale per gustare un piatto di pasta, che divertirà i bambini e appagherà i palati!!


Non trovate anche voi irresistibile questa croccantezza?



abc

La crocchetta di riso venere e ricotta aromatizzata che nasce da un ricordo, ma che del ricordo non ha nulla

Tutto è partito dal desiderio di mangiare delle crocchette di riso. Uhh quelle frittelle che mamma preparava con il risotto avanzato dal pranzo del sabato. A dirla tutta spesso ne preparava di più apposta, per non rinunciare a quella prelibatezza irresistibile. Beh, il piatto che vi sto per presentare non ha molto a che vedere con le sue frittelline. Ma c'è un legame..... quel riso soffice raccolto in una crosticina così appetitosa da non riuscire a smettere di mangiarne. La scelta di unire la ricotta ha ovviamente precluso l'utilizzo dell'uovo (una sola proteina per piatto.... uff, che monotona che sono!!), ma per chi non avesse le mie stesse fisime, sicuramente la sua aggiunta faciliterebbe la cottura e renderebbe tutto più compatto. Per quanto riguarda il risultato.... ottimo anche senza uova!! Il riso venere è magico di suo, la ricotta è un abbraccio delicato, gli aromi legano tutto e la crosticina, data da doppia panatura, contiene egregiamente tutto...

Ingredienti

50 g di riso venere (pesato a crudo)
10 g di parmigiano
basilico
5 g di semi di zucca
5 g di semi di sesamo
100 g di ricotta
noce moscata a piacere
sale
olio evo
latte (io di avena - di riso per la versione gluten free)
farina di riso
pangrattato (io di riso)

Fate bollire il riso venere per un tempo di 5 minuti inferiore rispetto a quello indicato sulla confezione, in acqua salata. Scolatelo e fatelo intiepidire. Grattugiare il parmigiano e unirlo al riso, insieme al basilico tritato. Mescolare tutto e fare insaporire per mezz'ora circa.
Unire al riso la ricotta, i semi di sesamo e i semi di zucca tritati grossolanamente. Correggere eventualmente di sale e aggiungere la noce moscata secondo il proprio gusto.
Versate un paio di cucchiai di latte in una ciotolina e preparare su due piattini le panature: farina di riso e pangrattato. Formate con il composto di riso delle palline e passatele nella farina di riso dando la forma a cilindro, tipica della crocchetta. Passare quindi nel latte e poi nel pangrattato. Fate cuocere in poco olio evo molto caldo, girandole in modo da farle dorare uniformemente.
Quando saranno belle croccanti servite. Io le ho accompagnate con del freschissimo pomodoro condito solo con olio e sale.

Con queste dosi mi sono venute nove crocchette, ovviamente finite in un nanosecondo!! Delicate, leggere, sfiziose e golose.... da non poterne più fare a meno!! Provare per credere.



abc

Medaglioni croccanti di mozzarella, lo sfizio di un piatto prèt à manger

Se dovessi pensare ad un piatto tanto veloce da preparare quanto buono e sfizioso da gustare.... mi verrebbero in mente i medaglioni di mozzarella. Non c'è nulla di più semplice, nulla di particolarmente ingegnoso, non ci sono studi alle spalle, scoperte varie.... solo il piacere di farsi avvolgere da questa crosticina dal cuore filante.
Ero partita con l'idea di prepararmi una velocissima insalata con la mozzarella. Buona, certo....direi buonissima, anche perché non mi sarei limitata all'insalata e alla mozzarella. E invece mi sono detta: tingiamo di gusto questo bocconcino bianco ed eccomi qui, ancora con le lacrimucce di piacere. E' una versione che rievoca i ricordi di una stagione in villaggio, nel lontano 2001, quando la sera capitava di uscire con il gruppo di colleghi animatori a mangiare le mozzarelline fritte, a Scansano. Era un appuntamento piacevole trovarsi tutti (e non eravamo certo pochi) attorno a quel tavolo pieno di ciotole di mozzarelline. E così ricordo ognuno di loro.... in una delle tante esperienze che hanno segnato la mia vita e che mi hanno fatto crescere.

Ingredienti

1 mozzarella (io light)
latte di avena (o vaccino, o altro latte)
farina di riso
pangrattato ( io di riso)
olio
noce moscata
sale

Preparate su due piattini o fogli di carta assorbente la farina di riso, da una parte, e il pangrattato, dall'altra. In uno scodellino versate del latte. Ne sarà sufficiente poco.
Tagliate la mozzarella in cubetti piuttosto grossi. Passateli bene nella farina, poi immergeteli velocemente nel latte e impanateli nel pangrattato, cercando di coprirli perfettamente. Scaldate in una padella due cucchiai di olio evo e, quando sarà molto caldo, alzate la fiamma e ponete la mozzarella. Dovrà cuocere pochissimo a fiamma viva, in modo che non si sciolga e che si formi una crosticina ben dorata e croccante.
Girateli con cura in modo da farli cuocere su tutti i lati e sistemateli su un piatto. Spolverizzateli con un po' di sale e noce moscata e servite.
Ricordate che masticare lentamente è una delle regole fondamentali di una corretta alimentazione ; )abc

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