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Torta autunnale di zucca e castagne con frutti rossi e mandorle: un piacevole e bizzarro estratto di fantasia

C'era un tempo in cui la parola torta proiettava nella mia mente l'immagine di uova, farina, zucchero e latte. Quello era il tempo in cui le ricette venivano seguite pedissequamente e l'unica personalizzazione era il disegno dello zucchero a velo in superficie. Su quello sì, avevo tanta fantasia. Poi avvenne il lento e costante cambiamento. Quel cammino verso la consapevolezza, quell'esigenza di esprimere in cucina tutto ciò che avessi dentro. Ed ora non mi chiedete di replicare una ricetta, non mi chiedete di rimanere nei limiti di una regola. La mia è una tavolozza di ingredienti, tra i più bizzarri, insoliti e strampalati e da lì attingo, ogni volta, per gentile concessione di una mente matta, nel tentativo di sorprendere e soddisfare il mio palato. E quasi sempre ci riesco. Certo non sto introducendo una torta convenzionale. Zucca, castagne, mele, frutti rossi, mandorle, semi vari..... non può certo essere un dolce dal sapore consueto, ma il piacere di addentare un estratto d'autunno ricco di preziose proprietà nutrizionali, genuino, leggero e gustoso va oltre ogni perplessità. Io sono così, e questo è il mio modo di esprimermi.

Ingredienti

500 g di zucca (pulita)
220 g di farina di castagne
100 g di frutti rossi essiccati
20 g di zucchero di canna integrale
50 g di semi di amaranto
25 g di mandorle a lamelle
50 g di semi di sesamo
50 g di semi di papavero
1 mela Golden
1 bustina di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato

   Pulite la zucca, tagliatela a pezzi e versatela in un boccale. Unite lo zucchero e frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete, poco alla volta, la farina di castagne e il cremor tartaro con il bicarbonato, quindi impastate. Versate i frutti rossi, le mandorle e i semi di amaranto, quindi amalgamate incorporandoli all'impasto. Procedete, allo stesso modo, anche con i semi di sesamo e i semi di papavero. Lasciate riposare l'impasto, mentre tagliate a dadini una mela ben lavata. Io generalmente utilizzo la frutta con tutta la buccia, voi procedete come preferite. Unite i dadini di mela all'impasto e amalgamate bene tutto.
Rivestite una teglia con carta forno. Io ho utilizzato uno stampo quadrato di 20 cm x 20 cm. Portate il forno alla temperatura di 190°, quindi infornate.
Cuocete per circa 1 ora. La torta rimarrà piuttosto umida all'interno, ma sarà pronta quando vedrete una crosticina in superficie.
Spegnete il forno e lasciate raffreddare il dolce all'interno. Soluzione perfetta da preparare la sera per la colazione del giorno seguente.
Quando sarà perfettamente raffreddata, tagliatela a quadrotti e servitela, o gustatela. Generalmente non lo faccio, ma volendo potreste spolverizzare la superficie con lo zucchero a velo. Io ho preferito interpretarla cn della marmellata, o del cioccolato fondente o accompagnata da yogurt. O, ancora, in totale semplicità.
Se, come me, doveste farvi la scorta per le colazioni della settimana, conservate i quadrotti ottenuti in un contenitore a chiusura ermetica, possibilmente di vetro, riposta in frigorifero. Si manterrà per una buona settimana senza perdere la magia del sapore.

Ogni ingrediente, oltre a rispettare una precisa stagionalità, è una preziosa fonte di nutrienti importanti. Volersi bene è divertente, stimola la fantasia e appaga il gusto.

abc

Schiacciata rustica dolce alle castagne con pinoli e semi: ultimi assaggi di quel che è stato e il cambio di stagione

