close

Gnocchetti di grano arso con gamberetti e pomodorini “demi-confit”: i sapori che vanno oltre le apparenze

Che non sia una grande fotografa, non è una novità. Che questa volta la qualità sia sotto la media, è assolutamente tangibile. Vi faccio una confessione: diverse volte mi è capitato di cucinare piatti per il blog..... in trasferta. Non mi crea scompensi adattarmi a spazi diversi dai miei. Ma, dal momento che mi sento già sufficientemente paranoica nel portare la mia umile Canon compatta, insieme alle attrezzature indispensabili che non posso rischiare di non trovare tra le forniture messe a disposizione, non mi armo mai di piatti, accessori e caccavelle varie, utili ad immortalare in modo mediamente coinvolgente il piatto. E prego sempre che ci sia una buona luce ^_^ Quando, entrata in contatto con la cucina da cui questo piatto è uscito, spadellato, e da dove usciranno tanti altri piatti, ho avanzato la folle domanda "ma non hai la luce sulla cappa?" (io che vivo con la luce della cappa accesa!!!), e la risposta ha sentenziato un semplice e diretto "no!!!!", ho iniziato a tremare. NO???????? Abbiate l'accortezza di chiudere gli occhi e di immaginare i sapori. Senza guardare, vivete l'incanto nell'immagine proiettata sui vostri palati. Perché questo piatto merita più di quanto possa sembrare. La profondità del grano arso, accanto alla dolcezza dei pomodorini e alla delicatezza delle mazzancolle valgono più di una foto non riuscita. E meritano davvero!

Ingredienti

Per gli gnocchi
110 g di Senatore Cappelli
50 g di farina di grano arso
acqua calda q.b.
sale rosso delle Hawaii

Per il condimento
100 g di mazzancolle (pulite)
20 pomodorini
1 bicchiere di Pinot Nero Vivace
1 cucchiaio raso di zucchero di canna
sale rosso delle Hawaii
olio evo

Mescolate le farine, quindi versate poca acqua alla volta e il sale. Iniziate ad impastare. Aggiungete acua sufficiente a formare un impasto compatto, ma non troppo duro. Avvolgete il panetto in un canovaccio pulito e lasciatelo riposare per almeno un'ora.
Prendete poco impasto alla volta, stendetelo con le mani, formando un cilindro spesso circa mezzo centimetro. Tagliate tanti gnocchetti, quindi scavateli, uno ad uno, con due dita su un piano infarinato.
Lavate i pomodorini, asciugateli e tagliateli a metà.
Scaldate un filo d'olio in una padella, unitevi i pomodorini, salateli e spolverizzateli con lo zucchero di canna. Cuocete a fiamma viva per qualche minuto, quindi aggiungete il vino, fate sfumare e abbassate la fiamma. Procedete con la cottura fino a quando saranno rugosi e cremosi. A questo punto aggiungete le mazzancolle pulite e fate insaporire.
Portate a bollore abbondante acqua salata, quindi buttate i gnocchetti. Fateli cuocere fino a quando verranno a galla, quindi, con l'aiuto di una schiumarola, scolateli e versateli nella padella con il condimento.
Versate qualche cucchiaio di acqua di cottura, quindi alzate la fiamma e fate saltare tutto per un paio di minuti. Dovranno rimanere cremosi.
A questo punto non vi resta che servire e assaporare.
Il tocco affumicato che conferisce il grano arso, accostato all'agrodolce del pomodorino è un binomio perfetto, che vi farà leccare i baffi e godere di magia, fino all'ultima forchettata.

E il demi-confit del pomodorino è una soluzione veloce e, sicuramente, ad effetto, che potrà regalarvi un piatto speciale in un tempo contenuto. Non servono scuse per apprezzare certi sapori, ma posso garantirvi che nel tempo necessario a far bollire l'acqua e cuocere i gnocchetti, il condimento è pronto!!

