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Occhio di bue morbido alla rucola: momenti di cucina espressa che nulla lasciano al caso

Non sempre "cucina" vuol dire servirsi di ogni genere di utensile, spadellare su quattro fuochi contemporaneamente, infarinare un ripiano e seguire, passo passo, una lievitazione. "Cucina" vuole anche dire guardare un uovo e trasformarlo in dipinto, nel poco tempo che la giornata ti concede per un pranzo. Ricordo che, tempo fa, molti di coloro che seguivano le mie avventure culinarie condivise e conoscevano la mia condizione di nuovamente single mi chiedevano che voglia avessi di cucinare "solo per me". Quasi come se l'essere soli significasse non prendersi cura di un momento così intimo con il proprio Io. Ve lo dico senza troppi giri di parole: cucinare non solo è passione, è un atto d'amore verso se stessi. Ed io ho iniziato ad amarmi proprio a tavola. Proprio nel momento in cui ho deciso di ricominciare da me. Anche quando guardo l'orologio e mi dico che "non c'è tempo a sufficienza", qualcosa viene sempre fuori. Apro il frigo, prendo due cosette e le trasformo in qualcosa che possa essere una coccola. Così vi parlo di questo piatto come la risposta ad un'esigenza di tempo che non vuole sacrificare il palato. Pochi semplici passaggi che vi regaleranno un momento di delizioso sapore- Ingredienti 1 uovo 100 g di certosa light 30 g di rucola 10 g di semi di sesamo olio evo sale Lavate accuratamente la rucola e asciugatela in un panno, con delicatezza. Scaldate un filo d'olio in una padella e fatela soffocare velocemente. Unite la certosa a fette non troppo spesse. Lasciatela ammorbidire, poi cospargete i semi di sesamo. Rompeteci sopra l'uovo, facendo attenzione a mantenere intatto il tuorlo. Salate a piacere e coprite con un coperchio. Fate cuocere, a fiamma moderata, per circa 4 minuti, il tempo necessario affinché l'albume rapprenda e il tuorlo rimanga morbido. Quindi spegnete il fuoco e servite. Neanche si spiega la velocità e la semplicità di esecuzione. E' un semplice uovo all'occhio di bue, ma porta con sé un insieme avvincente di sapori. Anche per un pasto mordi e fuggi ^_^
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Torta salata di spinaci e noci: le forme di espressione, le influenze e i modi d’essere di una personalità

Guardate un po' una torta cosa ha scatenato nella mia testa!!!! In fondo, presentandovi il tortino di carciofi, vi avevo già allertati e, generalmente, quando spendo parole per mettere in guardia sulle stranezze che si concede il mio Io pensante, beh, fatevi un bel segno della croce perché non si scherza!!
Come coloro che si dilettano a leggere i fondi di caffè, io potrei tranquillamente studiare le briciole nei miei piatti, o ancora potrei dedicarmi allo studio della sostanza pre-briciola nell'espressione di uno stato d'animo. Perché tutta questa morbidezza dovrà pur significare qualcosa!!!!! Che mi aiuti ad ammortizzare i colpi preservando i pochi neuroni ancora sani? O che possa accogliermi, come un soffice cuscino, nei crolli di veglia improvvisi (ma attesi e temuti) in cui la palpebra non riesce proprio a resistere alla forza di gravità? O che possa interpretare un abbraccio affettuoso? Non lo so. Le briciole sono poche e spesso confuse (dalle ditate, inevitabili, nel piatto.... ecco, l'ho detto) e tolgono ogni ombra di dubbio sul fatto che, per me, la cucina sia sano divertimento e libera espressione. Ancora una volta è torta. Ancora una volta è morbida. Ancora una volta mi ha conquistato. Interpellate voi il terapeuta che più vi sta a genio!

