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Spaghetti di farro con broccoli e olive: il desiderio appagato in pieno stile salutista

Quando assaggiai la prima volta questi spaghetti di farro, ne rimasi piacevolmente colpita. Mi piace il sapore rustico, mi piace la ruvidità, mi piace la consistenza che portano con sé. Trovo sposino qualsiasi condimento e, credetemi, nel tempo mi ci sono imbattuta più volte. Quando ho l'irrefrenabile desiderio di pasta, generalmente questa soluzione mi appaga enormemente.
E così capitò che quel desiderio di arrotolare due spaghetti sulla forchetta mi colse all'attivo di un meraviglioso broccolo. Il broccolo, che creatura meravigliosa, così ricca di preziosi sali minerali e vitamine!! Peraltro decisamente versatile. E' stato un attimo pensare a due differenti consistenze e ad unirle in un piatto ben bilanciato tra proteine, carboidrati, grassi e fibre. Insomma, sarò un'inguaribile salutista, ma quando il sapore arricchisce un piatto genuino, gustarlo riempie sempre di appagante soddisfazione.

Ingredienti

60 g di spaghetti di farro (io Fior di Pietra Bio)
1/3 di broccolo
100 g di ricotta
1 cucchiaio abbondante di olive di Riviera
1 spicchio d'aglio
sale
olio evo

Separate le cime dei broccoli dal torsolo. Lavatele accuratamente, poi fatele sbollentare in acqua salata per due minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata. Fate quindi bollire i torsoli, tagliati a pezzi, per almeno dieci minuti, fino a quando saranno molto morbidi.
Tagliate le cimette in piccoli pezzetti e fatele saltare in padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Quando saranno dorate aggiungete le olive, ben sgocciolate, e tenete sul fuoco ancora un minuto, in modo che insaporisca bene tutto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e fare cuocere gli spaghetti di farro, al dente.
Nel frattempo scolate i torsoli del broccolo e trasferiteli in un biccherone. Aggiungete la ricotta, correggete di sale e frullate fino ad ottenere una crema densa e vellutata.
Scolate la pasta e versatela nella padella con le cime di broccolo e le olive. Fatela saltare leggermente, poi versate la crema.
Lasciate insaporire per un minuto circa, poi spegnete il fuoco e servite.

Buon appetito, in salute!!

abc

Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
abc

Crumble integrale di melanzane croccanti in crema di ricotta e la rivelazione di un debole

Ebbene sì, sebbene non l'abbia mai dimostrato, ho un debole per i crumble. Quella pasta burrosa e friabile che fa crock sotto i denti e nasconde un ripieno cremoso mi ha sempre affascinato. Ma... lo sapete, difficilmente pecco e in casa NON ho burro. Mai. Quando, però, ho scoperto il burro vegetale, che ho introdotto con le treccine e che ho argomentato meglio qui, mi sono detta perché no? E miei cari....il crumble entra di diritto tra i piatti papabili per i miei sani strappi alla regola!! Non vi dico, poi, che meraviglia queste melanzane croccanti!! La crosticina di mais fioretto, in cottura sulla piastra, le ha davvero rese irresistibili. Alla fine ho solo messo insieme due semplicissime idee e.... festa per il palato!!

Ingredienti

Per la pasta
25 g di farina di mais fioretto
15 g di farina integrale
40 g di burro vegetale
1 tuorlo
sale

Per la farcitura
1 melanzana viola striata
1 cucchiaio di farina di mais fioretto
100 g di ricotta
80 g di Philadelphia Balance
10 foglioline di basilico fresco
sale

