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Polpo glassato all’arancia in crosta di pistacchi… e non può essere tutto

.... su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Sì, perché uno, nel titolo, vorrebbe metterci tutto. Perché un piatto non nasce solo nella parzialità. Perché i dettagli, tutti, concorrono al perfetto bilanciamento dei sapori. E questo non è solo un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Questo è un polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi su letto di catalogna aromatizzata alla noce moscata. Ecco, l'ho detto. Io, che sono quella dai titoli intriganti (cito), io che scrivo titoli che smuovono una certa curiosità (cito), io che.... i titoli sono il dettaglio che attira il lettore ad aprire l'articolo e tu in questo sei molto brava (cito), io che ho il dono della sintesi per cui poche parole per esprimere un concetto articolato (cito), ma che scrivo titoli chilometrici (preciso), io.... non posso lasciarvi credere che questo sia un semplice polpo glassato all'arancia in crosta di pistacchi. Perché è proprio l'amaro della catalogna, addolcita dalla delicatezza della noce moscata, a creare un contrasto con la carne croccante del polpo e la vellutante sensazione con cui la glassa avvolge il palato. E' proprio l'insieme di sapori che rende questo piatto.... wow!

Ingredienti

4 tentacoli di polpo
1 arancia non trattata (buccia e succo)
50 ml di prosecco
sale
1 cucchiaio di olio evo + q.b.
paprika dolce
noce moscata
25 g di pistacchi tostati non salati
15 g di farina di mais fioretto gialla
80 g circa di coste di catalogna

Lavate bene l'arancia e asciugatela, Tagliate la scorsa, avendo cura di non prelevare la parte bianca. Spremetela e prelevatene il succo.
Versatelo in un recipiente capiente. Tagliate la scorza in bastoncini sottili e unitela al succo. Aggiungete l'olio, il vino, il sale, la paprika e la noce moscata in quantità variabile secondo i vostri gusti e mescolate bene.
Sciacquate bene i tentacoli del polpo (io li ho prelevati da un polpo di 500 g circa e il peso era di circa 200g) e immergeteli nella marinatura. Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare, in frigorifero, per almeno 5 ore.
A questo punto pulite le coste della catalogna (io le avevo tenute da parte preparando un contorno con le foglie) e fatele sbollentare, in acqua salata, aromatizzata con abbondante noce moscata, per circa 4 minuti. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua ghiacciata, poi fatele asciugare.
Pulite bene i pistacchi dalle loro pellicine e tritateli finemente. Mescolateli alla farina di mais e teneteli da parte su un piattino o su un foglio di carta assorbente.
Prelevate le bucce dell'arancia dalla marinatura e tritatele finemente. Io mi sono servita di una mezzaluna. Fate scaldare un filo di olio evo in una padella e versatecele, facendole rosolare a fuoco basso per un paio di minuti. Scolate grossolanamente il polpo dalla marinatura, ponetelo nella padella insieme al soffritto e alzate leggermente la fiamma.
Fatelo rosolare per un minuto circa per parte, dopodiché abbassate la fiamma, versate la marinatura, e fate cuocere per circa 20 minuti, coperto. Giratelo, di tanto in tanto.
Coprite una teglia con della carta dorno, cospargete un po' di olio evo, una base di mix di pistacchi e sistemate sopra le coste della catalogna. Coprite nuovamente con abbondante panatura, cercando di circoscriverla alla verdura, in modo che non bruci durante la cottura. Correggete, eventualmente, con un pizzico di sale.
Quando il polpa avrà consumato il liquindo di cottura, prelavate i tentacoli e passateli nel mix di pistacchi, prima da un lato, poi dall'altro. Cercate di fare aderire uniformemente il trito. Aiutatevi con una forchetta per non bruciarvi, se troppo caldo.
Sistemate i tentacoli sul letto di catalogna e irrorate con un filo di olio evo.
Portate il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate e cuocete, per 20' ventilato. Fate in modo che diventi dorato e croccante.
Nel frattempo accandete il fuoco, basso, sotto il fondo di cottura in padella. Fate rapprendere l'arancia con la marinatura in modo che diventi una salsa denza. Attenzione a non farla bruciare.
Quando il polpo sarà cotto sfornatelo e servitelo, accompagnandolo con la salsa all'arancia.
Servite caldissimo e gustate il contraso di sapori tra l'amarognolo della catalogna, la dolcezza del pistacchio, la croccantezza del polpo e l'aspro-dolcezza della glassa.