Ingredienti

120 g di spinaci freschi
160 g di certosa
2 uova
45 g di farina d'orzo
2 g di sale
20 g di gherigli di noci
1 g di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato di sodio
noce moscata a piacere

Lavate gli spinaci e fateli cuocere a vapore, fino a quando saranno morbidi.
Inserite in una ciotola capiente le uova, il sale, la noce moscata e la certosa tagliata a pezzi. Amalgamate il composto e lavoratelo con una frusta elettrica, fino a quando diventerà un composto spumoso e omogeneo.
Frullate gli spinaci, strizzati per togliere l'acqua in eccesso, e rendeteli una crema liscia. Salate a piacere.
Aggiungete la crema al composto di uova e certosa e mescolate bene, in modo da rendere la pastella perfettamente amalgamata.
Pesate la farina e mischiatela al cremor tartaro e al bicarbonato.
Aggiungetela, poco alla volta, alla pastella di uova, sempre mescolando. L'impasto ottenuto dovrà essere consistente, ma molto morbido.
   Spezzettate grossolanamente i gherigli di noci (in questo modo li sentirete in contrasto nella torta).
Uniteli all'impasto e mescolate cercando di uniformare gli ingredienti.
Foderate una teglia (io l'ho usata di 18 cm di diametro) con della carta forno. Versate l'impasto e livallatelo bene.
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete per 30 minuti, ventilato.
Prima di sfornare la torta, fate la prova coltello: se la lama uscirà pulita, la torta sarà pronta.
Toglietela dalla teglia e trasferitela in un piatto.
Servitela calda e affondateci dentro un morso.... eh, una forchetta ^_^

La delicatezza dell'impasto soffice, con la sopresa della croccantezza delle noci, di tanto in tanto, in qualche boccone,vi sapranno stupire e deliziare. Cedere a questa coccola sarà un vero piacere.

Colori intensi, profumi inebrianti.
 E la conta delle briciole sarà appena iniziata!!



abc

Cereali gratinati con cuore morbido di crescenza: un gioco di colori e sapori che riempiono il sorriso

Arriva così. E' un giorno in cui il pranzo vuole essere sfizioso ed essere pronto da infornare quando le faccende siano volte al termine. Ho bisogno di prendermi per la gola, di trasformare in irresistibile ogni cosa.
In dispensa, che tracima delle più svariate rappresentanze alimentari, un piccolo sacchettino di cereali se ne stava, quatto quatto, tra imponenti confezioni di farine, frutta secca, semi, dolci, lieviti, addensanti e.... continuo? ^_^ Povero, senza poter neanche respirare, ha guardato verso di me cercando di dirmi quanto, forse, avrebbe potuto, proprio lui, soddisfare la mia esigenza. Certo, un mix di riso rosso, orzo, farro, grano duro e avena non può essere ignorato e dargli una giusta collocazione non è neanche così complicato. Tutti questi colori, il sole nel piatto. Insomma, qui non si appaga solo il palato. Gli occhi sorridono e lo sguardo si illumina. Mentre si prepara e quando si assapora.

Ingredienti

60 g di mix ai 5 cereali
10 g di pistacchi tostati
10 g di semi di zucca
1 tuorlo
40 g di certosa (io light)
10 ml di olio evo
sale
parmigiano grattugiato

Portate a bollore abbondante acqua salata e fate cuocere i cereali secondo il tempo di cottura indicato sulla confezione. Quando sarà cotto scolateli, conditeli con un filo d'olio evo e lasciateli raffreddare.
Pulite i pistacchi e frantumateli grossolanamente, insieme ai semi di zucca. Io mi servo del mattarello, pestando il mix avvolto in un foglio di carta assorbente.
Uniteli ai cereali e mescolate fino a rendere tutto omogeneo.
Aggiungete il tuorlo dell'uovo e amalgamate bene.
Ungete una piccola pirofila e copritela con uno strato di cereali (circa i 2/3 del preparato). Create una sorta di conca, in modo che i bordi siano più alti.
Mescolate la certosa con abbondante parmigiano e sistematela sopra i cereali. Volendo la potrete lasciare al naturale: sappiate che, in questo caso, il sapore rimarrà più dolciastro.
Coprite la pirofila con il riso rimasto e spolverizzate con il parmigiano grattugiato. Cospargete con un filo d'olio e cuocete, sotto il grill, per 15 minuti circa, fino a quando il formaggio si sarà fuso e si sarà creata una invitante crosticina.