Sbucciate la melanzana, tagliatela a fettine verticali dello spessore di circa 1 centimetro e sistematela a strati, con sale grosso, in uno scolapasta. Lasciate spurgare tutto il suo liquido vegetale per un paio d'ore. Sciacquatele e tamponatele con un foglio di carta assorbente. Impanatele nella farina di mais fioretto e cuocetele alla piastra (io ho utilizzato una bistecchiera per avere un effetto più croccante).
Tagliatele a listarelle e fatele saltare in padella con un filo di olio evo per un paio di minuti, a fiamma viva. Spegnete il fuoco e tenete da parte, facendole raffreddare.
Nel frattempo preparate la pasta: miscelate le farine, aggiungete il burro, il sale e il tuorlo e lavorate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Date all'impasto la forma di un panetto e fate riposare in frigorifero per mezz'ora circa, avvolto in un foglio di pellicola trasparente.
Mescolate ricotta e Philadelphia, aggiustate di sale. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele bene e tagliatele finemente nella crema di formaggi.
Mescolate fino a creare un composto omogeneo. Unitevi le melanzane saltate e amalgamate bene. Riprendete la pasta e dividetela un 3 parti uguali. Con due parti create la base di 4 cocottine monoporzione, pressando bene al fine di creare uno strato compatto. Versate il composto di formaggio e melanzane e sbriciolate sopra la pasta rimanente.
Cuocete a 180° per 25 minuti, cercando di far dorare bene la superficie. Controllate la cottura, ed eventualmente regolatevi sul tempo.
Sfornate e lasciate intiepidire leggermente.

Assaporate questo piccolo scrigno di delicata bontà e.... burro vegetale? Io dico di sì!!

abc

Treccine d’orzo con burro vegetale di frutta secca e anima di cioccolato: la sfida continua

Ormai lo sapete: sono un'inguaribile chimica alla ricerca di sapori nuovi, di sperimentazioni bizzarre e di intrecci inusuali. Ma sapete che quando mi metto in testa una cosa..... e chi mi ferma!! Poi quando si tratta di colazione e di genuinità, aprite le porte!!!!!! Terminati i miei spettacolarissimi croissant al cocco, che, confesso, ad oggi sono l'esperimento di maggior successo, mi toccava l'arduo compito di trovare un degno sostituto. Ancora croissant? Magari la prossima volta. Questa volta voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Parliamo sempre di sfogliatura, certo, ma questa volta insolita. Già, perché il burro di nocciole, noci e mandorle che ho utilizzato ha conferito alla sfoglia una consistenza particolare. Ha ammorbidito un impasto ricco di fibre e impreziosito dai semi di lino (miei amati semi di lino!!) e dallo zucchero Mascobado, rendendolo gustoso e conferendogli una scioglievolezza e una morbidezza senza precedenti. Una sorta di pasta lievitata mista a frolla. Come ve lo spiego? ^_^
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!

Ingredienti

Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente

Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia

Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!



                                              

abc

Sauté di morbida polenta filante con zucchine e olive: il passo decisivo verso la consapevolezza

Quando la polenta entra in scena, ci siamo: l'autunno mi ha battezzato! Io, che sono quella dall'irriducibile desiderio di estate, quella che "le calze? Il più tardi possibile" e va in giro con gli sciarponi e le gambe scoperte (è un gioco di equilibri: il tanto che compensa il poco), io che "la giacca? Solo un impiccio fastidioso", che guarda l'ora al calar del sole e si intristisce a vedere che siamo già a meno 4 ore di luce rispetto alla mia giornata ideale, io, proprio io, alla fine non posso che cedere. I piatti si caricano di colori e sapori intensi e avvolgenti e compare lei: la polenta. Segno emblematico dell'arrivo del mio autunno. Meglio tardi che mai.... anche io vi raggiungo in questo inizio di stagione. E come tutti gli inizi che, per me, si rispettino, cerco di renderli meno amari possibile. La mia vita è un continuo inizio, a volte anche esasperante, ma sempre stimolante. E ciascuno di questi inizi, in un primo momento, mi destabilizza sempre. Poi elaboro, mi ambiento, prendo consapevolezza e via... non mi ferma più nessuno. E' così che ho deciso di reinterpretare un classico della stagione fredda. Con colore, con sapore, con sfizio. E vi dirò: il mio autunno è iniziato proprio alla grande!!