Al lavoro ^_^abc

Biscotti salati di scamorza e porro: la soluzione sfiziosa e ideale che incontra piacere, immaginazione e necessità

Avete presente quei periodi in cui, aggiungi di qui e aggiungi di là, ti trovi a gestire innumerevoli impegni e a dover dare forma a progetti importanti? Bene, di cucinare, in quei periodi, davvero non c'è possibilità. Per quei giorni esistono soluzioni tampone, di cui un esempio sono questi biscotti. Avevo preso della scamorza per preparare una teglia di lasagne da condividere con colleghi ad una cena in compagnia. Per paura di non averne a sufficienza, ne ho avuto in abbondanza. La scamorza NON rientra tra i formaggi che mi concedo, per cui ho voluto assolutamente che il suo utilizzo fosse sinonimo di creatività e novità. Dal momento che c'è, che almeno sia originale! Allora ecco il frollino, o meglio, il biscotto salato, perché di frollino non ha proprio niente. Ho tenuto questi biscotti nel barattolo, in attesa del momento libero per immortalarli, fino a quando..... si sono rivelati la soluzione perfetta per i miei pranzetti veloci e indolori ^_^
E' un periodo in cui manco dalle pagine dei miei amici blogger. Un periodo in cui mi limito a pubblicare su Instagram le foto di pasti veloci, leggeri, spesso improvvisati, ma sempre sani e gustosi. Mi manca il tempo. L'appetito manca. Sono concetrata su tutt'altro.
Dopo il lancio del nuovo sito della mia agenzia viaggi, la Mai Soli nel Mondo, dopo una collaborazione a favore dell'emergenza in Nepal, di cui ho parlato sulla pagina Facebook, ho lavorato ad un progetto in cui ho sempre creduto molto. Si tratta di una proposta di vacanza differente, un perCorso di benEssere, dove la destinazione è solo una cornice, ma la vera meta siamo noi stessi. Così ecco che la consapevolezza sconfina dalla piattaforma culinaria e approda su aspetti più completi, toccando un approccio olistico del concetto. Curiosate, ne vale la pena!!!
Sono state settimane di lavoro intenso, e tanto altro ancora mi aspetta, ma le vere emozioni sono qui e io le voglio vivere tutte. Così ecco che i miei biscotti hanno saputo dare il loro contributo. Sapori avvolgenti, consistenze intriganti, perfetti per accompagnare qualsivoglia farcitura. Li ho provati con le pere essiccate, ve li propongo con questa crema di melanzane. Insomma.... da svenimento!!

Ascoltare il corpo, respirare il relax.
Un percorso da vivere momento per momento.
Un’esperienza che trasforma.
Ascoltare il corpo, respirare il relax. Un percorso da vivere momento per momento. Un’esperienza che trasforma.

Ingredienti

240 g di scamorza bianca
100 g di porro
30 g di noci
20 g di fiocchi d'avena
95 g di farina di ceci
25 g di farina di soia tostata
50 g di Senatore Cappelli
noce moscata
sale rosa dell'Himalaya
semi di sesamo

Per la farcitura
1/2 melanzana viola 
2 rametti di salvia
30 g di bresaola
10 g di pistacchi tostati
sale rosa dell'Himalaya

Pulite il porro, lavatelo e tagliatelo a rondelle. Fatelo ammorbidire in un tegame, con un filo di acqua e un pizzico di sale.
Tagliate la scamorza a dadini ed inseritela in un boccale. Unite le noci e i fiocchi d'avena, quindi frullate tutto.
Aggiungete il porro stufato e tritate ancora. Iniziate ad unire le farine, la noce moscata e il sale a piacere. Lavorate tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per un'ora circa.
Portate il forno alla temperatura di 175°, quindi riprendete l'impasto.
Stendetelo in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro e ritagliate i biscotti della forma desiderata. Sistemate metà dei biscotti ottenuti su una teglia coperta da carta forno. La metà rimasta passatela sui semi di sesamo, rovesciati su un piano.
   Posizionate anche questi sulla teglia ed infornate. Saranno sufficienti 15 minuti. Rimarranno morbidi, ma saranno anche dorati. Fate attenzione a verificare la cottura omogenea, girando eventualmente la teglia per gli ultimi 5 minuti.
Una volta trascorso il tempo di cottura, estraete la teglia e trasferite i biscotti su una gratella, fino al totale raffreddamento. A questo punto non posso negarvi l'assaggio e, visto che la versione che vi propongo oggi prevede un passaggio in forno, non vi nego che ne valga decisamente la pena ^_^