La colazione della domenica, quella lunga attesa che appaga il palato. Mi tocca fare una precisazione. In tempi in cui ero molto più rigorosa nel rispettare le regole alimentari (parlo di quelle legate ai dolci, prima che i dolci venissero trasformati in "dolci dalle spiccate e salubri proprietà" - cosa non si fa per convincersi!!), riservavo alla domenica l'unico momento di vera dolcezza. Non un biscottino (uno... si fa per dire) insieme al caffè dopo essermi deliziata con un paio di kiwi, oppure una mela, una frittatina di albumi, avena e semi di lino e un bel litrozzo di tè verde deteinato, che è la mia colazione quotidiana. No, appena un frutto e poi.... DOLCE!!! Un cappuccino per giganti, che poi mi vedeva alle prese con coliche per le due ore successive, ma guai togliermi quel piacere, e un bel dolce che sostenesse l'imponenza della tazza. Ora che, invece, la scusa del dolce ricco di spiccate e salubri proprietà porta a concedermi un quantitativo ben più consistente di dolcezza anche dopo la colazione da marines quotidiana (lo so, è una colazione che sfamerebbe un esercito!), quella della domenica passa più inosservata. Certo è che non manca il divertimento nel preparare lievitati di ogni genere, da far crescere tutta la notte e da infornare la domenica stessa. Questo rimane. Rimane il piacere di coccolarsi con qualcosa di nuovo, casalingo (ormai non è una novità) e sano. Così, in una pausa da croissant di cui ho proposto migliaia di versioni, ecco quella voglia di schiacciata dolce. E quella farina mi guardava dritto negli occhi. Come poter resistere?

Ingredienti

145 g di farina Manitoba bio
65 g di farina di castagne
90 g di farina di mais fioretto
80 g di zucchero di canna grezzo + 10 g per la farcitura
175 g di latte di avena tiepido + q.b. per spennellare
20 g di olio evo + q.b. per spennellare
5 g di malto d'orzo
9 g di lievito madre secco
1 pizzico di sale
15 g di pinoli
20 g di semi di girasole

Setacciate le farine e mescolatele con lo zucchero di canna grezzo, il lievito e il malto d'orzo.
Fate intiepidire il latte (a 26°) e unitelo all'impasto, mescolando per amalgamare tutto. Aggiungete il sale e versate l'olio a filo, facendolo assorbire bene. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto, che riporrete in una terrina e farete lievitare, coperto e in un luogo tiepido, per circa 6 ore.
Quando sarà raddoppiato di volume riprendetelo e stendetelo, sgonfiandolo con le dita, in un disco spesso circa un paio di centimetri.
Versate sulla superficie il mix di pinoli, semi di girasole e zucchero. Arrotolatelo su se stesso e poi ancora nel verso opposto, in modo che tutto venga perfettamente incorporato alla pasta.
Lasciate riposare l'impasto per un paio d'ore (almeno, ma io per necessità l'ho lasciato tutta la notte), sempre in una terrina coperta da un foglio di pellicola trasparente.
Quando sarà nuovamente gonfiata e diventata soffice, stendete la pasta in una sfoglia rotonda, lasciandola piuttosto spessa.
Praticate dei tagli a croce sulla superficie e spennellate con l'emulsione di latte di avena e olio.
Cospargete la superficie con un po' di zucchero di canna e infornate, a 200°, per circa 30 minuti.
Controllate la cottura: la farina di castagne e lo zucchero di canna conferiscono all'impasto una colorazione di per sé scura, per cui fate attenzione a non farla dorare troppo in cottura. Verificate che sia ben cotta alla base, dopodiché sfornatela e lasciatela intiepidire.
Rimarrà molto morbida all'interno e croccante in superficie. Lo zucchero ne amplificherà la fragranza e l'impasto rustico saprà deliziarvi.
Nel caso in cui non abbiate occasione di finirla in tempi ragionevoli (^_^) potrete congelarla senza problemi, una volta raffreddata completamente.

Dopo aver proposto una focaccina alle castagne con le mele (qui) e aver apprezzato l'abbinamento, posso confermare che anche una versione più rustica, con l'aggiunta di frutta secca e semi, dà assolutamente un valore a questa farina che, per stagionalità, va verso il capolinea.

