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Fagottini filanti di spinaci con granella di nocciole: il rispetto della vita e l’importanza del presente

Quando mi trovo la meraviglia della frutta e della verdura di stagione davanti agli occhi, proprio non riesco a resistere. In un presente in cui tutto si trova sempre, in cui non esistono più regole se non la volontà dell'uomo, in cui le forzature devono implementare e assecondare le richieste di mercato, mi emoziono a guardare delle semplici foglie verdi e generose sorridermi. Urlo con forza di rispettare la stagionalità della vita e rifiuto zucchine che sembrano disegnate, o peperoni di colori lucenti. Ogni stagione offre infinite possibilità e spunti. Guardate qui quanta meraviglia!!! Di certo sto facendo una grande scorpacciata di spinaci e vi anticipo anche che la mia testa sta macinando pensieri alquanto audaci (che stranezza, vero?). Per il momento vi lascio questi bocconcini di delicatezza. Il cuore morbido della mozzarella reso allegro dalla croccantezza delle nocciole. Sapori che si sciolgono e si fondono sul palato. Semplicità. Meraviglia.


Ingredienti

12 foglie di spinaci
20 g di nocciole
100 g di mozzarella
25 g di olive taggiasche
sale
olio evo

Tagliate la mozzarella in 6 liste e mettetele in un colino, con un po' di sale, in modo che perdano l'acqua in eccesso (acqua che potreste recuperare per un buon lievitato ^_^).
Lavate le foglie degli spinaci con molta cura e fatele sbollentare per pochi secondi in acqua salata, una o due alla volta per non romperle. Scolatele e immergetele subito in acqua ghicciata, in modo da bloccare la cottura.
Sistematele, quindi, su un canovaccio pulito e fatele asciugare in modo che rimangano ben piatte.
   Tritate grossolanamente le nocciole e tenetele da parte. Scolate le olive dal loro liquido di conservazione e tagliatele a metà.
Accostate tra loro le foglie di spinaci, due a due. Tagliate sopra ciascuna coppia un bastoncino di mozzarella. Unitevi un po' di olive e un cucchiaino scarso di nocciole in granella. Chiudete a fagottino le foglie e sistemate i fagottini in un piatto.
Cospargeteli con la granella di nocciole rimasta e con un filo d'olio evo (ne basterà poco!).
Passate sotto il grill del forno, alla temperatura di 200°, per 10 minuti.
Sfornate e, semplicemente, deliziatevi!

Delicatezza, morbidezza e sfiziosità. Tutto in un bocconcino salutare e saporito.

Cosa chiedere di più ad un piatto?

abc

Spirelli all’ortica con crema di spinaci aromatizzata: la rarità che lascia il segno (e una pubblicità gratuita)

Non mangio abitualmente pasta. Diciamo che non la mangio quasi mai e che, quelle rare volte in cui vi cedo, preferisco impiastricciarmi le mani di uova e farina. Sia chiaro: adoro i primi piatti, li trovo veloci, sfiziosi, versatili e trovo siano uno spunto di proporzioni inimmaginabili per le fantasie culinarie. Ma il mio indottrinamento alimentare (fosse solo quello!!) mi spinge a seguire ferree linee guida.
Alla luce di tutto questo, talvolta mi conforta sentirmi un essere umano con le sue eccezioni e i suoi punti deboli, e talvolta mi diverto anche a sgarrare alle mie regole (insomma, faccio tutto da me ^_^). Così mi sentii attratta in un modo talmente totalizzante da quel pacco di spirelli all'ortica dell'Alce Nero (ah, è pubblicità? Beh, a me nessuno paga per questo, e mi sento libera di consigliare un buon prodotto solo perché, dopo averlo assaggiato, lo ritengo meritevole) da non poter opporre resistenza. Mi dissi che quel giorno in cui avrei voluto incappare in un tranello, l'avrei fatto con stile. Per molto tempo ho guardato il pacco, ancora chiuso, nella dispensa, senza riuscire a trovare il vestito adatto. Fino al giorno dell'illuminazione. Se cedo, cedo con stile. Un formaggio come il taleggio in casa Cuocherellona è comparso una volta soltanto e l'acquisto è stato veramente misurato, o per lo meno ci ho provato. "Un etto scarso può andare bene? Va beh, è un etto e 30, lascio?". Solite scene da gastronomia! Se avessi dato ascolto al diavolo che abita il mio stomaco avrei preparato tutto il mezzo chilo di pasta, invece vi garantisco che, a meno che non inviti il vicinato a pranzo, ne avrò ancora per un annetto buono, viste le mie dosi e la frequenza dei miei strappi alla regola. Ma ne vale la pena. Ne è valsa la pena. Questa ricetta entra di diritto nella lista dei migliori piatti di sempre.

