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Agrodolce di peperoni e pera al miele: questioni di gusto, audacia e di esaltazione dei sapori stagionali

In un lontano giorno di giugno, alle prese con un pensiero di pranzo e deliziata dalla presenza di carnosissimi peperoni in frigorifero, mi approcciai ad una preparazione insolita, che prontamente documentai con uno scatto su Instagram. Fu un'idea estemporanea, tanto che mi dissi che ci avrei provato, poi, eventualmente, avrei perfezionato la proposta e l'avrei condivisa. Confesso che è passato più tempo dal giorno in cui questo passaggio è avvenuto ad oggi, giorno della condivisione, piuttosto che da quel primo assaggio al momento della replica, con perfezionamento (tutto, sempre, documentato). I sapori insoliti sono pane per i miei denti. Mi piace molto inserire la frutta nelle pietanze salate e mi piace accostare il dolce al salato. Ho un particolare debole per l'aceto di mele, delicato, prezioso per le sue proprietà, leggero e rispettoso dei sapori che accompagna. Trovo sia perfetto per le marinature. Così ecco che ho trasformato un trittico di peperoni, nelle sue variopinte accezioni, in una pietanza fresca, saporita e piacevole. Aromatizzata con erbe di stagione e addolcita dalla presenza del miele e della pera. Ma di carattere, perché è condizione necessaria per la perfetta riuscita di un esperimento.
Accompagnato con un buon formaggio delicato è un piacevole piatto estivo che appaga il palato e riserva una coccola di benEssere al nostro corpo e al nostro spirito.

Ingredienti

1 peperone rosso
1 peperone giallo
1 peperone verde
2 pere Abate
75 ml di aceto di mele bio
2 cucchiaino di miele di castagno
25 ml di olio evo
10 foglie di basilico fresco
10 foglie di salvia fresca
pepe mix creolo
sale rosso di Cipro

Lavate bene le pere e i peperoni. Asciugateli. Eliminate i piccioli dai peperoni, apriteli, svuotateli da tutti i semi e dalle parti bianche interne e tagliateli a julienne. Fate la stessa cosa con le pere.
Preparate la marinatura mescolando il miele, l'aceto di mele, l'olio insieme al pepe e al sale rosso. Una volta che l'emulsione sarà pronta versatela sulla julienne di peperoni e pere. Mettete tutto in una padella e spostate sul fuoco.
Fate cuocere a fiamma medio bassa, per circa 40 minuti, mescolando di tanto in tanto, in modo che la marinatura bagni uniformemente la massa. Nel frattempo lavate le foglie di menta e basilico, asciugatele e spezzettatele. E' importante non tagliarle per preservarne gli aromi.
Unite tutto in padella, coprite con un coperchio, e procedete con la cottura. Non dovrà diventare tutto troppo morbido, per cui regolatevi di conseguenza: potebbe volerci anche meno tempo di quello indicato.
Spegnete il fuoco e, lasciando la padella coperta, fate raffreddare completamente. Più tempo rimarrà in marinatura, maggiore sarà il sapore acquisito. Potrete conservare il tutto in frigorifero per giorni: verificherete di persona l'intensificarsi di sapori, con il passare del tempo.
Servite il mix di peperoni e pera accompagnandolo con un formaggio a scelta. Io ho optato per una delicatissima robiola di capra, con un po' di semi di sesamo e un filo di miele di castagno. Ma anche un pecorino stagionato o qualsiasi forma a piacere, sempre con del miele dal sapore intenso come quello di castagno, sarà perfetto per trasformare un semplice piatto in pietanza perfetta.

E, sia mai che, nel desiderio di conservare in vasetto un sapore estivo, vogliate mettere tutto sotto vuoto! ^_^ Questo agrodolce si presta alla perfezione!abc

Filetti di sgombro in marinatura agrodolce: inevitabili cambiamenti nel percorso verso la consapevolezza