Tagliate la melanzana in due e tenetene una sola parte. Praticate dei tagli lungitudinali, salate e inserite nei tagli le foglie della salvia, lavate e spezzettate. Fate cuocere a vapore o in forno, fino a qundo sarà morbida (io non eccedo mai con i tempi di cottura!!).
Prelevate la polpa della melanzata e tritatela, con la mezzaluna, insieme alla bresaola. Sgusciate i pistacchi e pestateli in un mortaio, ottenendo una granella irregolare e piuttosto spessa, quindi uniteli alla crema di melanzana. Mescolate e assaggiate che sia sufficientemente sapida. La bresaola dà molto sapore.
Adesso prendete il numero desiderato di biscotti senza semi di sesamo (con questa quantità riuscirete a farcire circa 6 biscotti, per cui ve ne serviranno in tutti 12). Sistemate su ciascuno di questi un cucchiaio di crema e coprite con un biscotto con i semi di sesamo in sperficie.
Sistemate i sandwiches su un piatto e passateli in forno per qualche minuto.

Sfornate e servite. Gustatene l'inebriante sapore e coccolatevi con le sue consistenze morbide e travolgenti.

Ideali per uno spuntino, per un aperitivo, sono un delizioso fingerfood che vi farà leccare le dita ^_^

Posso assicurarvi che anche con la dolcezza di un fritto sono un vero incanto!!!
Certo non sono proprio dietetici (e il mio stomaco, ormai abituato alla sana leggerezza, se n'è accorto), ma abbinato ad un ripieno così goloso, diventa un biscotto da veri gourmandier!! :D

abc

Focaccia Senatore Cappelli con lievito madre naturale: ogni cosa a suo tempo, ma sempre con determinazione

Sono una di quelle che non cede alla pasta madre, perché la quantità di lievitati che sforna in un anno non è sufficiente neanche a sfruttare un centesimo degli esuberi da rinfresco (e non provate ancora a convincermi, sono testa dura e agisco per convinzione, non per persuasione ^_^), ma sono anche una di quelle che cerca sempre la soluzione migliore, seppur non sia la più semplice. Abbandonato ormai da anni il lievito chimico, ho iniziato ad accostarmi al lievito madre secco, di una nota marca che spesso avrete visto e vedrete nelle ricette proposte in passato. Fino al giorno in cui fui consapevole che, quello stesso lievito, era arricchito da una componente chimica, come innescatore di lievitazione. 'Mia cara Cuocherellona, urge una soluzione'. In una delle visite al mio emporio di fiducia, durante una delle tante e lunghe conversazioni con la dolcissima titolare, vengo a conoscenza di questa polverina magica. Un lievito madre in polvere completamente naturale. Ne prendo un sacchettino da 150 grammi. Il periodo un po' difficile mi porta lontano dalle lavorazioni complesse e necessitanti d'amore e attenzione come i lievitati, tanto che quella polverina rimane inutilizzata fin oltre il periodo di utilizzo consigliato. Triste e avvilita, provo a darle una forma. Inutile, morta, non reagisce. Ma non mi faccio sconfiggere dall'insuccesso. Questa volta parto determinata: acquisto un nuovo sacchettino (e anche mammà cede.... ve lo confesso!) e provo a metterlo al lavoro. Essendo un prodotto completamente naturale (è arricchito solo con del malto), occorrono quantità maggiorni rispetto al lievito madre secco tradizionale, ma le parole sono venute a meno, quando ho visto la meraviglia di questa focaccia!!!! Un'alveolatura del genere non l'avevo mai ottenut primaa. I buchi spingono verso l'alto, la morbidezza è indescrivibile, la leggerezza dell'impasto ineguagliabile e il sapore non è assolutamente disturbato dai retrogusti tipici del lievito.
Io ve lo dico.... questa è meraviglia pura!!!

Ingredienti

Per il poolish
150 g di farina Petra 1
25 g di lievito madre secco naturale
175 g di acqua tiepida (30°)

Per l'impasto
Poolish
150 g di farina Petra 1
200 g di farina Senatore Cappelli
20 g di lievito madre secco naturale
250 g di acqua
30 g di malto d'orzo
8 g di sale
40 ml di olio evo + q.b. per la superficie

