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Filetto di merluzzo farcito in crosta di porro: piccoli spaccati di sapori veri

Nel tempo, grazie al mio trascorso di vita, ho imparato che quelle piccole e sane regressioni, che mi hanno fatto perdere l'accessibilità alla materialità superflua, mi hanno permesso di entrare in contatto con una parte di me più vera, forte e sensibile. Nelle grandi difficoltà ho imparato che sono in grado di non arrendermi. Ho imparato che non è importante se qualcuno mi dà della pazza perché non ho quasi più vita sociale: so accettare di non averla, se la necessità mi impone questo. Non è importante che tutti capiscano. L'importante è che io continui a lottare per costruire qualcosa. Che sappia di esserne all'altezza. E che lo faccia non per avere un consenso, ma per poter vivere di qualcosa di edificante, da far crescere su sani principi. Non mi sono mai piaciute le scelte semplici, trovo diano poche soddisfazioni. Mi piacciono le decisioni per cui mostrare di avere quel pizzico di follia, forte determinazione e sufficiente fiducia in se stessi. Mi piacciono quelle decisioni che mi fanno credere di essere qualcuno. Ed è proprio nel momento in cui reimposto e contengo la mia vita, che mi accorgo di quanta bellezza risiede nelle piccole cose.
Con voi condivido una passione, ma forse in questa stessa passione, vi trasmetto qualcosa di più...

Leggendo e rileggendo le tue ricette mi viene in mente Picasso... Ora spiego.... 
L'arte e la passione nel creare... Picasso usava la pittura...e sono famosi i suoi periodi, evidenziati dalla diversità di colori utilizzati e anche dalla diversità di pittura...e la stessa cosa mi è capitato con te ! Dalle tue ricette traspaiono anche i tuoi stati d'animo ed è bellissimo.
E' come se i tuoi lettori sbirciassero il tuo diario segreto... Per farla breve la magia che avvolge le ultime tue creazioni mi fa capire che sei in un periodo combattivo: impasti tutto piadine, brioche, sfoglie, biscotti e non solo.. Hanno tutti gusti cazzutti da nn smettere mai di mangiarli ..
Sei forte potente e decisa nel tentare il tutto per tutto....

Ingredienti

1 filetto di merluzzo
2 foglie di porro + q.b.
20 g di foglie di sedano
10 g di nocciole
15 g di olive taggiasche
1/2 cespo di insalata scarola
1 cucchiaino di farina di mandarino
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
semi di sesamo

Prelevate due foglie dal porro, lavatele e sbollentatele in acqua salata. Stendetele su un canovaccio e lasciatele asciugare. 
Tagliate una parte di porro a fettine sottili, quindi fatele rosolare in una padella con dell'olio. Unite l'insalata scarola tagliata a striscioline, salate, aggiungete la farina di mandarino e cuocete a fiamma moderata per circa 10 minuti, in modo da farla appassire.
Nel frattempo occupatevi del battuto di sedano. Lavate le foglioline e asciugatele. Unite le nocciole e le olive taggiasche, quindi tritate tutto. Io preferisco utilizzare la mezzaluna per avere omogeneità, qualsiasi sia il livello di finezza del trito. In questo caso ho lasciato tutto piuttosto grossolano. Le olive, per i miei gusti, danno già un sapore deciso, per cui ho preferito non aggiungere sale.
Sistemate le due foglie di porro una accanto all'altra, sovrapponendole leggermente. Togliete le lische dal filetto di merluzzo, quindi sciacquatelo e salatelo appena su entrambe i lati. 
Ricoprite le foglie di porro, nella parte centrale, con metà pesto di sedano. Adagiatevi il merluzzo, quindi terminate con il pesto, coprendo la superficie superiore del filetto.
Avvolgete il merluzzo nelle foglie di porro, sistematelo in una pirofila leggermente unta e cospargetelo, in superficie, con i semi di sesamo. Finite con un filo di olio. Portate il forno a 180° e infornate, per 30 minuti.
Quando la superficie sarà dorata, estraete la pirofila e servite, insieme alla scarola e al porro.

Boccone dopo boccone, un percorso di semplicità, dove i sapori si accostano delicatamente senza coprirsi. Si rispettano e si completano in maniera incantevole, coccolando il palato con morbide pennellate.


