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Risotto morbido all’uva fragola e timo: dolci incontri e contrasti di sapori

Quando mi sono accostata per la prima volta all'idea di questo risotto ho pensato: sarà un trionfo. Non mi capita quasi mai di anticipare un sapore identificato soltanto nella mente. A volte mi ci avvicino, altre volte lo sottovaluto, altre ne rimango delusa. Questa volta l'ho preso in pieno. Mi aspettavo un risotto cremoso, di quella cremosità che implica dolcezza. E lo attendevo dolce, e allo stesso tempo aspro. Deciso nel gusto, come nel colore. Di impatto, con un retrogusto che avrebbe affinato e legato i sapori. Poi l'ho assaggiato: cremoso, dolce, avvolgente, con quel tocco aspro e un retrogusto che incornicia e fissa ogni sapore. Centro! Ve lo propongo con un pizzico di orgoglio e con la certezza, ancora una volta, che l'audacia ripaga. Quasi sempre!

Ingredienti

100 g di uva fragola
1 mazzetto di timo fresco
200 g di acqua
50 ml di vino rosso
80 g di riso carnaroli (io Masseria Fornara Campo Verde)
40 g di crescenza
sale
olio evo

Lavate gli acini dell'uva e liberateli dai loro semini.
Versate in un pentolino l'acqua e il vino rosso. Salate secondo il vostro gusto e unite il mazzetto di timo, escludendone qualche fogliolina, precedentemente lavato. Portate ad ebollizione.
Nel frattempo scaldate un filo d'olio in una padella e unite gli acini dell'uva. Fateli cuocere a fiamma viva per pochi istanti, aggiungendo un pizzico di sale. Abbassate quindi la fiamma, aggiungete le foglioline di timo tenute da parte e coprite la padella. Se dovesse servire aggiungete un po' d'acqua. Cuocete per circa 10 minuti, in modo che l'uva si ammorbidisca e crei uno sciroppo.
Unite all'uva il riso. Mescolate bene e fate tostare per un minuto circa. Iniziate la cottura del riso aggiungendo poco brodo alla volta. Mantenete la padella coperta e la fiamma piuttosto moderata. Mescolate di tanto in tanto.
Quando il riso sarà quasi cotto mantecatelo con la crescenza. Tenetelo coperto, spegnete il fuoco e lasciatelo riposare per un paio di minuti.
Ora potrete servirlo e gustarlo, nell'insieme di sapori e nella sua intensità cromatica.

Personalmente l'ho apprezzato maggiormente molto caldo, ma può essere gustato anche leggermente intiepidito.

                        abc

Schiacciate rustiche all’uva fragola e la fragranza della genuinità ad ogni boccone

Continua la ricerca di quel qualcosa di dolce che, al mattino, completi la perfetta armonia della colazione e dia un tocco di sfizio all'inizio della giornata. Sul web, ultimamente, pullulano ricette di focacce con l'uva di tutti i tipi. Vi garantisco che, ad ogni immagine comparsa sul mio monitor, lo stomaco reclama una coccola mirata. Quella coccola. Un morso su quel soffice cuscino profumato. E allora ho ceduto. Ho voluto mettere insieme due ingredienti che, ultimamente, ho scoperto e apprezzato. Ovviamente le farine sono le mie, quelle rustiche, quelle che profumano, quelle che non subiscono raffinazioni nocive. Ovviamente l'interpretazione è la mia, le dosi le mie, come sempre, regolate in corso di esecuzione in base agli ingredienti usati. E, ovviamente, il mio palato è in festa. Ogni mattina, quando tiro fuori la mia razione, le papille mi sorridono ^_^

Ingredienti

Per l'impasto
15 g di semi di lino
15 g di semi di girasole
20 g di nocciole
25 g di zucchero di canna
200 g di farina integrale
4 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
3 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale
150 g di acqua
40 ml di olio di semi di soia

Per il ripieno
100 g di uva fragola
20 g di zucchero di canna grezzo
5 g di farina di cocco
20 g di burro di cocco (ammorbidito)

Tritate i semi di lino, i semi di girasole e le nocciole, piuttosto finemente. Aggiungete la farina, lo zucchero di canna, il lievito e il malto d'orzo. Mescolate in modo da rendere tutto ben amalgamato. Aggiungete, poco alla volta, l'acqua, il sale e, in ultimo, l'olio a filo. Impastate fino ad ottenere un panetto consistente. Posizionatelo in una terrina di vetro (anche se ho imparato essere meglio di plastica, perché trattiene il calore e non lo disperde, come invece il vetro), copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io l'ho lasciato 4 ore.
Preparate la farina di cocco e lasciate ammorbidire il burro di cocco. Stendete la pasta su una spianatoia infarinata con un mattarello, formando un rettangolo spesso circa 1 centimetro.