Ingredenti

300 ml di acqua
120 g di polenta taragna precotta
sale
100 g di ricotta
20 foglie di basilico fresco
5 g di olio evo
20 g di parmigiano
1 zucchina
1 cucchiaio di olive taggiasche

Portate ad ebollizione l'acqua con il sale. Versate a pioggia la polenta, mescolando bene, e fare cuocere per il tempo indicato. Io, per praticità, utilizzo la farina precotta, che cuoce in 5 minuti. Spegnete il fuoco.
Grattugiate 15 g di parmigiano e uniteli alla polenta, mescolando bene. Tenetela, quindi, da parte, in modo da farla intiepidire.
Lavate le foglie di basilico e tritatele con una mezzaluna. Aggiungetele alla ricotta, unite un pizzico di sale e mescolate fino a creare un composto ben amalgamato. Unite la crema alla polenta e mescolate accuratamente fino a quando sarà completamente incorporata.
Rovesciate l'impasto su un piano e stendetelo in un panetto spesso circa 2 centimetri. Lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo pulite e lavate la zucchina. Tagliatela a julienne e fatela saltare in padella con un filo di olio evo. A piacere aggiungete sapori, cipolla, aglio o quanto possiate gradire. Io ho optato per una versione semplice che mettesse in risalto solo il sapore naturale degli ingredienti.
Tagliate a rondelle le olive taggiasche e unitele alle zucchine. Salate a piacere e fate rosolare bene il tutto, per 5 minuti circa, a fiamma piuttosto alta. Attenzione a non far bruciacchiare le zucchine!!
Riprendete la vostra polentina e tagliatela a cubetti (o come desideriate).
Unitela alle zucchine, alzate la fiamma e fate abbrustolire bene ciascun cubetto, facendo saltare spesso l'insieme per evitare che attacchi alla padella e che bruci. Questo passaggio dipenderà dalla quantità di polenta, ma regolatevi guardando l'aspetto brunito che le vostre polentine prenderanno.
Quando saranno belle croccanti spegnete il fuoco, unite il parmigiano e servite.
La crosticina croccante, che racchiude un cuore morbido e cremoso, e accompagnata dal sapore delicato delle zucchine e saporito delle olive, renderanno ogni boccone un piacevole viaggio sensoriale.

Non ci si stanca mai di assaporarlo, cubetto dopo cubetto ^_^abc

Gnocchi di zucca e farro: colori e sapori di un autunno che avvolge e conforta

Ebbene sì, l'autunno inizia a dipingere i piatti e a cambiare le tonalità in tavola, seppur qualche raggio di sole riesca ancora a tener viva l'illusione che questa bizzarra estate non ci voglia abbandonare. E' bellissimo soffermarsi ad ammirare come la natura cambi, come varino i prodotti che la terra ci offre. Ed è particolare percepire anche come cambi lo stimolo della cucina: non più pietanze che ci rinfreschino e ci solletichino, ma piatti sempre più importanti, che ci avvolgano e ci riscaldino. Gusti via via più decisi, consistenze che vanno a diventare importanti, carichi calorici che crescono per permettere al nostro corpo di adattarci alla stagione che sta entrando in scena. Ecco cosa amo dell'autunno: la delicatezza con cui ci dice "ora tocca a me". Amo i suoi sapori, i suoi colori intensi, i profumi intensi. E allora mi soffermo su tutto questo, lasciando da parte quanto l'arrivo della stagione fredda fa stridere, dentro di me. E lo faccio proponendovi la mia prima zucca. Una preparazione, questa, che ho in mente da molto tempo e a cui ora, finalmente, sono riuscita a dare l'identità che sento possa meritare.

