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Crostata integrale di ricotta e mais: l’incontro di strade e scoperte in un dolce dal sapore travolgente

Ormai chi mi conosce un po' lo sa: quando scopro un nuovo ingrediente, o quando lo personalizzo, mentre tengo un piede ancorato alla scoperta, l'altro si lancia in nuove esplorazioni, contestualizzazioni e sperimentazioni. Così è nato questo dolce. A metà tra curiosità e certezze, laddove la cheesecake è tra i miei dolci preferiti e il mais là dentro come ci starà?, ho messo insieme un po' di conquiste e.... mi sono deliziata. Ma che sia chiaro: continuo a provare una irrefrenabile avversione per il mais in scatola e continuo a procurarmelo partendo dalla pannocchia, bella e sorridente, rub.... colta direttamente dai campi ^_^ Ricordate? Ve ne parlai qui. Nel frattempo non mi sono redenta. Piuttosto ne faccio senza ^_^ La base invece, beh, lei ha il fascino di quell'altra grande scoperta, quella che ha del genuino ma dell'ipercalorico, quella che è sempre di autoproduzione e che è meglio a piccole dosi: il mio deliziosissimo burro salato di arachidi. Ho scorte di arachidi sufficienti a sfamare tutto il paese ^_^ e il burro è sempre alla portata, ma mai pronto. Potrebbe irrimediabilmente tentarmi ^_^

Ingredienti

Per la base
100 g di burro salato di arachidi
65 g di zucchero di canna Dulcita
75 g di farina Petra 5
25 g di farina integrale
2 tuorli
30 g di latte (io uso il latte di avena)

Per la crema
245 g di ricotta vaccina
100 g di panna (io di riso)
200 g di mais (io da pannocchie bollite)
55 g di malto di riso
2 albumi

Inserite in un boccale il burro di arachidi, i tuorli e lo zucchero. Impastate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Setacciate le farine e unitele al burro, poco alla volta. Continuate ad impastare, unendo, sempre poco alla volta (potrebbe volercene meno), il latte.
Quando l'impasto sarà compatto, formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo dedicatevi alla crema.
Mescolate la ricotta con il malto di riso, la panna e il mais. Mescolate in modo da rendere tutto omogeneo. Tenete da parte.
Montate a neve, non troppo ferma, i due albumi. Uniteli alla crema di ricotta e mescolate, delicatamente, dal basso verso l'alto.
Foderate una teglia con carta forno e accendete il forno ad una temperatura di 180°.
Riprendete l'impasto dal frigorifero e stendetelo in una sfoglia sottile. Adagiatelo nella teglia e fatelo aderire bene alle pareti. Versateci dentro la crema di formaggio e mais e livellate bene aiutandovi con una spatola.
Infornate quando il forno sarà in temperatura, su un ripiano non troppo alto. Lasciate cuocere per circa 1 ora, controllando che la doratura della superficie sia uniforme.
Quando avrà acquisito un aspetto dorato e gonfio spegnete il forno e lasciatela intiepidire.
Quindi sformatela e lasciate che raffreddi completamente.
Estraetela, a questo punto, dalla teglia e servitela.

Un dolce importante da un punto di vista nutrizionale, con un notevole concentrato di calorie, è morbido sul palato e avvolgente, con la sua crema dolce e sfiziosa. Il mais rende frizzante la farcitura, ma rispettandone la delicatezza.

A meno che non abbiate molte bocche da soddisfare, è il caso che porzioniate attentamente questa torta: in frigorifero si conserva comodamente per 7 giorni, senza che il sapore venga alterato, anzi, giorno dopo giorno i sapori saranno sempre più armoniosi e travolgenti.

Per me è stata una colazione piacevole e continua. Un dolce richiamo ai sapori casalinghi e genuini.


abc

Crostata di pere alle nocciole e cocco con bacche di Goji: storie di magia e di bizzarre follie

In genere tutto parte dall'urgenza di dovere far fuori della frutta prossima all'eccessiva maturazione. In genere questa esigenza incontra qualche follia estrosa che, come sempre, porta lontano dai soliti canoni di pasticceria e dai binari di qualche ricetta classica, scritta e tramandata nei secoli. Solitamente tutto questo è condito dalla volontà di creare qualcosa che non abbia traccia di uova, burro e latticini e che sia ricco di preziosi nutrienti. La conferma che il buono e il goloso non debbano essere per forza sinonimo di insalubre e saturo. A volte, però, la mano scappa e..... si crea un dolce inatteso anche nei pensieri più propositivi e fantasiosi. Eccovene una prova. Due gli stimoli di partenza: crema di pere senza uova e bacche di Goji nell'impasto della frolla. Ma non solo due sono state le sorprese. Le bacche danno un sapore e un aspetto avvincente, la crema di pere è delicata e vellutata, ma quel tocco croccante delle nocciole e la pienezza del gusto del cocco, rendono questo dolce qualcosa di veramente diverso, piacevole e irresistibile. Per niente dietetico ^_^ è da dire. La quando in ogni boccone si sente la genuinità di ingredienti semplici e preziosi, anche il peccato di gola si tinge di fierezza.