Ingredienti

60 g di spirelli all'ortica Alce Nero
50 g di taleggio DOP
2 cespi di spinaci freschi
1 mandarino (la buccia)
10 g di mandorle con la pelle
5 g di olio evo
sale

Lavate bene il mandarino e asciugatelo accuratamente. Sbucciatelo e tritate finemente la buccia con la mezzaluna.
Lavate gli spinaci e fateli cuocere a vapore, o in padella, fino a renderli morbidi. Trasferiteli in un bicchere di plastica, salateli e unite l'olio. Frullateli fino ad ottenere una crema vellutata e cremosa. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Una volta che la crema sarà pronta, cersatevi la scorza del mandarino tritata, mescolate e lasciate riposare e insaporire per un paio d'ore.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e fate cuocere gli spirelli al dente. Mi raccomando al tempo di cottura: consiglio di scolarli un paio di minuti prima del tempo indicato sulla confezione, in modo da non farla scuocere nel passaggio successivo in forno. In ogni caso seguite il vostro gusto.
Nel frattempo tagliate il taleggio in fettine sottili e pulitelo dalle croste. Lasciatene 1/3 in fettine e 2/3 tagliateli a dadini.
Quando sarà ora scolate la pasta e trasferitela in un contenitore capiente. Versateci la crema di spinaci e la parte di taleggio tagliata a dadini. Rovesciatela, quindi, in una pirofila (non servirà ungerla.... siate parsimoniosi sui grassi!!).
Coprite la superficie con le fettine di formaggio rimaste. Portate il forno alla temperatura di 200° e infornate la pirofila in un ripiano alto. Fatela gratinare per 10 minuti, dopodichè estraete la pirofila.
Mescolate velocemente con una forchetta, in modo da uniformare il formaggio, e cospargete la superficie con le mandorle tritate.
Fatela gratinare ancora per 5 minuti, quindi servite.
E' decisamente sfiziosa da gustare nella stessa pirofila di cottura, poichè il calore che verrà irradiato anche dopo averla sfornata manterrà il formaggio morbido e cremoso. Utilizzate, quindi, pirofile o cocottes monoporzione e sbizzarritevi sulle quantità.

Onestamente, avessi avuto due porzioni a disposizione, avrei fatto fatica a resistere alla seconda!! ^_^ Ma mi conosco, e studio la tattica!

Non è forse un tripudio di sapori da togliere il fiato?

abc

Polenta filante con pistacchi e spinaci: l’importanza del dettaglio che determina le statistiche

Alle prese con la valutazione dei parametri di associazione di idee che determina la nascita di un piatto, non posso che raccontarvi di quelle volte in cui, presa da un raptus di follia, abbozzo due sapori, quasi per gioco (tanto da non fotografare neanche le fasi di preparazione) e me ne innamoro perdutamente (tanto da chiederemi perché non hai fotografato?). Ma la bozza necessita di qualche finezza, e allora trascorro i giorni a cercare quello spunto per perfezionare forme, consistenze e colori. Così capitò che, un giorno di qualche settimana fa, dovetti soddisfare il desiderio di un buon piatto di polenta. Polenta, sì, assolutamente  taragna, ovviamente morbida e filante (cosiddetta concia seppure i formaggi utilizzati non siano per niente simili a quelli stagionati che si utilizzano per la concia), ma.... con quel qualcosa in più. "Ti piacciono per caso i pistacchi?", mi ha chiesto un paio di giorni fa la mia amica Monica, in palestra. "Si capisce così tanto?" ho sorriso, io. Avete mai pensato di metterli in una polenta e di arrotondare tutto con dolcissimi spinaci? Io così, l'ho immaginata. E così, l'ho preparata. E, santi numi del paradiso, se era buona! Forza, seguitemi, vi racconto come fare.