Un invito a deliziare il vostro palato.

abc

Sofficini d’orzo ai pistacchi: differenti forme di un peccato di gola a cui non riesco a resistere

Aiuto!!!!! I sofficini impazzano sul web! Ecco, adesso, non è che ve li voglia proporre perché è la moda del momento. In realtà sperimentai molto tempo fa i sofficini, nella versione al forno. Ma talvolta mi arrivano scariche di voglie improvvise e..... mica posso privarmi proprio di tutto? Almeno la soddisfazione di elaborare versioni differenti di sofficini, me la volete lasciare? Questa volta ho usato la mia amata farina d'orzo ed ho approfittato di un po' di latte di capra che avevo da parte. Ho dimenticato la cottura in forno, perché si deve provare tutto, nella vita, e mi sono concessa un ripieno semplice ma d'effetto. Come sempre una parte l'ho consumata subito ed una parte l'ho archiviata nel congelatore per il prossimo capriccio, ma vi garantisco che vedere quei due esemplari giacere fino al raffreddamento, in attesa del trasferimento tra i ghiacci, senza cedere alla tentazione di addentarli, è stata una vera prova di forza!

Ingredienti

130 g di farina d'orzo
70 g di fecola di patate
200 ml di latte di capra
30 g di margarina
1 pizzico di sale
1 albume
pangrattato di riso
100 g di mozzarella
200 g di pistacchi
olio evo

Per prima cosa tagliate la mozzarella a fettine e mettetele in un colino a strati, coperte con un po' di sale. Adagiatevi sopra un peso e lasciate che perdano il loro liquido per almeno un'ora. Preparate le farine e mescolatele tra di loro.
Versate in un pentolino il latte e unitevi margarina e sale. Portate ad ebollizione, quindi bersatevi, in una sola volta, il mix di farine. Mescolate energicamente con un cucchiaio di legno, fino ad amalgamare bene il composto ed ottenere una pasta omogenea.
A questo punto spegnete il fuoco e trasferite l'impasto su una spianatoia. Lavorate bene con le mani (lasciandolo intiepidire leggermente se risulterà troppo caldo), fino ad ottenere un panetto compatto.
Stendete la pasta su un ripiano, aiutandovi con un mattarello. Cercate di ricavare una sfoglia di circa 3 millimetri di spessore.
Con l'aiuto di un coppapasta o di una tazza (dipenderà dalle dimensioni che vorrete dare ai vostri sofficini) ritagliate dei cerchi. Io ho utilizzato uno stampo da 18 cm ed ho ricavato 4 dischi. I ritagli di pasta li ho fatti cuocere senza farcitura, ma con la panatura, e utilizzati come pane.
Tagliate a dadini piccoli la mozzarella e unitela ai pistacchi pestati grossolanamente. Mescolate bene il tutto. Non dovrebbe essere necessario aggiungere sale poiché la mozzarella avrà acquisito la giusta sapidità.
Adagiate una cucchiaiata di farcitura al centro di ciascun disco. Con le dita bagnate d'acqua i bordi dei dischi.
Chiudete a metà ciascuna forma, schiacciando bene le estremità. Con i rebbi di una forchetta unite bene i due strati di pasta, affinché non si separino durante la cottura.
Fate attenzione a chiudere bene all'interno il ripieno, senza pizzicarlo nell'impasto: in questo modo non comprometterete il risultato.
Preparate l'albume d'uovo leggermente sbattuto e il pangrattato di riso. Passate ciascun sofficino, prima nell'uovo, poi nel pangrattato. Fate aderire bene la panatura e ripetete l'operazione per tutti i sofficini.
Scaldate in una padella un paio di cucchiai di olio evo. Qiando sarà ben caldo, adagiatevi 2 sofficini per volta. Fateli cuocere, a fuoco medio, per un paio di minuti, poi girateli dalla parte opposta. Procedete con la cottura, girandoli eventualmente più volte, fino a quando saranno ben dorati. Se fosse necessario aggiungete, in piccole quantità, altro olio. In totale ci vorranno circa 8 minuti.
Trasferiteli in un piatto con carta assorbente e lasciateli asciugare bene. Impiattateli, magari accompagnati da verdura al vapore, e serviteli.
Potrete prepararli anche con anticipo e poi passarli in forno prima di servirli. In questo modo rimarranno caldi e l'interno risulterà filante, senza compromettere la croccantezza della panatura.
Come sono solita consigliare per certi tipi di preparazioni..... dimenticate forchetta e coltello e gustate con le mani: il sapore acquisirà importanza!