Ingredienti

Per l'impasto
50 g di nocciole
15 g di bacche di Goji
10 g di semi di lino
45 g di zucchero di canna Dulcita
50 g di margarina
100 g di farina Petra 5
70 g di latte di avena

Per la farcitura
500 g di pere coscia
10 g di nocciole
10 g di frutti rossi
10 g di bacche di Goji
15 g di cocco in scaglie
1 cucchiaio di latte di avena
1 g di agar agar

Sbucciate le pere, eliminate il torsolo e tagliatele in piccoli pezzi. Mettetele in un pentolino capiente e fatele cuocere a fiamma viva, fino a quando prenderanno a sobbollire. Quindi abbassate la fiamma e fatele cuocere per circa mezz'ora, coperte.Mentre la frutta cuoce, pensate all'impasto.
Inserite, in un boccale, i semi di lino, le nocciole e le bacche di Goji. Tritatele azionando le lame a scatti, fino ad ottenere una granella fine. Aggiungete lo zucchero di canna e proseguite ancora per qualche istante.
Aggiungete la margarina (io la preparo in casa secondo la ricetta riportata qui) e impastate grossolanamente. Aggiungete, poco alla volta, la farina e il latte di avena. Aggiungetelo per gradi, in modo da valutarne la consistenza. Il tipo di farina potrebbe richiedere più o meno liquidi.
Impastate velocemente fino ad ottenere un impasto compatto.
   Formate quindi un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeo mezz'ora.
Versate in un bicchierino l'agar agar. Spemperatelo con il cucchiaio di latte di avena, in modo da formare una cremina senza grumi.
Versatela nel pentolino con le pere, mescolate e poi passate tutto con un frullatore ad immersione. Abbassate quindi la fiamma e fate cuocere, mescolando di tanto in tanto, per circa 4 minuti.
Pestate in un mortaio le nocciole, lasciandole piuttosto grossolane. Versatele nella purea di pere, insieme alle bacche, ai frutti rossi e al cocco in scaglie.
Personalmente non ho sentito il bisogno di aggiungere zucchero. Il dolce naturale della frutta, soprattutto quando raggiunge un certo grado di maturazione, è assolutamente appagante. Eventualmente assaggiate e provvedete a correggere secondo i vostri gusti.
Accendete il forno, portandolo alla temperatura di 190°.
Stendete la pasta frolla e foderate una teglia da 20 cm di diametro. Lasciatela piuttosto spessa (si sbriciolerà facilmente, ma compattatela bene prima di farcirla).
Versate la crema di pere e distribuitela in modo omogeneo.
Infornate la crostata e cuocetela per circa mezz'ora, controllando che non scurisca troppo.
Sfornatela e lasciatela raffreddare completamente. In questo modo si compatterà bene e sarà facile tagliarla a fettine.

A questo punto non avrete da fare altro che perdervi nei sui sapori: intensi, intriganti, ricchi.

Una dolce e preziosa coccola, che accompagnerà i vostri risvegli e i piccoli momenti di dolcezza concessi alle vostre giornate.


abc

Crema di sedano rapa allo zafferano con alga wakame: i sapori delicati che si solleticano in un piatto travolgente

"Seguo sempre il tuo blog. Mi piace molto. Mi piace leggere quello che scrivi. Mi piacciono i tuoi titoli". Avete presente quando proprio non te lo aspetti? Quando in quel momento pensi che "il tuo" non possa essere il soggetto della conversazione. Quando proprio non pensi che quel viso d'angelo possa pronunciare simili parole. E' vero, nella vita sono stata più volte redarguita per aver dimostrato scarsa fiducia in me stessa, ma queste pagine sono una semplice proiezione del mio Io, una sorta di enciclopedia della mia arte (ecco, pesate bene queste parole), che nulla ha da pretendere se non la gioia del condividere e donare qualcosa di me. E quando succede che una mamma mi dice "mio/a figlio/a ti segue sempre", o quando un'amica virtuale scoperta proprio grazie al blog mi scrive "sei molto sensibile, sei la mia preferita", o quando, appunto, quella persona da cui proprio non ti aspetti che tu possa essere parte di una sua qualunque giornata, mi dice di seguire le mie avventure, ecco.... io ci rimango. Ci rimango a bocca aperta. E dici quel grazie che è sempre lui e che sembra anche scontato, ma che è, invece, un grido generato da dentro, da quel profondo che lascio appena trasparire, in punta di piedi. E oggi è con la semplicità di questi ingredienti, con la loro inenarrabile delicatezza, con la loro incantevole fusione che voglio dire grazie a tutte quelle persone che mi fanno vivere queste bellissime emozioni. E' incredibile la magia che mi fate vivere. Ogni volta.