Ingredienti

300 g di acqua
70 g di polenta taragna precotta
5 g di olio evo + q.b.
1 cucchiaino di sale fino + q.b.
noce moscata
80 g di certosa light
15 g di pistacchi tostati e non salati
35 g di parmigiano

Io ho preparato la polenta nel Bimby, per cui il procedimento sarà spiegato con questo metodo. Diversamente seguite le istruzioni di cottura della polenta riportate sulla confezione.
Unite nel boccale l'acqua, l'olio, il sale e la polenta. Azionate le lame a velocità 3, a 100°, per 12 minuti. Terminato il tempo, inserite la spatola e continuate la cottura, sempre a 100°, per altri 7 minuti, a velocità 2.
Sgusciate i pistacchi e liberateli dalla loro pellicina. Tritateli grossolanamente, schiacciandoli con un mattarello, in modo che si sentano nella cremosità della polenta. Teneteli da parte.
Fate saltare, nel frattempo, gli spinaci freschi in una padella, con un filo d'olio. A me piacciono morbidi, per cui li lascio solo appassire leggermente, per pochissimi minuti. Salateli a piacere e insaporiteli con la noce moscata.
Quando la polenta sarà pronta, unite la certosa e 20 g di parmigiano. Mescolate tutto e poi versate i pistacchi. Amalgamate bene l'insieme. A me piace che il formaggio non sia perfettamente amalgamato, ma amo sentire qualche "piccolo ammasso" nell'insieme, per cui dedico a questo passaggio poco tempo.
In più il pistacchio non dovrà stare per molto nell'impasto, poiché perderebbe la sua consistenza e si ammorbidirebbe irrimediabilmente.
Rovesciate la polenta su un piatto, o su un tagliere. Spianatela velocemente e copritela con gli spinaci.
Grattugiatevi sopra il parmigiano rimasto. Infornate, quindi, a 200° su un ripiano alto del vostro forno, per 10 minuti circa.
Quando sarà ben gratinata, sfornatela e servitela.
Gustatela molto calda, filante e morbida.

Delicata al punto giusto, saprà solleticare il desiderio di un piatto completo, avvolgente e bilanciato.
   Una forchettata dopo l'altra e la magia è fatta.

Non vi rimane altro che abbandonarvi a questa poesia.

abc

Vellutata invernale alla curcuma: quando preziosi ingredienti arricchiscono corpo e conoscenze

Dopo infinito tempo a sentir parlare di curcuma, molteplici settimane alla ricerca di questa spezia e qualche domanda da una cara amica su come la uso adesso? eccomi alle prese con svariati esperimenti. Lo so, ve la sto proponendo in tutte le salse, ma se mi si chiedono suggerimenti, non li prendo alla leggera! E poi con le sue proprietà antitumorali, antiossidanti, anti invecchiamento e chi più ne ha più ne metta..... vorreste perdere l'occasione per assaporarla in tutto il suo splendore?
Alla fine aver trovato questa spezia mi ha illuminato: in un viaggio fatto anni fa in Madagascar avevo reperito un po' di spezie che, prontamente, erano entrate nel mio bagaglio. Quando assaggiai quello che loro definivano zafferano mi dissi che dello zafferano non aveva molto. Beata ignoranza!!! La curcuma è definita lo zafferano delle Indie. Volete mettere una bella lezione di geografia culinaria, oltre che di fitoterapia? ^_^

Ingredienti

60 g di cavolo nero
50 g di spinaci freschi
60 g di finocchio (io ho utilizzato le foglie più esterne)
50 g di certosa light
8 g di latte (io di capra)
1 cucchiaino raso di curcuma
sale

Lavate accuratamente le foglie del cavolo nero e degli spinaci. Tagliuzzatele in una pentola, insieme al finocchio, anch'esso tagliato in falde sottili. Riempite con acqua fino a coprire appena le verdure. Cuocendo si ammorbidiranno e perderanno di volume, per cui non eccedete con l'acqua. Aggiungete poco sale e portate a bollore. Abbassate il fuoco e fate cuocere per 30 minuti.
Quando l'acqua si sarà consumata abbastanza e la verdura sarà tenera, spegnete il fuoco e lasciate riposare per 10 minuti. Passate tutto con un frullatore ad immersione per pochi istanti. Aggiungete quindi la certosa e la curcuma e lavorate la crema fino a farla diventare perfettamente liscia e vellutata.
A questo punto non vi rimane che servirla.