Come resistere a questa moda????? ^_^ Naaaaaaaaaa, niente di tutto questo: si tratta di semplice e sfiziosa bontà!!

abc

Burger di lupini e tofu: la prima versione di due ingredienti dall’aspetto sospetto

Preparatevi!! Ho aperto la confezione dei lupini e del tofu, per cui..... ne vedrete per un po' : D
Il concetto è sempre lo stesso: spesso ciò che non conosciamo ci mette timore. Se poi ciò che non conosciamo non gode di una gran favorevole recensione, beh, è impresa veramente ardua lasciarsi tentare. Allora ci penso io. Lo faccio in queste vesti per chi non osa cimentarsi, e lo faccio nelle vesti di una piccola consigliera, per chi, invece, di questi alimenti fa una consueta, o saltuaria, abitudine. Sia lupini che tofu sono alimenti ad alto apporto proteico e a ridotto livello di grassi. Non male, se si pensa che, aromatizzati a piacere, possano essere trasformati in sfiziosi piatti!! L'assenza di uova in questa versione rende particolarmente leggero il piatto. Certo la lavorazione dovrà essere più attenta, soprattutto in fase di cottura, ma vi garantisco che, con una fresca insalatina, ma anche con un contorno importante, i burger di lupini e tofu sapranno deliziarvi a dovere!!

Ingredienti

100 g di lupini
100 g di tofu al naturale
20 g di olive di Riviera
25 g di senape delicata
5 g di olio evo
1 rametto di rosmarino
sale
noce moscata

Pulite i lupini, togliendo la loro buccia. Lavate il rametto di rosmarino e asciugatelo accuratamente. Tagliate il tofu a dadini e unite tutto all'interno di un boccale.
Sgocciolate le olive e sciacquatele in acqua calda, affinché venga liberato l'olio di conservazione. Unitele al resto degli ingredienti con un pizzico di sale e noce moscata a piacere. Tritate, fino ad ottenere un composto piuttosto pastoso ed uniforme.
Unite, a questo punto, la senape. Mescolate accuratamente ottenendo un impasto ben amalgamato. Assaggiate ed eventualmente correggete la sapidità. Lasciate riposare l'impasto per mezz'ora circa, coprendolo con una pellicola trasparente.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella. Riprendete l'impasto e formate i burger. Io ne ho ottenuti due di 10 centimetri di diametro e 3 centimentri di spessore. Compattateli molto molto bene, su un foglio di carta forno poco più grandi dei burger, in modo che non si sfaldino in cottura.
Quando l'olio sarà ben caldo, adagiate i burger. Fateli cuocere per qualche minuto per parte. Girateli più volte, in questo modo cuoceranno uniformemente e non doreranno troppo. Procedete per circa 10 minuti, a fiamma media.
Quando li vedrete ben coloriti, spegnete il fuoco e impiattate.