Ingredienti

200 g di sedano rapa (pulito)
210 g di latte di avena
10 g di burro vegetale salato
2 rametti di rosmarino
1 bustina di zafferano
3 g di alga wakame
sale
semi di sesamo per guarnire

Pultite il sedano rapa, tagliatene 200 g a tocchetti e fatelo cuocere a vapore o in acqua, fino a uando diventerà morbido.
Trasferitelo, quindi, in un pentolino. Unitevi il latte di avena, il burro salato e gli aghi dei rametti di rosmarino, precedentemente lavati e asciugati. Aggiungete un po' di sale e portate a bollore. Abbassate la fiamma e lasciate che i sapori si armonizzino, mescolando di tanto in tanto.
Mettete l'alga wakame a mollo in una scodella con acqua fredda e lasciatele rinvenire per circa 10 minuti.
Unite lo zafferano al sedano rapa in cottura e mescolate. Spegnete il fuoco e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una vellutata liscia. Assaggiate la sapidità ed, eventualmente, correggete di sale.
Scolate le alghe e strizzatele delicatamente, lasciando che perdano l'acqua in eccesso. Tagliatele in tocchetti piuttosto piccoli e uniteli alla vellutata. Mescolate tutto e lasciate insaporire.
Versate, quindi, in una scodellina e guarnite con un cucchiaino di semi di sesamo.


Gustate, semplicemente. Da assaporare molto calda o tiepida, con crostini o in purezza, saprà toccarvi nel profondo e conquistarvi ad ogni assaggio.

abc

Rose di amarena all’avena con crema di ricotta e cocco: il pensiero che arriva quando meno te lo aspetti

Le cause possono essere molteplici e non starò certo a tediarvi con racconti che poco avrebbero del costruttivo e del divertente, ma spesso le mie nottate sono irrimediabilmente interrotte così, ad orari improbabili, come per magia. Apro gli occhi, guardo l'ora, proiettata crudelmente sul soffitto, e sprofondo nello sconforto. Gioia mia, tutta la stanchezza concentrata in appena due ore di sonno? Nulla, niente potrà più avvicinarmi alla condizione di incoscienza. Il relè della mia testolina è scattato e.... bye bye dolci sogni. Così capita che, proprio in quel frangente, benedetta la notte con i suoi silenzi troppo poco costruttivi e troppo spesso distruttivi, inizio a sorvolare vallate e precipizi, balzando da un pensiero all'altro. Niente che ancora mi stupisca, tanto che, ormai, abbasso gli scudi e mi arrendo alla forza del pensiero. E mi lascio cullare. Il bizzarro, però, non rimane troppo tempo fuori dalla porta. Eh no, perché alzi la mano chi non si è mai svegliato, nel cuore della notte, con il sorriso raggiante di chi ..... ha trovato la ricetta giusta!!!!!!! Ebbene, lo confesso, nel calcolo delle casistiche della nascita di un piatto c'è anche questa: l'illuminazione notturna, che toglie ore di sonno, ma che fa sorridere (prima), ridere (nella consapevolezza) e poi derider"si" (nella rassegnazione). Alla fine la nottata si è chiusa in quel preciso istante, nonostante le sole due ore di sonno alle spalle, ma il piacere nel gustare queste roselline leggere e fragranti rimane impagabile!!

Ingredienti

Per l'impasto
150 g di farina d'avena
160 g di farina integrale
90 g di farina Manitoba
10 g di crusca di avena
70 g di amarene sciroppate
35 g di sciroppo di amarene + 2 cucchiai
11 g di lievito madre secco
285 g di latte di avena
20 g di olio di cocco (+ 45 g per la sfogliatura)
1 pizzico di sale
1 albume per spennellare

Per la crema
100 g di ricotta (di pecora o vaccina)
20 g di zucchero di canna integrale
1 tuorlo d'uovo
15 g di cocco disidratato + 2 cucchiai
4 g di amido di mais

Tritate grossolanamente le amarene. Unitevi lo sciroppo e continuate a lavorare con le lame, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Unite il latte d'avena e fate leggermente intiepidire il tutto. Non dovrà essere superiore ai 29°.
Miscelate tra loro le farine, la crusca e il lievito madre secco. Aggiungetene metà al liquido di amarene e latte e lavorate fino ad ottenere una pastella. Unite poca farina alla volta, impastando continuamente, fino a quando sarà ultimata.
A questo punto versate l'olio di cocco a filo, facendo in modo che venga assorbito perfettamente. Per ultimo aggiungete il sale e impastate fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica.
Trasferitela in una terrina e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatela lievitare in un luogo tiepido per 5 ore.
   Preparate, ora la crema. Versate in una ciotola la ricotta, il tuorlo dell'uovo e lo zucchero. Montate con una frusta fino ad ottenere un composto piuttosto spumoso. Cuocete la crema, a bagnomaria, per 10 minuti (io ho messo direttamente la ciotola su una pentola con acqua bollente), lavorando sempre energicamente con la frusta. Quando sarà trascorso il tempo, togliete la crema dal bagnomaria e unitevi le scaglie di cocco.
Mescolate con una spatola, in modo da amalgamare tutto perfettamente, dopodichè lasciatela da parte a raffreddare, coperta da un foglio di pellicola trasparente.
Preparate l'olio di cocco per la sfogliatura versandolo in un piccolo contenitore, in modo da ottenere uno strato di spessore di circa mezzo centimetro. Riponetelo in frigo fino a quando si sarà solidificato. Trascorso il tempo della lievitazione, riprendete l'impasto e trasferitelo su un piano.
Infarinate bene la superficie e la pasta stessa, in modo da potermo lavorare con facilità.
Stendete la pasta formando un rettangolo. Tagliate il burro di cocco (che nel frattempo si sarà formato) in piccole scaglie e coprite 2/3 della sfoglia. Piegate in tre la pasta, iniziando dalla parte libera dal burro di cocco. Ruotate di 90° l'impasto, stendetelo nuovamente e piegatelo ancora in tre.
Ruotate ancora di 90°, stendete un'ultima volta la pasta e piegate in quattro (a metà da un senso e poi a metà dall'altro).
Avvolgete il panetto ottenuto in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare, in un luogo tiepido, per 3 ore.
Trascorso il tempo, trasferite l'impasto su una spianatoia infarinata e stendetelo, con il mattarello, in una sfoglia spessa non più di un centimetro. Dovrete ottenere un rettangolo di dirca 50 cm x 30 cm.
Stendete, sulla superficie, uno strato con i due cucchiai di sciroppo di amarene, in modo che sa uniforme. Sopra spolverizzate con i due cucchiai di cocco. Piegate a metà, su se stessa, la sfoglia, dimezzando così il lato maggiore. Con una rotella taglia pizza ricavate 6 strisce alte circa 5 centimetri.
Attorcigliate su se stessa ciascuna striscia, poi richiudetela a chocciola, schiacciandola leggermente del centro per ricavare un incavo. Spennellate la superficie con l'albume e mettete ciascuna rosa su una teglia, rivestita da carta forno.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per 30 minuti.
Dovranno risultare ben dorate. Eventualmente, dopo 20 minuti, girate la teglia per garantire la cottura uniforme (io conosco il mio forno ^_^).
Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.
E quindi.... deliziatevi.
L'impasto rimane molto morbido, per cui al palato non sarà consistente come una pasta brioche, ma la fragrante crosticina nasconderà un cuore davvero avvolgente.
 La crema crea un contrasto di consistenza e di dolcezza che completa alla perfezione i sapori. E la leggerezza è garantita.