Non servono grandi magie per portare in tavola sapori appaganti e genuini. Talvolta serve soltanto quel sano pizzico di follia ^_^


abc

Zuppetta vellutata di cozze e ceci: l’espressione finale di un capriccio caparbio

Vi capita di essere inseguiti senza tregua, giorno e notte, che siate tranquilli o indaffarati, da un pensiero, che porta inevitabilmente ad un desiderio e che picchietta nella vostra testolina senza lasciarvi liberi dalla morsa fino al suo soddisfacimento? Beh, certo questo potrebbe essere un capriccio che colpisce differenti sfere emotive e non solo la cucina. Ma quando capita in cucina, non vi sembrerebbe strano che a perseguitarvi sia una cozza? Voglio dire: si sente il desiderio di cioccolato, di dolci a dismisura, di sapori morbidi e avvolgenti. Ma di una cozza, che becchetta dentro le orecchie fino a farvi alzare le mani, arresi, ne avete già sentito parlare? Ecco, quella che ho tuffato in questa zuppetta è proprio lei: la cozza assillante. Mi sono svegliata un giorno con il desiderio di gustare il suo sapore sapido e intenso e fino a quando non ho reso concreto questo sogno, nient'altro è riuscito a soddisfarmi. Confesso che, nel "riesumare" la versione sfiziosa di cartoccio di cozze, ho smosso un bel po' di quella sabbia depositata nel cassetto dei sapori riposti, ma la gioia nel vedere finalmente lei, regina della tavola, in una versione ancora mai provata, è stata meravigliosamente appagante. L'avvolgenza della crema, delicata nella consistenza ma di carattere nel sapore, con la croccantezza di una parte di mitili e dei semi di zucca tostati, hanno legato tra loro in maniera ineccepibile, regalando al palato armonia e completezza.
Ora, finalmente, sospiro e attendo il prossimo capriccio.

Ingredienti

1 kg di cozze
50 g di ceci secchi
1 bustina di zafferano
1 costa di sedano
2 spicchi d'aglio
20 g di porro
10 g di semi di zucca
olio evo
noce moscata

Lasciate i ceci in ammollo per qualche ora. Quindi fateli bollire fino a renderli morbidissimi. Potrebbero volerci un paio di ore, tutto dipenderà dal tempo di ammollo. Salate solo quando mancherà poco alla cottura, in modo che non rimangano belli morbidi.
Potrete anche prepararli il giorno precedente e tenerli da parte.
Lavate le cozze, raschiando bene i gusci ed eliminando le barbette. Accertatevi di utilizzare solo le cozze chiuse. Mettetele in una padella con due spicchi d'aglio schiacciati, la noce moscata e con una costa di sedano tagliata a pezzi.
Coprite con un coperchio e lasciatele sulla fiamma viva fino a quando si saranno schiuse. A questo punto spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. In questo modo i sapori si armonizzeranno bene.
Nel frattempo lavate il porro e tagliatelo a rondelle sottili. Fatelo appassire in una padella con un filo di olio caldo. Aggiungete un cucchiaio di acqua, per lasciarlo morbido, quindi unite lo zafferano.
   Io ho evitato di aggiungere il sale perché le cozze hanno un sapore molto importante di natura e non ho ritenuto necessario accentuarne la sapidità.
Se proprio vi trovaste nelle condizioni di poterlo fare, eliminate le pellicine dai ceci. Non prendetemi per pazza: è proprio questa la parte del legume che causa gonfiore. Così, al telefono con la mamma, mi sono messa a pulire cece per cece. Un lavoro certosino che mi ha anche divertito ^_^
A questo punto estraete le cozze dai gusci, eliminate gli spicchi d'aglio e tenete da parte il sedano. Filtrate il fondo di cottura e unitevi i ceci cotti, il sedano, il porro con lo zafferano e 2/3 delle cozze. Frullate tutto a lungo, in modo da ottenere una crema vellutata.
Scaldate una padella con un po' di olio evo e fate saltare le cozze tenute da parte, a fiamma vivace, fino a che si formi una crosticina croccante. I semi di zucca, invece, fateli saltare in una padella, senza grassi aggiunti, fino a quando inizierà a creparti la pellicina esterna.
A questo punto impiattate tutto: versate la vellutata in una scodellina e unite le cozze croccanti e i semi di zucca.
Gustate, cucchiaio dopo cucchiaio, e lasciatevi inebriare dai sapori travolgenti. Lasciatevi conquistare dal crunch dei semi di zucca e dalla consistenza delle cozze saltate.