Il poolish è un pre impasto che richiede molte ore di riposo, per cui iniziate il giorno prima ad impastare. Io ho iniziato alle 15, per infornare la focaccia la sera del giorno seguente.
Miscelate lievito madre e farina in una ciotola capiente. Aggiungete l'acqua e mescolate in modo sbrigativo. Otterrete una pastella piuttosto morbida e grumosa. Coprite la ciotola con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare per 18 ore. Visto il periodo dell'anno, ho lasciato la ciotola fuori dal frigorifero per tutta la notte, al riparo dalla luce.
Il giorno successivo miscelate le farine insieme al lievito madre secco. Riprendete il poolish e inseritelo nell'impastatrice (io utilizzo il Bimby, in assenza di planetaria). Unite l'acqua e il malto d'orzo e iniziate ad impastare. Unite, poco alla volta, le farine e, in ultimo, il sale. Continuate ad impastare e, sempre con la funzione impasto in azione, unite l'olio a filo. Non abbiate fretta, versatelo pochissimo alla volta.
Quando avrete ottenuto un impasto liscio e incordato, trasferitelo in una ciotola unta all'interno. Coprite tutto con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare in forno, con la lucina accesa, per 5 o 6 ore (fino al raddoppio del suo volume. Potrebbe volerci meno, o più tempo).
   Trascorso il tempo di lievitazione, preparate una teglia grande o due di media dimensione. Ungetele leggermente sul fondo. Stendete, quindi, l'impasto in ciascuna di queste. Sarà piuttosto difficile allargare l'impasto, poiché l'elasticità e l'incordatura creata tenderanno a far restringere l'impasto. Abbiate pazienza e continuate a lavorare con le mani. Cospargete la superficie con un filo di olio, quindi lasciate nuovamente riposare l'impasto nel forno, sempre con la lucina accesa.
Lasciate che lieviti per altre 4 ore. Vedrete che l'impasto sarà nuovamente gonfiato e sarà vivo ^_^
Estraete le teglie e portate il forno alla temperatura di 200°. Poco prima di infornare cospargete la superficie con del sale (io ho usato sale rosa dell'Himalaya).
Infornate e cuocete per circa 30 minuti. Se il forno non cuocesse in maniera uniforme (come capita a me), dopo circa 20 minuti girate la teglia. Sarà pronta quando vedrete una crosticina dorata e croccante in superficie. A quel punto sfornatela e lasciatela intiepidire.
Tagliatela nella forma a voi gradita. Io l'ho preparata per un apericena a buffet, per cui l'ho tagliata a strisce e l'ho servita su un tagliere.

Confesso che, seppur abbia sempre remore nel cedere a pizze e focacce, a pani e lievitati, è stato veramente difficile resistere. Ho mangiato a grandi bocconi quella che ritengo essere, ad oggi, il migliore lievitato mai sfornato!

E se mai vi dovesse avanzare qualche fettina.... dico, casomai.... presto vi proporrò un modo speciale, semplice e veloce per utilizzarla al meglio!! Per ora gustatevela in tutta la sua pienezza.


abc

Tagliolini alla chitarra con vongole e pistacchi: confronto di idee e fusione di pensieri

Gli spaghetti alle vongole, il mio primo piatto preferito. L'unico per cui preferisco lo spaghettino numero 3. Mamma ho intenzione di fare i tagliolini freschi alle vongole. Ma con le vongole ci metti la pasta fresca? Per me non rende! Credo che la pasta fresca così assorba bene il sugo di cottura delle vongole e ne esalti maggiormente il sapore. Mah, fai tu!! 
Li amo, è vero, e li amo con un formato particolare di spaghetto. Ma li ho sentiti sfiorare il palato, chiudendo gli occhi, e quell'impasto all'uovo, di semola di grano duro (Senatore Cappelli, mica una a caso?!), mi ha conquistato all'istante. L'ho avvertita come un valore aggiunto, la ruvidità di una chitarrina all'uovo, e legarci immediatamente il pistacchio è stato un attimo. Così la scorta di pasta che preparai quando vi proposi la chitarrina in brodo ha avuto una degna interpretazione. Il risultato è stato assolutamente affine al pensiero. Inutile dirvi che festa per il palato!!