Fino a qualche anno fa associavo alla parola sgombro l'immagine di un filetto pulito, lavorato e pigiato dentro una scatoletta di latta, sotto una notevole quantità di più o meno pregiato (chi può dirlo?) olio di oliva (chi può dirlo?). Solo a raccontarlo mi sento parte di quella cerchia di bambini americani a cui Jamie Oliver, nella sua campagna di sensibilizzazione sull'educazione alimentare nelle scuole, insegnò che la patata ha una forma ben diversa da quella che loro conoscono come bastoncino di media lunghezza dalla consistenza tipica della frittura. Se me ne vergogno? Me ne vergognerei se non avessi acquisito consapevolezza nel tempo. In fondo quelle scatolette in casa non entrano più, qualsiasi sia il genere di contenuto che includano. Certo anche il pesce fresco, ormai, ci trae in inganno. Ma si cerca di leggere le etichette, verificare la provenienza e il tipo di conservazione. Anche quello che dovrebbe essere un salutare salmone, nasconde grandi insidie: la maggior parte del salmone che si trova sui banchi è d'allevamento. In altre parole: è veleno! Così ecco che, in un mondo dove il biologico dovrebbe essere normalità e viene invece proposto come prodotto elitario, in una realtà in cui per soddisfare la richiesta di mercato si predilige la quantità alla qualità, nel mio piccolo cerco di fare delle scelte. Lo sgombro è un pesce azzurro dalle spiccate proprietà utrizionali. E' ricco di Omega 3 e di proteine facilmente digeribili, ha un modesto apporto calorico, ed ha un sapore particolare, che rende piacevole ogni pietanza. Per quelle volte in cui mi concedo una fronte proteica differente dalle alternative vegetali, credo che questo piatto sia all'altezza delle aspettative, leggero, saporito e delicato.

Ingredienti

1 sgombro (sfilettato)
1 cucchiaio di miele di tiglio e castagno
1 cucchiaio di olio di riso
2 cucchiai di aceto di mele
8 foglie di salvia
sale rosso di Cipro

Preparate la marinatura mescolando in una terrina il miele, l'olio di riso, l'aceto di mele, il sale e le foglie di salvia, lavate e spezzettate.
Eliminate, con l'aiuto di una pinzetta, le lische dallo sgombro, quindi sciacquatelo e immergetelo nella marinatura. Lasciatelo insaporire per almeno 4 ore. Potreste anche lasciarlo tutta una notte o prepararlo la mattina per la sera. Più rimarrà in marinatura, più renderà in cottura.
Trascorso il tempo scaldate una padella. Adagiate i filetti di sgombro dalla parte della pelle e lasciate cuocere, a fiamma viva, per 4 minuti circa. A questo punto abbassate la fiamma, girate i filetti e continuate la cottura, aggiungendo, poco alla volta, il liquido di marinatura. Lasciate glassare bene i filetti e correggete, eventualmente, con del sale.
Non ci vorrà molto tempo affinché risultino cotti.
Serviteli accompagnati da semplici verdure, appena saltate in padella o cotte al vapore.

   Semplicità e leggerezza, sono l'imperativo per questo delizioso incontro di sapori.


E cosa dire del sapore di quelle terribili scatolette? Non vogliatemene, non obbligo alcuno a cambiare strategia, ma di fronte a tanta semplicità non resta che chiedersi perché no?


Basterebbe così poco..... ^_^









Ricordate che sapersi ascoltare e sapersi concedere del tempo
è la scelta che fa la differenza
PerCorso di BenEssere

Affidatevi a Mai Soli nel Mondo
Scegliete il vostro benEssere
abc

Cipollotti in agrodolce di balsamico e vaniglia: il tempo, le promesse e le pianificazioni

L'eredità lasciata dall'ultima semina di papà nell'orto vantava, tra le tante cose, degli splendidi cipollotti rossi. Piccoli, sodi, dolci. Ne chiesi subito una buona rappresentanza a mamma, perché l'idea di farne qualcosa di prelibato mi solleticava non poco la fantasia. Lei, che alle promesse non viene mai a meno, si è tempestivamente presentata con una vaschetta pienissima di queste prelibatezze. Nemico il tempo, nemici gli impegni e anche un filo di intorpidimento fisico emotivo, ho rinviato il lavoro di pulizia per molti, molti giorni. Così tanti che lei, ancor prima di me, è riuscita a mettere sotto vetro queste piccole gemme. La sua parte, sia chiaro ^_^ Ma il giorno è arrivato: finalmente mi procuro l'ingrediente segreto, dettaglio magico desiderato, immaginato e voluto per incastonare queste meraviglie, e, via, inizio a pulire il mezzo chilo di pepite. Un lavoro piuttosto lungo e neanche tanto gioioso, ma.... il risultato, in quel vasetto, vale ogni lacrima versata ^_^ Ho promesso a mamma che sentiremo insieme il clik del coperchio e che, insieme, ce ne delizieremo. E farò in modo che sia così, per essere all'altezza della sua promessa e perché lei lo merita. Lei merita tutta la bontà di questo mondo. Prima, però, mi sono accertata che ne piantasse altre centinaia: queste cipolle saranno la mia personale conserva, la mia coccola speciale per palati speciali e non mi accontenterò certo di mezzo chilo!! Allora sì.... il loro seme giace, speranzoso, nella fertile terra di casa. Attenderò, come per questa preparazione che si intensifica di sapore con il passare del tempo, e ne gioirò ancora. E ancora. E ancora.