E fate che sia una meritatissima coccola, da gustare indisturbati.

abc

Straccetti di platessa croccanti con crema di sedano verde e uvetta alla cannella: il piacere oltre l’aspetto

E' trascorso molto tempo, da quando ho preparato questo piatto. L'ho sempre lasciato da parte perché le foto non rendevano giustizia al sapore. E mi scuso per quanto il colore di queste immagini sia orribile, ma è arrivato il momento di condividere questo nuovo abbinamento di sapori.
E' un periodo in cui non riesco più a cucinare con la solita devozione. Mangio, sia chiaro, ma nulla che mi impegni troppo tempo, che invece sto dedicando a diversi progetti di lavoro, oltre che al lavoro stesso. Mi concedo quello scatto, che condivido in Facebook e su Instagram e poi basta. La mia testa, però, continua ad essere in fermento. Seppur sia difficile mettere tutto insieme, concentrando le energie, il piacere di gustare nuovi sapori non vuole proprio abbandonarmi. Per fortuna.
Questo piatto nasce dal desiderio di assaporare un filetto di platessa in maniera semplice, ma in una forma differente, di accostarlo a sapori contrastanti, ora dolci, ora aspri. La salsa a base di sedano e uvetta è un abbraccio perfetto, che dà sapore alla delicatezza di questa carne tenera. E, anche se questa volta l'occhio dovrà accontentarsi, il piacere per il palato rimane garantito!!

Ingredienti

2 filetti di platessa
1 cucchiaio di farina di iso
30 g di foglie di sedano verde
10 g di uvetta
1 spicchio d'aglio
2 filetti di acciuga sott'olio
2 cucchiai di vino rosso
1/2 cucchiaino di cannella
olio evo
sale

Scaldate una padella, quindi fatevi sciogliere i filetti di acciuga. Unite poi lo spicchio d'aglio schiacciato e lasciate insaporire.
Nel frattempo lavate e asciugate le foglie di sedano. Radunatele su un tagliere insieme all'uvetta e tritate tutto con una mezzaluna (per praticità potrete utilizzare un tritatutto, io preferisco il risultato della manualità della mezzaluna).
Versate il trito nella padella, insieme all'acciuga e fate insaporire. Irrorate con il vino rosso, aggiungete la cannella e lasciate ridurre tutto, a fiamma bassa, per una decina di minuti. Se fosse necessario, aggiungete un po' di acqua. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un pizzico di sale.
Sciacquate i filetti di platessa e asciugateli, tamponandoli con della carta assorbente. Tagliateli in straccetti della dimensione a voi gradita. Infarinateli, quindi buttateli in una padella, nella quale avrete fatto scaldare un paio di cucchiai di olio evo. Mi raccomando a procedere solo quando sarà molto caldo. Fate saltare gli straccetti a fiamma viva, salandoli a piacere, per tre minuti circa. Quando saranno ben dorati e croccanti spegnete la fiamma e impiattate.
Create una base con la crema di sedano, quindi coprite con la platessa.

Il piacere di sentire sul palato l'armonia di sapori tanto diversi, che si completano e si esaltano tra loro, sarà un'esperienza meritevole, che cercherete di immortalare, forchettata dopo forchettata.

Mai come questa volta il consiglio è....
chiudete gli occhi e assaporate.



abc

Ciuffi di calamaro al latte in panatura leggera su medaglioni di porro: leggerezza e bontà express

Adoro i ciuffi di calamaro. Mi piacciono in qualsiasi modo, dalla più semplice grigliatura all'insalata. Ma vestiti da una croccante panatura li trovo assolutamente irresistibili. Mi piace come, sotto alla crosticina sfiziosa, ci sia una carne tenera e corposa. E mi è piaciuto ancor più riuscire a creare un piatto così senza ricorrere alla frittura. L'ammollo nel latte per ore e ore permette di ottenere una consistenza morbida e un sapore delicato.E' stata la folgorazione di un attimo. Quando più o quando meno, una volta alla settimana il pesce compare sulla mia tavola, ma ogni volta, come per ogni pietanza, il piatto realizzato deve nascere da uno stimolo e deve appagare le mie aspettative. E' un piccolo vizio: prima stuzzico e nutro la mia anima, poi il mio corpo. Allora preparo l'aromatizzazione del latte, pulisco bene i miei ciuffetti e ce li tuffo dentro. E aspetto. Aspetto. Aspetto. Quando impano, inforno, sforno e assaggio i miei occhi si illuminano e il mio palato fa festa. Accostati al porro, poi, hanno esternato tutta la loro magnificenza. Due sapori delicati che, uniti, fanno di questo un piatto indimenticabile!