Fragranti, delicati e leggeri. Maneggiateli con cura, assaporateli con gusto ^_^ Sono ideali per essere accompagnati con un fresco radicchio rosso.



Deliziatevi e.... alla prossima lupin-tofu ricetta ^_^

abc

Bocconcini di pollo dorati con broccoli e anacardi: il piatto veloce che non sacrifica il sapore

Il piatto express, pasto veloce. Due idee, quattro ingredienti e quindici minuti per la preparazione. Nuova testimonianza di come la macchina fotografica debba sempre essere a portata di mano. Non soffro di compulsione da regalo di Natale, non ho marmocchi o quadrupedi di cui curarmi, ma la mia vita ultimamente pare sia una corsa ad ostacoli ^_^  Così capita, talvolta, che il tempo per preparare qualcosa con cui deliziarmi non sia così generoso. Ma perché lasciare che questo alimenti la malsana abitudine di togliere importanza al pasto? E così ecco il mio pollo ad attendermi. Sfiziosa doratura, genuino accompagnamento e golosa finitura. Cosa volere di più? Tra un pacco e l'altro, tra una corsa e il traffico, tra una recita, la spesa, il lavoro e la casa, magari due bocconcini vi rimettono in pace con il mondo!! Quindici minuti.

Ingredienti

1 sovraccoscia di pollo
6 cime di broccolo
15 g di anacardi non salati
 1 cucchiaio di farina di riso
sale
pepe
olio evo

Pulite e lavate bene le cime del broccolo. Sbollentatele, per due minuti, in acqua salata. Quando sarà trascorso il tempo, scolatele e gettatele in acqua ghiacciata per fermare la cottura.
Tagliate la sovraccoscia del pollo in bocconcini non troppo piccoli. Passateli nella farina di riso, in modo che ne siano completamente ricoperti. Scaldate, quindi, un paio di cucchiai di olio evo in una padella. Quando avrà raggiunto una buona temperatura gettatevi i bocconcini di pollo e saltateli, a fiamma viva, per 3 o 4 minuti. Salate a piacimento.
Trascorso il tempo unitevi le cime del broccolo e continuate la cottura, aggiungendo eventualmente un briciolo di acqua (o di vino bianco) per non far seccare e bruciacchiare tutto.
Abbassate leggermente la fiamma e proseguite la cottura per altri 5 minuti. I bocconcini non dovranno cuocere molto, in modo da non diventare asciutti, ma non dovranno essere al sangue. Verificate il livello di cottura dal colore che il pollo assumerà.
Unite gli anacardi e lasciate cuocere e insaporire tutto per un minuto circa. Aggiungete pepe e correggete, eventualmente, di sale.
Spegnete il fuoco e servite. Il bilanciamento di sapori e di consistenze renderà questo piatto irresistibile.


Semplice, veloce, ma di grande impatto. Ancora una volta ho fatto bene a fotografare, anche solo un bocconcino di pollo!!

Se foste a regime alimentare controllato, potrete eliminare gli anacardi: apportano preziosissimi nutrienti, ma sono piuttosto calorici!!abc

Involtini di platessa con spinacino fresco e pistacchi: l’importanza delle briciole in un piatto del “perché?”

Vi sembrerò pazza, ma è veramente molto raro, se non impossibile, che ripeta due volte uno stesso piatto. Il desiderio di accostarmi a nuovi sapori mi porta sempre alla ricerca di qualcosa di diverso. A volte questo tentativo riesce talmente bene, che, alla fine, mi trovo ad osservare il piatto vuoto e a pensare, con l'occhietto languido, perché? e a passare il ditino in cerca di quelle briciole che prima erano addirittura fastidiose. Figlia del "non si lascia niente nel piatto", mi sento anche orgogliosa di come riesco a tirare a lucida quella porcellana. Ecco, di questi involtini, sappiate, è successo proprio questo. Amo il sapore dello spinacino fresco. Amo che anche la cottura al vapore sia appena accennata e che lasci il gusto naturale delle foglie. Ho voluto interpretarle secondo questo principio. Arricchite di sapori che porterei in qualsiasi pietanza, hanno creato un piatto dalla meravigliosa e avvolgente bontà. E sono finiti troppo in fretta.....