Ingredienti

50 g di ricotta
50 g di zucca cotta al forno
1 g di sale
43 g di farina di farro integrale
10 g di farina di farro
15 g di pistacchi tostati non salati
20 g di Camembert
olio evo

Lavate e asciugate accuratamente il rosmarino. Prelevate gli aghi e tritateli finemente, con l'aiuto di una mezzaluna. Il peso del rosmarino tritato dovrà essere di circa 2 grammi.
Strizzate molto bene la zucca (il peso indicato si riferisce alla polpa ben strizzata) e frullatela. Unitevi la ricotta, il sale e il rosmarino sminuzzato e mescolate fino a creare un composto omogeneo.
Setacciate e mescolate le due farine. Unitele, poco alla volta, alla crema di zucca ottenuta, mescolando con una spatola di silicone (io ho impastato nel Bimby a velocità spiga per un minuto). Dovrete ottenere un impasto morbido, ma non troppo appiccicoso.
Spolverizzate di farina una spianatoia e versateci la pasta. Lavoratela velocemente dandole la forma di un panetto e tagliatela in quattro pezzi.
Fate scivolare sotto le mani ciascun pezzo, formando dei filoncini lunghi, di diametro di circa un centimetro.
Tagliate ciascun cordoncino di pasta a tocchetti, formando gnocchi lunghi un paio di centimetri (o comunque della misura che gradirete maggiormente).
Portate l'acqua a bollore e, nel frattempo, tritate i pistacchi e tagliate a fettine il Camembert. Personalmente non amo la crosticina e provvedo sempre ad eliminarla. Mi piace la cremosità del formaggio e pecco, lo ammetto, nel mantenere unicamente la parte morbida togliendo la vera peculiarità di questo formaggio.
Salate l'acqua in ebollizione e buttate gli gnocchi. Mettete a scaldare un cucchiaio di olio evo in una padella e fatelo insaporire con un rametto di rosmarino. Non appena gli gnocchi affioreranno in superficie, scolateli e trasferiteli in padella. Unitevi metà dei pistacchi e saltateli a fiamma viva per un minuto, aggiungendo un po' di acqua di cottura se necessario.
Trasferitene una parte in una pirofila, copritela con qualche fettina di formaggio, una spolverata di pistacchi e procedete così fino a terminare gli ingredienti. Fate gratinare in forno per 5 minuti e servite.




Piatto decisamente consistente, ma dai sapori delicati, vi saprà conquistare forchettata dopo forchettata.

abc

Muffinbread senza uova, con ricotta e olive taggiasche: quando la caparbietà dà i suoi frutti

Della ricotta da finire, un po' di verdura appena cotta e il desiderio di sperimentare qualcosa di diverso. Sia chiaro: non ho inventato proprio nulla, ma io non cedo praticamente mai a preparazioni da forno come muffin o plumcake salati. Questa volta, però, non avrei voluto ricadere nella solita torta salata, che amo, ma che forse è il caso di evolvere. Allora eccomi alle prese con il mio solito principio: visto che le cose semplici non mi piacciono, riuscirò a fare uscire un muffin senza uova? Perché?, vi chiederete... Beh, la ricotta copre perfettamente la parte proteica della preparazione, l'uovo sarebbe veramente di troppo, se non un perfetto nemico! ^_^ E visto che, oltre ad essere malata, sono anche pignola e testarda (chi, IO??????) ci ho provato! Un po' di questo, poi quest'altro, magari aggiungo qui, però anche questo.... ok, consistenza giusta: inforno! Ed ecco che un mio capriccio di è trasformato in uno sfiziosissimo muffinbread, che ho così definito perché è un muffin, ma con la consistenza simile ad una pagnottina. Insomma, una bontà irresistibile che, udite udite, il giorno dopo (e anche due giorni dopo.... benedetta vita da single!) è ancora morbidissima e ancora più saporita!!

Ingredienti

100 g di ricotta
100 g di catalogna cotta
120 g di farina di farro bianca
3 g di lievito di birra secco
20 g di olio evo
40 g di olive taggiasche
sale