Ingredienti

200 g di ciuffi di calamaro
200 ml di latte di soia (o altro latte vegetale)
noce moscata
sale rosa dell'Himalaya
paprika dolce
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di pangrattato di riso
1/2 porro
2 cucchiai di olio evo
pepe
farina di mandarino

Pulite i ciuffi di calamaro, eliminando tutte le parti non commestibili ^_^
Versate in un recipiente il latte di soia, quindi unite paprika, sale rosa, lo spicchio d'aglio schiacciato (non sbucciatelo. In questo modo l'aroma sarà più delicato) e noce moscata secondo il vostro gusto. Tuffateci dentro i ciuffi di calamaro, mescolate bene e lasciate riposare tutto per almeno 4 ore. Coprite e ponete in frigorifero.
   Preparate il porro, lavandolo bene. Tagliatelo a fette spesse circa mezzo centimentro. In una ciotolina versate l'olio e unitevi il pepe, la farina di mandarino e il sale. Emulsionate bene.
Sistemate le fettine di porro su una teglia rivestita da carta forno, quindi spennellateli con l'emulsione di olio, coprendoli bene. Accendete il forno e portatelo a 190°.
Una volta in temperatura, infornate su un ripiano alto e fate cuocere fino a quando saranno ben dorati in superficie.
Nel frattempo prelevate i ciuffi di calamaro dal latte e tamponateli velocemente, in modo da togliere il liquido in eccesso.
Passateli nel pangrattato, quindi sistemateli su una placca da forno leggermente unta. Irrorateli con altro olio (pochissimo!!!!!!) e sporverizzateli con un po' di sale rosa, quindi infornate, a 200°. Basteranno 30 minuti ed otterrete una sfiziosa e croccante panatura.
Servite i calamari su un piatto caldo, accanto ai porri e gustate la meravigliosa fragranza.

E' un piatto che richiede poco tempo di preparazione. La marinatura può durare tutta la notte o tutto il giorno, permettendovi di dare spazio alle vostre attività, per cui non ci sono scuse: il tempo di cottura e..... SI MANGIA!!!!!!!!!!!!!!


abc

Insalatina di totani con carciofi, arancia e nocciole: il carattere che fa da cornice e arriva al cuore

Vado pazza per i sapori agrumati. Al naturale, in versione dolce e anche in contestualizzazioni salate. Mi piacciono per come sanno abbracciare i differenti gusti, dai più delicati ai più importanti, per come riescono a legarli tra loro come fossero un'unica armonia e portarli sul palato enfatizzando dettagli e sfumature. Mi piace la freschezza che regalano all'assaggio. E' come se rendessero tutto più frizzante, donando carattere e personalità ai piatti. Quando ho guardato questi totanetti e li ho immaginati accanto ad un tenerissimo carciofo, non ho avuto dubbi su quanto sarebbe stato magico l'intreccio di sapori in questa cornice. Quattro semplici ingredienti, nient'altro. Legati tra loro con estrema semplicità, rispettando naturalezza e sostanza.
Vivacità di sapori e colori che cattura l'attenzione e appaga i sensi. Senza stravolgimenti.
Ho condiviso questa insalatina con un'amica che ben si presta alle sperimentazioni. Questo per me vuol dire un palato meno abituato a sapori audaci, cosa potrebbe pensare? La risposta? Quando lei mi chiede 1. lista ingredienti e 2. metodo di preparazione...... il successo è garantto!!

Ingredienti

1 totano
1 carciofo
1/2 arancia
25 nocciole
olio piccante
1/2 limone
1 cucchiaino di farina di mandarino (oppure la scorza grattugiata del limone)
sale rosso delle Hawaii

Lavate il totano e pulitelo, eliminando tutte le parti interne. Separate il ciuffo e tagliate il corpo in listarelle. Fatelo bollire in acqua salata per circa 10/15 minuti. Quando sarà morbido scolatelo e sistematelo in una terrina.
Conditelo con olio piccante (il mio è quello preparato da mia madre, con i suoi peperoncini), il succo di mezzo limone e la farina di mandarino o la buccia grattugiata del mezzo limoneMescolate bene tutto, quindi lasciate marinare per un'oretta.
   Pulite il carciofo, eliminando i gambi (che terrete da parte per altri succulenti piatti), le foglie più esterne, le punte, le barbette e le spine interne. Tagliatelo a spicchi molto sottili, quindi aggiungeteli al totano e lasciate che insaporiscano.
Tagliate, dalla metà dell'arancio accuratamente lavato, 5 fettine sottili. Divivede ciascuna fettina in piccoli spicchi e unite tutto al mix di pesce e carciofo. Spremete l'arancio rimanente e irrorate il tutto. Non abbiate paura di fare insaporire troppo gli ingredienti: più tempo rimarranno in marinatura, più il risultato sarà buono.
Prendete, a questo punto, le nocciole. Io ho utilizzato le nocciole nostrane dell'orto di famiglia. Sgusciatele e tagliatele a coltello in una granella piuttosto spessa.
Unitela all'insalatina, spolverizzate con una macinata di sale rosa e mescolate tutto delicatamente, in modo da ottenere una perfetta distribuzione dei condimenti su tutto l'insieme.
Lasciate riposare ancora per un po'. Volendo potrete preparare con largo anticipo questa pietanza. Non si corre il rischio che gli ingredienti cuociano, ma anzi, acquisiranno un sapore sempre più inebriante.