Sfornate e trasferite in un piatto (volendo potrete mangiarlo direttamente nella pirofila). Il cuore morbido, in contrasto con la croccantezza dei cereali, vi conquisteranno fino all'ultimo boccone!
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Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
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Arancini di riso bianchi al pistacchio: la necessità che dà forma e asseconda un capriccio

Agli sgoccioli prima della piccola parentesi di svago e distrazione dalla routine che, seppur piacevole e amata, segna lo scorrere di un anno intero di lavoro e sacrifici, mi appresto a svuotare il frigorifero. Ultimi ingredienti cagionevoli, frutto della spesa folle fatta qualche giorno fa. La scusa di "un po' di frutta" mi aveva fatto tornare a casa con ogni ben di dio!! Reduce da una cena con focaccia di Recco, quel pezzo di certosa mi guardava implorando di farne un buon uso. Ho pensato ad un risotto cremoso e mi ero quasi fatta tentare quando, fulmineo, torna il ricordo di un arancino al pistacchio assaggiato lo scorso anno dalla mia amica Miriana in Sicilia. A dire il vero in quell'occasione ne avevo assaggiati così tanti e così buoni che quello al pistacchio, ho quasi paura a dirlo, non era stato il mio preferito. Ma oggi non voglio sentire storie: oggi quel pezzo di certosa incontrerà i pistacchi e verrà avvolta da morbidissimo riso allo zafferano in una croccante gabbia di panatura. Frittura onesta con ottimo olio extravergine di oliva. Poco, come sempre, ma sufficiente a rendere il risultato appagante alla vista e, soprattutto, al palato.

Ingredienti

80 g di riso (io di Baraggia biellese)
1/4 di cipolla rossa
1 bustina di zafferano
3 dl di brodo vegetale
10 g di pistacchi tostati non salati
8 g di semi di zucca
50 g di certosa (io light)
10 g di parmigiano
Farina di riso integrale q.b.
pangrattato (io di riso) q.b.
1 uovo
olio evo

Portate a bollore 3 dl di acqua e ottenete un brodo vegetale unendo del dado (pronto, granulare o autoprodotto...). Nel frattempo scaldate in una padella un filo di olio e fare soffriggere la cipolla tagliata sottilmente.
Aggiungete il riso e lasciate insaporire per qualche istante. Sciogliete lo zafferano in un cucchiaio di brodo e unitelo al riso. Versate il brodo restante e fate cuocere a fuoco basso, coperto, fino a quando verrà assorbito completamente. Girate di tanto in tanto affinché non attacchi in cottura.
Nel frattempo sgusciate i pistacchi e uniteli ai semi di zucca.
Tritateli piuttosto grossolanamente e uniteli alla certosa. Con l'aiuto di una forchetta schiacciate il formaggio incorporando il trito. Continuate fino a creare una crema omogenea. Io non ho sentito la necessità di aggiungere sale, ma se voleste correggete a vostro piacimento. Coprite la crema ottenuta e ponetela in frigorifero.
Grattugiate il parmigiano e, quando il riso sarà cotto, unitelo e mescolate in modo da amalgamarlo completamente. Coprite nuovamente il riso e fate raffreddare.
Preparate su due fogli di carta assorbente la farina di riso, il pangrattato e rompete in una ciotola l'uovo. Sbattetelo aggiungendo, eventualmente, un pizzico di sale. Io l'ho omesso, il sapore del riso ho ritenuto fosse sufficiente.
Prendete una buona cucchiaiata di riso, versatela su una mano e fatevi un incavo nel mezzo. Riempite con una parte della crema di certosa e pistacchi e chiudete il fagottino avvolgendo il ripieno di riso. Con queste dosi ho ottenuto 5 arancini di circa 10 cm di diametro.
Cercate di schiacciare molto bene l'arancino quando gli darete forma, in modo che durante la cottura non si sfaldi, ma rimanga unito e compatto.
Passate ciascun arancino nella farina di riso, in modo da avvolgerlo completamente. Passatelo, quindi, velocemente nell'uovo sbattuto, aiutandovi con le mani affinché venga avvolto completamente. In questo modo si formerà una sorta di collante che permetterà di mantenere ben salda la panatura. Passatelo infine nel pangrattato con un po' di insistenza, in modo che si formi una bella copertura spessa.
Scaldate circa 4 o 5 cucchiai di olio extravergine di oliva in una padella e, quando sarà molto caldo, sistemate gli arancini. Fateli cuocere uniformemente, girandoli con delicatezza aiutandovi con due cucchiai.
Quando saranno dorati in maniera uniforme prelevateli dall'olio, scolateli e fate assorbire l'olio in eccesso su abbondante carta assorbente. Non vi resta che servirli e gustarli. Caldi ovviamente sono irresistibili. Freddi..... non so dirvi..... sono finiti che ancora fumavano!!! ^_^

Sapete bene che non sono solita a lasciarmi tentare dal fritto. Confesso, però, che questa frittura (posso definirla così?) è decisamente leggera, rispetto al concetto di frittura. Ho poi lasciato riposare in molteplici strati di carta assorbente in modo da non sentire il sapore e la presenza dell'olio. E' fondamentale utilizzare un olio ottimo! Ma se l'ho fatto io.... potrete cedervi senza problemi anche voi!