Ingredienti

2 filetti di platessa

4 foglie di spinaci fresche
15 g di pistacchi
20 g di parmigiano
scorza di 1/2 limone
sale
olio evo
3 cucchiai abbondanti di pangrattato (io di riso)

Sgusciate i pistacchi e puliteli di tutte le pellicine. Tritateli finemente e mescolateli al parmigiano e alla scorza di limone, che avrete grattugiato.
Lavate bene le foglie degli spinaci e asciugatele. Sciacquate i filetti di platessa e tagliateli in due nel verso della lunghezza.
Versate su un piatto il pangrattato e adagiatevi sopra un filetto. Posate sulla parte superiore una foglia di spinacino, riempitela con una buona cucchiaiata di trito e chiudetela lateralmente, in modo che non sia più larga del filetto stesso. Avvolgete in filetto partendo dalla coda, mantenendolo sul pangrattato, in modo che aderisca bene alla polpa.
Chiudete l'involtino con uno spago o con un laccio in silicone (o ancora con uno stuzzicadenti) e impanatelo ancora bene su tutta la superficie. Ripetete l'operazione con gli altri filetti.
Sistemate gli involtini in una teglia coperta da carta forno e leggermente unta, versate un filo d'olio e infornate, a 200°, per 20 minuti.
Quando saranno ben dorati sfornate, liverateli del laccio e serviteli.








Non snobbate le briciole!! Vi torneranno utili a pietanza finita ^_*

abc

Chickpeas muffin alla birra con cime di broccolo: la forza del sorriso e la prospettiva del successo

Non c'è niente da fare: è così!! Potrei citare decine di massime, ciascuna con il medesimo significato. L'umore influenza l'esistenza. Avevo appena collezionato una piccola serie di "fallimenti" culinari (tanto da destare l'attenzione di mia madre, in un 'ma com'è possibile che accada?'), tutti a segnare un periodo piuttosto complicato. Poi arriva il sole (ancora lo stupore di mia madre per come, senza che nulla realmente sia cambiato, io sia d'un tratto l'espressione della felicità) et voilà, anche io non mi capacito di come qualsiasi ingrediente tocchi, si trasformi in opera. Ve lo dico, e non mi meraviglio: sentirsi parte di un mondo di infinita bellezza, cogliere dettagli di luce, sorridere alle più piccole sfumature, guardare alla vita come ad un sistema che produce energia e farsi porta bandiera di quella stessa forza...... aiuta a vivere meglio. Chiaro che i miei forconi sono ancora tutti puntati su di me, ma oggi mi sento così ed oggi sorrido, alla faccia di tutte le avversità. E così, dopo aver proiettato i miei influssi positivi su magie di cui vi parlerò, ecco che mi sono trovata a pensare a come deliziare il mio palato, in una delle poche cene che riesco a concedermi a casa. Poche idee, ma pungenti: pastella con la birra, broccoli, farina di ceci e.....???? Niente fritto, lo sapete. Allora che si fa? Si inforna, chiaro. E tutto prende la forma di... muffin!!!!!