Quando sarà ora, servite l'insalata.
Assaporatela in tutta la sua pienezza, in totale semplicità. Potrebbe bastare una fettina di pane, una fetta di focaccia, una galletta di semi misti o qualsiasi altro crackers e affine.

La protagonista sarà lei, nella sua frizzante freschezza e magica bontà.

abc

Spiedini di totani e cavolini al mandarino: dalla terra al mare una storia di sapori e armonizzazioni

Durante l'ultima tappa taurinense, in cui mi sono concessa ben quattro giorni di compagnia materna, uno dei miei pensieri costanti era.... il bottino. Mamma mi aveva anticipato che nel congelatore troneggiava un bel sacchetto di cavolini di Bruxelles colti poco tempo prima all'orto, tutto per me. La vista, poi, di una quantità infinita di pallette verdi come contorno di uno dei pasti condivisi, ha aumentato desiderio e salivazione. Prossima alla partenza, facciamo come sempre il riepilogo della spesa. Ma.... all'attivo mancano i cavolini. "Mamma.... non dimentichi una cosa importante?". "Li abbiamo mangiati ieri. Non li avessimo utilizzati li avrei dati a te". NON CI CREDO!!!!!! E i miei sogni? I miei desideri? Le mie palpitazioni? Dovrò ripiegare su quelli, banalissimi, acquistati in un qualunque negozio, confezionati in un qualunque stabilimento, da mani che lavorano sui numeri, più che sull'amore per la conservazione. Sforzandomi di non far vedere troppa delusione sul volto a mia madre, mi avvio con il primo carico di borse e valigie verso l'auto. A mamma spetta la sosta cantina per prendere cavolfiori e broccoli e poi ci si vede per i saluti.
Arrivo a casa appena in tempo per svuotare le borse, sistemare due cose, prendere la divisa e andare al lavoro, quando..... I CAVOLINIIIIIIII!!!!! Quell'ultimo pacco mamma l'ha destinato a me ^_^
La gioia è infinita, non potete immaginare la dolcezza di queste pallette verdi. In fondo a lei li ho preparati con lo stesso aroma e li ha anche apprezzati ampiamente.... allora perché non ripetere la prova e presentarvi uno spiedino insolito?
Peccato che, per tempi di organizzazione della cena (la mia cenetta sul tappeto, in cui una volta che mi siedo non mi alzo più, per cui tutto deve essere pronto e caldo) siano stati nel forno, seppur spento, un po' troppo. E' andata persa un po' di morbidezza, ma vi garantisco che questa alternanza di sapori è davvero meritevole.

Ingredienti

2 totani
10 cavolini di Bruxelles
15 g di mandorle pelate
5 g di farina di mandarino
10 g di bacche di Goji
sale
pepe
olio evo

Mondate i cavolini e svbollentateli in acqua salata per circa 4 minuti. Scolateli e passateli sotto un getto di acqua fredda, per fermarne la cottura.
Tritate le mandorle insieme alle bacche di Goji, quindi unite la farina di mandarino e un pizzico di sale. Scaldate un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e fatevi saltare i cavolini. Salateli e versateci sopra circa un cucchiaino di panatura.
   Pulite i totani, eliminando le parti non commestibili, e sciacquateli. Eliminate i ciuffi, che terrete da parte, e tagliate in 3 anelli il corpo.
Impanateli bene, su entrambi i lati, nel trito di mandorle e mandarino. Chiudeteli a chiocciola.
Prendete uno spiedo e iniziate ad infilzare, alternandoli tra loro, cavolini e chiocciole di totani. Ogni spiedino dovrà avere 5 cavolini e un totano intero. Ultimate con il ciuffo. Ungete una pirofila con poco olio evo e sistemate gli spiedini.
Accendete il forno e portatelo a 200°. Quando sarà pronto irrorate gli spiedini con un filo di olio e infornate. Cuocete per circa mezz'ora, quindi sfornate e servite.

Fragranti, teneri e delicati. Un piatto che unisce secondo e contorno e che si fa sfiziosamente finger!!