Molto calda, scalda queste giornate di gelo, appaga il palato e arricchisce il nostro corpo. In vera semplicità.
Cosa volere di più?
abc

Crespelle soffici agli spinaci: il sapore conosciuto in una contesto rivisitato

A cadenze regolari, sembra che il mio palato abbia bisogno di sapori precisi, come a rievocare piaceri e chiederne concretezza. Così capita che ceda a piatti ampiamente collaudati, anche se, ogni volta, le immancabili varianti arrivano a bussare alla porta del mio estro. E' come se qualcosa, dentro di me, proprio non voglia rassegnarsi a ripetere meccanicamente un gesto, anche quello di preparare un semplice piatto. E' come se ogni decisione sia uno spunto per misurarsi e per creare qualcosa di nuovo. Allora entrano in scena gli alambicchi e la mia testolina inizia a studiare pozioni magiche. Questa volta è la personalizzazione di crèpes che hanno visto l'impiego di formaggio cremoso al posto del latte e di un ripieno impreziosito da pepite he ne arricchiscono la consistenza. Un viaggio sensoriale tra sapori e consistenze che mi ha letteralmente

Ingredienti

Per le crèpes
1 uovo
50 g di philadelphia (io Balance)
15 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale
noce moscata

Per la farcitura
5 cespi di spinaci freschi
10 g di pinoli
20 g di parmigiano
olio evo

Versate in una terrina l'uovo, il philadelphia, il sale e la noce moscata. Mescolate e poi, con una frusta elettrica, sbattete bene il composto fino a farlo divntare perfettamente liscio.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e incorporatela bene con le fruste. Unitela interamente, fino ad ottenere una pastella densa e senza grumi. Lasciate riposare la pastella in frigo per almeno mezz'ora, coperta con un foglio di pellicola trasparente.
Nel frattempo lavate molto bene gli spinaci. Fate scaldare un filo di olio in una padella e fate soffocare leggermente le foglie. A me piacciono ancora piuttosto consistenti, per cui le lascio cuocere per pochi minuti, 7 o 8 al massimo. In questo caso non ho salato la verdura, perché il parmigiano avrebbe reso la giusta sapidità, ma voi regolatevi secondo i vostri gusti.
Scaldate molto bene un pentolino con qualche goccia di olio evo, che poi spargerete sull'intera superficie con un foglio di carta assorbente. Quando il padellino sarà molto caldo, versate impasto sufficiente a ricoprirne la superficie in uno strato piuttosto sottile. Io ho utilizzato un padellino da 20 cm di diametro. Distribuite uniformemente la pastella su tutta la base e lasciate cuocere la crèpe per circa 1 minuti. Girate la sfoglia e lasciatela cuocere per 30 secondi circa. Trasferite la crèpe su un piatto, ungete con lo scottex il padellino e procedete ancora, fino alla fine dell'impasto. Con queste dosi a me sono venute 3 crèpes (più una piccolina che ho ottenuto da un'accurata pulizia della ciotola d'impasto, che ho conservato per l'assaggio a "secco" ^_^).
Trasferite le crepes su un ripiano (io ho utilizzato un tagliere) e copritele con gli spinaci. Attenzione che siano ben asciutti e che non siano troppo acquosi, per non compromettere la cottura successiva.
Tritatevi sopra i pinoli e il parmigiano, in maniera uniforme.
A questo punto iniziate ad arrotolare ciascuna crèpe in maniera piuttosto stretta.
Lasciate riposare per circa 10 minuti i cannelloni appena ottenuti. Nel frattempo ungete una pirofila con pochissimo olio.
Tagliate ciascun rotolo di crèpe a fettine spesse circa un paio di centimetri.
Sistemate le chioccioline appena ottenute nella pirofila, accavallandole le une alle altre. A questo punto potrete coprirle nuovamente con del parmigiano. Io ho evitato questo passaggio lasciando che si sentisse il sapore del solo formaggio aggiunto all'interno.
Versate sopra un filo di olio evo e infornate, a 200°, per circa 20 minuti.
Quando saranno ben dorate in superficie sfornate la pirofila e impiattate. Da assaporare calde sono divine!!
La delicatezza degli spinaci, con la sapidità del parmigiano in un abbraccio mobido e soffice rendono queste crespelle una vera ghiottoneria!!

Gradite un assaggio?



abc

Involtini di platessa con spinacino fresco e pistacchi: l’importanza delle briciole in un piatto del “perché?”

Vi sembrerò pazza, ma è veramente molto raro, se non impossibile, che ripeta due volte uno stesso piatto. Il desiderio di accostarmi a nuovi sapori mi porta sempre alla ricerca di qualcosa di diverso. A volte questo tentativo riesce talmente bene, che, alla fine, mi trovo ad osservare il piatto vuoto e a pensare, con l'occhietto languido, perché? e a passare il ditino in cerca di quelle briciole che prima erano addirittura fastidiose. Figlia del "non si lascia niente nel piatto", mi sento anche orgogliosa di come riesco a tirare a lucida quella porcellana. Ecco, di questi involtini, sappiate, è successo proprio questo. Amo il sapore dello spinacino fresco. Amo che anche la cottura al vapore sia appena accennata e che lasci il gusto naturale delle foglie. Ho voluto interpretarle secondo questo principio. Arricchite di sapori che porterei in qualsiasi pietanza, hanno creato un piatto dalla meravigliosa e avvolgente bontà. E sono finiti troppo in fretta.....