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Fette biscottate al farro e nocciole: la friabilità inseguita e il contronto che gratifica

Non so voi, ma io sono una di quelle che non si dà mai pace. Una per cui c'è sempre qulcosa da migliorare, una che un traguardo è uno spunto per una nuova sfida, una per cui nuovi stimoli sono condizione necessaria per una vita da mordere, una che dice ben fatto ma che pensa a dovrei perfezionare questo dettaglio, una che dal confronto possono nascere conoscenze importanti, ma anche che nell'errore sta la miglior occasione per imparare. La prima volta che mi accostai all'idea di fetta biscottata non elaborai molto: presi il mio magico pane in cassetta e ne studiai l'impasto con una doppia colorazione. Ma quel sapore genuino e quella consistenza rustica mi dicevano che avrei dovuto perfezionare la tecnica. Capitò così che, dopo un po' di tempo, mi trovai davanti la meravigliosa preparazione di Fulvia. Mi confrontai con lei e ne nacque una discussione costruttiva. Alla fine quello che oggi vi presento è un intreccio tra la mia ricetta base e i sapori che lei ha magistralmente messo in scena nella sua versione. Ovviamente tutto perfezionato da quel dettaglio su cui la cara Fulvia mi ha illuminato. La bontà non ve la posso descrivere. Posso solo dirvi che, sì, questa volta ho davvero fatto centro e che il nuovo spunto sarà legato unicamente a nuove aromatizzazioni. Queste fette biscottate sono la fine del mondo!!!!

Ingredienti

86 g di farina di Manitoba
110 g di fecola di patate
160 g di farina di farro
12 g lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
216 g di latte di avena
24 g di olio evo
40 g di malto di riso
1 pizzico di sale
1 bacca di vaniglia
150 g di nocciole tostate