La prova tappeto è stata superata e la leggerezza del piatto ben si addice alla tipologia di cena: calice di vino e totale relax!!


abc

Panatura di totani al forno: il piacere della finzione, quando di finto c’è soltanto la frittura

Lo confesso, per quanto la mia cucina tenda sempre più verso un'impronta vegetariana, con qualche slancio vegano, ci sono piatti a cui non so davvero resistere. Non me li concedo spesso, ma quando sento l'ispirazione, è bene che la colga: per qualcuno potrebbe essere una benedizione vedermi mangiare così!! La carne l'ho quasi definitivamente eliminata. Se una volta mi concedevo dei bei filetti, o delle costate, o polpette di ogni genere, o ancora tanti begli ossicini da ripulire al meglio, oggi mi riduco ad un pezzo di pollo al mese e a qualche fettina, qua e là, di prosciutto e di bresaola. Difficile che senta il bisogno di saziarmi di carne. Differente è il discorso per il pesce. Forse perché è più delicato, forse perché il mio stomaco ne gadisce la leggerezza, forse perché mi fa semplicemente più gola, insomma, davanti ad un buon piatto di pesce non riesco a fermarmi. E questa volta mi è bastato vedere dei freschissimi totanelli in pescheria, per capire che li avrei apprezzati. E che li avrei preparati così. E' una vita che non li mangio e ho sentito che fosse arrivato il momento di rimediare. Di finto, in questa portata, c'è solo la frittura. Perché tutto quello che si può cercare in un piatto del genere, si avverte in modo deciso. La croccantezza della panatura, la fragranza data dalla cottura, la tenerezza della carne e l'avvolgenza del profumo. A chi piace, uno spicchio di limone sarà l'unico accessorio richiesto, poi.... così'altro desiderare?

Ingredienti

200 g di totani freschi
1/2 limone bio
noce moscata
zenzero in polvere
2 bacche di cardamomo
5 g di olio evo
sale
1 cucchiaino di farina di riso
1 cucchiaio di pangrattato di riso

Lavate i totani, puliteli dagli occhi e dalle interiora e tagliateli ad anelli. Lavate il limone. Prelevate la buccia e tenetela da parte. Spremete metà limone. Versate il succo in una boule, insieme all'olio, al sale, alla noce moscata, allo zenzero e ai semi di cardamomo contenuti nelle bacche. Amalgamate bene, quindi unite i totani tagliati. Aggiungete la scorza del limone, mescolate bene con le mani in modo che la marinatura avvolga perfettamente il pesce, coprite con un foglio di pellicola e lasciate marinare per un paio d'ore in frigorifero.
Trascorso il tempo, accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Sistemate su un foglio la farina di riso, il pangrattato e una bella grattugiata di noce moscata. Mescolate tutto in modo da ottenere una polvere omogenea.
Prelevate i totani dalla marinatura e scolateli. Passateli nel pangrattato, facendo in modo che vengano completamente coperti dalla panatura.
   Ungete leggermente una teglia (io l'ho coperta con un foglio di carta forno, poi unto leggermente) e sistemate i totani, cercando di distribuirli senza che rimangano accavallati tra loro.
Infornate e cuocete a 180° per 30 minuti, controllando la cottura e smuovendoli un po' dopo circa 20 minuti. Controllate che siano ben dorati e che lo siano uniformemente. Eventualmente salateli ancora, quando mancheranno pochi minuti.
Sfornateli e serviteli.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie di melanzana, ovviamente non fritte ^_^
Ora, come mi piace consigliare, sporcatevi le mani!!!!! E non lasciate neanche una briciola.
La croccantezza della panatura e la morbidezza del totano vi sapranno conquistare in una lotta all'ultimo anello ^_^



abc

Moscardini in umido con pere e peperoni su crema di patate alla rucola: l’irresistibile stimolo delle sfide

La verità è che difficilmente mi approccio ad un piatto tanto per cucinare qualcosa. Quando emerge il pensiero di una particolare pietanza, quella pietanza deve essere studiata e curata nei minimi dettagli. La sfida si fa stimolante quando, a fare da protagonista, è un ingrediente che nel tempo non ha mai rappresentato grande versatilità sulla mia tavola. Polipo o moscardino che sia, è sempre stato in insalata, e sempre con quelle verdurine in barattolo che ho felicemente abbandonato una volta intrapresa la mia vita lontana da mamma e papà. Ma comunque, anche nei primi tempi di indipendenza, è sempre stata insalata: con patate bollite, olive, formaggio a cubetti, prosciutto a dadini e basilico, ma sempre insalata. Fatale fu quell'assaggio, in una lontana cena a base di pesce. Ve ne parlai quando vi riproposi la mia versione di quel piatto, qui. Uno dei miei migliori piatti polposi. Allora capii che avrei dovuto stravolgere la convinzione che l'insalata fosse l'unica incastonatura possibile per questo mollusco. Quando mi trovai, così, tra le mani questi tentacoli, seppur si stia parlando di un moscardino, ho iniziato a vagare tra le più varie specie di sapore e cottura. Non credo sia immediato immaginare che un peperone possa accostarsi ad una pera, ma, complice la stagione ancora estiva (ai tempi in cui lo ideai) e la mia predisposizione all'aggiunta della frutta nelle pietanze, tutto si è legato davanti ai miei occhi con sorprendente semplicità. Diciamo che ci ho provato. Diciamo che i sapori immaginati hanno scatenato una fervida curiosità di assaggio. E diciamo che il piatto, nel suo dedalo di sapori e consistenze, mi ha appagato ampiamente. E, giusto per concludere con una curiosità, non mi concedo più l'acquisto di un polpo per farne insalate. Mai ^_^