Ingredienti

2 filetti di platessa

4 foglie di spinaci fresche
15 g di pistacchi
20 g di parmigiano
scorza di 1/2 limone
sale
olio evo
3 cucchiai abbondanti di pangrattato (io di riso)

Sgusciate i pistacchi e puliteli di tutte le pellicine. Tritateli finemente e mescolateli al parmigiano e alla scorza di limone, che avrete grattugiato.
Lavate bene le foglie degli spinaci e asciugatele. Sciacquate i filetti di platessa e tagliateli in due nel verso della lunghezza.
Versate su un piatto il pangrattato e adagiatevi sopra un filetto. Posate sulla parte superiore una foglia di spinacino, riempitela con una buona cucchiaiata di trito e chiudetela lateralmente, in modo che non sia più larga del filetto stesso. Avvolgete in filetto partendo dalla coda, mantenendolo sul pangrattato, in modo che aderisca bene alla polpa.
Chiudete l'involtino con uno spago o con un laccio in silicone (o ancora con uno stuzzicadenti) e impanatelo ancora bene su tutta la superficie. Ripetete l'operazione con gli altri filetti.
Sistemate gli involtini in una teglia coperta da carta forno e leggermente unta, versate un filo d'olio e infornate, a 200°, per 20 minuti.
Quando saranno ben dorati sfornate, liverateli del laccio e serviteli.








Non snobbate le briciole!! Vi torneranno utili a pietanza finita ^_*

abc

Crema piccante di spinaci e carciofi allo zenzero con croccanti di tofu alla senape

Non sempre un piatto nasce ex novo, in un'illuminazione che verrà assecondata da un'adeguata spesa. A dire il vero sono rare le volte in cui questo succede. Generalmente è l'attrazione che sento per un particolare ingrediente, ortaggio, frutto, cereale o quant'altro, che mi porta a creare una pietanza. E' un po' come quando entro in libreria: posso passare infinite volte davanti ad un libro e non esserne colpita. Ma quella milleduecentotrentottesima volta...... mi rapisce, mi chiama e arriva da me. Così è successo per questi carciofi. Beh, io i carciofi li amo particolarmente e non vedevo l'ora arrivasse la stagione. Nella preparazione della carbonara rivisitata avevo utilizzato la parte più tenera del carciofo. L'avevo fatto tenendo da parte le foglie esterne, quelle più filamentose e meno tenere. L'avevo fatto con una precisa idea: non buttare nulla e sfruttare quello scarto per una sana vellutata. Poi mi sono trovata di fronte a quell'idea e.... è stato più forte di me: l'ho elaborata. Un lavoro che mi è costato due giorni di macchinazioni mentali, ma che ha trovato la forma perfetta. In questo piatto ci sono sapori delicati, tra quelli che preferisco in assoluto.

Ingredienti

Per la crema
70 g di spinaci freschi
80 g di foglie di carciofo
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
peperoncino a piacere
sale
1 cucchiaino di olio evo

Per le polpettine
170 g di tofu al naturale
35 g di senape delicata
3 zeste di limone
una piccola manciata di rosmarino
1 pizzico di sale
2 cucchiai di farina di mais fioretto
olio evo