Ingredienti

450 g di cipollotti (peso da puliti)
50 ml di aceto balsamico
30 ml di olio evo
1/2 stecca di vaniglia
40 g di malto di riso
peperoncino in polvere (per me con i peperoncini dell'orto)
1/2 cucchiaino di sale

Prendete i cipollotti e, muniti di coltellino e tanta pazienza, puliteli perfettamente. Divideteli per dimensioni (io li ho divisi in 3 gruppetti). Questo vi permetterà di avere una consistenza uniforme delle cipolle, una volta imbarattolate. E' un lavoro da pazzi, ma la normalità non mi è mai piaciuta!
Versate in un pentolino capiente l'olio, l'aceto balsamico, il malto di riso, il sale, il peperoncino e la 1/2 stecca di vaniglia, tagliata nel verso della lunghezza e aperta.
Scaldate tutto e lasciate insaporire. Quindi versate le cipolle di dimensione più grande. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi versate quelle medie, e dopo 3 minuti quelle piccole.
Coprite la pentola e procedete con la cottura per circa 30 minuti.
Cercate di mescolarle il meno possibile, in modo che non si sfaldino. Il tempo di cottura potrebbe dipendere dalla dimensione delle cipolle. E' importante che non rimangano crude, ma che comunque non siano troppo morbide, e l'unico modo per capirlo è..... l'assaggio ^_^
Nel frattempo sterilizzate un vasetto da mezzo litro (o due, se li utilizzaste più piccoli).
Quando le cipolle saranno cotte, versatele velocemente nel vasetto, chiudetelo e avvolgetelo in un panno. Lasciatelo raffreddare a temperatura ambiente. In questo modo si formerà il sottovuoto e potrete conservare le cipolle per lunghi mesi, sempre che ci riusciate.
Di certo dovrete essere consapevoli che, più tempo riposeranno in dispensa, più sapore acquisiranno. La vaniglia si sentirà a partire dalla prima settimana in poi ^_^

Variate con il peperoncino secondo il vostro gusto. Io lo trovo gradevole nella misura in cui non coprirà la vaniglia, ma ne sosterrà l'aroma. E il connubio vi garantisco che è vincente!!


abc

Spiedini agrodolci di ananas e tofu aromatizzato: un concetto di sapore che appaga corpo e spirito

E' tutta una questione di equilibrio: un piatto fresco e leggero non dev'essere banale, i sapori si devono completare tra loro, il sapido deve contrastare il dolce, l'insieme dev'essere sfizioso e appagante e lo spirito deve sentirsi stimolato e soddisfatto. A volte rincorro idee, altre volte le idee mi vengono incontro. In questo caso, ne sono stata travolta. Quell'ananas, che ho ampiamente inserito nella mia alimentazione estiva grazie all'interpretazione in cottura che le toglie quel tono troppo dolce per i miei gusti, al limite dello stucchevole, entra ancora una volta nella mia idea di cucina. E accosta un tofu che fa sempre storcere il naso agli scettici, ma che acquisisce carattere grazie ad una panatura aromatizzata. I pomodorini caramellati sono il tocco magico che lega il tutto. Gustare questi spiedini è stato decisamente appagante. E laddove il sapore incontra la leggerezza, perché non goderne in pienezza?