Ingredienti

80 g di tagliolini all'uovo (qui)
170 g di vongole
15 g di pistacchi sgusciati
1 cucchiaio di olio evo
peperoncino
sale

Se non siete soliti fare come me, che quando preparo faccio scorte, preparate i tagliolini all'uovo secondo la ticetta indicata.
Laciate le vongole in ammollo per una notte intera in acqua salata.
Scolatele, sciacquatele e trasferitele in una padella. Accendete in fuoco, copritele con un coperchio e fatele cuocere dolcemente fino a farle aprire.
A questo punto filtrate il liquido e versatelo nuovamente in una padella, insieme alle vongole, per metà sgusciate e per metà con il guscio.
Sgusciate i pistacchi, cercando di pulirli dalle pellicine, e tritateli finemente.
Unitene i 2/3 alle vongole, con del peperoncino in quantità variabile secondo i vostri gusti. Il terzo rimanente tenetelo da parte.
Lasciate insaporire bene le vongole e i pistacchi, a fuoco basso, mentre portate ad ebollizione abbondante acqua salata.
Cuocete i tagliolini al dente.
Quando saranno pronti scolateli e versateli nella padella insieme alle vongole. Versate sopra i pistacchi che avete tenuto da parte e fate saltare tutto, a fiamma viva, per un paio di minuti, versando eventualmente un po' di acqua di cottura della pasta.
A questo punto non avrete altro da fare, che servire!



Lo sentite quel sapore speciale che ha deliziato il mio palato?

abc

Chitarrina Senatore Cappelli in brodo: i sapori autentici e la gioia delle cose semplici

BEN ARRIVATO 2014!!!!!!!!!!!!!!
Chi ben mi conosce lo sa: inizio sempre qualsiasi esperienza con tutta la buona volontà e con vivida speranza. I propositi li lascio a chi ha ancora la voglia di perdere tempo con il destino. Io parto carica ogni giorno e, ogni giorno, mi confronto con me stessa e con la vita. L'inizio dell'anno, l'inizio del mese, l'inizio della settimana.... sono solo pretesti per infonderci forza e coraggio. Io non ho bisogno di questo. Affronto passo per passo ogni giorno, come fosse gioia pura. Nel bene e nel male. E questo auguro a ciascuno di voi: non cercate la felicità nei grandi traguardi, ma nelle piccole conquiste. La semplicità è la condizione necessaria della serenità e dipende da voi, solo da voi, farla vostra!
Inizio questo nuovo anno partendo dal principio. Ho terminato l'anno con un dolce, chiusura di un pasto, e riprendo con un'entrée. Questo è un piatto che mi ricorda l'infanzia. Ho voluto che proprio lui riunisse nuovamente la famiglia nei giorni di festa appena trascorsi. Il tagliolino all'uovo, oggi impreziosito con una Senatore Cappelli d'eccellenza, assorbe il sapore di un brodo dal gusto antico, come quello della tavola delle nonne. Un piatto che non toglie affatto il piacere del gusto, ma che si presenta delicato e leggero. Inizio così l'anno, in punta di piedi. Con delicatezza e consapevolezza!

Ingredienti

200 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
2 uova
1 cucchiaino di olio evo
1 l circa di brodo di carne
sale

Disponete a fontana la farina e rompete, nel mezzo, le uova. Unite l'olio extravergine e iniziate ad impastare, sbattendo le uova, prima con una forchetta, poi con le mani.
Lavorate fino a uando otterrete una pasta compatta e liscia. A questo punto date la forma di un mìpanetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno un'ora (io ho preparato la pasta la sera e l'ho stesa la sera del giorno successivo).
Riprendete, quindi, l'impasto e infarinatelo leggermente. Tagliatelo a fette regolari, spesse circa due centimetri, e stendete ciascun pezzo in una sfoglia di un paio di millimetri.
Infarinate molto bene ciascuna sfoglia, in modo che il taglio non faccia attaccare tra loro i tagliolini. Lasciate riposare le sfoglie per circa 10 minuti. Procedete, quindi, al taglio. Io ho utilizzato la preziosissima chitarra abruzzese, accessorio da cui mai pototrei separarmi!! Il sapore che quelle corde conferiscono alla pasta è decisamente imparagonabile!! In alternativa arrotolate le sfoglie e tagliate delle striscioline con il coltello, dello pessore desiderato.
Infarinate ancora bene la pasta, facendola saltare tra le mani, e lasciatela riposare su una spianatoia.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e, nel frattempo, scaldate il brodo di carne. Quando l'acqua starà bollendo buttate i tagliolini e fateli cuocere per un paio di minuti.
Scolateli al dente e uniteli al brodo di carne. Procedete la cottura per altri due minuti circa, o comunque fino a quando saranno cotti. Spegnete, a questo punto, il fuoco e impiattate.
Versate una forchettata abbondante di tagliolini e copriteli con un paio di mestoli di brodo. Io non amo aggiungere formaggio, ma potrete arricchire il vostro piatto con quanto desideriate.
A questo punto portate in tavola. Attenzione al brodo bollente: gustati leggermente intiepiditi valorizzerà il loro sapore!!