Tritate finemente la catalogna, fino a creare una crema grossolana. Unitevi la ricotta setacciata, il sale e mescolate bene rendendo tutto ben omogeneo. Tagliate le olive taggiasche a metà e tenetele da parte.
Mescolate farina e lievito e iniziate ad incorporarla al composto di ricotta. Aggiungete l'olio a filo, le olive precedentemente tagliate e lavorate fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo e appiccicoso. Non facilissimo da lavorare ^_^
Preparate i pirottini per muffin sistemandoli nell'apposita teglia. Con queste dosi verranno 6 muffinbread piuttosto piccoli. Regolatevi in base al vostro gusto. Aiutandovi con un cucchiaio e con una spatola in silicone dividete l'impasto nei pirottini, senza riempirli fino all'orlo: in cottura cresceranno, non troppo ma cresceranno! Anche facendoli piccoli, come li ho fatti io, l'interno risulterà morbidissimo!
Portate a temperatura il forno e infornate, cuocendo a 200° per 40/45 minuti. Controllate che siano piuttosto dorati e che inizino a creparsi in superficie. Se non foste sicuri della cottura, accertatevene inserendo uno stuzzicadente o la lama di un coltello in uno dei muffinbread: se quando la ritrarrete saranno perfettamente puliti allora è ora di sfornarli!!
Non dovrete fare altro che servirvi: questi vanno benissimo anche da mangiare caldi caldissimi ^_^
Certo, visto la consistenza, potrete sbizzarrirvi ad interpretarli in modi diversi. Trovo siano ottimi come pane per accompagnare un pasto, ma io li ho anche apprezzati a colazione (lo sapete, per me la colazione è assolutamente salata!!!!).
Io li ho farciti con la verdura che mi era rimasta dall'impasto, ma credo che potrei trovarne infiniti altri utilizzi!


A voi la... fantasia e l'estro!!


abc

Sformatini di miglio dal cuore fondente con crema di ricotta e cime di rapa: la mia idea di piatto veloce

Torniamo per un attimo a qualche settimana fa..... quando ancora l'estate ci avvolgeva e il desiderio di viverne la spensieratezza era ardente. Preparai questo piattino un po' per caso. Sarebbe dovuto essere un pranzetto veloce: della ricotta e due tuorli da fare fuori, ultimi reduci prepartenza in un frigo tristemente vuoto. Mi sarei dovuta dedicare alla valigia, visto che gli ultimi impegni di lavoro erano stati assolti e archiviati. Ma...... hanno vinto ancora la creatività e la voglia di sperimentare. Forse un pretesto per non preparare la valigia.... cosa che non riesco veramente a farmi piacere. Insomma, credevo di mettere insieme due cosette per non magiare uno scontatissimo e triste piattino e invece.... assaggio e mi dico "POST!!! Questa delizia merita un post". Ed eccomi a proporvi la mia ultima bizzarria prima di dare un senso ai due stracci che mi sarei dovuta portare dietro per la fresca parentesi montana di questa estate! Ancora una ricetta in cui vi propino soltanto tuorli e non uova intere, ma le poche colazioni rimaste prima di partire non avrebbero giustificato l'apertura di una bottiglia di albumi pastorizzati (non sarei riuscita a finirla, a meno di non mangiarne 300 g al dì!!!!).... e allora ho optato per uova freschissime!! Ma senza buttare via niente, come sempre ^_* Albume a colazione, tuorlo per le mie ricettine!!

Ingredienti

80 g di miglio (pesato a crudo)
60 g di cime di rapa (io le avevo al vapore, congelate)
100 g di ricotta
2 tuorli
formaggio a pasta dura (io ho il caciocavallo di cui vi ho parlato qui)
sale
noce moscata
olio per gli stampini
pangrattato per gli stampini

Sciacquate molto bene il miglio. Mettetelo in una casseruola con il doppio di acqua. Portate a bollore e poi abbassate la fiamma, coprite e fate cuocere a fiamma bassa fino al completo assorbimento dell'acqua. Salate solo a pochi minuti dalla fine. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare il miglio.
Prendete le cime di rapa e mettetele in un bicchierone di plastica. Unite la ricotta, il sale, la noce moscata e i due tuorli e passate tutto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema omogenea.
Trasferite il miglio in una boule, unite la crema di cime di rapa e mescolate fino a rendere il composto perfettamente amalgamato.
Tagliate il formaggio in una fetta di circa 1 cm di spessore e ricavatene dei cubetti. Ungete e ricoprite di pangrattato 4 stampini (io ho usato quelli in alluminio).
Versate in ciascun stampino un cucchiaio abbondante di miglio, riempiendone circa metà. Ponete nel mezzo alcuni pezzi di formaggio, ricoprite con altrettanto miglio e spianate la superficie.
Fateli cuocere in forno a 180° per circa 25 minuti. Io ho preferito una cottura più express: cotti nel microonde, a vapore, per 15 minuti. A cottura ultimata rovesciate gli stampini su un piatto e fate gratinare per 5 minuti, versando sulla superficie un filo di olio.
A questo punto non vi resta che servire e mangiare!!