Ingredienti

90 g di tofu naturale
2 fette di ananas fresco
6 pomodorini Pachino
10 g di mandorle
6 foglie di salvia
1 cucchiaio di zucchero di canna grezzo
2 cucchiai di acqua
sale
olio evo

Lavate e sbollentate, per un paio di minuti, i pomodorini Pachino. Scolateli e privateli della loro buccia. Mettete in una padella i due cucchiai di acqua con lo zucchero di canna, accendete il fuoco e, quando sarà calda, unite i pomodorini, facendoli caramellare per una decina di minuti a fiamma media. Spegnete il fuoco e fate raffreddare.
Nel frattempo occupatevi della panatura del tofu. Lavate e asciugate accuratamente le foglie di salvia e tritatele insieme alle mandorle. Tagliate il tofu in cubetti (dovreste ricavarne circa 6) e, dopo averli inumiditi in acqua, passateli nella panatura.
Scaldate un filo di olio evo in una padella e, quando sarà caldo, ponete il tofu, in modo che la panatura diventi croccante. Salate a piacere. Girate i cubi da tutti i lati, facendo attenzione a non rovinare la panatura.
Scaldate una bistecchiera e grigliate le due fettine di ananas. Quando sarà ancora calda salatela e tenetela da parte. Tagliatela in spicchi e tenetela da parte.
Procedete alla composizione degli spiedini. Iniziate ad infilzare uno spicchio di ananas, poi un pomodorino, poi un cubetto di tofu, poi ancora l'ananas, il tofu, il pomodorino e in ultimo l'ananas. Preparate tutti e tre gli spiedini, quindi scaldate nuovamente la padella con dell'olio.
Ponete gli spiedini e fateli rosolare bene da tutti e quattro i lati, salando ancora leggermente. Fateli cuocere a fiamma viva, in modo che dorino bene.
Quando raggiungeranno il grado di doratura desiderato, spegnete la fiamma e servite.

Caldi o tiepidi, accompagnati da una glassa di balsamico o da qualsiasi altra salsina a vostro piacere, saranno sfiziosi e leggeri.
 Da perderci la testa!!!
abc

Insalata di moscardini con ananas e pomodorini caramellati: il lato artistico di un frigorifero vuoto

Davanti ad un frigorifero vuoto, in cui quella particella di sodio solitaria potrebbe davvero sentirsi disorientata, le sensazioni possono essere due: mi prende lo sconforto e mi sale la depressione da casalinga frustrata, oppure si scatenano le fantasie più bizzarre su come tingere nuovamente i ripiani della cella bianca. Il momento di sconforto c'è, di questi tempi, quando dico una carota c'è ancora, vado domani a fare spesa. Ma è un istante, terminata la carota e messa davvero alle strette, la fantasia più sfrenata si scatena all'impazzata. Sogno colori esotici, tonalità intense, calde, dolci. Insolite. Prendo questo, poi magari faccio scorta di quest'altro. E perché no, con questo ci sta bene quello. Faccio una lista? Generalmente quando ho il frigo libero (in altre parole carta bianca) posso davvero fare disastri con un carrello tra le mani. Ma materialmente il tempo per fare una lista della spesa, è assurdo, non c'è. Ripeto meccanicamente ciò che mi occorre, traccio rotte in casa per toccare tutti i punti in cui potrebbe mancare qualcosa, in modo che, ripercorrendoli mentalmente nel momento della spesa, passo dopo passo, tappa dopo tappa, possa ricordare tutto. Immancabilmente manca qualcosa. Ma gli ingredienti di questo piatto, questa volta, ci sono TUTTI. Così l'ho immaginato, senza un perché. Ho pensato che l'ananas con il pesce stesse bene. E ho pensato che un rinforzo potesse essere prezioso. Ho caramellato i pomodorino. Pachino, i miei preferiti. E ho colorato tutto con i miei amati pistacchi. Ora il frigo è ricco e vivo e la fantasia viaggia sempre ad ali spiegate.