Ingredienti

140 g di cime di broccolo (peso a crudo)
35 g di parmigiano
45 g di farima di ceci macinata a pietra (io Ecor)
60 g di birra chiara
50 g di acqua
10 g di olio evo
sale
1/2 cucchiaino raso di cremor tartato
la punta di 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio

Prelevate le cime dal broccolo, lavatele accuratamente e bollentatele, per un paio di minuti, in acqua salata. Scolateli e passateli in acqua gelata per bloccare la cottura.
Tagliate il parmigiano in bastoncini lunghi circa 4 centimetri. Teneteli da parte e iniziatea preparare la pastella. Pesate tutti gli ingredienti e teneteli pronti.
Setacciate la farina di ceci (è essenziale questo passaggio per evitare che faccia grumi) in una ciotola. Versate, poco alla volta, acqua e birra mischiati. Iniziate a mescolare con una frusta, fino ad amalgamare tutto. Aggiungete un pizzico abbondante di sale, il cremor tartaro e il bicarbonato e continuate a mescolare.
Mantenendo sempre la frusta in funzione, versate l'olio a filo. Dovrete ottenere una pastella piuttosto densa.
Tagliate le cime di broccolo, ben scolate e asciutte, in piccoli pezzetti. Unitele alla pastella e mescolate. Sistemate i pirottini da muffin nella teglia e versate il composto. Io vi consiglio, essendo un impasto piuttosto liquido, di ungere e infarinare i pirottini, per evitare che si attacchino irrimediabilmente alla carta.
Versate il composto, un cucchiaio alla volta, nei diversi stampi. Con queste dosi dovrebbero uscirvene cinque. Infilate in ciascun muffin i bastoncini di parmigiano ed infornate. Cuocete a 200° per 35 minuti. Potrebbero essere necessari cinque minuti in più. Vi consiglio di non riporre la teglia nella metà superiore del forno, poiché dorerebbero subito, ma rimarrebbero crudi all'interno. Io li ho cotti appena sotto la metà del forno e sono risultati ben cotti e ben dorati.
Quando saranno ben dorati e quando, toccandoli con un coltello, risulteranno belli compatti, sfornate e lasciate intiepidire leggermente. A questo punto serviteli e gustatene la genuina bontà.

A volte basta davvero poco.....







abc

Pepite di merluzzo in crosta di mais su chips di rapa alla paprika:sfizi genuini in ottimizzazione domestica

Spesso mi capita, nei miei continui rituali di economia domestica, di ottimizzare l'utilizzo del forno. Individuo la serata libera da impegni e dal lavoro e parto con la creazione di tutte le portate che, fino a quel momento, abitavano la stanza dei pensieri e che attendevano semplicemente il loro turno. E, ovviamente, la cottura in forno. Immaginatemi alle prese con almeno tre differenti preparazioni. Guardo alla mia cucina come ad una benedizione, ma finisco sempre per implorare quei 50 centimetri in più di spazio! In ogni caso, a fine lavoro questo caloroso ambiente, che si trasforma sempre in un campo di battaglia, mi riappacifica con me stessa. E se l'impresa è ripagata da un grande risultato, cosa volere di più? E' il caso di queste pepite. Giammai le avrei fritte, come mai avrei fritto le chips di rapa. Ne verrà sacrificato il sapore? Provate e poi mi direte!!

Ingredienti

Per le pepite
200 g di merluzzo fresco
2 cucchiaino di gomasio (oppure 1/2 cucchiaino di sale)
1/2 spicchio di aglio
scorza di 1/2 limone
1 pizzico di sale
10 g di semi di sesamo
(eventuali spezie a piacere)
farina di mais fioretto gialla