Cospargete 2/3 della superficie con il burro di cocco e poi con una spolverata di farina di cocco. Piegate il terzo non unto verso il centro e poi ripiegate la parte singola sopra (insomma, va piegato in tre). Stendete nuovamente la pasta con il mattarello, ungete tutta la superficie con il burro di cocco e ancora con la farina di cocco e piegatelo a metà, prima in un verso e poi nell'altro (quindi, piegato in quattro). Stendetelo ancora una volta cercando di allungarlo senza allargarlo troppo e arrotolatelo su se stesso. Date la forma di un panetto e ponetelo nuovamente nella terrina lasciando l'apertura sul fondo.
Lasciatelo lievitare, sempre coperto dalla pellicola, per un'altra ora.
Nel frattempo lavate gli acini dell'uva, asciugateli, tagliateli a metà e liberateli dei loro semini. Lavoro certosino, ma verrete ripagati!!
Stendete la pasta lievitata in una sfoglia di 1 centimetro circa. Tagliatela in 4 parti. Sovrapponete 2 parti e stendetela, schiacciandola con le dita. Dovrete formare una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore. Con l'aiuto di un coppapasta tagliate dei cerchi (di numero pari, mi raccomando).
Sistemate su metà dei dischi ottenuti circa 6 o 7 mezzi acini di uva fragola. Coprite ciascun disco con un altro (senza condimento) e ponete sopra il fagottino ottenuto altri 6 o 7 mezzi acini.
Spolverizzate tutto con lo zucchero di canna e trasferite le pizzette su una placca coperta da carta forno. Fate in modo che siano piuttosto distanziate tra loro.
Lasciate lievitare ancora per mezz'ora circa e portate a temperatura il forno. Cuocete a 190° per circa 25/30 minuti, ma abbiate l'accortezza di verificare il grado di doratura delle vostre schiacciate in cottura.
Sfornate quando saranno dorate, ma non troppo. Lasciate intiepidire e gustatene la fragranza.

Irresistibili.....
Io le ho congelate, una volta fredde, e assaporate calde ogni mattina ^_^abc

Filetto di platessa al dolce sapore d’autunno: il classico che incontra l’audacia

Non sono una grande mangiatrice di uva. La apprezzo, un acino ogni tanto, ma questo non giustifica mai l'acquisto di qualche, seppur esigua, rappresentanza. Davanti a questo bel grappolo di uva fragola, però, resistere è stato difficile. Il profumo che emanava mi ha letteralmente rapito. Ho chiuso gli occhi ed ho iniziato ad immaginare in quanti modi avrei potuto trasformarlo, utilizzarlo, interpretarlo. Ricordate la richiesta ricevuta dalla mia amica Laura, di cui vi ho parlato presentandovi il risotto ai fichi con liquirizia e brie? Ecco: ricette con frutta di stagione. Ho, così, ceduto e, vi garantisco, ne sono rimasta stregata. Questa è solo una delle preparazioni in cui è diventata protagonista, ma avrete modo di testarne la versatilità. Alla mia attitudine ad accostare sapori dolci ad altri salati, ormai credo siate abituati. Molti saranno scettici, molti altri temerari. Chiunque vi cederà, come me, credo non possa che rimanerne affascinato.

Ingredienti

60 g di uva fragola
1/2 melanzana viola
5 rametti di timo
sale
50 ml di vino bianco secco
1 filetto di platessa
farina di riso
olio evo
noce moscata

Tagliate la melanzana a dadini e trasferitela in un colapasta con del sale grosso. Lasciate che perda il suo liquido di vegetazione per almeno un'ora. Dopodiché sciacquate i dadini e asciugateli bene.
Nel frattempo lavate gli acini di uva fragola e puliteli dai semini interni.
Fateli appassire in padella con un filo d'olio, i rametti di timo precedentemente lavati e il vino bianco, a fiamma bassa, coperti, per circa 20 minuti, aggiungendo acqua per non farli asciugare troppo. Salate a piacere.
Scaldate in una padella un filo di olio evo e cuocete le melanzane. Poche alla volta, in modo che tutte poggino sulla base della padella. Cuocete a fiamma piuttosto vivace, affinché acquisiscano una doratura piuttosto croccante e non si disfino. Salatele.
Trasferite le melanzane su carta assorbente e lasciate che si liberino dell'olio in eccesso. Continuate la cottura fino ad ultimare i cubetti.
Infarinate, nella farina di riso, il filetto di platessa. Fatelo rosolare in una padella calda con un po' di olio, prima dal lato senza pelle, poi dall'altro. Salate secondo il vostro gusto.
A cottura ultimata sistemate il filetto su un piatto, copritelo con la salsa di uva fragola e sistemate accanto le melanzane, guarnite con qualche rametto di timo.