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Babà di pizza farciti: da foodblogger a foodblogger un amore a prima vista

Tra le pagine delle amiche blogger che preferisco c'è quella di Debora. Il suo sito è Diario della Mia Cucina (che rientra in un contesto decisamente più complesso e molto molto ben curato) e ad inizio luglio mi sono imbattuta in una delle sue prelibatezze: la pizza babà. I miei occhi sono caduti letteralmente sullo schermo del portatile ed ho subito capito che quello spettacolo irresistibile avrebbe preso forma nel mio forno. Non c'è estate che tenga, nessuna paranoia di temperatura: la pizza babà DEVE entrare in casa Cuocherellona. La personalizzazione è stata sul tipo di ripieno e sulla miscela di farine dell'impasto, ma alla fine l'idea è tutta di Debora e il merito va tutto a lei. E come lei ha precisato che la prossima volta farcirà di più (consiglio che ho seguito alla lettera), io aggiungo che la prossima volta distribuirò meglio la farcitura affinché non rimanga solo nel cappuccio, ma sia meglio distribuita lungo tutta la forma di babà. Però il successo è stato confermato da chi ha avuto la fortuna di averne un minimo assaggio, cari Denise e Juri, anche loro piacevoli incontri della mia estate.

Ingredienti

Per l'impasto
100 g di semola di grano duro
25 g di farina 0 di Manitoba
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di sale
100 g di acqua
7 g di olio evo

Per la farcitura
2 zucchine piccole chiare
1 cucchiaio di olive taggiasche snocciolate
10 g di pistacchi tostati
50 g di certosa (io light)
4 pomodorini pizzutello
2 filetti di acciughe
olio evo
Sale

Miscelate le farine, il malto e il lievito madre. Versate in un'impastatrice o in una terrina (io uso sempre il Bimby) e aggiungete metà miscela di farine. Creare una crema a cui aggiungerete l'olio e il sale. Incorporate la farina restante e impastate bene fino ad ottenere una bella incordatura. E' un impasto molto idratato per cui risulterà difficile da maneggiare. Ponetelo in una terrina infarinata, copritelo con una pellicola trasparente e lasciatelo lievitare per almeno 4 ore (io l'ho lasciato per 6 ore, ma è sufficiente che l'impasto raddoppi di volume).
A questo punto prelevate l'impasto dalla terrina e lavoratelo su una spianatoia infarinata, incorporando Manitoba fino a renderlo non appiccicoso.
Mentre riposerà, coperto da un canovaccio, fate scaldare un filo d'olio evo e saltate le zucchine lavate e tagliate a dadini piccoli. Salatele e, quando saranno dorate, aggiungete le olive. Abbassate la fiamma e fate insaporire. Sgusciate i pistacchi e tritateli.
Trasferite le zucchine in un contenitore e unitevi i pistacchi. Mescolate bene e tenete da parte.
Nella stessa padella utilizzata per la farcia fate sciogliere i filetti di acciuga. Aggiungete poi i pomodorini tagliati a dadini e fate appassire, a fiamma bassa, per 15 minuti circa. Correggete eventualmente di sale.
Spegnete quindi la fiamma e tornate ad occuparvi della pasta.
Ungete 5 stampi monoporzione di babà (io ho usato uno stampo al silicone), aiutandovi con un pennellino per uniformare bene.
Dividete l'impasto in 5 pezzi e stendete con le mani ciascuno di questi. Posizionate nel centro la farcia di olive, zucchine e pistacchi e ponete sopra un pezzo di certosa. Richiudete a fagottino la pasta.
Sistemate ciascun fagottino in una forma di babà in modo che la pasta rimanga verso il basso e la farcitura verso l'alto. Il mio perfezionamento prevederà che la farci sia sistemata lungo tutta la lunghezza del babà.
Ricoprite ciascun fagottino con un cucchiaino di salsa di pomodorini e infornate, a 200°, per mezz'ora abbondante. Consiglio di cuocerli su un ripiano piuttosto basso del forno, poiché il rischio sarebbe quello di bruciacchiare la superficie e di avere la base ancora piuttosto cruda. Sfornate quando saranno ben dorati, rimuoveteli dagli stampi e servite.
Sono ottimi mangiati caldi (attenzione che appena sformati sono davvero caldi, troppo caldi!), ma sono stati ampiamente apprezzati anche freddi, il giorno dopo!
   L'interno morbido, il ripieno goloso, la possibilità di mangiarli con le mani, faranno dei vostri pizza babà un perfetto pranzo per un picnic all'aria aperta.
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Tortino fondente ai fiori di zucchina: una pasta croccante che racchiude tutto il “buono rimasto”