Croccanti all'esterno, morbidi all'interno, filanti e golosi al centro.
In una sola parola.... irresistibili!!!!!!
 
abc

Tartellette di pesche e ricotta al cocco: la dolcezza che arriva sempre quando si percepisce un cuore dolce

Ci sono persone così, che incontri per caso, ma che per caso mai non è. Persone che non conosci, ma che sanno guardarti in un modo diverso. Persone che attirano l'attenzione. Ma non per la loro appariscenza. Ti destano per la loro semplicità, per la loro bellezza, per il modo di sfiorare la tua esistenza con delicatezza e attenzione, perché percepisci dietro il loro sguardo un mondo di lotte e di conquiste, di sacrifici e di vita. Ma pur sempre dignitoso. Uno sguardo profondo, attento a rispettare piuttosto che a giudicare. Persone così per me sono linfa, sono vita, sono forza. Sono le sfumature del mio esistere. Il mondo è così pieno di bellezza e di gioia.... che sta soltanto a noi lasciarci andare e percepirle. E rispettarle. Ho incrociato queste due creature per molti mesi, senza mai abbozzare più di un saluto, un mezzo sorriso. Fino al giorno in cui le nostre tre strade si sono incrociate: stesso posto, stesso istante, stesso tempo. E dirvi quanto quel momento mi abbia arricchito è impossibile. Le emozioni si susseguono e gli occhi si tingono di gioia. Ringrazio la loro bellezza e il loro sorriso consapevole, maturato da enormi sacrifici e continue prove, perché danno vigore al mio, di sorriso. Lo faccio con questa dolce proposta, perché proprio il giorno in cui mi sono emozionata maggiormente, le mie mani hanno creato queste tartellette. Forse non le conoscerò mai più di così, ma forse il pieno e il vero sta proprio in questo. Mai vorrei forzare la naturale bellezza dei nostri momenti di condivisione. E mentre gustate queste delicate crostatine, guardatevi intorno: magari un angelo sta attraversando il vostro cammino....

Ingredienti

Per la pasta frolla
50 g di farina di mais fioretto
50 g di farina di riso
40 g di anacardi non salati
20 g di zucchero di canna
40 g di olio di semi di soia
1 tuorlo d'uovo
1 g di cremor tartaro
1 g di bicarbonato di sodio
1 pizzico di sale

Per la farcitura
2 tuorli
10 g di pasta di mandorle
100 g di ricotta
1 pesca noce
15 g di farina di cocco
zucchero grezzo di canna q.b.

Setacciate e mescolate la farina di mais fioretto, la farina di riso, il cremor tartaro e il bicarbonato di sodio. Tenete da parte.
Tritate finemente gli anacardi insieme allo zucchero di canna e, quando avrete ottenuto una farina fine, unite l'olio e montateli fino a creare una crema. Aggiungete il sale, il tuorlo e, poco alla volta, la farina. Se doveste impastare a mano create una fontana con le farine, unitevi nel mezzo la crema di anacardi, zucchero e olio, il tuorlo e impastate incorporando poco alla volta la farina.
Compattate la pasta ottenuta, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e fatela riposare in frigo per mezz'ora almeno.
Nel frattempo preparate la crema di ricotta. Sbattete i tuorli con la pasta di mandorle grattugiata fino a creare una crema spumosa. Unite la ricotta e amalgamate bene il tutto fino a rendere l'impasto omogeneo. Aggiungete la farina di cocco e mescolate bene.
Prendete la pasta fatta riposare e dividetela in 6 parti uguali. Foderate gli stampi delle crostatine mono porzione, avendo cura di lasciare il bordo leggermente più alto. Compattate bene sul fondo.
Riempite ciascuna forma con circa due cucchiai di crema. Lavate e asciugate la pesca. Tagliatela in spicchi sottili e sistematene 4 su ciascuna crostatina.
Spolverizzate con poco zucchero di canna e fate cuocere, a 180°, per mezz'ora. Regolatevi in base al vostro forno.