Setacciate e mescolate le farine, la fecola e il lievito madre secco.
Tagliate la bacca di vaniglia per la sua lunghezza e prelevate i semini all'interno aiutandovi con la lama del coltello. Versateli in un pentolino insieme al latte e al malto di riso. Scaldate leggermente facendo sciogliere il malto.
Facendo bene attenzione che il latte non superi i 29°, unitevi metà del mix di farine. Iniziate ad impastare e unitevi, poco alla volta, la restante farina. Quando sarà tutta incorporata versate l'olio, a filo, avendo cura di farlo bene assorbire nell'impasto. Per ultimo unite il sale e lavorate bene l'impasto per amalgamare uniformemente tutto.
   Tritate non troppo finemente le nocciole (va decisamente a gusti: a me piace sentire la loro consistenza nell'impasto) e unitele all'impasto. Impastate molto bene fino ad incorporarle perfettamente.
Quando avrete ottenuto una pasta incordata, trasferitela in una terrina, copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare, in un luogo tiepido, per 4 ore. Il volume dovrà raddoppiare. Il tempo dipenderà dalla temperatura, per cui regolatevi secondo le caratteristiche del vostro ambiente.
Una volta che sarà trascorso il tempo, riprendete la pasta e trasferitela su una spianatoia infarinata. Stendetela in un rettangolo non troppo sottile, con l'aiuto di un mattarello, e procedete con una prima piega a tre.
Stendete nuovamente la pasta e ripetete la piega.
A questo punto ponete nuovamente l'impasto nella terrina, copritelo ancora con la pellicola e lasciatelo riposare, sempre in un luogo tiepido, per 2 ore. L'impasto raddoppierà nuovamente.
A questo punto infarinate ancora la spianatoia e versateci sopra la pasta. Stendetela, con il mattarello, in un rettangolo il cui lato minore si quasi quanto la lunghezza dello stampo che andrete ad utilizzare per la cottura. Il mio era di misura 24 cm x 10 cm.
   Lo spessore della sfoglia dovrà essere di non più di un paio di centimetri. Arrotolate, quindi, la pasta, partendo dal lato più corto. Fate in modo che questo lavoro sia piuttosto stretto e che non lasci vuoti all'interno.
Infarinate lo stampo da plumcake e adagiatevi il rotolo appena ottenuto, lasciando l'apertura sul fondo. Copritelo con la pellicola trasparente, in modo che non si formi la crosticina in superficie, e lasciatelo lievitare fino a quando raggiungerà il bordo dello stampo.
Una volta che sarà lievitato, togliete la pellicola e spennellate la superficie con dell'olio (oppure del latte, oppure dell'uovo).
Portate il forno ad una temperatura di 200°. Infornate ad un'altezza nedia, abbassando a 170° e fate cuocere per 60 minuti. Controllate la cottura e fate attenzione che non colorisca troppo in superficie.
Quando sarà trascorso il tempo, sfornate lo stampo ed estraete il pane. Adagiatelo su un fianco sopra una gratella e fatelo raffreddare completamente. Io l'ho lasciato una notte intera. In questo modo le fette, al taglio, non si disferanno.
Procedete ora al taglio, con un coltello ben affilato, e ricavate fette di circa un centimetro di spessore (io leggermente di meno).
Portate il forno alla temperatura di 150°, sistemate le fette su una griglia e fatele tostare, con il forno socchiuso, per almeno 30 minuti. La temperatura ridotta e lo "sfiato" che permette di disperdere l'umidità, renderà le vostre fettine croccanti e perfette.
Una volta che saranno pronte (tastatele delicatamente per accertarvene), trasferitele su una gratella e lasciatele raffreddare completamente.
Per una volta, strano ma vero, sono riuscita a resistere alla tentazione di divorare mezza forma e questa grande prova mi ha premiato. La fragranza di queste fette biscottate è decisamente magica e la consistenza assolutamente perfetta.
Non sono dolcissime, per cui vanno bene anche nei regimi alimentari controllati. Peraltro l'utilizzo di una farina non raffinata è una buona condizione per garantire un risultato genuino, oltre che saporito.
Potrete assaporarle con una classica marmellata. Io ho approfittato della mia meravigliosa crema fondente bianca ai pistacchi, ma anche con una buona fetta di prosciutto e un po' di formaggio, o del semplice miele..... sono certa che saprà deliziarvi.
E per conservarle, non servirà altro che un semplicissimo barattolo di vetro, o una scatola di latta.

Tanto finiscono troppo in fretta!!!! ^_^




Ringrazio la costanza e la pazienza con cui la cara Sandra ha tanto desiderato che partecipassi alla raccolta di Panissimo. Inizio da qui. A te devo questo primo passo. A te e alle grandissime panificatrici seriali, che sono Sandra e Barbara, portabandiera di questa grande iniziativa. E a tutte le amiche del gruppo Panissimo di Facebook, con le quali è sempre un piacere scambiare foto, ricette e idee. Conquiste e anche fallimenti.
Annuncio, pertanto che (mamma mia che emozione).........

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Panissimo, che questo mese è ospitata da Sandra, Dolce Forno


abc

Treccia al latte con farina di ceci e canapa sativa: stessa occasione, diversa rotta