Ultimi assaggi di dolcezza autunnale prima di nuove esaltanti avventure ^_^abc

Crostata con farina di castagne alla crema di mele e bacche di Goji: le valutazioni di una carriera sfumata

Vado a fasi. Ci sono i periodi in cui le colazioni sono a base di biscotti (preciso: la parte dolce delle colazioni, che segue la parte vitaminica fruttosa e la parte salata e proteica, con il supporto della parte liquida e drenante), ora assolutamente dietetici, ora chiudendo un occhio se non due, ci sono periodi in cui le brioches e la pasticceria in genere prendono il sopravvento in formato monoporzione (sempre home made, ma chevvelodicoaffa') e ci sono periodi in cui le torte vanno per la maggiore. Formato famiglia, laddove per famiglia si intende un boccone garantito per 10 giorni almeno ^_^ (salvo colazioni multiple). Questo è il periodo delle torte. Sono certa che dietro tutto questo vacillare di desideri ci sia una precisa spiegazione, ma lascio questi trastulli mentali alla parte di me che ho abbandonato con i sogni di psicologa (ai tempi mi sarei specializzata in criminologia, oggi penserei a fondare e approfondire una nuova branca della psicologia, la psicologia culinaria e le sue proiezioni comportamentali... ma queste sono altre faccende). Quello che conta è che se dico crostata, crostata deve essere. Passeggiando tra le corsie del mio negozio bio di fiducia (non faccio neanche più pubblicità gratuita per non sentirmi in dovere, chissà poi con quale diritto, di dover assecondare la richiesta di fornire un link) sono stata attratta da quel vasetto di frutta spalmabile alle bacche di Goji. Ammetto di non aver mai ceduto alla preziosità di quelle piccole pepite rosse unicamente per la resistenza al costo: saranno anche salutari, preziose e miracolose, ma con il costo di 100 g di prodotto ci mangio per una settimana!! Va beh, non mangio in grandi quantità, però è pur sempre una settimana!! Visto che quel vasetto, in cui la percentuale di bacche di Goji arrivava comunque al 55%, supportata dal 45% di polpa di mela, non aveva un costo così inaccessibile, mi sono convinta. Eccola nella mia crostata, dolce fin nella scelta delle farine. E deliziosa, tanto che ogni occasione è buona per fare colazione ^_^

Ingredienti

Per la frolla
145 g di burro di soia ammorbidito
85 g di farina d'orzo
65 g di farina di riso
130 g di farina di castagne
100 g di zucchero di canna grezzo
1 uovo + 1 tuorlo
7 g di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato di sodio
1 pizzico di sale

Per il croccante
10 g di burro di soia
15 g di malto di riso
15 g di zucchero muscobado
25 g di succo di arancia
10 g di farro soffiato
20 g di nocciole
20 g di gherigli di noci
15 g di semi di girasole
20 ml di acqua

250 g di frutta spalmabile alle bacche di Goji (Baule Volante)

Partite preparando il croccante. Spezzettate grossolanamente noci e nocciole e unitele ai semi di girasole e al farro soffiato.
Mescolate il burro di soia, il malto di riso e lo zucchero. Unitevi il succo d'arancia e l'acqua e mettetelo sul fuoco, a fiamma media. Portate ad ebollizione. Abbassate, quindi, la fiamma e fate ridurre fino ad ottenere uno sciroppo.
Versatelo sul mix di frutta secca e mescolate bene, fino ad amalgamare perfettamente tutto.
Coprite una teglia con un foglio di carta forno e versateci sopra il composto. Livellatelo bene con un tarocco, in modo da ottenere uno strato di circa 1 centimetro di spessore.
   Lasciate raffreddare completamente in frigo. Nel frattempo preparate la frolla.
Setacciate le farine e mescolatele tra loro (questo passaggio è fondamentale per la farina di castagne!!), aggiungendo il cremor tartaro e il bicarbonato.
In una terrina versate il burro ammorbidito e unitevi, poco alla volta, le farine. Per ultimo unitevi il sale e lo zucchero. Lavorate energicamente e piuttosto velocemente gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Versate la composta alle bacche di Goji in una scodella e sgretolateci sopra metà del croccante al farro. Mescolate amalgamando bene le due parti e tenete da parte.
Riprendete l'impasto e stendetelo, con il mattarello, su un ripiano infarinato, ottenendo una sfoglia di circa 1 centimetro. Posizionate nel centro la teglia che utilizzerete (io una teglia tonda dal diametro di 28 cm) e tagliate la circonferenza di circa 3 cm più larga.
Tenete da parte la pasta che avrete eliminato e trasferite il disco nella teglia rivestita da carta forno.
Coprite la superficie con la composta alle bacche di Goji che avete preparato in precedenza distribuendola uniformemente.
Ripiegate i bordi della crostata formando un corsone compatto.
Cospargete la superficie con la parte di croccante tenuto da parte e sbriciolatevi sopra la pasta rimasta in eccedenza dal taglio del disco.
Portate il forno a 180° e, quando sarà in temperatura, infortante la crostata, in un ripiano intermedio.
Fatela cuocere per 50 minuti circa, avendo cura di controllarne la doratura. Quando sarà piuttosto brunata sfornatela e lasciatela raffreddare. Estraetela, quindi, dalla teglia e procedete al taglio.