Un piatto semplice, ma dai sapori veri. Io non so resistervi!!


abc

Panzerotti fragranti al salmone e pesto di pistacchi: cena salvata in corso di preparazione

Via via, con lo scorrere dei mesi, la cena della domenica è arrivata a rappresentare sempre più lo strappo alla regola. Come se volessi aggiungere un punto colorato e sfizioso alla lunga (mica sempre!!) settimana trascorsa. E, con amabile e benaccetta prepotenza, si impone la forma del lievitato. Che sia una piadina, una focaccia, una chiocciola salata, un babà di pizza o un muffin, l'importante è che abbia una buona dose di selezionata farina e una importante componente di farcitura. Generalmente vedo l'arrivo di questo appuntamento come fosse un mordente desiderio che si aggrappa alle mie emozioni solleticandole sempre più. E solitamente mi basta chiudere gli occhi per individuare la forma che maggiormente appaga questo desiderio. Ma una delle ultime domeniche invece...... buio totale. Non amo mai ripetere le preparazioni, a meno che non le voglia proporre ad altre persone, eppure non riuscivo a focalizzare cosa avrebbe soddisfatto perfettamente la mia timida voglia di mangiare qualcosa di sfizioso. Avevo solo voglia di utilizzare farine speciali (e queste, credetemi, lo sono veramente), ma in che forma? Questi panzerotti sono nati strada facendo: impastiamo!, mi sono detta.... qualcosa uscirà. Qualcosa, appunto: dei saporitissimi scrigni di pasta morbida con un ripieno davvero ghiotto. Amo i pistacchi, e lo sapete, e questa volta li ho trasformati a suon di pestello nel mio piccolo e preziosissimo mortaietto!

Ingredienti

Per l'impasto
30 g di di farina di segale Jurmano
50 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
50 ml di acqua
10 ml di olio evo
3 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
1 pizzico di sale

Per la farcitura
10 g di foglie fresche di basilico
15 g di pistacchi tostati non salati
10 g di parmigiano
5 ml di olio evo
sale
2 fettine di salmone affumicato

Setacciate e mescolate le farine, con il lievito e il malto. Aggiungete l'olio, l'acqua, il sale e lavorate fino ad ottenere un impasto compatto. Date la forma di una pallina, ponetela in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciate lievitare in un luogo tiepido per almeno un paio di ore.
Pulite i pistacchi e trasferiteli nel mortaio. Lavate le foglie di basilico, asciogatele delicatamente, spezzettatele con le mani e aggiungetele ai pistacchi. Iniziate a lavorare con il pestello, aggiungendo l'olio e il sale, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Io non ho voluto che fosse troppo fine, perché ne avrei gustato meglio la consistenza nel ripieno.
Riprendete la pasta quando avrà raggiunto il doppio del suo volume e stendetela su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa un paio di millimetri di spessore. Con un coppa pasta tagliate un numero pari di cerchi.
Sistemate, su metà dei cerchi ottenuti, un po' di salmone affumicato e, sopra, sistemate un cucchiaino circa di pesto di pistacchio. Chiudete i cerchi farciti con i restati, cercando di fare aderire bene i bordi (se necessario inumiditeli con dell'acqua) e sistemate i fagottini ottenuti su una placca rivestita da carta forno.
Cuocete a 190° per circa 15/20 minuti, fino a quando risulteranno piuttosto dorati in superficie. Volendo potrete spennellarli, prima della cottura, con olio, latte oppure uovo. Io ho preferito lasciarli al naturale.

Sfornateli e serviteli. Attenzione ad addentarli perché sono piuttosto roventi ^_^ Personalmente li trovo buoni anche tiepidi.