Indovinate? Papà in visita! Certo, perché mai dovrei fare il pane, se non per lui? Mi arrischio, lo so, vedete un colore sospetto e penserete e la tradizione? Dove sta il bel pane tipo toscano che brama lui? Insieme al ragù, alle tagliatelle all'uovo e all'arrosto? Mi perdoneranno le sue papille gustative, che dovranno riformattarsi post pastum, ma non sono incline a ripetere meccanicamente impasti e preparazioni già sperimentate e messe a punto. I miei neuroni, in conflitto con l'implacabile desiderio di godere dei classici sapori, sfrecciano all'impazzata in cerca di di nuovi intrecci. E l'occasione mi permette di dare sfogo alle mie repressioni da panificatrice compulsiva. Questa volta ho chiamato in causa la farina di ceci. E perché non dare un tocco di stravaganza ad un'idea di suo bizzarra? Scende nuovamente in campo la canapa sative e, vi dirò, questa miscela di sapori è tanto particolare, quanto genuina. L'amarognolo percepito a fettina ignuda è decisamente assorbito da qualsivoglia salsa o condimento vogliate pensare e la consistenza è decisamente confortante. Papà non del tutto accontentato, ma la vittoria è in tasca!!
Ingredienti 170 g di farina di Manitoba 90 g di farina di ceci 90 g di farina integrale + q.b. 50 g di farina di canapa sativa 8 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso) 10 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso) 15 g di olio evo 280 g di latte di avena 7 g di sale Setacciate e mescolate tra loro le farine. Unite il malto d'orzo e il lievito madre secco e mescolate per amalgamare bene il tutto. Mescolate metà delle farine con il latte di vena appena intiepidito (non più di 27/28°). Aggiungete poca farina alla volta e continuate ad impastare. Unite, quindi, l'olio a filo e, per ultimo, il sale. Impastate fino a rendere tutto omogeneo. Dovrete ottenere un impasto molto morbido e piuttosto appiccicoso. Trasferitelo in una terrina leggermente unta, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare nel forno spento fino al raddoppio di volume. Io ho lasciato che riposasse per 10 ore. Quando sarà lievitato, scopritelo e rovesciatelo su una spianatoia infarinata. Lavoatelo con un po' di farina (io ho utilizzato quella integrale) fino a renderlo compatto e liscio. Dategli una forma allungata, aiutandovi con le mani, e tagliatelo a metà, nel senso della lunghezza, lasciando unita un'estremità. Attorcigliate tra loro i due filoni e chiudeteli bene in fondo. Trasferite la treccia ottenuta su una teglia coperta da carta forno, infarinate leggermente in superficie e lasciate lievitare, sempre nel forno spento, per un paio d'ore.    Portate il forno alla temperatura di 190°. Infornate e lasciate cuocerlo per 30 minuti. A questo punto abbassate la temperatura a 180° e cuocete per altri 10 minuti. Se dovesse essere necessario prolungate di 5 minuti la cottura alla temperatura inferiore. E' un impasto che tende a rimanere piuttosto umido. Regolatevi in base al vostro forno. Quando sarà bello scuro spegnete e sfornatelo. Trasferite il filone su una gratella e lasciatelo raffreddare. Procedete, quindi, al taglio e all'assaggio. Il suo interno rimarrà compatto come un pane di tipo toscano e molto soffice. Il sapore sarà intenso e leggermente amarognolo, complice la presenza della farina di ceci. Ma sarà molto digeribile e si manterrà a lungo.
Trovo sia ideale a fette, tostate, per crostini farciti o in brodo. A voi la fantasia!! Personalmente l'ho apprezzato molto anche da solo.abc

Panettoncini con noci e gocce di cioccolato: la generosità del maestro e il suo metodo semplice, e di successo

Non glielo dissi, quando mi illustrò il suo metodo. Lo ascoltai parlare con l'umiltà di chi ha solo da imparare, da un maestro come lui. Mi chiese: "Vuoi che ti dica come lo faccio io?". Come poter rifiutare? Con la titubanza di chi ha paura di osare un po' troppo, mi sentii tanto orgogliosa di quella domanda che accettai senza aggiungere altro. Mi scrisse tutto, pesi, quantità, tempi e misure. E alla fine chiusi gli occhi e feci mie quelle dosi, quei procedimenti, quegli ingredienti. Poi mi svelai. In realtà non sono nuova a questo tipo di preparazione. Solo che sono passati due anni da quando provai e confezionai i miei piccoli capolavori. E in questi due anni l'assenza è legata a salite decisamente ripide e a fatiche inestimabili, che hanno tolto le energie da poter dedicare a lavorazioni così laboriose. Forse questa associazione di pensieri, più che la paura di affrontare la difficoltà della preparazione, mi ha spaventato, all'inizio. Ma ho accettato la sfida, cogliendo l'occasione d'oro. Ho rivisitato a modo mio qualche dettaglio, come l'utilizzo della margarina, il latte di avena e la farcitura. Ho lasciato che il tempo della lievitazione non fosse mai abbastanza, idratando (ohimè per errore, ma con successo) la biga oltre il 100% e mostrando la mia gratitudine per ogni piccolo movimento di questo impasto. Prima infornata dell'anno. Non credo ne farò ancora molte, ma il mio sorriso di gratitudine, riflesso in queste meraviglie, è tutto per quel maestro così ricco di insegnamenti preziosi e di un sapere genuino, che va rispettato e apprezzato.

Ingredienti

Per il poolish
110 g di acqua a 27°
10 g di lievito madre secco
80 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)

Per l'impasto
Poolish
650 g di farina per dolci (io Antico Molino Rosso)
180 g di margarina + q.b. per la superficie
130 g di zucchero grezzo di canna
130 g di gherigli di noci
135 g di gocce di cioccolato
120 ml di latte di avena a temperatura ambiente
4 uova + 2 tuorli a temperatura ambiente
15 g di lievito madre secco
6 g di sale
la scorza di un arancio
1 fiala di essenza di vaniglia