Ingredienti

1 moscardino (170 g circa)
6 pomodorini Pachino
1 fetta spessa di ananas
10 g di olive taggiassche
10 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaino raso di zucchero (io avevo del fruttosio da smaltire)
1 spicchio d'aglio
olio evo
1 cucchiaino di aceto balsamico
sale
pepe
noce moscata
zenzero in polvere

Pulite bene il moscardino, sciacquatelo e fatelo cuocere in una pentola, in cui avrete fatto insaporire uno spicchio d'aglio in un filo di olio caldo. Coprite e lasciate che cuocia, a fiamma media, per mezz'ora circa. Giratelo un paio di volte. Non salatelo, poichè lascerà già un liquido sapido. Aggiungete zenzero e noce moscata a piacere e fate proseguire la cottura fino al termine.
Lavate e tagliate a metà i pomodorini. Metteteli in una terrina e conditeli con sale, olio, zucchero e aceto balsamico. Scaldate una padella e adagiateveli dalla parte della polpa. Coprite e fate cuocere a fiamma bassa, fino a quando saranno caramellati. Girateli dalla parte opposta e procedete per altri 5 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate che raffreddino.
Passate all'ananas. Pulite la fettina dalla buccia e ricavate tanti cubetti, non troppo grossi. Scaldate una padella con un po' di olio e, quando sarà molto calda, buttatevi la dadolata. Salate e pepate a piacere. Fate cuocere a fiamma viva facendo rosolare uniformemente l'ananas. Quando sarà pronta spegnete il fuoco e fatela raffreddare. Nel frattempo anche il moscardino sarà cotto. Scolatelo dal liqiodo di cottura e lasciatelo intiepidire.
Pulite i pistacchi, sgusciandoli e liberandoli dalle pellicine. Pestateli con un mortaietto e metteteli in una terrina. Aggiungete le olive taggiasche.
Tagliate il moscardino a tocchetti e unitelo agli altri ingredienti. Terminate con i pomodorino e l'ananas, condite con un po' di olio a crudo e lasciate raffreddare completamente, in modo che insaporisca bene. Una volta che avrà riposato, servitela, spolverizzandola con dei pistacchi sbriciolati.
Volendo potrete anche gustarla tiepida. Il dolciastro dell'ananas e dei pomodorini legheranno benissimo con il sapore deciso del pesce e le olive, insieme ai pistacchi, sapranno dare un tocco di sapore differente, che renderà il piatto assolutamente invitante.
La tavola si dipinge d'estate, i sapori travolgono e la freschezza di un piatto leggero e gustoso vi accompagnerà, boccone dopo boccone. Servito come portata principale o come antipasto, secondo il vostro gradimento.abc

Catalogna in agrodolce con uova strapazzate alla curcuma: la chiave di lettura dei ricordi

Esiste, per voi, un legame cibo/ricordo? Esistono alimenti che maggiormente richiamano una particolare situazione? Per me sì, uno di questi è la catalogna. Abbandonata per molti anni, dopo ricordi piuttosto ostili dell'infanzia quando il sapore amarognolo proprio non si confaceva ai miei gusti, l'ho riscoperta con piacere qualche tempo fa. Nonostante questo, non è mai stata una scelta abitudinaria, quella di acquistarla. Credo sia per il fatto che, quando i palati da accontentare sono differenti per numero e per gusto, ci si indirizzi su qualcosa che tutti possano apprezzare. La catalogna ha un sapore particolare, in effetti. Eppure, ogni volta che mi trovo a pranzo con la mia amica Elena, in un posto comodo e carino, seppur senza troppe pretese, per una pausa breve e di grandi chiacchiere, il buffet delle verdure può proporre qualsiasi bontà, ma l'occhio cade sempre sulla catalogna. E, sempre, la catalogna cade nel mio piatto. Che poi diciamolo, credo che l'assaggio di ciascuna pietanza proposta appagherebbe il mio palato (dolci compresi ^_^), ma quello rimane, per me, il pranzo catalogna. Poi tutto il resto della verdura ^_^ Così mi diverto, di tanto in tanto, a studiarne differenti versioni. Del resto so che la versione naturale e sfiziosa mi attende sempre in quella mezz'ora di piacevolissima compagnia.
Ingredienti Per la catalogna 1 pera abate poco matura 20 foglie di catalogna 1 cucchiaio di mosto d'uva cotto zenzaro a piacere olio evo sale 1 cucchiaio di semi di sesamo Per le uova strapazzate 1 uovo 1 albume 1 cucchiaino di curcuma 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato sale pepe olio evo Eliminate i gambi dalla catalogna (teneteli da parte perché presto vi darò qualche consigio su come utilizzarli) e lavate accuratamente le foglie, lasciandole in ammollo in acqua fredda per qualche minuto. Lavate la pera e pulitela dal picciolo e dal torsolo. Tagliatela a tocchetti piuttosto piccoli e versateli in una scodella. Conditela con lo zenzero, il sale, l'olio e il mosto cotto. Lasciatela aromatizzare per una decina di minuti. Scaldate un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldo, versatevi la frutta marinata. Saltatela a fiamma viva per 4 o 5 minuti, in modo da addensare la marinatura, senza fare ammorbidire troppo la polpa della pera. Abbassate la fiamma e aggiungete la catalogna, tagliata a striscioline. Aggiustate di sale e fate appassire bene la verdura. Mescolate, di tanto in tanto. Dopo circa 5 minuti sarà pronta: unitevi i semi di sesamo e mescolate per amalgamarli perfettamente al composto in agrodolce. Spegnete il fuoco e tenete da parte, al caldo. Scaldate una padella con un po' di olio. Versate in una ciotola l'uovo e il tuorlo. Unitevi il sale, il pepe, la curcuma e il parmigiano grattugiato. Sbattete energicamente con una forchetta e versate nella padella molto calda. Continuate a lavorare l'uovo con una forchetta, in modo da muoverlo bene e "disfarlo". Basterà un minuto circa. Spegnete il fuoco e trasferite in un piatto. Unitevi la catalogna in agrodolce e servite. Un piatto ricco di preziose proprietà: proteine, vitamine, sali minerali e grassi buoni. Un piatto dai sapori in contrasto, ma assolutamente ben legati tra loro. Un piatto veloce ed economico, che saprà conciliare gli impegni della quotidianità e il desiderio di qualcosa di piacevole e sfizioso. Insolito e curioso, non manca di stupire i palati.
 abc