Sì, insomma, si parte da un'idea di ingredienti, da un'idea di forma..... poi tutto subisce una metamorfosi e..... comunque ne esce una prelibatezza.
Fiori di zucchina. Ormai me ne delizio ogniqualvolta li vedo colorare d'arancio le bancarelle. Poi la raccolta dei pezzi sparsi nel frigorifero: un po' di ricotta, tenuta da parte dal pranzo del giorno prima, in cui l'avevo gustata con bottarga grattugiata e scorza di lime, una piccola porzioncina di Certosa light rimasta dalla preparazione della non chiamatela focaccia di Recco, un albume rimasto dal ragù delle pappardelle di zucchine e come racchiudere meglio tutto questo se non in una bella sfoglia di pasta Phyllo? Alla fine ne è uscito questo tortino salato, decisamente appetitoso e d'effetto!! Una tela che assorbe perfettamente i colori e li trasforma in sensazioni.

Ingredienti

Pasta Phyllo (questa dose)
100 g di ricotta vaccina
80 g di certosa (io light)
2 zucchine chiare piccole
10 fori di zucchina
1 albume
noce moscata
sale
olio evo

Preparate per tempo la pasta Phyllo e fatela riposare almeno due d'ore.
Pulite i fiori di zucchina dal loro pistillo e sciacquateli delicatamente sotto l'acqua corrente. Asciugateli tamponandoli con cura e tagliateli a striscioline verticali. Pulite, lavate e tagliate a fiammiferi le due piccole zucchine e fatele cuocere in padella con un filo di olio evo per una decina di minuti. Aggiungete i fiori e continuate la cottura per un minuto circa, a fiamma viva. Spegnete il fuoco e fate intiepidire.
Setacciate la ricotta sui fiori a julienne e amalgamate il tutto, correggendo con sale e noce moscata. Lasciate riposare e insaporire, mentre vi dedicate alla lavorazione dell'impasto per la sfogliatura della scocca del tortino.
Dividete l'impasto in 4 e iniziate a stendere, con un matterello, la prima sfoglia, cercando di darle una forma tonda e fino ad avere uno spessore minimo. Ungetela con olio evo aiutandovi con un pennellino e mettete da parte. Passate alla seconda parte e ripetete l'operazione, sovrapponendo la sfoglia ottenuta alla precedente. Continuate con le altre due parti rimaste. Coprite con carta forno la base di una teglia e capovolgetevi sopra gli strati di Phyllo.
Montate a neve ferma l'albume e unitevi il composto di ricotta. Mescolate delicatamente fino a creare un composto uniforme. Rovesciate il ripieno nel centro del disco di pasta e affondateci la certosa tagliata a pezzi. Iniziate a chiudere il bordo, ripiegandolo verso il centro. Pizzicatelo in modo da tenerlo fermo intorno al ripieno.
Portate a temperatura il forno e cuocete, a 200°, per mezz'ora.

Sfornate quando sarà ben dorata e lasciatela raffreddare per qualche minuto. Tagliatela quindi a spicchi e servitela. E' buona da assaporare anche fredda, magari per un pranzo all'aria aperta.
Cuore fondente, involucro croccante: caratteristiche fondamentali per un piattino sfizioso!
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Non chiamatela focaccia di Recco, ci tengo: è simile, ma non è…

Vi avevo accennato a questa prelibatezza, coccola che mi concedo... diciamo spesso, parlandovi dei fiorelloni di spinaci dal cuore fondente. Ebbene ci siamo, non è la prima volta, dai tempi in cui è stata menzionata, che me la preparo, ma è la prima volta in cui riesco a resistere dall'addentarla il tempo sufficiente per fotografarla!! Non chiamatela focaccia di Recco. Ci tengo, la focaccia di Recco è ben altra cosa. Quello utilizzato nella focaccia originale è un formaggio tipico, di difficilissima reperibilità. E le mie manine avrebbero bisogno di un po' di scuola ligure per poter essere certe di preparare un impasto simile. Ma l'idea rimane quella. L'impronta che le si vuol dare è quella di una appetitosissima e irresistibile focaccia sottilissima con una crema filante e avvolgente da far perdere la testa!! Io ce la perdo volentieri..... e credo anche voi!!