Quando saranno cotte sfornatele e lasciatele raffreddare bene trasferendole su una griglia.
Sformatele solo quando saranno completamente fredde (io ho resistito.... quindi potrete farcela anche voi ^_^) e gustatene la delicatezza.

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Cheesecake pesca e pompelmo che racchiude il sapore di un’estate dai momenti di indimenticabile felicità

Ciò che vi racconterò in queste righe non è solo la storia di una torta. Non vi parlerò soltanto dell'amore per questo dolce, non solo della mia prima versione di cheesecake cotta. Vi racconterò di un'estate, di un'esperienza, di incontri, di momenti di sana e vibrante felicità. La mia estate, fatta di piccoli frammenti, di piccole parentesi alla ricerca di un sorriso vero.
Quando si decide di prendere in mano la propria vita e di mettersi in gioco, nuovamente, si sa di dover affrontare stravolgimenti che talvolta faranno tremare, talvolta tentennare, talvolta retrocedere. Si mette tutto in conto, anche se non si sa realmente quale profondità arriveremo a raschiare. La mia vita è una continua ripartenza. Ho iniziato a vivere proprio quando ho iniziato a mettermi in discussione. Trasformo la paura dell'ignoto in stimolo e il desiderio di raggiungere un obiettivo in carburante per raggiungerlo. Quanto è difficile uscire da una visione di vita ed entrarne in un'altra. Ma cerco di vedere ogni situazione nelle sue accezioni positive, a trarne insegnamenti e spunti per aggrapparmi e scalare la vetta. Sacrifici. Inesauribili sacrifici che spesso tolgono il respiro. Ma che trasformo in sorrisi. E quando qualcuno mi osserva e mi dice "beata te, bella vita che fai", sorrido, perché non serve dare spiegazioni. Io so, questo è sufficiente. E so che, in fondo, tutto questo l'ho voluto io e io l'ho raggiunto. Non penso a tutto quello che queste scelte mi stanno costando. Perché tutto ha un risvolto positivo, anche il maggiore ostacolo. Non mi fermo a pensare a tutto quello che non riuscirò a fare, a tutto quello che mi manca. Ho un lettino in riva al lago, pochi chilometri di strada per raggiungerlo, nuovi amici che mi accolgono "benvenuta a casa tua, Erica", che mi coccolano e che mi chiedono solo un sorriso. E so che sono molto fortunata. Lo so perché so guardare la mia vita.
Poche settimane fa, per volere del destino, una elegantissima coppia mi si avvicina e mi passa accanto, mentre, in spiaggia, raggiunge la propria postazione. Uno sguardo, un sorriso (avete mai provato a sorridere alla gente solo per il piacere dei vostri sguardi che si incrociano? E' un'emozione che si fatica a descrivere....). Poco dopo la signora mi rivolge un apprezzamento sul taglio di capelli, piuttosto insolito, che porto. Due battute, veloci.  La volta successiva un saluto. Poi ancora un confronto su quella che è una delle mie più grandi passioni: la lettura. Mi conquista la dolcezza di questa donna delicata e rispettosa. Ed è un piacere incontrarli. Fino a quando da una coppia diventano due coppie, e poi tre. Fino a quando ad ognuno di loro do un nome. Fino a quando dal lei si passa ad un tono più informale. Fino a quando mi fanno sentire una di loro. Quella dolcissima signora si chiama Carla, il marito Walter e gli amici sono Franco e Manuela, di cui Irene e Enzo sono parenti e vicini di lettino. Persone piacevolissime, con cui sabato scorso ho condiviso una indimenticabile serata.