Spezzatino di soia con carciofini in agrodolce e gelatina di soia: dove osano i palati arditi

Per molti giorni ho vagato intorno al desiderio di preparare dei bocconcini di soia. Ovviamente non mi sono fermata fino a quando sono stata catturata da un pensiero: e se li preparassi in agrodolce? E cosa, meglio di un carciofino, sarebbe stato bene nel contesto di gusto di un piatto simile?
La soia richiede condimenti importanti, perché di suo non ha sapore. Quello che è nato da questa idea è un piatto deciso, pungente, da proporre a palati arditi.





Ingredienti

30 g di bocconcini di soia disidratati
2 carciofi
120 ml di aceto bianco
240 ml di acqua
2 cucchiaini di zucchero
300 ml di brodo vegetale
sale
farina di riso
salsa di soia
vino bianco
olio

Per prima cosa preparate i carciofi. Puliteli togliendo le foglie più esterne e le punte e lasciando una parte del gambo. Tagliateli in 4 ed eliminate le barbette interne ed eventuali spine. Portate ad ebollizione l'aceto insieme all'acqua, a mezzo cucchiaino di sale e ai 2 cucchiaini di zucchero. Buttateci i carciofi e fate cuocere per 20 minuti circa a fiamma bassa. Spegnete il fuoco quando saranno morbidi e lasciate raffreddare.
Preparate ora il brodo vegetale (mi raccomando che sia intenso perché la soia ha bisogno di sale per acquisire gusto) e portatelo ad ebollizione. Versateci i bocconcini disidratati di soia e fateli rinvenire per 10 minuti. Spegnete il fuoco e fare riposare per altri 10 minuti. Scolateli e strizzateli, togliendo l'acqua in eccesso. Passateli in un piattino con della farina di riso e fateli rosolare in padella con un filo di olio caldo, a fiamma viva, per un paio di minuti. Sfumate con del vino bianco e abbassate la fiamma. Mentre si insaporiscono preparate la gelatina. Stemperate un cucchiaino raso di farina di riso con 3 cucchiai di liquido agrodolce, in cui avete fatto cuocere i carciofi, e 6 cucchiai di brodo vegetale. Mettete sul fuoco e fate addensare la salsa mescolando bene. Aggiungete 2 cucchiaini di salsa di soia, continuando a mescolare. Quando il composto avrà raggiunto la densità desiderata, spegnete la fiamma e lasciate riposare.
Unite i carciofi alla soia, aggiungendo ancora del vino bianco se risultasse troppo asciutto. Impiattate lo spezzatino, versando sopra la gelatina alla soia. E inizi l'avventura......


abc

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