Ingredienti

100 g di farina 0 di Manitoba
65 g di acqua
10 g di olio evo
2 g di sale
200 g di certosa (io irrimediabilmente light)

Personalmente per l'impasto mi affido al fedele amico Bimby, ma anche a mano, con un paziente lavoro di manualità, potrete ottenere il medesimo risultato. Mischiate acqua e olio e scioglieteci il sale. Unite il liquido ottenuto alla farina e impastate fino ad ottenere un composto liscio e compatto. Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno due ore. Mi raccomando, il tempo di riposo è essenziale per rendere l'impasto perfettamente elastico.
Prendete ora il vostro panetto e dividetelo in due parti, una leggermente più grande. Iniziate proprio da questa, che sarà la base della focaccia, e stendetela su un piano leggermente infarinato, aiutandovi prima con un mattarello, poi allargandola con il dorso delle mani. Fate attenzione a non bucare la sfoglia, soprattutto questa, perché in cottura fuoriuscirebbe la certosa e brucerebbe al contatto con la teglia.
Ungete una teglia, o copritela con un foglio di carta forno (con queste dosi vi verranno o due teglie medie o una bella teglia grande). Stendeteci sopra la sfoglia ottenuta e cospargetela con la certosa a pezzi.
Passate ora alla lavorazione della seconda parte di impasto, utilizzando lo stesso procedimento. Su questa parte se si dovessero formare dei buchi non sarebbe un problema. Coprite con la pasta stesa la prima sfoglia e sigillate bene i bordi. Aiutandovi con una rotella da pizza ritagliate la pasta in eccesso. A questo punto, con indice e pollice, pizzicate la sfoglia superiore (mi raccomando a non afferrare anche la base) e praticate dei piccoli squarci su tutta la superficie.
Aiutandovi con un pennellino, ungete la superficie con olio evo (io sto sempre attenta alle dosi, ma ce ne vorrà abbastanza) e salate.
Accendete il forno alla massima temperatura (quello domestico dovrebbe arrivare a 250°). A questa temperatura la cottura sarà mediamente di 7 minuti. Mi raccomando controllate bene la doratura durante questo tempo, perché essendo così sottile brucia in un attimo! La caratteristica di questa focaccia è che deve cuocere a temperature altissime (generalmente 300°) per pochissimi minuti (generalmente 3/4 minuti). In questo modo il formaggio si scioglierà rimanendo compatto e la sfoglia risulterà croccante.
Infornate e.... STATE A GUARDARE : ) Quando sarà pronta sfornate, tagliate e.... servite!! Masticate con calma e generosità!!
Il mio piccolo segreto, chissà poi che segreto, è prenderne un pezzo alla volta e lasciare gli altri al caldo, sulla teglia. Appena il forno scende di temperatura inserisco nuovamente la teglia lasciando lo sportellino aperto, in modo che rimanga al caldo, senza continuare a cuocere : )


Un'altra cosa: finisce alla velocità della luce!!


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Fiori di zucchina in pasta Phyllo dal cuore morbido e avvolgente: delicatezze che si incontrano e che incantano

Come si fa a resistere a dei fiori così belli? Li aspetto tutto l'anno e, se permettete, non appena se ne riempiono i giardini io non mi tiro assolutamente indietro! Questa volta, però, ho voluto unirli ad un'altra grande colonna portante della mia cucina: la pasta Phyllo. Chiamatemi monotematica, ditemi che sono ripetitiva, ma cosa c'è di più prelibato di due delicatezze che si incontrano? E tutto accompagnato da un ripieno cremoso e avvolgente......
E poi, ve lo devo confessare: questa Phyllo mi viene buona ogni volta di più!
Questa è una ricettina veloce veloce e buona buonissima a cui veramente non potrete resistere!!