Per le chips
2 rape
sale
paprika dolce

Pelate le rape e lavatele. Asciugatele accuratamente. Con l'aiuto di una mandolina tagliatele a fettine sottili. Foderate con un foglio di carta forno una placca e sistemate le fettine, una accanto all'altra.
Salatele a piacere e spolverizzatele con la paprika dolce. Cuocetele in forno, a 190°, per circa una decina di minuti, ma controllate bene che non brucino: il momento che passa dalla croccantezza al carbone è veramente minimo!! Quando saranno dorate al punto giusto, sfornatele e fatele raffreddare. Passate ora alla preparazione delle pepite.
Prendete i filetti di merluzzo, liberateli da eventuali lische, sciacquateli e asciugateli, tamponandoli con un foglio di carta assorbente. Trasferiteli in un boccale, insieme al gomasio, al sale, al sesamo e alla scorza di limone grattugiata (e alle eventuali spezie).
Tritate a più riprese, in modo da rendere omogeneo l'impasto che ricaverete.
Versate su un piano un paio di cucchiai di farina di mais. Prendete un po' di impasto per volta, lavoratelo con le mani fino a formare una polpetta, e passatelo nella farina allungandolo in crocchetta. Procedete fino a terminare la polpa del merluzzo. Sistemate le pepite appena ottenute su una teglia coperta da carta forno e leggermente unta con un pennello. Infornatele, a 190°, per 20 minuti. Dopo 10 minuti dirate le pepite, in modo che la doratura sia uniforme.
Sfornatele e gustatele, accompagnate dalle chips di rapa, leggere e genuine.


Credo non rimpiangerete la cottura in olio!
abc

Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
abc

Salmone alla piastra con crema di mandarino e salvia: il piatto dell’incontenibile soddisfazione

Avete presente quando, colmi di esuberante gioia, vi dovete sforzare per trattenerla, quando invece vorreste saltare e volteggiare come un palloncino senza nodo? Ecco, così mi sono sentita quando ho assaggiato questo piatto. Certo ci sono situazioni in cui non è veramente indicato saltellare alla Memole e gongolarsi di frizzante compiacimento.Ma quella fessurina, proprio, non riusciva a blocare il flusso di moderata e trattenuta gioia. E allora ho iniziato a dire "oggi ho cucinato un salmone buonissimo". Poi ho aggiunto "con una crema delicatissima". Silenzio. "E poi aveva una crosticina!!! Croccante fuori e morbido all'interno". "Sai, l'ho condito con ...... e l'ho scottateo su una padella caldissima". Pausa. "Ho tritato la scorza del mandarino con la salvia, poi ci ho messo il succo". Non ci riesco proprio..... "ERA BUONISSIMOOOOOOOOOOOO". Ecco, scrivo e mi aumenta la salivazione. ASSAGGIATELO!

Ingredienti

1 trancio di salmone
2 mandarini
3 figlie di salvia
1 cucchiaino raso di farina di riso (io integrale bio)
sale
paprika dolce
pepe
olio evo

Lavate i mandarini e le foglie di salvia. Asciugateli accuratamente.
Tagliate la scorza dei mandarini cercando di non prelevare la parte bianca. Tritatela finemente insieme alle foglie di salvia, aiutandovi con una mezzaluna.
Scaldate un cucchiaino di olio evo in un pentolino e unitevi il trito. Fate insaporire per qualche minuto, a fuoco basso. Nel frattempo spremete i mandarini e versate il succo al trito.
Unite il cucchiaino di farina di riso, un pizzico di sale e mescolate energicamente, affinché non si formino grumi. Cuocete, a fiamma bassa, fino a quando la salsa si addenserà. Quindi spegnete il fuoco.
Sciacquate il trancio di salmone e asciugatelo tamponandolo con un foglio di carta assorbente. Conditelo con il sale, la paprika e il pepe.
Fate scaldare un filo d'olio in una padella e, quando sarà caldissima, adagiatevi il trancio di salmone dalla parte senza pelle. Fatelo cuocere a fiamma viva per almeno 2 o 3 minuti (dipenderà dallo spessore della carne), poi giratelo e fatelo cuocere per 3 o 4 minuti anche dall'altra parte.
Spegnete il fuoco e trasferite il trancio su un piatto. Cospargetelo con la crema al mandarino preparata in precedenza e servitelo.

La salsa dolciastra e delicata avvolgerà la polpa del salmone, togliendo il sapore grasso della cottura "al sangue".