Prelevate le foglie più esterne dei carciofi, elimenate le spine e sciacquatele. Fatele bollire in acqua salata, a cui avrete aggiunto un po' di zenzero in polvere. Cuocetele fino a farle diventare morbide. Ci vorrà circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Quando saranno tenere, scolate le foglie di carciofo e fatele raffreddare. Nella stessa acqua di cottura fate sbollentare gli spinaci, per circa 5 minuti. Aiutandovi con un contellino prelevate la polpa dei carciofi, separandola dalla parte filamentosa. Scolate gli spinati e raccoglieteli, senza strizzarli, in un bicchiere di plastica. Unitevi la polpa dei carciofi, lo zenzero in polvere, il peperoncino, e frullate fino ad ottenere una crema liscia. Versate l'olio e frullate ancora per un paio di minuti. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Tenete da parte.
Tagliate a dadini il tofu e trasferitelo in un bicchierone. Aggiungete la senape, le zeste di limone e il rosmarino. Frullate tutto per qualche minuto, fino a quando tutto sarà diventato una crema omogenea. Aggiungete il sale e proseguite, con il frullatore, per qualche istante. Fate riposare in frigorifero per mezz'ora almeno, in modo che si compatti bene.
Versate su un foglio di carta assorbente la farina di mais. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle quenelle. Posatele sulla farina e, con le mani, fatele ruotare in modo da impanarle completamente e arrotondarle. Fate attenzione che l'impasto sarà piuttosrto morbido.
Fate scaldare un po' d'olio in una padella. Quando sarà ben caldo adagiatevi le polpettine. Se necessario aggiungete ancora un filo di olio, in cottura. Giratele spesso, con delicatezza, in modo da farle dorare uniformemente. Quando saranno croccanti trasferitele su carta assorbente e fatele asciugare dall'olio in eccesso (lo so, non è una vera frittura, ma io sento l'olio anche nelle briciole ^_^).
Scaldate la crema di spinaci e carciodi e mettetela in una ciotolina. Servitela con le polpettine, da gustare rigorosamente con le mani.
Incontro di delicatezze, sapori, consistenze differenti, che legano perfettamente e che si esaltano tra loro.



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Tagliolini di zucca in crema di spinaci, pinoli e semi di zucca: la tradizione si fa innovazione

Avere i miei genitori a pranzo è cosa assai rara. Sono decisamente maggiori le volte in cui cavalco io i chilometri di asfalto per raggiungerli, piuttosto di quelle in cui ci si possa trovare in terra lombarda. E quando succede vi confesso che inciampo sempre, strano ma vero, nell'ostacolo del cosa cucinare: mio padre è un incallito tradizionalista da tagliatelle fresche al ragù, mio fratello è vegano da le tagliatelle sì, ma senza uova e il ragù sì, ma senza carne e mia mamma, lei, non so se per complicità femminile, lei si fa andare bene tutto. Preparare un pranzo intero in versione vegana è stata una possibilità da escludere all'istante. Non ce lo vedo proprio, mio padre, mangiare melanzane ripiene al tofu o seitan all'arancia. Beh, ma almeno sul primo un gradevole compromesso si può trovare!!! Allora ho adottato la tattica del cucino i prodotti del vostro orto. Tutto a km 0. E ci provo, sì, provo a smuovere le acque del tipico pranzo domenicale tinto di rosso pomodoro. Il risultato? Oltre ad essersi ripuliti anche la padella, mio padre il giorno dopo decantava ancora questo piatto di pasta. Come dire.... del doman non v'è certezza!! ^_^

Ingredienti

Per la pasta
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il condimento
1 spicchio d'aglio
25 g di semi di zucca
200 g di spinaci al vapore
25 g di pinoli
16 g di olio evo
80 g di latte di avena

Pulite la zucca e tagliatela a fette. Cuocetela a vapore, o al forno, fino a quando diventerà morbida. Lasciatela raffreddare.
Frullatela, insieme al sale, fino ad ottenere una purea omogenea.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate. Dovrete ottenere un impasto compatto e liscio. Badate che, più acqua avrà la zucca, più farina dovrete incorporare. Regolatevi, quindi, sulla dose di semola da utilizzare in base alla consistenza dell'impasto.
Avvolgete l'impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare in frigo per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il condimento. Pulite l'aglio, privatelo dell'anima e unitelo ai pinoli e ai semi di zucca. Tritateli in maniera piuttosto grossolana. Aggiungete l'olio di oliva e continuate a tritarli fino ad ottenere una crema, non troppo fine.
Unite alla crema appena ottenuta gli spinaci cotti al vapore. Mi raccomando a strizzarli abbastanza, in modo da non creare un composto troppo liquido. Tritate e amalgamate tutto insieme. Allungate il pesto ottenuto con il latte di avena. Anche qui regolatevi in base alla consistenza che gli spinaci avranno dato: dovrete ottenere una crema piuttosto densa, ma non liquida. Salate secondo il vostro gusto. Potrebbe stare molto bene anche della noce moscata e, personalmente, avrei anche abbondato. Ma ho optato per lasciare il più possibile naturale il sapore degli spinaci.