Ingredienti

1/2 dose di pasta Phyllo (qui)
8 fiori di zucchina
100 g di certosa (io light)
1 cucchiaio di olive taggiasche denocciolate
olio evo
2 zucchine piccole chiare
farina di riso
sale

Dopo aver preparato la pasta Phyllo e averla messa a riposare tra due fondine calde, pulite e lavate i fiori di zucchina. Preparate il ripieno mescolando la certosa con le olive, fino a rendere il composto cremoso.
Asciugate i fiori di zucchina e farciteli, aiutandovi con un cucchiaino, con la crema di certosa.
Stendete quindi la pasta Phyllo in una sfoglia sottilissima (trasparente..... tirate bene, difficilmente si romperà!) che spennellerete bene su tutta la superficie con olio evo. Ricavate 8 rettangoli. Adagiate ciascun fiore di zucchina sull'estremità del lato più lungo di ogni rettangolo, con le punte del fiore fuori dalla pasta e circa due centimetri di pasta libera alla base. Ripiegate il lato più lungo coprendo il fondo del fiore e poi arrotolate il fiore stesso per tutta la lunghezza del rettangolo di Phyllo. Ricaverete tanti cartoccini.
Tagliate ora le zucchine a fiammiferi, versateci sopra della farina di riso e del sale e giratele fino a fare aderire uniformemente la farina. Sistemate i fiori in una teglia coperta da carta forno e le zucchine su un'altra, sempre con carta forno. Versate sulle zucchine un filo d'olio e giratele aiutandovi con le mani.
Cuocete in forno a 200° per circa 20/25 minuti. Dopo circa 15 minuti girate i fiori in modo che diventino croccanti anche sul fondo. Sfornate e servite. Non faranno in tempo ad intiepidire.....abc

Sofficini di avena agli spinaci…. un desiderio prèt à porter

Se vi dicessi che non ho mai mangiato i famosissimi sofficini confezionati, nonostante fossero nei miei sogni di bambina? Mia madre era maggiormente propensa ad un'alimentazione sana e casalinga e difficilmente accontentava questi capricci! Così mi sono trovata in età matura ad esaudire questo fortissimo desiderio che, comunque, è rimasto intatto negli anni. Le mie ormai appurate fisime mentali mi portano a rivisitare tutto in chiave salutista, e quindi niente frittura e pochi alimenti raffinati. Insomma, il primo tentativo, risalente a qualche mese fa, è stato abbastanza fallimentare. Questa volta però, i miei sofficini sono belli, compatti, saporiti e...... appaganti!! Peraltro semplicissimi da preparare e congelabili. Come dire: un desiderio prèt à porter.

Ingredienti

250 ml di latte di avena (o vaccino)
100 g di farina di avena
100 g di farina 00
30 g di margarina
1 pizzico di sale
100 g di spinaci
100 g di certosa (io light) - per la versione vegana besciamella veg
noce moscata
sale
pangrattato (io di riso)

Mettete in un pentolino il latte di avena con la margarina e il sale e portate ad ebollizione. Mischiate le due farine e versate tutto nel latte. Mescolate energicamente con un cucchiaio di legno, fino a formare una massa omogenea. Spegnete il fuoco.
Prendete la pasta e lavoratela con le mani su un ripiano per pochi istanti, quindi stendetela in una base di 1 centimetro di spessore. Ritagliate dei dischi (io ho usato una scodella di 18 cm di diametro) fino all'utilizzo completo dell'impasto. Con queste dosi ve ne verranno 5.
Condite gli spinaci con un pizzico di sale e una grattugiata di noce moscata. Posizionate su una metà di ciascun disco una fettina di crescenza e un po' di spinaci. Bagnate con acqua i bordi di ogni disco e chiudeteli, pressando bene per farli aderire perfettamente, senza che si aprano in cottura.
Immergeteli velocemente in acqua (io non uso l'uovo per la panatura, e questo impasto non ne necessita.....vedrete!!) e passateli bene nel pangrattato.
Sistemate le mezzelune su una teglia, coperta da carta forno. Versateci sopra un filo d'olio e infornatele. Cuocete per 30 minuti a 180°.
Certo la doratura della frittura verrà sacrificata, ma..... il sapore vi conquisterà!!!

Attenzione.... un sofficino tira l'altro! E io vi ho avvisato...abc

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