Il contrasto renderà magico ogni boccone.
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Coniglio all’arancia: il piatto della domenica e lo scatto rubato (e dimenticato)

Ci ho messo un po', lo so, ma ora posso chiudere il pranzo domenicale che ho condiviso con i miei genitori. Finora il pane con farina di canapa sativa, i tagliolini di zucca e l'immagine della torta veg della mamma (per gli amici che mi seguono su Facebook), hanno riscontrato successo. Ma il pasto non sarebbe potuto essere tutto vegano. Ricordate cosa vi raccontai sul tagliolino di zucca al pesto di spinaci? Beh, mio padre fu certo contento e appagato, ma non avrei mai potuto togliergli il piacere di un buon secondo di carne. Che, voglio dire, già togliendogli il sugo, inteso come pomodoro puro e succoso, gli ho tolto 3/4 del pranzo. Gli avessi anche negato questa semplice coscetta di coniglio avrei contato 18 mesi, e non 6, prima di vederlo nuovamente seduto alla mia tavola! Questa volta il compromesso l'ho cercato tra i miei gusti (ebbene sì, lo confesso) e le sue, chiamiamole, esigenze. Io non amo il particolarmente la salsa di pomodoro. Ahimè, anni di ragù, protagonista immancabile del pranzo della domenica, mi hanno un po' allontanato dal piacere di quel sapore. Lo mangio, certo, ma non ne vado proprio matta. Allora ho pensato: se al mio vegfratello prepariamo del seitan all'arancia (con panna di avena), perché non fare del coniglio all'arancia (senza panna di avena ^_^) per noi? Ed eccolo servito!! Pare sia piaciuto anche questo, cotto al punto da sciogliersi sulla forchetta, ma con un po' di freddezza, tipica del pensiero adesso non esageriamo, dov'è il mio arrosto???? Ma io guardo al mio successo senza badare troppo ai capricci ^_^ Forse anche la necessità di sperimentare piatti nuovi e mai replicare (alla domanda di quale sia il mio piatto forte, rimango sempre inebetita e incapace di rispondere!!) nasce come reazione a infiniti anni di rigida tradizione. Non me ne voglia mio padre, ma a me piace così!!
Ahh, lo scatto rubato (e dimenticato)? Presa dall'euforia del pranzo ho impiattato e servito e, quando ormai il piatto era sbrandellato ho pensato LA FOTOOOOOOO!!!!! Perdonate il livello di immagine al di sotto dello standard. Alle mie scarse qualità da fotografa qui si è aggiunta la sbadataggine ^_^

Ingredienti

3 cosce di coniglio
2 arance
qualche rametto di timo
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale

Lavate i rametti di timo. Spremete due arance. Sciacquate le cosce di coniglio e mettetele in una terrina. Unite al succo di arancia il timo, un cucchiaino di olio evo, il sale, lo spicchio d'aglio e la scorza di mezza arancia. Versate tutto sul coniglio, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare almeno un paio d'ore. Io le ho lasciate in frigo tutta la notte.
Scaldate un filo d'olio in una padella piuttosto capiente. Fate rosolare l'aglio e unite le cosce di coniglio. Cuocetele a fuoco vivo per un minuto e poi giratele. Procedete a fiamma viva per un altro minuto, poi abbassate la fiamma e iniziate a bagnarle con il succo di aranzia. Coprite e lasciate cuocere per 40 minuti. Salatele a piacere.
Non dovranno mai essere asciutte, durante la cottura. Se non dovesse bastarvi il succo di arancia aggiungete dell'acqua (o del vino bianco). Giratele, di tanto in tanto, in modo che cuociano in maniera uniforme. Solo al termine della cottura fate rapprendere il sughetto, in modo che risulti cremoso e denso.
Non dovete fare altro che impiattare e servire. Cosa, questa, che a me è riuscita benissimo ^_^
Pochi passaggi per un grande risultato. Io non ho speziato con paprika, noce moscata, zenzero o quant'altro per non stridere troppo con i gusti di famiglia, ma la base si presta a molteplici varianti-
A voi la fantasia!!

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