Il risultato è stato un decisivo appagamento, a fronte di quell'incertezza di partenza che non sapeva bene dove portarmi.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie croccanti di zucca, semplicemente passate nella farina di riso e cotte in forno con un filo di olio evo e un po' di sale, per 30 minuti circa.




abc

Se un dettaglio fa la differenza, tanti dettagli fanno un capolavoro? Chitarrina Senatore Cappelli con salmone

E' piacevole, talvolta, tornare alle vecchie abitudini di famiglia, quando domenica era sinonimo di pasta fresca all'uovo e papà impastava con forza e tagliava con maestria ora tagliatelle, ora tagliolini. Ci si sedeva intorno al tavolo e si commentava. Mmmmmm, sono davvero buone..... sei stato bravissimo! Non che cambiasse, di settimana in settimana, ma era il nostro grazie. Perché il dettaglio dell'amore che ci si mette nella preparazione....è un ingrediente fondamentale per un risultato speciale.
Questa "arte", perché la sua è davvero arte, mi è stata tramandata, e anche se non sono solita a lasciarmi andare a piatti di pasta, quando desidero deliziarmene tengo viva la tradizione di famiglia. Questo piatto è fatto di tanti piccoli dettagli, dove il condimento è solo una comparsa. L'amore per la pasta all'uovo, una semola da chapeau, un taglio alla chitarra che esalta il sapore.... insomma, non esistono parole che possano realmente descriverla. E assaggiarla è un viaggio tra i sensi....

Ingredienti

100 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
1 uovo
1 trancio di salmone fresco
1 piccola zucchina
1 spicchio d'aglio
vino bianco secco
prezzemolo
sale
olio evo

Impastate la farina con l'uovo, un pizzico di sale e un filo di olio. Create una pasta liscia e compatta. Coprite con un canovaccio e fate riposare per 30 minuti.
Scaldate in una padella un po' di olio e, quando sarà caldo, unite uno spicchio d'aglio tagliato a metà e privato dell'anima. Lavate la zucchina e tagliatela a dadino piccoli. Fatela rosolare nell'olio, aggiungendo sale e prezzemolo tritato. Pulite il trancio di salmone dalla pelle e dalle lische e tagliatelo a cubetti piccoli. Aggiungetelo alle zucchine e fate saltare per un minuto a fiamma piuttosto viva. Sfumate con il vino bianco, abbassate il fuoco e procedete la cottura per una decina di minuti.
Prendete l'impasto tenuta da parte e iniziate a stenderlo in sfoglie non troppo sottili. Ricavatene dei tagliolini. Io mi sono avvalsa dell'ausilio di una chitarra di origine abruzzese.
Infarinate i tagliolini appena tagliati e poneteli su un canovaccio.
Mettete a bollire l'acqua con il sale, per la cottura della pasta.
Cuocete al dente, basteranno 3 o 4 minuti. Scolate e fate saltare in padella, insieme al condimento, aggiungendo un filo di olio evo a crudo.


                                       Impiattate e servite. 
Ma soprattutto...... GUSTATELA !!



abc

L’incontro fatale tra una sognatrice ed una celebrità. Tutto racchiuso in una chiocciola, la Chiocciola del Senatore

Tutto nacque nella mia bottega di fiducia. Si sa, tutti gli artisti hanno un luogo che è fonte di ispirazione.... perché io non dovrei averne uno? Mi trovai nella corsia delle farine e guarda, guarda, guarda, ecco che mi cade l'occhio su quel sacchetto, piccolo, solo soletto. Metto a fuoco l'etichetta e..... mi sembrava fosse speciale!!!! Una Senatore Cappelli. Sapete, ne ho sempre sentito parlare un gran bene, ma mai mi sono approcciata a questa semola. Mi sono detta che forse sarebbe stato il caso di iniziare e di adottare quel sacchetto tutto solo, quasi fosse un segno del destino trovarlo lì. L'ho sistemato nella teca protetta della dispensa come un prezioso che si rispetti e..... eh, e cosa ci faccio adesso? Pensaci e ripensaci sono arrivata alla conclusione che il primo lavoro sarebbe stato un lievitato. Certo non è come dirlo: i lievitati richiedono conoscenze che non sono così scontate. Mi sono allora rivolta al mio specialista di fiducia, il caro amico Max (visitate il suo blog perché dà vita a creazioni da favola!!), per avere lumi. Mischiala ad una 0, idratala al 70%, lavorala con molta farina..... insomma, dopo aver appreso dell'esistenza della maglia glutinica di una farina e di enzimi differenti che giocano antagonismi differenti nella lievitazione, ho provato a mettere insieme le idee. Max non ha saputo niente di quelle che fossero le mie intenzioni fino a quando il tutto è stato sfornato, ma devo dire che i suoi complimenti non si sono fatti attendere. E il complimento di un maestro vale orgoglio e fiducia. E poi.....non immaginereste mai che profumo sprigiona questa semola......