Riprendete l'impasto e tagliatelo a fettine. Stendete, su una spianatoia infarinata, una sfoglia alla volta, dello spessore di circa un paio di millimetri. Per il taglio io mi sono servita di una chitarra, ma potrete procedere con una rotella taglia pasta, la macchinetta oppure un semplice coltello.
Infarinate bene la sfoglia e procedete al taglio. Sistemate i tagliolini ottenuti su un piano infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Continuate la lavorazione, sfoglia per sfoglia, fino a terminare l'impasto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete i tagliolini per 4 minuti circa. Vi consiglio di aggiungere dell'olio per facilitare la cottura senza che rimangano attaccati tra di loro.
Nel frattempo scaldate in un wok la salsa di spinaci e, quando sarà cotta, versateci la pasta scolata. Fate saltare tutto a fiamma viva per un paio di minuti, in modo che insaporisca bene, poi impiattate.
La fragranza della pasta con l'avvolgente crema di spinaci renderà magico ogni boccone!!

abc

Pancakes filanti al rosmarino: il sapore avvolgente e confortante della giusta scelta di rotta

Certi giorni capita che debba bighellonare per molto tempo tra idee, pensieri, proposte, accostamenti prima di riuscire a cogliere il mio desiderio e appagare un difficile palato. Altri giorni, invece, basta uno schiocco di dita e..... si centra il bersaglio all'istante. E' successo così, con questi pancakes. Li adoro, è vero. Li amo tanto in versione dolce, quanto in versione salata. Forse quest'ultima è favorita da un minor numero di sensi di colpa, ma non sempre ciò che mi travolge riesce ad assecondare i miei capricci. Questa volta, però, sono comparsi nel momento giusto, con encomiabile tatto, quasi danzassero in punta di piedi, piroettando verso di me. L'affacciarsi su un momento piuttosto delicato, carica di paure e consapevole della grande vulnerabilità che tutto questo avrebbe comportato, mi ha reso, e in parte mi rende ancora, attenta nel valutare la giusta strategia e nel manovrare improvvise virate per non ribaltarmi e affondare. Rimanere al comando del timone è l'unica possibilità contemplata. Una prova di forza, di caparbietà e di coraggio. Questa volta è bastato un pensiero e la rotta scelta è stata perfetta.... Questa volta il sapore delicato e avvolgente di un piatto pensato ed eseguito fedelmente ha saputo rendermi fiera e appagata. Questa volta ascoltarmi e assecondarmi è stato un incastro perfetto di idee.

Ingredienti

100 g di ricotta
2 tuorli d'uovo
50 g di farina di grano tenero 1
50 ml di latte di avena
1 pizzico di sale
noce moscata a piacere
1 rametto di rosmarino
4 fettine di caciocavallo
200 g di spinaci lessati o cotti al vapore
10 g di semi di zucca
olio evo

Lavate e asciugate accuratamente il rametto di rosmarino. Prelevate gli aghi e tritateli finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna.
Unite in una terrina la ricotta, i tuorli, la noce moscata e il sale. Sbatteteli energicamente con una frusta, fino a creare una crema soffice e spumosa. Aggiungete, poco alla volta, la farina, continuando a mescolare, e il latte. Dovrete ottenere un impasto liscio, senza grumi.
Aggiungete il rosmarino tritato, mescolate in modo da amalgamarlo perfettamente al composto, e fate riposare la pastella in frigo, coperta con un foglio di pellicola trasparente, per mezz'ora circa.
Tagliate 4 fette di caciocavallo (quello che ho usato io arriva direttamente dal Parco Nazionale d'Abruzzo) di medio spessore. Pulitelo dalla crosta e separate il cuore morbido dal bordo stagionato. Tagliate la parte esterna in piccoli dadini e lasciate il cuore intero, nelle 4 fette.
Versate in una padella un filo di olio e fatelo scaldare. Fate saltare gli spinaci, salandoli secondo il vostro gusto. Considerate che il formaggio darà un gusto piuttosto forte, quindi consiglio di non eccedere.
Aggiungete i semi di zucca e fate saltare tutto per un paio di minuti, a fiamma viva. Unite il caciocavallo tagliato a dadini, mescolate velocemente e spegnete la fiamma.
Scaldate una padella e ungetela passando uno scottex su tutta la superficie. Quando sarà ben calda versate un paio di cucchiai colmi di pastella, dando una forma circolare al composto in cottura. Fate cuocere per un paio di minuti e, con l'aiuto di una paletta, capovolgete le frittelline, facendole cuocere dall'altra parte. Quando saranno ben dorate su entrambi i lati trasferitele in un piatto.
Ponete sopra una fettina di caciocavallo, poi gli spinaci saltati, un'altra fettina di caciocavallo e coprite con un secondo pancake.
Con queste dosi dovrebbero venire 4 pancakes, e quindi 2 sandwiches.
Se dovesse servire passate velocemente in forno, in modo da essere serviti caldissimi. Il calore scioglierà il formaggio e renderà ogni morso una coccola di piacere.....


