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Zuppetta di merluzzo e mazzancolle al cocco: ricordi, emozioni, progetti che disegnano il presente

Sì, lo so, sono stata in vacanza e non vi ho ancora raccontato nulla. Beh, l'avrete capito, non sono una di quelle persone che si dilunga molto in racconti di esperienze personali. Al massimo lancio un paio di frecciate. Vi ho riempito le bacheche con immagini di tramonti da urlo e vi ho lasciato con il dubbio di quanto possa avermi lasciato questa esperienza. Ebbene lo ammetto: ci voleva davvero! Ho preso contatto con una Erica spoglia del superfluo e mi sono confrontata con una dimensione di vita decisamente semplice e intensa. E mi sono arricchita. Di fiducia, di coraggio, di voglia di lottare, di felicità, di luce. E adesso so che ciò che voglio dipende solo da me. Sta tutta qui, la forza che sento dentro.
Per non smentirmi, comunque, ho ceduto all'assaggio di qualche piattino, con palato attento e papilla critica (laddove critico non ha accezione negativa). Non sempre tipico del posto, ma comunque differente dalla cucina mediterranea. Uno di questi è la zuppetta che vi presento oggi. Non me ne voglia Mauro, che al Maracuja coccola i clienti con passione e professionalità, e che mi ha fatto assaggiare uno dei piatti a base di merluzzo più buoni di sempre, ma essere riuscita a ricreare quel sapore è stato davvero magico. Latte di cocco e pomodoro. Quando l'ho sentito, nella sua accurata descrizione del piatto, ho strabuzzato gli occhi. Se non avessi prima assaggiato avrei passato il ditino sulla pietanza successiva nella lista del menù. E invece, ragazzi, questa è una vera bontà. Gli ho promesso che ci avrei riprovato ed eccomi qui, felice e appagata, a condividere con voi questo grande successo. Felice come quell'anima libera che si beava di sensazioni uniche!

Ingredienti

200 g di code di mazzancolle
300 g di filetti di merluzzo fresco
200 ml di latte di cocco
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
5 foglie di alloro
olio evo
sale integrale
pepe

Pulite le mazzancolle e saltatele in un wok con dell'olio caldo e uno spicchio di aglio schiacciato. Aggiungete le foglie di alloro stropicciate e fate insaporire per qualche minuto.
Eliminate dal merluzzo le spine, tagliatelo a filetti, poi in bocconcini. Uniteli alle mazzancolle e saltateli. Salate a piacere e aggiungete una macinata di pepe.
   Mescolate tra loro latte di cocco (io lo trovo in latta nel negozio bio, oppure in bricchetto da 250 ml) e salsa di pomodoro, quindi versateli nel wok insieme al pesce. Fate insaporire per una decina di minuti, correggete eventualmente di sale e spegnete il fuoco.
Servite la zuppetta calda e assaporatela. E' perfetta accompagnata con del riso bianco, semplicemente bollito. Cosa che ho omesso, questa volta, perché per i miei pranzi mezza porzione è sempre sufficiente ^_^
Per necessità di tempo ho preparato il piatto la sera prima. L'ho scaldata, poi, aggiungendo un po' di latte di cocco, per ammorbidirla. Il risultato è stato comunque perfetto.

Rimarrete conquistati in primis dai profumi delicati, poi dai sapori avvolgenti. Una scoperta che si trasformerà presto in un must della mia cucina.

Grazie Mauro, alla prossima ^_^abc

Spaghetti di riso integrale in salsa di pomodori secchi e mandorle: il qui ed ora che rende tutto perfetto

Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia

Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.

Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.

Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.

abc

Polpette di tofu e lupini al sugo di verdure: un tuffo tra ricordi, ritorni e il piacere di sorprendersi

Le polpette al sugo, nella più classica versione con il macinato, sono uno dei ricordi più forti della mia infanzia. Non le amavo particolarmente, preferivo già da piccola la versione in bianco. La rosolatura che conferiva croccantezza in superficie e manteneva tutti i sapori succosi all'interno, mi conquistava decisamente di più. Ma, visto che in casa il sugo andava per la maggiore e visto che a papà avresti potuto togliere tutto, ma non il rosso pomodoro, allora spesso si cenava con questo piatto. La carne tritata non la mangio più. Ma sono tornata al rosso. Ogni tanto ho desideri che devo soddisfare. Le polpette (o burger) di lupini, o di tofu, non sono una novità nella mia cucina. Ma questa volta hanno un qualcosa in più. Gli ingredienti sono naturali, non sono stravolti, ma si incontrano in un insieme di sapori da lasciare a bocca aperta. La ricchezza della verdure, a dare supporto ad un sugo gustoso, rende tutto perfetto. Proteine a non finire e una bontà che solo chi prova, può comprendere ^_^
Per un periodo ho utilizzato la soia in granuli, per sostituire l'effetto macinato della carne. E' durata poco: valido sostituto, ma non necessario. La consistenza morbida, delicata e piena di questo impasto non ha la presunzione di sostituire nulla. E' a sé, è perfetta così. E merita di essere assaggiata!

Ingredienti

Per le polpette
75 g di tofu naturale
55 g di lupini (peso da puliti)
10 g di olive di riviera
1 rametto di timo limone
tabasco (a piacere)
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
farina di riso
olio evo

Per il sugo
400 ml di passata di pomodoro (preparata da mamma con i suoi pomodori ^_^)
verdure a piacere (per me carote, melanzane, zucchine, porro, fagioli piattoni)
insaporitore vegetale
olio evo

Pulite i lupini e metteteli in un bicchierone insieme al tofu, tagliato a tocchetti, al timo limone lavato, alle olive sgocciolate e all'insaporitore vegetale. Unite qualche goccia di tabasco e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare un impasto liscio ed omogeneo.
Inumiditevi le mani e prelevate poco impasto alla volta. Formate delle polpette, quindi passatele nella farina di riso. Lasciatele riposare il tempo di preparare il sugo: in questo modo la panatura si compatterà bene e vi agevolerà nella cottura.
   Pulite le verdure. Tagliatele a dadini e fatele saltare in padella, con un filo di olio. Versate la passata di pomodoro, aggiungete eventualmente un cucchiaino di insaporitore vegetale e fate cuocere per una ventina di minuti, fino a quando la salsa si sarà asciugata e le verdure ammorbidite. A questo punto mettete a scaldare un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e, una volta che sarà ben caldo, fate rosolare le polpette. Lasciatele cuocere a fiamma media, girandole spesso, fino a quando saranno dorate e croccanti su tutta la superficie. Ci vorranno circa una decina di minuti.
A questo punto tuffate le polpette nel sugo, lasciatele insaporire per un paio di minuti, quindi spegnete il fuoco e servite.

Il contrasto di sapori, tra la delicatezza delle polpette e la forza del sugo, si sposeranno perfettamente donando un piacevole equilibrio.

Morbide e delicate, queste sono polpette che non si dimenticano facilmente e che, ne sono certa, possono conquistare anche i più piccini!!

   


abc

Fiori di zucca in rosso ripieni di germogli: a piccoli passi verso le novità, in un piatto e non solo

Una delle cose che attendo con maggiore trepidazione, nell'alternanza delle stagioni, è l'arrivo dei fiori di zucca. Sarà per il loro colore acceso e festoso, sarà per i ricordi che mi legano all'infanzia e ai pranzi cucinati dalla nonna, con i prodotti dell'orto curato amorevolmente da nonno Felice, sarà per il piacere di appagare il palato con leggerezza e delicatezza, sarà per lo stimolo alla fantasia nel continuo tentativo di creare una forma più perfetta, che poi un po' lo sono tutte. Così eccomi approdare sui primi fiori di zucca della stagione. Che è un bell'iniziare, visto che li ho dipinti di rosso!!!! Ma come, io che preferisco in bianco anche il ragù, che "la salsa di pomodoro copre ogni sapore", adesso faccio arrossire dei delicatissimi fiorelloni? Eppure lo devo ammettere, il pomodoro, in un concentrato di salsa che arriva direttamente dalla cucina di mammà, dà a questo piatto un tocco di eleganza e completa alla perfezione il quadro di sapori. E poi ci sono loro, i miei amati germogli. In una veste insolita, che rende tutto sfizioso e intrigante. Ma ditemi, avete mai assaggiato dei fiori di zucca farciti così? ^_^