Contrasto di sapori che conquista. La delicatezza di un filetto tenero, con la profumata asprezza dell'uva e la dolcezza delle melanzane. Il tocco del timo è quel puntino sulla I che completa l'opera.abc

Panbrioche dei “senza” con goloso ripieno di uva fragola e la dimostrazione che solo chi osa… ottiene

Dai tempi della mia prima volta con il pane in cassetta, e poi ancora con la versione ai cereali, avevo in mente di cimentarmi nella variante dolce di questo pane goloso e versatile. Ovvia la mia propensione all'utilizzo di ingredienti selezionati e all'esclusione di altri ritenuto d'obbligo. Nel tentativo di trovare la formula perfetta, mi sono imbattuta in questa pagina: Ritroviamoci in cucina. E' stato amore a prima vista. Trovo che Valentina sia molto brava e che dia ottimi spunti. Da qui è nata la mia versione: le mie farine, la mia farcitura, la mia dose minima di zuccheri integrali e la mia fantasia. Non credo che la mia amica Laura (l'archi.... colei che mi chiese ricette a base di frutta di stagione di cui vi ho parlato qui) si cimenti in preparazioni così laboriose, ma qui dentro c'è un buon assaggio di frutta di stagione, avvolta da genuina bontà. Quell'uva fragola dal profumo irresistibile... Ovviamente le mie colazioni si sono tinte di viola ^_^

Ingredienti

150 g di farina di farro bianca bio
150 g di farina integrale (io Molino Chiavazza)
185 g di latte di avena
8 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
20 g di malto di riso
10 g di zucchero di canna grezzo (io non l'ho messo, ma ve lo consiglio per un sapore più dolce)
25 g di olio di semi di soia
1/2 stecca di vaniglia
200 g di uva fragola
10 g di zucchero integrale di canna per la marinatura
25 g di gherigli di noci
latte di avena per spennellare la superficie

Fate scaldare il latte di avena con la mezza bacca di vaniglia incisa a metà nel senso della lunghezza.
Spegnete il fuoco prima che arrivi a bollore e lasciate intiepidire.
Setacciate e mescolate le farine, insieme al lievito madre e allo zucchero. Unite, poco alla volta, il latte aromatizzato, l'olio, il malto di riso e impastate fino ad ottenere una pasta di consistenza piuttosto morbida e appiccicosa. Trasferite il composto in una terrina infarinata, coprite con un foglio di pellicola trasparente e fate riposare e lievitare, in un luogo tiepido, fino al raddoppio. A me è servita circa un'ora e mezzo.
Nel frattempo preparate l'uva: lavate gli acini, tagliateli a metà e liberateli di tutti i semini. Raccoglieteli in una ciotola e versateci sopra lo zucchero di canna. Mescolate bene e lasciate macerare per un'ora circa. Giusto il tempo che l'impasto lieviti a sufficienza. Nell'attesa tritate le noci non troppo finemente, o comunque secondo il vostro gusto: io amo che si senta la noce distintamente ad ogni morso, per cui le ho lasciate piuttosto grossolane.
Riprendete, a questo punto, la vostra pasta e stendetela su un ripiano infarinato, in una sfoglia di circa 2 cm di spessore. Piegatela in tre e stendetela nuovamente, formando un rettangolo che abbia il lato minore di lunghezza pari a quella dello stampo in cui lo cuocerete. Lo spessore non dovrà essere superiore ai 2 cm, anche questa volta.
Ricoprite la sfoglia ottenuta con le noci tritate, lasciando libera una striscia, sul lato minore, alta circa 5 cm, che vi servirà per far chiudere bene l'impasto prima della cottura. Sistemate, sopra le noci, gli acini di uva macerati, cercando di non includere il succo che avranno formato: più asciutto sarà il ripieno e più soffice rimarrà l'impasto.
Iniziate ad arrotolare la sfoglia, lasciando la striscia libera dalla farcitura in fondo. Cercate di arrotolarla piuttosto stretta, in modo che in cottura non si creino spazi. Quando sarete giunti al fondo fate aderire bene la pasta libera dalla farcia al rotolo stesso.
Ricoprite lo stampo con carta forno, oppure ungetelo e infarinatelo.
Sistemate il rotolo ottenuto, con l'apertura in appoggio sul fondo, e copritelo con pellicola trasparente. Sarà necessario che la pellicola aderisca all'impasto, in modo che non si formi la crosta durante la seconda fase di lievitazione. Fate riposare fino a quando l'impasto raggiungerà il bordo dello stampo. A me c'è voluta circa un'ora.
Accendete il forno, a 190° e quando sarà in temperatura togliete la pellicola, spennellate la superficie con latte di avena e infornate lo stampo. Cuocete per circa 40 minuti, ma regolatevi in base al vostro forno. Quando sarà ben dorato in superficie potrebbe essere cotto ^_^ Vi consiglio di non sistemarlo su un ripiano troppo alto, in modo che cuocia bene all'interno, senza che diventi troppo scuro all'esterno.
Una volta cotto sfornatelo, estraetelo dallo stampo e sistematelo, poggiato su un fianco, su una grata per il raffreddamento.
Resistete giusto il tempo che sia ben freddo e procedete al taglio.


E' davvero appagante, alla vista quanto per il palato.


Le farciture potranno essere diverse e assecondare i vostri gusti e le vostre fantasie. Questo panbrioche si conserva in frigo, morbido, per 5 giorni, avvolto in un sacchetto di plastica per alimenti.


abc

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