Personalmente avrei continuato a mangiare queste prelibatezze senza sosta. Peccherò di presunzione, ma non ho trovato un solo dettaglio da correggere. Gusto, soltanto gusto e indescrivibile piacere....

Una vera e propria rotta giusta!!

abc

Cannelloni ricotta e spinaci in lotta tra classicità e innovazione

Cannelloni, nulla che mi possa distrarre: devo prepararmi un bel piatto di cannelloni. Varianti? Innovazioni? No..... la tradizione bella e buona. Per una volta voglio un piatto classico!!
Parto allora alla ricerca della miscela perfetta di farina per l'impasto (senza uovo?..... No, ho detto classiche). Penso al ripieno. Certo, ricotta e spinaci, un classico.... (ma non ci metto neanche un semino di zucca? No, nessuna delle tue varianti). E poi faccio un sughino veloce veloce, semplice semplice per accompagnarli (un cicinela di verdurine, o magari un po' di peperoncino?? Mmmmhh, ti sto per fulminare.....). E sa facessi anche un po' di besciamella con del pistacchio? Facciamo così: metto un po' di pomodoro nella sfoglia e prendo due foglioline di salvia, ma due, per il ripieno. E' tutto ciò che mi sono concessa...... un tocco di colore nella pasta e due foglioline di salvia, perché proprio classico un piatto non mi riesce. E vi dirò..... ci stavano veramente bene. Piatto gustosissimo e ampiamente appagante.

Ingredienti

Per la sfoglia
40 g di farina 1 di grano tenero (io Molino Chiavazza)
70 g di semola di grano duro rimacinata
20 g di pomodoro (parte del sugo preparato per il condimento)
50 g di albume

Per il ripieno
100 g di spinaci
4 foglie di salvia
100 g di ricotta vaccina
15 g di parmigiano
noce moscata (io abbondante)
sale

Per il sughetto
200 g di polpa di pomodoro (io Mutti)
porro
sale
1 pizzico di zucchero
olio evo

Partite dal sugo, in modo che, mentre preparerete il resto, avrà il tempo di cuocere. Fate soffriggere qualche fettina sottile di porro in un cucchiaio scarso di olio evo e unite la polpa di pomodoro. Correggete di sale e unite un pizzico di zucchero per togliere l'acidità. Fate cuocere a fiamma bassa per 40 minuti circa, girando di tanto in tanto. Dovrà asciugare abbastanza.
Passate ora al ripieno. Tritate gli spinaci con il parmigiano e le foglie di salvia. Io ho usato la mezzaluna perché avrei voluto ottenere un composto non troppo fine e abbastanza rustico. Quando sarà ben sminuzzato unite alla ricotta, aggiungete la noce moscata e il sale e mescolate fino ad ottenere una crema omogenea. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e riponete in frigo per il tempo della preparazione della sfoglia.
Miscelate le farine, formate una fontana e versate nel mezzo circa 20 g della salsa d pomodoro preparata e l'albume. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto e fate riposare, avvolto in un canovaccio pulito, per circa mezz'ora. Stendete quindi la pasta in una sfoglia sottile. Generalmente, e per praticità, utilizzo la macchinetta dell'Impera. Questa volta ho voluto stenderla a mano, con l'ausilio del mattarello. Ricavate dei rettangoli di circa 15 cm di altezza e 30 cm di lunghezza.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata e preparate, accanto, una boule con acqua fredda e un cucchiaio di olio. Fate cuocere per poco più di un minuto una sfoglia alla volta. Poi prelevatela, passatela nell'acqua fredda e stendetela su un canovaccio. Ripetete il procedimento per tutte le sfoglie. Tagliate ciascun rettangolo in due e farcite ogni quadrato con il composto di ricotta e spinaci, sistemandolo lungo uno dei lati. Avvolgete i vostri cannelloni, in modo che rimangano compatti e piuttosto stretti.
Cospargete il fondo di una pirofila con un cucchiaio di sugo, adagiatevi i cannelloni, affiancati tra di loro e ricopriteli con il restante pomodoro.
Ricopriteli con abbondante parmigiano grattugiato, versate un filo di olio evo e infornate a 180° per 10 minuti circa. Utilizzate un ripiano alto del forno, in modo che venga una croccante gratinatura.

Ora non vi resta che gustarveli!!


Perfetta coesistenza di morbido e croccante in un semplice intreccio di sapori. Il classico, per oggi, ha vinto!!
abc

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