Setacciate la farina per il poolish con il lievita madre secco. Versate l'acqua tiepida e mescolate fino a quando si saranno amalgamate. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate che lieviti per 11 ore circa. Io ho impastato alle 8.30 del mattino.
Quando sarà trascorso il tempo, troverete una pasta gonfia, piena di bollicine. Il vostro poolish sarà pronto. Passiamo all'impasto, che ho effettuato alle 19.30.
Preparate tutti gli ingredienti sul vostro tavolo di lavoro. Ricordate che uova e latte andranno utilizzati a temperatura ambiente.
Setacciate i 650 g di farina con i 15 g di lievito madre secco. Sbattete le uova e i tuorli con lo zucchero, la scorza dell'arancio grattugiata, l'essenza di vaniglia, il burro e il sale. Quando saranno ben omogenei aggiungete circa la metà della farina e incorporatela, formando una pastella.
Aggiungete, quindi, il poolish e poca farina alla volta fino a terminarla, alternandola con il latte tiepido, aggiunto a filo. Controllate che l'impasto sia ben idratato, ma non troppo liquido. Eventualmente regolatevi con la quantità di latte. Quando avrete formato un impasto omogeneo, unite le gocce di cioccolato e i gherigli di noci spezzettati. Impastate bene, cercando di non surriscaldare troppo l'impasto. Io ho usato il Bimby, perfetta sarebbe una planetaria. Per chi lavorasse a mano, il compito sarebbe decisamente impegnativo.
Dovrete ottenere una pasta molto elastica. A questo punto preparate i pirottini da panettone. Io ho usato quelli da 100 g.
Prelevate un pugno di impasto alla volta e lavoratelo con le mani, attocigliandolo su se stesso ripetutamente. Posatelo in un pirottino. Continuate fino a terminare la pasta. Verranno circa 15 pezzi. Fate attenzione che la quantità non superi la metà dello stampo, se no fuoriescerà come un fungo atomico ^_^
Lasciate lievitare per 12 ore in luogo fresco. Io li ho lasciati per tutta la notte. AL mattino seguente, ore 8.30, praticate con meticolosa attenzione un taglio a croce su ciascuna superficie. Cospargete il taglio con un po' di margarina e infornate, a 170°, per circa 35 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno.
Aiutatevi con uno stuzzicadente per verificarne la cottura.
Quando satanno cotti sfornateli.
Lasciateli raffreddare a testa in giù (e qui date il via alla vostra fantasia! Io li ho infilzati alla base con uno spiedo e li ho allineati sullo stendibiancheria) per almeno un paio d'ore. Se doveste confezionarli, fate attenzione che siano completamente freddi, in modo che evitino di rilasciare umidità, che genererebbe muffa.
A questo punto procedete al taglio e all'assaggio.


" Mentre lo addentavo sentivo la dolcezza del cioccolato.. Qua e là la croccantezza delle noci... Tutto ciò ha fatto sì che a un morso ne seguisse un altro, un altro ancora.. sempre più grosso ... Finito ^_^"

Testimonianze che emozionano.

abc

Crema di pistacchi: pura e semplice bontà senza artifici

Non ci sono grandi segreti. Amo il pistacchio e coprirei di pistacchio ogni anfratto della mia esistenza. Nel dolce, nel salato, in crema, in granella, intero, come protagonista, come comparsa. Basta che sia pistacchio. Già un tempo mi cimentai in una preparazione di crema che mi lasciò titubante. Non del tutto soddisfatta, ma assolutamente ingolosita. Il pensiero fu si può fare, ma è da migliorare. Eccomi!! ^_^ Credo che la scelta di pochi e genuini ingredienti sia vincente e credo che quel piccolo dettaglio insolito, nell'aroma, dia il tocco di magia. Insomma, quando dico pistacchio ciò che voglio assaporare è il pistacchio. Diffido dagli aromi artificiali, dagli intrugli di additivi impronunciabili. Qui dentro non c'è altro: c'è semplice e pura natura. E da qui parto, perché questa crema non è un traguardo, ma un grande punto di partenza: in mente ho già qualche sfiziosissima idea!!!! Sempre che quel barattolino non finisca prima!!!! ^_^


Ingredienti

100 g di pistacchi tostati non salati
30 g di zucchero grezzo di canna
350 ml di latte di avena
1 cucchiaino colmo di farina di semi di carrube
scorza grattugiata di mezzo limone

gusciate i pistacchi, cercando di pulirli il più possibile dalle loro pellicine. Eventualmente sfregateli delicatamente tra di loro.
Tritateli finemente, facendo lavorare le lame a scatti, con pause continue che non surriscaldino troppo i pistacchi.
Procedete fino a quando avrete ottenuto una pasta compatta.
A questo punto aggiungete lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Stemperate la farina di semi di carrube con un po' di latte tiepido e unitelo alla pasta. Versate il restante latte, mescolando bene affinché non si dormino grumi e mettete sul fuoco, a fiamma moderata. Portate a lieve bollore e, una volta raggiunti i 90/95°, sempre mescolando, fate cuocere per circa 4 minuti.
Nel frattempo sterilizzate un vasetto. Con queste dosi vengono circa 450 ml di crema.
Quando la crema sarà cotta spegnete il fuoco e versate la il composto bollente vel vasetto. Chiudete subito e avvolgete in un canovaccio lo stesso barattolino. Lasciate raffreddare per qualche ora, fino a quando si sarà creato il sottovuoto.
A questo punto la crema è pronta per essere riposta in dispensa e conservata. Magari una buona e semplice idea regalo!!