Io ho provveduto con la suddivisione in fette e della conservazione monoporzione dopo il giorno del primo taglio (e delle foto), momento in cui sono arrivata a mangiarne ancora un po', dai un'ultima fettina, però lì si è rotta...
Ecco, questa sono io ^_^abc

Margherite alla farina di castagne e burro di anacardi: la magia di un frollino in un punto di incontro

Che mi piaccia sfornare biscotti credo non sia una novità. Che mi diletti in sperimentazioni folli è ormai risaputo. Che metta insieme le mie piccole scoperte è quanto vi illustrerò con questi frollini. Tempo fa scopersi e vi illustrai il mio grande amico burro di anacardi. Confesso che da allora gli anacardi non sono mai più mancati dalla mia dispensa e, tra tutta la frutta secca, è quella che maggiormente mi strega. Arrivo al punto di nascondere il sacchetto dietro scorte di farine, perché una volta aperto potrebbe non durare una settimana. E, vanno bene i principi salutistici, ma le calorie non si contano!! Ho impiegato questo burro, spesso preparato senza l'ammollo e con l'aggiunta di noci, per diverse preparazioni, ma mi sono sempre sentita incuriosita dal volerlo provare in un frollino. Così ecco che si ri-biscotta. Certo, scontato sarebbe utilizzare una banalissima farina (di cui è peraltro sprovvista la mia dispensa). E allora perché non assaporare la dolcezza della farina di castagne in una consistenza fragrante e croccante? Farina novella, sia chiaro. Ho atteso con trepidazione che il negozio bio ricevesse le nuove scorte e non me la sono lasciata sfuggire. Quello che ne è venuto fuori è sicuramente un biscotto inconsueto, ma di un'avvincente bontà!!

Ingredienti

Per il burro (per circa 260 g di prodotto)
150 g di anacardi
60 g di acqua + 150 g per l'ammollo
18 g di olio evo

Per l'impasto
180 g di farina di castagne bio
100 g di farina di riso integrale bio
100 g di fecola di patate
260 g di burro di anacardi
1 uovo
100 g di zucchero di canna grezzo
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Lasciate in ammollo gli anacardi fino a quando saranno ben morbidi. Ci vorranno almeno 3 ore. Quando sarà il momento scolate l'acqua e frullateli, aggiungendo i 60 g di acqua a filo. Non surriscaldate troppo il composto. Lavorate ad intermittenza. Quando l'acqua sarà stata tutta incorporata e quando avrete ottenuto un impasto omogeneo, aggiungete l'olio evo e  amaglamatelo bene. Conservate in frigo per almeno un paio di ore.
Setacciate le farine e unitele in un recipiente. E' molto importante per la farina di castagne questo passaggio. Unitevi il lievito, anch'esso setacciato per evitare che lasci grumi, e mescolate tutto.
Versate in una terrina l'uovo e lo zucchero. Lavoratelo con le fruste per lungo tempo, fino ad ottenere una crema spumosa. Unitevi il burro di anacardi e continuate la a sbattere con la frusta.
A questo punto, poco alla volta, incorporate le farine, mescolando dapprima con la frusta, poi con una spatola in silicone, quando l'impasto sarà diventato compatto.
Terminate la lavorazione impastando con le mani, formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno un'ora.
Stendete, quindi, una sfoglia, su una spianatoia infarinata, dello spessore di poco meno di un centimetro. Utilizzando una formina a vostro piacere ritagliate dei biscotti.
Sistemate i biscotti ottenuti su una placca, coperta da carta forno e lasciate riposare, in frigo, per almeno mezz'ora. Io, per motivi di tempo, ho lasciato che riposassero tutta la notte.
Portate il forno a 180° e, qando sarà in temperatura, infornate le teglie. Lasciate cuocere i biscotti per 20 minuti e sfornateli. Attenzione che tendono a bruciare facilmente e il colore della farina di castagne, piuttosto brunata, vi trae in inganno.
Sfornate i biscotti e trasferiteli su una griglia. Lasciateli raffreddare completamente e poi distribuiteli, assaggiateli e deliziatevene.