Ingredienti

Per il polpo
2 moscardini
1 peperone rosso
1 pera Williams
sale
olio evo
pepe
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di scorza di limone bio grattugiata

Per la crema di patate
1 patata rossa (per me direttamente dall'orto di famiglia)
1 mazzetto di rucola (circa 100/150 g)
latte di avena
2 cucchiaini di senape delicata

Lavate i moscardini, togliendo le parti non commestibili ^_^
Tagliate i tentacoli e la testa a listarelle. Scaldate un po' di olio evo in una padella e, una volta caldo, aggiungete lo spicchio d'aglio schiacciato. Lasciate insaporire per un minuto circa, quindi unite i moscardini.
   Fate saltare per qualche istante, quindi abbassate leggermente la fiamma e lasciate cuocere il pesce, salandolo leggermente.
Nel frattempo lavate il peperone. Tagliatelo a metà, privatelo dei semi e delle parti interne e tagliatelo a listarelle.
Unitele ai moscardini, quindi aggiungete altro sale e procedete con la cottura, coprendo con un coperchio, per circa 50 minuti. Se fosse necessario unite dell'acqua durante la cottura.
Sbucciate la patata, tagliatela a dadini e bollitela in acqua salata, fino a quando sarà morbida.
Sbollentate velocemente anche la rucola, precedentemente lavata, quindi scolate e inserite tutto in un bicchierone di plastica.
Passate con un frullatore ad immersione, aggiungendo un cucchiaino di senape e correggendo con il latte di avena (la quantità dipenderà dalla quantità di amido presente nella patata, per cui regolatevi). Assaggiate e correggete eventualmente di sale. Quindi tenete la salsa al caldo, da parte. Nel frattempo tornate al piatto e tagliate la pera, precedentemente lavata, a fettine non troppo sottili.
A me piace utilizzarela frutta con la loro buccia, voi procedete secondo il vostro gusto.
Unitela ai moscardini, insieme alla scorza del limone e al pepe. Saltate tutto a fiamma vivace per circa 5 minuti, in modo che la pera si insaporisca, ma non si sciolga. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete.
A questo punto il piatto è pronto.
Versate su metà piatto la crema di patate e rucola, quindi posatevi sopra i moscardini.
La restante crema versatela in un bicchierino e ponetelo accanto al piatto stesso. Sarà piacevole alternare i sapori e gustarne le differenti sfumature.

Un piatto che richiede tempo e cura, ma che dà importanti e insolite soddisfazioni!! Provare per credere.

abc

Tagliata di salmone all’ananas: l’insolito che rassicura, gratifica e dà certezza

Ritorno per un po' al passato. Questo piatto lo preparai quando ancora ero ignara di come la vita sarebbe cambiata, di lì a poco. Tenevo a debita distanza quella parola di fine. O di principio. E mi aggrappavo alla speranza. Ma già lottavo.
Ho sempre amato la carne del salmone per la sua consistenza. Mi piace che sia croccante in superficie e morbida all'interno. Ho sempre cercato di abbinarla a contorni che potessero sgrassare il suo sapore ricco, ma mai mi ero spinta ad accostarla ad un frutto. L'ananas. Frutto strano, per i miei gusti. Mi piace, ma mi stanca subito. Non lo apprezzo tanto da crudo, quanto cotto.... e in versione salata. Forse è proprio la sua "eccessiva" dolcezza a renderlo poco incline ai miei gusti. Mi diverto, quindi, a trasformarlo in pietanze che possano deliziarmi e farmi godere in pieno dei suoi preziosi principi nutritivi. Assolutamente fresco, aborro qualsivoglia metodo di conservazione. E se aromatizzato.... acquisisce un valore in più.