Ingredienti

10 fiori di zucca
100 g di germogli di soia
20 g di certosa light
20 g di parmigiano
20 g di porro
salvia fresca
sale rosa dell'Himalaya
500 ml di passata di pomodoro
1/2 cucchiaino di farina di limoni (o scorza grattugiata)

Pulite e lavate accuratamente i fiori di zucca, lasciandoli chiusi ed eliminando unicamente il fondo e il pistillo. Fateli scolare e teneteli da parte. Fate cuocere i germogli di soia al vapore per 5 minuti circa, quindi procedete anche con il porro tagliato a fettine sottili.
Mettete sul fuoco la salsa di pomodoro e lasciatela ridurre, a fuoco lento, fino a quando sarà un concentrato. A questo punto unite la farina di limoni (o la scorza grattugiata) e lasciate insaporire.
   In una terrina unite la certosa, il parmigiano e la salvia tritati, il sale rosa e mescolate, amalgamando tutto perfettamente. Aggiungete al composto i germogli di soia e il porro e mescolate tutto. Correggete, eventualmente, di sale.
Con molta delicatezza, aiutandovi con un cucchiaino, farcite i fiori di zucca. Una volta pieni, attorcigliate leggermente l'estremità del fiore, quindi sporcate la superficie con il concentrato di pomodoro.
Sistemate i fiori su una teglia, coperta da carta forno. Portate il forno alla temperatura di 200° e infornate. Cuocete per circa 15 minuti, ma controllate che non bruciacchino, soprattutto le estremità del fiore.
Quando saranno ben croccanti e dorati, estraete la teglia e lasciateli riposare un minuto.
Trasferiteli su un piatto e accompagnateli con verdura di stagione. Io ho trovato perfette delle zucchine tagliate a julienne e dorate in forno. A voi il vostro contorno preferito.

Il formaggio è presente in quantità giusta, affinché il piatto rispetti i canoni del light. La verdura si manifesta in ogni sua forma e il sapore non si risparmia sicuramente. Quindi..... rimboccatevi le maniche e provate questi fiori, perché sono la fine del mondo!!!!

La presenza spiccata del pomodoro rende sfizioso ogni morso e il ripieno stupisce per consistenza.
Diversificare in cucina è un'ottima soluzione per rendere appetibili quei soliti piatti ^_^


Diversificare. Scegliere con cura. Selezionare. Preferire.
Preparatevi, la seconda novità sta arrivando!!!!abc

Baci di dama al miglio con crema di friggitelli: quel sapore insolito che dà forma ad un pensiero

Non so dirvi cos'abbia innescato questo folle pensiero. Posso, però, garantirvi che il risultato ha lasciato senza parole anche me. La visita della mia bella mamma aveva lasciato un paio di tracce dell'orto nel mio frigorifero: qualche friggitello e taaaaaaaaaanti cipollotti. Visto che, seppur ultimamente non abbia così tanto appetito da stravolgere le provviste della dispensa, quelle stesse provviste mi sbirciavano con occhio rassegnato e stanco, cercando di capire quali intenzioni avessi nel far incontrare qualche folle ispirazione alla loro natura di alimento sano e gustoso. Ho passato una buona mezz'ora (non scherzo) a camminare dai ripiani tracimanti del reparto a lunga conservazione al frigorifero. Un'anima in pena!! "Quinoa? No, dai. Fregola, magari? Mmmmmhh, volevo farne altro. Spaghetti di riso basmati? Guarda quanti tipi di riso hai!!!! E tutti quei cereali..... Ma il miglio? O forse due ceci? Però non ho voglia di spadellare troppo. Certo che quel pomodoro di mammà..... No, dai, troppo impegnativo. Però non posso continuare a rimandare. E se.....", e intanto sul pavimento si formavano i primi solchi.
Alla fine ho spento le voci barbose e ho afferrato quel sacchetto di miglio e il vasetto di pomodoro di mammà. Questa l'idea di base. Il resto è venuto da sé ^_^