Il sapore dolciastro della farina di castagne, unito alla croccantezza del biscotto, renderà questo assaggio una piacevole scoperta.



Si manterranno, conservati in un barattolo di vetro, per molti giorni.




abc

Panchiocciole alle castagne con le noci e la certezza che dietro un fallimento si nasconde un successo

Lo confesso: queste chiocciole sono il frutto di un esperimento fallito. L'idea, quella prima volta, era chiara in testa, ma non sempre il risultato ripecchia l'immagine che ci si è creata nell'immaginario. Beh, non che il fallimento sia stato proprio deludente. Seppur abbia sfornato uno sgorbietto poco presentabile, ne ho fatto un goloso spuntino, che i miei amici di Fb hanno potuto gustare con gli occhi sabato mattina. Ma, testarda e tenace come sono, mentre assaporavo quella camuffatura d'autore, valutavo le mosse che avrei potuto mettere in atto per miliorare l'opera. Ehm.... per creare qualcosa di commestibile e presentabile ^_^ Insomma, alla fine ne è uscito un impasto che mi ha conquistato da subito. La fragranza di queste chiocciole è intensa, la crosticina croccante racchiude un soffice concentrato di sapori e noci e marroni contrastano la consistenza morbida rendendo il risultato veramente soddisfacente.

Ingredienti

60 g di marroni crudi (peso da puliti)
25 g di gherigli di noci
115 g di farina integrale
65 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di malto di riso
135 g di latte di avena
15 ml di olio evo
1 pizzico di sale

Sbucciate i marroni, facendo molta attenzione di eliminare tutte le pellicine, che conferiscono un sapore amaro. Tagliateli in piccoli dadini (per un risultato più morbido, sbollentatele per un minuto). Spezzettate anche i gherigli di noci e mischiateli ai marroni.
Setacciate la farina di castagne e mescolatela alla farina integrale e al lievito madre secco. Aggiungete, ora, il malto di riso e il latte di avena. Iniziate ad impastare, incorporando l'olio a filo. Per ultimo unire il sale e lavorare l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto. Ponetelo in una terrica, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo caldo per almeno 5 ore. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, rovesciatelo su una spianatoia infarinata, unitevi le noci e i marroni e impastate.
Date alla pasta una forma tonda e ponetelo nuovamente nella terrina. Copritelo con la pellicola e lasciate che lieviti ancora per 2 ore. Io lo lascio nel forno con la sola lucina accesa.
Quando sarà ben soffice e gonfio, prelevatelo dalla terrina e stendetelo sulla spianatoia infarinata, creando un rettangolo di circa un paio di centimetri di spessore. Con una rotella per pizza tagliate delle strisce larghe circa 3 centimetri. Attorcigliatele su loro stesse, una ad una, e chiudetele a chiocciola, pizzicando l'estremità sotto la chiocciola stessa.
Coprite una teglia con carta forno e posatevi sopra le chioccioline.
Lasciatele lievitare per altre due ore, sempre in un luogo tiepido. A questo punto portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per circa 30 minuti. Fate attenzione alla cottura, controllando che non brucino. Potrebbe essere sufficiente anche un minor tempo. Valutate in base al vostro forno.
Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia. Resistete, resistete, resistete ^_^ Almeno che siano tiepide, poi assaporatele come desiderate.
Sogliatele, addentatele, farcitele, queste chiocciole in ogni caso vi daranno soddisfazioni!


Il sapore è dolciastro, per merito della farina di castagne e del malto di riso, ma è un impasto che si presta molto ad accompagnare anche le pietanze salate. A voi la fantasia e il gusto!!
abc

Focaccine dolci alle castagne con mele e semi di girasole: l’attesa che diventa trionfo

Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^

Ingredienti

65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara

Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.

Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!

abc

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