Io ho utilizzato un vasetto da 33 ml e la restante crema l'ho tenuta in un contenitore, in frigorifero. In questo modo potrete conservarla comodamente per almeno una settimana (di più non è durata ^_^) e averla sempre a portata di..... palato!!abc

Treccine d’orzo con burro vegetale di frutta secca e anima di cioccolato: la sfida continua

Ormai lo sapete: sono un'inguaribile chimica alla ricerca di sapori nuovi, di sperimentazioni bizzarre e di intrecci inusuali. Ma sapete che quando mi metto in testa una cosa..... e chi mi ferma!! Poi quando si tratta di colazione e di genuinità, aprite le porte!!!!!! Terminati i miei spettacolarissimi croissant al cocco, che, confesso, ad oggi sono l'esperimento di maggior successo, mi toccava l'arduo compito di trovare un degno sostituto. Ancora croissant? Magari la prossima volta. Questa volta voglio sperimentare qualcosa di nuovo. Parliamo sempre di sfogliatura, certo, ma questa volta insolita. Già, perché il burro di nocciole, noci e mandorle che ho utilizzato ha conferito alla sfoglia una consistenza particolare. Ha ammorbidito un impasto ricco di fibre e impreziosito dai semi di lino (miei amati semi di lino!!) e dallo zucchero Mascobado, rendendolo gustoso e conferendogli una scioglievolezza e una morbidezza senza precedenti. Una sorta di pasta lievitata mista a frolla. Come ve lo spiego? ^_^
Ah, il tocco del cioccolato è un puro peccato di gola. Credo che ad oggi il torto peggiore sarebbe quello di privarmi di un sanissimo fondente extra!!

Ingredienti

Per l'impasto
120 g di farina integrale
90 g di farina d'orzo
20 g di semi di lino
4 g di lievito madre
35 g di zucchero di canna Mascobado
125 ml di latte di avena
100 g di ricotta
75 ml di olio di semi di soia
50 g di cioccolato fondente

Per il burro
40 g di nocciole
40 g di mandorle spellate
40 g di gherigli di noci
5 g di olio di semi di soia

Tritate finemente i semi di lino. Questa operazione è fondamentale per rendere accessibili tutti gli elementi benefici contenuti all'interno. Mischiate quindi le farine, il lievito e lo zucchero e aggiungete, poco alla volta, gli ingredienti umidi: ricotta, latte e, a filo, l'olio di semi di soia.
Lavorate molto bene fino a quando avrete ottenuto un impasto consistente.
Date alla pasta una forma di panetto e trasferitela in una boule di vetro (anche se di plastica tratterrebbe maggiormente il calore) infarinata. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela lievitare in un luogo tiepido, per 6 ore. Il tempo è così lungo per il basso contenuto di lievito.
Occupatevi, ora, del burro. Tritate a lungo la frutta secca, in modo che sprigioni il grasso contenuto e che diventi una pasta. Aggiungete l'olio e continuate a lavorarlo. Otterrete una crema piuttosto pastosa, che, per altre preparazioni, potrete aromatizzare a piacere. Conservatela a parte.
Quando sarà trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto e stendetelo su una spianatoia infarinata, dello spessore di circa 2 centimetri. Cospargete la superficie con il burro ottenuto, aiutandovi con le mani, e piegate in tre la sfoglia stessa. Stendete nuovamente dello spessore di 2 centimetri e ripetete l'operazione.
Lasciate riposare l'impasto, avvolto nella pellicola, per circa mezz'ora.
In questo tempo fate sciogliere il cioccolato a bagno maria e, quando sarà intiepidito, mescolatelo ad un cucchiaio di burro di frutta secca. Lavoratelo energicamente fino a quando si amalgameranno bene.
Stendete l'impasto in una sfoglia di circa 1 centimetro di spessore, dandole una forma rettangolare. Tagliate 12 rettangolini ( a me sono venuti di circa 10 cm per 12 cm).
Cospargete ciascun rettangolino con il cioccolato fuso e arrotolatelo su se stesso. Schiacciate leggermente, con le mani, ogni rotolino, formando un rettangolo largo circa 6 centimetri.
Con una rotella incidete 2 tagli verticali, in modo da ottenere 3 strisce, lasciando un'estremità unita. Procedete, quindi, all'intreccio classico. Arrivati al fondo, unite bene i tre cordoncini e posizionate le treccine su una placca da forno.
Lasciate riposare ancora una mezz'ora circa. Accendete il forno a 200°. Quando sarà in temperatura infornate e cuocete per 20 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare le treccine. Procedete quindi all'assaggio e..... a voi le impressioni!!



                                              

abc

Besciamella versione veg… non lo direste mai!!

Adotto, anche per questa crema base di molti piatti, una rivisitazione veg. Elimino il burro, e quindi un grasso decisamente dannoso, e il latte vaccino.  Utilizzo inoltre una farina di riso, ottimo addensante, evitando di ricorrere a prodotti di raffinazione come la comune farina 00. Il risultato è una comunissima besciamella, densa, corposa e saporita. Non ci credete? Provate!!









Ingredienti

10 g di margarina
20 g di farina di riso impalpabile
200 ml di latte di avena (o di soia)
noce moscata
sale

Fate sciogliere la margarina sulla fiamma bassissima. Togliete dal fuoco, versate la farina e mescolate velocemente creando una massa uniforme e senza grumi. Aggiungete poco latte alla volta, precedentemente scaldato, mescolando fino al completo assorbimento. Quando inizierete ad avere una crema piuttosto morbida, unite tutto il latte rimanente e mette nuovamente sul fuoco. Aggiungete sale e noce moscata e portate ad ebollizione, sempre mescolando. Quando inizierà a bollire, abbassate la fiamma e mescolate ancora per un paio di minuti. Spegnete il fuoco ed utilizzate la vostra veg besciamella come desiderate....



abc

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