Ingredienti

Per il miglio
55 g di miglio bio
85 g di passata di pomodoro
90 g di acqua
5 gocce di tabasco
15 g di arachidi tostati non salati
45 g di feta light

Per la crema
80 g di friggitelli (peso da puliti)
2 cipollotti rossi
80 g di tofu
10 g di olive di Riviera
2 cucchiaini di farina di soia
sale
olio evo

Pesate il miglio e sciacquatelo sotto acqua corrente. Mettetelo in una pentola sufficientemente capiente, con l'acqua, la passata di modororo e il tabasco miscelati. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per il tempo richiesto, fino a quando i liquidi verranno assorbiti interamente. Io ho utilizzato una passata preparata da mia madre, che era già insaporita. Se ne utilizzaste una senza sale, correggete a piacere (ma senza esagerare, perché il liquido si consumerà e non ne sarà necessaria una grossa quantità).
Nel frattempo pulite i friggitelli, liberandoli dal picciolo e dai semini interni. Lavateli e tagliateli a striscioline. Pulite anche due cipollotti (per me, anche loro, dell'orto di casa) e tagliateli a fettine sottili.
Mettete tutto in una padella con un filo di olio evo e fate appassire bene, affiché diventino morbidi. Salate a piacere. Coprite con un coperchio e abbassate la fiamma. Cuocete per una decina di minuti almeno.
Tritate gli arachidi insieme al tofu. Quando il miglio sarà cotto, versateceli dentro e mescolate fino a quando diventerà un composto omogeneo.
   Assaggiatene la sapidità ed eventualmente correggete (la feta, comunque, tenderà a dare sapore). Ungete uno stampo per baci di dama in silicone e riempite con il miglio cotto ciascuno stampo.
Compattate bene il composto e livellatene la puperficie, in modo che siano tutti uguali.
Infornate a 175° e cuocete per 20 minuti circa, ma regolatevi in base alle caratteristiche del vostro forno: dovranno risultare molto dorati e dovranno iniziare a staccarsi dai bordi dello stampo.
Sfornate e lasciate riposare per un paio di minuti. Quindi rovesciate lo stampo ed estraete i biscotti lasciandoli raffreddare su un piano.
Passate alla preparazione della farcitura.
Con un frullatore ad immersione passate i friggitelli e la cipolla, creando una crema liscia.
Aggiungete le olive di Riviera ben sgocciolate e frullate nuovamente, fino a renderle crema.
Sbriciolate il panetto di tofu e unite anche uesto. Procedete con il frullatore, aggiungendo la farina di soia, fino a quando la crema sarà di una bella consistenza densa. A me ne sono bastati un paio di cucchiaino. Assaggiate di sale ed eventualmente correggete.
Passate, ora, alla farcitura.
Dividete a metà i biscotti di miglio. Su una metà mettete un cucchiaino di crema. Uniteli ad un'altra metà e lasciateli riposare per circa una mezz'ora, in modo che si compattino bene.
A questo punto serviteli e assaporateli nel contrasto di sapori, di consistenze e nell'insolita forma.
Due caratteri che si trovano e si sostengono, regalando al palato giochi di antagonismo perfetti.

Sfiziosi da presentare come aperitivo, sicuramente incuriosiranno i vostri commensali.
Sostituendo la feta con farina di soia, possono essere un ottimo aperitivo anche per gli amici vegani. Sicuramente ricchi di intenso sapore.
A voi l'assaggio.



abc

Crocchette di ceci neri e spinaci: dalla visione all’assaggio attraverso il supporto dell’interpretazione

Non riesco a ripetere due volte una mia stessa ricetta, figuriamoci se riesco ad attenermi alle dosi di una ricetta proposta da qualcun altro e apprezzata!! Chiamiamola interpretazione, chiamiamolo desiderio di personalizzazione, diciamo anche che provo quel pizzico di piacere nel sentirmi libera di esprimere il mio estro, seppur nella riproduzione di qualcosa di già esistente. Non me ne voglia la dolce Rachele, che ho riempito di complimenti quando ho visto i suoi kofta di ceci e spinaci. La mia reazione è stata questa: LI DEVO PROVARE. Ma già sapevo che il cumino non l'avrei messo, che i ceci sarebbero stati neri e che il fritto non sarebbe stato proprio fritto. Però, in tempo record, la sua ricetta, o meglio l'ispirazione arrivata dalla sua ricetta, si è materializzata sulla mia tavola ed è stato un grande successo. Cosa dire di questa farina di soia che sto amando ogni volta di più? Non posso spiegare il sapore. Solo il profumo inebria. L'apertura del sacchetto è un'esperienza sensoriale. Mi ci chiuderei dentro ogni volta, ad immergermi, sporcarmi e farmi riempire di quell'aroma che travolge. Così ho pensato di provarla anche in una panatura. Beh.... un successo! Presto proverò anche la versione al forno; intanto gustare queste crocchette salutari e piene di sapori intensi mi ha assolutamente soddisfatto. Grazie Rachele e.... a voi l'assaggio.

Ingredienti

60 g di ceci neri secchi (120 g bolliti)
200 g di spinaci freschi
20 g di farina di soia + q.b. per la panatura
15 g di crusca d'avena
15 g di semi di lino
noce moscata a piacere
pepe a piacere
latte d'avena q.b. per la panatura
sale
olio evo

   Mettete a mollo i ceci per una notte e poi bolliteli. Io ho provato a farli bollire senza ammollo per un paio d'ore, con un pizzico di bicarbonato, e il risultato è stato lo stesso. Una volta cotti lasciateli raffreddare su un piano.
Tritate grossolanamente i semi di lino, poi unitevi la crusca d'avena, la farina di soia e i ceci. Aggiungete noce moscata e pepe e tritate tutto.
Lavate bene gli spinaci e cuoceteli al vapore per qualche minuto.
Strizzateli e uniteli al composto di ceci. Tritate ancora tutto velocemente e salate a piacere. Prelevate poco impasto alla volta e formate delle crocchette della forma desiderata. Su un foglio di carta assorbente versate della farina di soia.
Intingete ciascuna crocchetta nel latte di avena, poi passatela nella farina di soia, cercando di coprire tutta la superficie uniformemente. Togliete la farina in eccesso, che rimarrà facilmente attaccata all'impasto, e lasciate riposare le crocchette, in frigorifero, per almeno mezz'ora. In questo modo si rassoderanno e la panatura diverrà compatta, agevolando la cottura. Io le ho lasciate riposare per più di un'ora.
Fate scaldare due cucchiai di olio in una padella e, quando satà ben caldo, unitevi le crocchette.
Lasciatele rosolare bene, a fiamma piuttosto vivace, girandole spesso affinché la cottura sia uniforme.
Quando le vedrete dorate, spegnete il fuoco e trasferitele su un foglio di carta assorbente, in modo che l'olio in eccesso venga rilasciato.
A questo punto servitele. Io le ho accompagnate con una salsina preparata con della meravigliosa salsa di pomodoro preparata dalla mia mamma, che ho fatto cuocere e ridurre, aggiungendo qualche goccia di tabasco e un cucchiaino di salsa di soia.
L'abbinamento l'ho trovato strepitoso.

Ho assaporato, crocchetta dopo crocchetta, senza davvero riuscire a fermarmi. Il gusto intendo, la compattezza giusta, l'abbinamento di sapori contrastanti hanno reso questo piatto un vero successo!

abc

Sardine ai pistacchi su letto di catalogna in panatura rossa: di pensieri, ricordi e rivisitazioni

Mi porto dietro il pensiero di queste sardine e dell'abbinamento con i pistacchi da un po' di tempo, da quando assaggiai il piatto del "compare Alfredo", dove compare sta per mamma mia quando diavolo è piccolo il mondo e quanto affascinante è il destino che ti porta ad incontrare persone, in luoghi improbabili, che hanno camminato sui tuoi stessi viali e conosciuto le medesime persone in tempi diversi. Certo, parole incomprensibili per molti, ma alla fine ciò che conta è quanto rimane, quanto ci viene dato da un semplice sguardo e dalla fatalità. Alfredo è una persona che sa il fatto suo, che ascolta prima di parlare e che mette entusiasmo in tutto quello che fa. Non l'ho conosciuto più di questo, ma la sua determinazione mi ha davvero colpito. In punta di piedi è arrivato, e in punta di piedi se ne va, approdando su nuovi confini per seguire il suo sogno. "Ti seguirò, Cuocherellona", è stato il suo saluto. Che, detto da chi fa della cucina la sua professione, è una grande soddisfazione. Questa rivisitazione è per te, Alfredo. Si trova sempre il tempo per fare ciò che ci appassiona, anche se è proprio il tempo a mancare. In bocca al lupo per la tua nuova esperienza e ricorda che c'è sempre un paesino, arroccato sugli Appennini abruzzesi, ad attenderci con grandi e "ritrovate" risate in compagnia.

Ingredienti

120 g di sardine deliscate (circa 9 sardine)
130 g di gambi di catalogna
20 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaio di pangrattato (io di riso)
3 cucchiai di salsa di pomodoro (io quella casalinga)
olio evo
sale

Fate scaldare in una padella un filo d'olio e versate 3 cucchiai di passata di pomodoro. Quella preparata da mia madre è già ben condita e non richiede sale. Valutate la salsa che utilizzerete e provvedete a salarla se fosse necessario. Fatela rapprendere bene.
Tagliate i gambi di catalogna in bastoncini di circa 15 centimetri di lunghezza, lavateli e uniteli al pomodoro. Coprite con un coperchio, abbassate la fiamma, e fate insaporire per una decina scarsa di minuti.
Nel frattempo pulite le sardine e sciacquatele. Sgusciate i pistacchi, puliteli al meglio dalla loro pellicina e teneteli da parte.
Quando le coste della catalogna saranno piuttosto morbide, spegnete il fuoco e versateci il cucchiaio di pangrattato. Mescolate bene affinchè venga assorbito da tutto il pomodoro e ricopra la verdura.
Coprite una teglia con carta forno, spolverizzate la base con poco pangrattato e sistemate le coste affiancandone circa 6. Procedete con un secondo strato, nel vrso opposto, e poi con un terzo, fino ad ultimare le coste stesse.
Ora adagiate le sardine dalla parte della pelle. Salatele leggermente in superficie e copritele con i pistacchi tritati. Procedete con un altro strato di sardine, anche queste in senso opposto (ruotate di 90° rispetto a quelle sistemate precedentemente).
Per ciascuno strato salate e coprite il pesce con i pistacchi. Quando avrete ultimato gli strati e avrete coperto la superficie con il trito di pistacchi, versate un filo d'olio e infornate, a 200° su un ripiano alto del forno. Cuocete per 15 minuti (io con la funzione ventilata), fino a quando la superficie sarà ben gratinata.
   Quindi sfornate e trasferite il tortino su un piatto. Servite e gustate caldo.

Si gioca sui contrasti anche in questo piatto: l'amarognolo della catalogna in una panatura morbida e leggermente aspra, con il gusto intenso delle sardine, rese sfiziose dalla granella di pistacchi dolci.

E' un tortino che si sfoglia con curiosità e acquolina e che stuzzica il palato appagando i sensi.

abc

Cannelloni ricotta e spinaci in lotta tra classicità e innovazione

Cannelloni, nulla che mi possa distrarre: devo prepararmi un bel piatto di cannelloni. Varianti? Innovazioni? No..... la tradizione bella e buona. Per una volta voglio un piatto classico!!
Parto allora alla ricerca della miscela perfetta di farina per l'impasto (senza uovo?..... No, ho detto classiche). Penso al ripieno. Certo, ricotta e spinaci, un classico.... (ma non ci metto neanche un semino di zucca? No, nessuna delle tue varianti). E poi faccio un sughino veloce veloce, semplice semplice per accompagnarli (un cicinela di verdurine, o magari un po' di peperoncino?? Mmmmhh, ti sto per fulminare.....). E sa facessi anche un po' di besciamella con del pistacchio? Facciamo così: metto un po' di pomodoro nella sfoglia e prendo due foglioline di salvia, ma due, per il ripieno. E' tutto ciò che mi sono concessa...... un tocco di colore nella pasta e due foglioline di salvia, perché proprio classico un piatto non mi riesce. E vi dirò..... ci stavano veramente bene. Piatto gustosissimo e ampiamente appagante.

Ingredienti

Per la sfoglia
40 g di farina 1 di grano tenero (io Molino Chiavazza)
70 g di semola di grano duro rimacinata
20 g di pomodoro (parte del sugo preparato per il condimento)
50 g di albume

Per il ripieno
100 g di spinaci
4 foglie di salvia
100 g di ricotta vaccina
15 g di parmigiano
noce moscata (io abbondante)
sale

Per il sughetto
200 g di polpa di pomodoro (io Mutti)
porro
sale
1 pizzico di zucchero
olio evo

Partite dal sugo, in modo che, mentre preparerete il resto, avrà il tempo di cuocere. Fate soffriggere qualche fettina sottile di porro in un cucchiaio scarso di olio evo e unite la polpa di pomodoro. Correggete di sale e unite un pizzico di zucchero per togliere l'acidità. Fate cuocere a fiamma bassa per 40 minuti circa, girando di tanto in tanto. Dovrà asciugare abbastanza.
Passate ora al ripieno. Tritate gli spinaci con il parmigiano e le foglie di salvia. Io ho usato la mezzaluna perché avrei voluto ottenere un composto non troppo fine e abbastanza rustico. Quando sarà ben sminuzzato unite alla ricotta, aggiungete la noce moscata e il sale e mescolate fino ad ottenere una crema omogenea. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e riponete in frigo per il tempo della preparazione della sfoglia.
Miscelate le farine, formate una fontana e versate nel mezzo circa 20 g della salsa d pomodoro preparata e l'albume. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto e fate riposare, avvolto in un canovaccio pulito, per circa mezz'ora. Stendete quindi la pasta in una sfoglia sottile. Generalmente, e per praticità, utilizzo la macchinetta dell'Impera. Questa volta ho voluto stenderla a mano, con l'ausilio del mattarello. Ricavate dei rettangoli di circa 15 cm di altezza e 30 cm di lunghezza.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e preparate, accanto, una boule con acqua fredda e un cucchiaio di olio. Fate cuocere per poco più di un minuto una sfoglia alla volta. Poi prelevatela, passatela nell'acqua fredda e stendetela su un canovaccio. Ripetete il procedimento per tutte le sfoglie. Tagliate ciascun rettangolo in due e farcite ogni quadrato con il composto di ricotta e spinaci, sistemandolo lungo uno dei lati. Avvolgete i vostri cannelloni, in modo che rimangano compatti e piuttosto stretti.
Cospargete il fondo di una pirofila con un cucchiaio di sugo, adagiatevi i cannelloni, affiancati tra di loro e ricopriteli con il restante pomodoro.
Ricopriteli con abbondante parmigiano grattugiato, versate un filo di olio evo e infornate a 180° per 10 minuti circa. Utilizzate un ripiano alto del forno, in modo che venga una croccante gratinatura.

Ora non vi resta che gustarveli!!


Perfetta coesistenza di morbido e croccante in un semplice intreccio di sapori. Il classico, per oggi, ha vinto!!
abc

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