Ingredienti

1 filetto di salmone
2 fette di ananas fresco
1 cucchiaino di aceto balsamico
1/2 cucchiaino di malto di riso
2 cucchiai di farina di riso impalpabile
sale
olio evo
salvia
rosmarino

Tagliate le due fette di ananas dello spessore di circa un centimetro e mezzo. Pulitele bene e tagliatele a cubetti.
Lavate qualche foglia di salvia e un rametto di rosmarino e asciugateli accuratamente. Tritateli con una mezzaluna, in modo da renderli fini.
Scaldate in una padella un po' di olio e fate saltare l'ananas. Salate a piacere e unite gli aromi. Cuocete a fiamma viva per qualche minuto.Aaggiungete quindi il malto di riso e l'aceto balsamico, abbassate la fiamma e fate cuocere fino a quando il condimento si sarà rappreso. Spegnete il fuoco e lasciate che i sapori leghino tra loro.
Eliminate la pelle dal salmone. Sciacquate il il filetto e asciugatelo tamponandolo con un foglio di carta assorbente.
Impanatelo nella farina di riso da entrambe i lati.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella e, quando sarà molto caldo, adagiatevi il salmone.
Cuocete a fiamma viva per un minuto, dopodiché girate il filetto e procedete per altrettanto tempo dall'altra parte. L'interno dovrà risultare rosato, ma in base allo spessore del filetto potrebbe volerci più o meno tempo di cottura.
Salatelo leggermente su entrambi i lati, poi toglietelo dalla padella e tagliatelo a fettine.
Posizionatelo su un piatto e versatevi accanto la dadolata di ananas.
Servitelo caldo e assaporatene i contrasti di sapori.

Morbido e delicato, ma allo stesso tempo di carattere. Conquistarvi sarà un gioco da ragazzi!

O siete ancora, forse, un po' scettici?

abc

Cartoccio di cozze croccanti: la variante “street” come sfumatura dell’interpretazione del cibo

Forse è il silenzio di questa casa, di rientro da due giorni in cui forza e coraggio sono stati richiesti e indossati come fossero la cosa più naturale del mondo. Forse è il desiderio di rientrare nei miei soliti ritmi, nelle mie abitudini, nei miei pensieri, di scaricare le tensioni. Forse è che tutto questo mi manca e sento il bisogno di sentirmi quella di sempre, o di tornare quella di sempre. Come potesse cancellare tutto il resto. Allora scrivo. E un po' lotto con la parte di me che vorrebbe farlo con il solito sorriso, ma che sa di non riuscirci. Vi parlo di questi sapori cercando di riportarli vivi in un presente in cui avere tempo per mangiare e dedicarsi a qualche sfiziosa preparazione non è certo una priorità. Ma ve ne parlo chiudendo gli occhi e immaginando il piacere che ho provato quando, pulendo guscio per guscio, ho nuovamente assecondato la capriola del mio neurone che mi ha dipinto a murales davanti agli occhi: rendi street food queste cozze. Beh, l'ho fatto. Non ci si ferma mai, se non alla fine. Non si riesce a smettere. Croccanti, intense, saporite, ma anche leggere e inebrianti. Le ho presentate in un cartoccio, così, proprio per ricordare quei cibi da strada, come le caldarroste in autunno. E vi garantisco che la buona parte della riuscita di questo semplice piato sta proprio qui. Lavatevi le mani e favorite.

Ingredienti

1 kg di cozze
olio evo
pangrattato di riso

Lavate sotto l'acqua corrente le cozze, pulendole bene e grattandole per togliere tutte le incrostazioni. Mettetele in una padella, copritele e accendete il fuoco. Fatele cuocere fino a quando si saranno aperte.
Spegnete il fuoco e lasciatele intiepidire.
A questo punto sgusciatele una ad una e raccoglietele in una ciotola. Versatevi sopra del pangrattato di riso e mescolate bene, in modo che tutte si impanino uniformemente. Non servirà salarle, poiché saranno decisamente gustose al naturale.
Coprite una teglia con carta forno, ungetene la superficie e sistemate le cozze distribuendole distanziate le une dalle altre.
   Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornatele. Fatele cuocere per circa 15 minuti, poi giratele velocemente e fatele dorare uniformemente.
Quando saranno pronte sfornatele. Preparate un cartoccio con della carta per fritti e riempitelo con le cozze stesse. Servitelo molto caldo (potrete tenerlo anche in forno per mantenerlo in temperatura) e sporcatevi le dita.
Cibo da strada, o snack da divano (mi raccomando alle quantità, perché in determinate situazioni il cervello non controlla l'istinto della mano che porta il cibo alla bocca - tanto che mangiare davanti alla televisione è vivamente sconsigliato!! Ma io vi sconsiglio anche di guardare la televisione ^_^) rimarrete in ogni caso soddisfatti.

Potrete proporle anche come appetizer in un buffet, o come gradevole antipastino, magari con una salsa al prezzemolo, o al basilico. O che assecondi il vostro gusto.


   E prima di rientrare in contatto con il mondo.... ricordate di pulirvi le mani ^_^

abc

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