Un'intera giornata insieme, conclusa con l'accoglienza nelle loro casette del campeggio in cui trascorrono le loro vacanze, con una sfida all'ultima griglia, un po' (!!!) di buon vino, risate e balli.


Ringrazio davvero tutti, e lo faccio con queste parole. Grazie a Manuela e Carla (che vedete qui sopra con accanto Micheal). Ringrazio Nadia (qui sotto accanto al padre mentre cerca di rubargli un boccone) e Alberto, con il loro piccolo batuffolo Neve. Ringrazio Franco, con le sue chiacchierate, le battute, le risate. Ringrazio Walter, tra le tante cose egregio ballerino. Ringrazio Irene ed Enzo per la loro costante compagnia.

 

Ringrazio ognuno di loro per quel sorriso che mi hanno saputo regalare. Con loro ho condiviso, oltre alla mia gioia di esserci, la mia piccola passione per la cucina. A loro ho presentato la mia prima cheesecake cotta e il pane di segale (entrambi esperimenti).... e pare che entrambi siano stati apprezzati. Qui vi parlerò del dolcetto, ma presto vi illustrerò anche l'altra preparazione.....

Il vincitore della sfida all'ultima griglia????? Guardate un po': Walter e la sua griglia....

  

Franco e la sua griglia..... sì.... proprio così!!! 

  

Non ci credete????? Allora guardate bene...... 


Per me vincitori lo siamo stati tutti. Grazie, GRAZIE, G R A Z I E ! !

Ingredienti

Per la base
45 g di nocciole
30 g di zucchero di canna integrale
40 g di muesli di farro bio (io Krunchy di Barnhouse)
35 g di farina di riso
35 g di farina di mais fioretto
25 g di orzoflakes (io Baule Volante)
50 g di olio di semi di soia

Per la farcia
100 g di ricotta
100 g di Philadelphia (io Balance)
2 uova
70 g di fruttosio
succo di 1/2 pompelmo
1 g di agar agar

Per la copertura
1 pesca noce
1 cucchiaino di fruttosio
succo di mezzo pompelmo

Tritate finemente le nocciole insieme allo zucchero di canna. Unite il muesli, le due farine, l'olio e impastare. Aggiungere gli orzoflakes e amalgamare tutto.

Coprite con carta forno la base di una teglia tonda apribile. Sistemate la granella appena ottenuta sul fondo e compattare bene. Mentre vi occupate della farcia lasciare riposare in frigo.
Setacciate la ricotta, unite il Philadelphia, il fruttosio, l'agar agar e i due tuorli d'uovo. Mescolate tutto fino a rendere il composto omogeneo.
Spremete mezzo pompelmo (io ho usato quello rosa) e aggiungetelo alla crema di formaggio. Amalgamate tutto, versatelo sulla base compattata nella tortiera e infornate a 180° per mezz'ora. Abbassate poi il forno a 160° e cuocete ancora per 20 minuti. 
Durante la cottura preparate la copertura. Tagliate a spicchi sottili la pesca, mettetela in un pentolino con il succo di mezzo pompelmo e il cucchiaino di fruttosio. Fate cuocere a fiamma bassa fino a quando il succo di pompelmo si sarà rappreso e le pesche saranno morbide.
Controllate la cottura del cheesecake, in modo che sia uniforme e, quando sarà ben dorata in superficie, sfornatela e lasciatela intiepidire. Togliete, quindi, la corona laterale della teglia.
Coprite la superficie con le pesche e lasciate raffreddare almeno un paio d'ore. Quando sarà completamente fredda potrete conservarla in frigorifero.
Tagliate e servite. Perdonate le foto poco curate, ma in un'occasione così è senz'altro più importante il modo in cui si assapora.... e vi garantisco che il risultato è stato decisamente apprezzato!
 

Ringrazio Ada, blogger di Siciliani creativi in cucina per gli spunti che mi ha dato nella proposta della sua cheesecake. Lei ci deliziava con questa torta lo stesso giorno in cui avrei creato la mia versione. Confrontarmi con la sua bravura è sicuramente un grande piacere.



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