Ingredienti

20 g di farina di manitoba (0)
80 g di semola di grano duro Senatore Cappelli (io Baule Volante biologica)
70 g di acqua a temperatura ambiente
5 g di sale
5 g di lievito madre in polvere
3 g di malto d'orzo
1 zucchina
1 pezzo di porro
2 piccole manciate di olive taggiasche snocciolate
100 g di certosa light
1 rametto di rosmarino
5 pomodorini pachino
3 figlie di basilico
latte di avena (o latte vaccino)
sale
olio evo

Che usiate un'impastatrice, il Bimby (come me) o le manine.... mescolate le due farine, il lievito madre, il malto e il sale e unite l'acqua. Impastate fino a creare un impasto omogeneo (se lavoraste a mano il lavoro richiederà almeno una decina di minuti). Pesate l'impasto e dividetelo in due metà perfette. Ponete ciascuna metà in una terrina di vetro, copritela con la pellicola trasparente e ponetela nel forno, spento, per almeno 7 ore.
Nel frattempo dedicatevi ai ripieni e agli aromi.
Lavate e asciugate i pomodori pachino. Se non doveste gradire la buccia sbollentateli in acqua per pochi secondi e pelateli. Tagliateli a cubetti piuttosto piccoli. Mettete a scaldare in una padella un filo d'olio e versateci la piccola dadolata. Salate e aggiungete le foglie di basilico lavate e asciugate. Lasciate cuocere a fiamma bassa fino a quando avranno consumato tutta l'acqua. Spegnete e fate raffreddare.
Affettate finemente un piccolo pezzo di porro e fatelo rosolare con un po' di olio, in una padella. Lavate le zucchine e affettatele in rondelle molto fini, che aggiungerete al soffritto. Salate e fate appassire il tutto per una decina di minuti. Spegnete e lasciate raffreddare anche loro.
Prendete ora il vostro rametto di rosmarino e lavatelo. Asciugatelo bene e separate tutti gli aghi. Sistemateli su un tagliere e tritateli finemente con l'aiuto di una mezzaluna.
Terminato il tempo di lievitazione prendete il primo impasto e, su una spianatoia leggermente infarinata, unite il rosmarino tritato, impastando per qualche minuto fino ad aver completamente incorporato tutto il trito. Tenete da parte. Prendete il secondo impasto, ponete anche questo su una spianatoia con un bel po' di farina, togliete il basilico dai pomodori e versate il composto sulla pasta. Iniziate a lavorare per uniformare il tutto (con questo impasto il lavoro sarà un pochino più difficoltoso e sarà necessaria maggior quantità di farina).
Iniziate a stendere il primo impasto. Infarinate la spianatoia e lavorate con il mattarello fino ad ottenere un rettangolo alto circa 15/20 centimetri e lungo 50/60 centimetri.
Tagliate 50 g di certosa in tocchetti e posizionateli in riga su uno dei lati più lunghi del rettangolo. Versate sopra il formaggio il condimento: olive taggiasche (ben sgocciolate, mi raccomando) sull'impasto al rosmarino e le zucchine sull'impasto al pomodoro. Arrotolate ciascun impasto, in modo da formare due salsicciotti, che schiaccerete bene alle estremità in modo da sigillarli.
Avvicinate i due salsicciotti, unite le due estremità tra loro e piegatele verso il basso facendole spuntare nel loro mezzo. In questo modo durante la cottura non si divideranno. Intrecciate i due salamini per tutta la lunghezza e ripetete l'operazione sull'estremità di fondo. Afferrate molto delicatamente l'impasto ponendo le mani sotto le due estremità e trasferitelo su una teglia infarinata. chiudetelo a chiocciola, bagnatelo in superficie con il latte aiutandovi con un pennellino e infornate a 200° per 20 minuti (regolatevi in base al vostro forno, come sempre!!).
Impossibile spiegare il profumo che sprigiona durante la cottura. Inebria e appaga. E quando assaggerete..... sarà magico trovare un riscontro al palato.

Credo che le mie paure e il mio grande scetticismo (che si nasconde sempre dietro ogni sfida a cui mi approccio) siano stati decisamente sconfitti. Credo che d'ora in poi, caro Senatore, quella teca in dispensa sarà tua!!



abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram