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Carrots cupcakes di orzo con creamcheese al cioccolato bianco

Mai fatto un cupcake. Mai neanche letto come si faccia un cupcake vero. Insomma, io non sono una da "ricette classiche". Neanche una da "ricette da seguire alla lettera". Amo l'improvvisazione. Mi abbandono alla dispensa. Seguo l'ispirazione. I desideri. La curiosità. Soddisfo le volontà della mia gola. Coccolo il mio palato. Trasformo tutto in salutare. Così mi capita di prendere delle carote, poi delle mandorle, di pensare che, beh, parto da un classico, e metto insieme uova, farine integrali, ingredienti insoliti. Come fossi una vignetta, a metà strada tra un chimico e una pasticc-iona :D Estraggo, sbatto, monto, mescolo, verso, inforno, emulsiono, guarnisco. Ah, importante: ASSAGGIO. Che la cucina è una rovina per persone golose come me :D E alla fine eccoli: li chiamo così, li chiamo cupcakes. Che magari non lo sono davvero, ma lo sono a modo mio. E sono buoni da morire. Leggeri, ricchi, golosi, freschi, morbidi, pieni, delicati, perfetti. Missione riuscita: anche questa volta la colazione è garantita e... speciale!! Ingredienti Per i cupcakes 320 g di carote pulite 100 g di mandorle pelate 3 uova 40 ml di olio evo delicato 140 g di farina d'orzo 35 g di fecola di patate 35 g di zucchero di canna integrale Demerara 50 ml di latte (per me vegetale) 15 g di polline in grani 6 g di cremor tartaro 1 pizzico di bicarbonato Per la creancheese 100 g di cioccolato bianco 50 g di yogurt greco 35 g di formaggio cremoso di capra scorza di 1/2 limone zenzero in polvere cannella in polvere Tagliate le carote e passatele nell'estrattore. Se aveste il fltro apposta, fate lo stesso con te mandorle. Diversamente tritate tutto, ma fate attenzione che in questo modo l'impasto rimarrà più umido e potrebbe essere richiesta più farina. Sbattete le uova con lo zucchero e l'olio, versato a filo. Una volta che saranno spumose aggiungete la farina, setacciata e mescolata alla fecola di patate e al cremor tartaro. Terminate con un pizzico di bicarbonato e con il latte. La quantità di latte potrebbe variare in base alla tipologia di farina. Dovrete ottenere un impasto denso, ma sempre morbido. Unite mandorle, polline e carote e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versate l'impasto in 12 pirottini di carta e infornate, a 180°, per 25 minuti. Quando saranno ben dorati in superficie e la prova coltello sarà stata superata (la lama dovrà uscire perfettamente pulita dall'interno del cupcakes), sfornate e lasciate raffreddare. Versate in una ciotola lo yogurt e il formaggio di capra. Unitevi il cioccolato bianco fuso (a bagno maria o nel microonde), la scorza grattugiata del limone e lo zenzero in polvere. Sbattete con una frusta fino ad ottenere una crema soffice, quindi trasferite tutto in una tasca da pasticcere e decorate i cupcakes. Spolverizzate con della cannella e gustate. Se doveste programmare l'assaggio per i giorni a venire, aspettate a decorarli tutti: ogni giorno prenderete quelli necessari, li riscalderete leggermente e poi via di crema!! Che la colazione sia un must, per me, non è un segreto. Che io sia golosa, neanche. Che le cose possano andare d'accordo è davvero sorprendente :D Quindi: riempite la dispensa di ingredienti sani e divertitevi. Non c'è limite al benessere ^_^

abc

Crema di arance e mandorle al cardamomo: mai finale di stagione fu più generoso

Ammetto che, seppur la stagione calda non riesca ancora a dimostrarci di volersi stabilizzare, non mangio arance da un po'. Ma è da un po' che questo vasetto attende di venire trasposto, nero su bianco, in due righe di presentazione. Devo oltresì confessare che questa particolare idea di "invasettare" un prodotto tipico della stagione invernale mi ha conquistato particolarmente. Nonostante la difficoltà nel sostenere l'importanza dell'arancia da parte del mio stomaco mi imponga dosi pediatriche (ed è una gran bella sfida, visto che per gola sono capace di aprire un vasetto senza più doverlo richiudere!!), questa combinazione con mandorle e cioccolato bianco trovo sia golosa, sfiziosa e allo stesso tempo sana.
Mi faccio ancora una volta portabandiera del non si butta via niente ed ottimizzo un prodotto prezioso della nostra tradizione e cultura trasformandolo in una crema goduriosa, a cui difficilmente si riesce a resistere.
Poi, però, invochiamo il tanto atteso sole e la stagione di colori e sapori dolci ^_^

Ingredienti

4 arance
50 g di cioccolato bianco
70 g di mandorle pelate
4 bacche di cardamomo

Lavate bene le arance, quindi tagliate la scorza, cercando di non prelevare la parte bianca. Fatela bollire in acqua per circa 15 minuti.
Nel frattempo tagliate le arance a tocchetti, inseritele in un boccale e frullatele fino a renderle una purea omogenea.
Aggiungete le scorze, scolate, alla purea e frullate nuovamente.
Riducete in scaglie il cioccolato bianco, aiutandovi con un coltello. Unitelo alla composta di arance e mescolate. Portate la crema a bollore, mescolando continuamente. Non appena raggiunta la temperatura di ebollizione unite le mandorle e li semi di cardamomo, precedentemente pestati e ridotti in polvere.
Frullate tutto ancora una volta, in modo che le mandorle si tritino bene, ma non in modo regolare.
Mantenete l'ebollizione ancora per un paio di minuti, quindi trasferite la crema in uno o più barattoli di vetro sterilizzati.
Chiudete immediatamente con il coperchio, quindi rovesciate i barattolini, avvolgeteli in uno strofinaccio, poi in una coperta e lasciateli raffreddare per almeno 24 ore.

Il sottovuoto vi permetterà di conservare la crema anche fuori dal frigorifero (fino alla golosa tentazione di aprirla...).

Gustatela come farcitura di una crostata, o di una torta, con i biscotti per colazione o spalmata sulle fette biscottate. Ma apprezzatela anche, semplicemente, al cucchiaio, perché dolce e ricca così, è perfetta da sé. Personalmente non ho ritenuto doveroso aggiungere zucchero, in quanto la dolcezza del frutto stesso e del cioccolato bianco per me erano decisamente sufficienti. Ma visto che molti storceranno il naso (ah, lo zucchero e il potere di conservazione), se proprio pensate che vi durerà molto in dispensa, provvedete ad aggiungere una congrua dose di zucchero.

Perché c'è chi le regole le rispetta, chi le infrange.
^_^
 
Ed ora, arrivederci inverno. Pioggia o non pioggia, noi ci prendiamo la stagione che ci aspetta!!
 
abc

Sesamini al burro di arachidi e cioccolato bianco: quell’irresistibile desiderio di prendere per la gola

In lotta per aggiudicarsi il premio dei "più rifatti di sempre", questi biscotti riempiono il barattolone della colazione nella mia dispensa ormai da mesi!!!! E' stato un tentativo. Mi ha dato vantaggio la forma. Il risultato è pazzesco. Come sempre, nell'iniziare un impasto sperimentale, ho avuto davanti i miei punti fermi: neiente uova, niente burro e niente latticini, ma solo perché non bevo più latte vaccino, per cui non esiste la possibilità che cada in tentazione ^_^ Tant'è che qui il latte è presente, avendo utilizzato del.... cioccolato bianco. Beh, quello non manca mai, nella mia dispensa :D Ma non perdiamoci in dettagli. Partire dall'idea di utilizzare il mio adorato burro di arachidi è sempre stimolante. Me lo faccio in casa nel quantitativo necessario alle preparazioni che ho in mente, perché se ne preparassi delle scorte, durerebbero davvero poco e io diventerei davvero il doppio ^_^ Così ecco che lavoro con i miei novanta grammi di arachidi, dieci grammi di olio di riso, un pizzico di sale e penso, penso, penso. Ok, la ricetta è ben chiara nella mia testa. Le farine preziose sono tutte in bella mostra davanti a me e.... punto il dito su quella che vorrei. Orzo integrale, che arriva da un mulino calabrese, ormai una scelta consolidata nel tempo e certamente vincente. (Vi garantisco che, una volta provate farine di questo genere, sarà impossibile tornare indietro e la corsia del supermercato dedicata ai farinacei la snobberete senza batter ciglio). L'impasto non è semplice, è piuttosto sabbioso, per cui occorre trovare la forma perfetta per rendere compatti i biscotti. Presso negli stampi queste briciole (che mi mangerei crude..... da quanto sono buone) e inforno. Adesso come posso descriverli per rendere l'idea? Avete presente la friabilità di un canestrello? E la leggerezza di una nuvola? E il sapore rustico di..... un frollino ruvido? Cuociono in 15 minuti (nelle repliche sono riuscita ad ottenerli più bianchi e più delicati) e durano.... anche meno, ahahahahahah.
Lasciarvi a gustare la ricetta è tutto ciò che mi rimane. Ho nuove arachidi da sgusciare ^_^

Ingredienti

100 g di farina integrale di orzo
45 g di farina di grano saraceno
60 g di cioccolato bianco
100 g di burro di arachidi
1 cucchiaino di farina di limoni
25 g di semi di sesamo
1 pizzico di bicarbonato

Tritate finemente il cioccolato bianco. Unite il burro di arachidi e create una crema omogenea. Aggiungete le farine, precedentemente mescolate tra loro, il bicarbonato e la farina di limoni (o la scorza grattugiata, se non aveste ancora provveduto a farvi scorte di farina ^_^).
In ultimo aggiungete i semi di sesamo e mescolate fino ad incorporarli in maniera omogenea.
Prendete lo stampo per baci di dama in silicone e pressate, in ciascuno spazio, un cucchiaino abbondante di impasto. Se ben pressato questo quantitativo di impasto sarà sufficiente a riempire uno stampo da 24 biscotti.
Cuocete in forno a 175°, per 15 minuti circa. Potrebbero essere sufficienti 12 minuti, controllate la cottura e non fateli scurire troppo.
Sfornate lo stampo e lasciatelo raffreddare completamente i biscotti.

Cercare di estrarli da caldi sarebbe catastrofico ^_^ Quando, raffreddando, si saranno compattati bene, estraeteli e gustateli.

Friabili e fragranti, rustici, avvolgenti. Diventeranno in un baleno la vostra droga di inizio giornata, ma non solo.

Con il caffè, una tazza di tè, con una buona crema al cioccolato (questa è perfetta), un frutto, ma anche in un dolce (e ve ne parlerò presto...... ^_^). A me piacciono molto anche, spezzettati, nello yogurt. Insomma, il come decidetelo voi, di certo c'è che non potrete più farne a meno!!

Ah, ve l'ho detto che potrete conservarli per...... qualche giorno? :D Provateci....


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Crema di pistacchi al cioccolato bianco e fagioli: buone abitudini che incontrano nuove idee

Lo so, sto sfornando dolci a tutto spiano. Lo so, sono tutti a base di pistacchi. Lo so, tutto ha un significato, ma non posso trattenere l'entusiasmo. I prodotti buoni, quelli della nostra terra, vanno valorizzati. E le idee vanno trasformate in tentativi. E, magari, i tentativi in successi. Era da un po' che pensavo di creare una crema al cioccolato a base di fagioli. L'idea era quella di creare una variante alla mia cioccocrema, che tanto delizia e che è una tra le mie creazioni più richieste ed apprezzate. Adoro il cioccolato fondente, è vero, ed è anche vero che la ricetta pubblicata e condivisa è stata stravolta e perfezionata, ogni volta con l'aggiunta di un dettaglio, con un bilanciamento di ingredienti differente. Ma comunque, sempre, con successo. Allora ho spostato l'attenzione sulla sua antagonista, che amo non di meno. Cioccolato bianco e pistacchi. Proposi, tempo fa, una crema leggera e delicata, senza la presenza del cioccolato. Favolosa, ma non peccaminosa. La riproposi fondente bianca. Un'esplosione di meraviglia, ma davvero troppo per una scelta quotidiana. L'ho proposta, poi, in una rivisitazione a metà strada tra le due varianti, per un semplice assaggio fuori dal blog, per qualcuno che non ama la dolcezza del cioccolato bianco. Audace, visto che il cioccolato bianco c'era eccome. E sapete? E' stato amore puro. Il vasetto credo non sia arrivato alla seconda apertura ^_^ Allora, forte del fatto che questa crema mi regala grandi stimoli e radicate soddisfazioni, ho pensato: fagioli bianchi, cioccolato bianco e pistacchi. Sarà un successo!!!!
Se lo è stato? Lascio a voi il verdetto ^_^

Ingredienti

100 g di fagioli con l'occhio secchi (250 g bolliti)
70 g di cioccolato bianco
80 g di pistacchi di Bronte
150 g di latte (per me di avena)
65 g di datteri naturali
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1 cucchiaino di farina di limoni
1 cucchiano raso di farina di semi di carrube

Mettete in ammollo i fagioli per una notte intera (o comunque almeno 6 ore), quindi sciacquateli e fateli bollire in acqua NON salata per un paio d'ore, fino a quando saranno morbidissimi. Scolateli e teneteli da parte.
Spezzettate il cioccolato bianco e tritatelo finemente con i pistacchi, in modo da ottenere una pasta fine e uniforme.
Unite al composto i fagioli, i datteri snocciolati, la polvere di vaniglia, la farina di limoni e la farina di semi di carrube. Frullate fino a rendere tutto omogeneo.
Versate il latte tiepido, poco alla volta, amalgamandolo bene alla crema, quindi portate alla temperatura di 100° e fate cuocere per cinque minuti, sempre mescolando.
Sterilizzate un vasetto da 500 ml e asciugatelo perfettamente. Versateci dentro la crema ottenuta, pulite il bordo, chiudete bene e avvolgete il barattolo in un canovaccio, poi in una coperta, fino al raffreddamentototale. Ci vorranno almeno 24 ore e alla fine otterrete la vostra scorta sottovuoto!
Se non necessitaste di conservare questa meraviglia, conservate la crema in un semplice barattolino, in frigorifero.
  
La consistenza ottenuta sarà piuttosto compatta. Se vi piacesse più morbida, aumentate la quantità di latte.

Una volta aperto il barattolo, si conserva per un tempo sicuramente maggiore rispetto alla durata effettiva, e sfido chiunque a resistere inermi di fronte al vasetto sottovuoto. Ma se voleste condividere questa preparazione con parenti e amici, magari in un'idea regalo, siate tranquilli: sotto l'albero, ben mimetizzata, arriva senza problemi a Natale ^_^

Ma vi avviso: una volta aperto il barattolo.... non si chiude più!!abc

Crostata di pere e cioccolato bianco: quel che fa di un’idea la scelta vincente e perpetuabile

Ammetto di avervi preso per la gola per un po', con le immagini condivise su Instagram, e di aver temporeggiato oltremodo, prima di condividere con voi questa prelibatezza, ma il mio vivere di sensazioni e di emozioni si riflette anche in questo e se il momento è più indicato per altro..... il dolce aspetta!
Quando arriva l'attimo giusto, però, occorre onorarlo a dovere. Perché il dolce di cui vi sto parlando è qualcosa di inimmaginabile.
Avevo proposto questa crostata in occasione di un incontro di lavoro capitato nel periodo del mio compleanno. Come da tradizione, non mi sono presentata a mani vuote. Non documentai, in quell'occasione, i passaggi della preparazione. Scrissi solo gli ingredienti, perché ormai lo sapete, la mia è sempre improvvisazione. E mi promisi di dedicarci nuovamente del tempo, un'attenzione maggiore, qualche scatto e la condivisione. Per cui eccomi qui, a portare sotto i vostri nasi i profumi inebrianti e dolciastri di cioccolato bianco e pere e per proiettare sui vostri palati l'armonia di ingredienti speciali. Seguitemi...

Ingredienti

Per la frolla
110 g di burro di arachidi (per me fatto in casa)
80 g di farina di segale Jurmano
30 g di farina di grano duro Senatore Cappelli
45 g di miele di tiglio
30 g di latte vegetale
cannella a piacere
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza grattugiata)

Per la copertura
100 g di cioccolato bianco
2 pere Williams
20 g di latte vegetale
1/2 cucchiaino di agar agar

Partite dall'impasto. Mescolate le farine, quindi unite il burro di arachidi, il miele e gli aromi e cominciate ad impastare. Aggiungete il latte, poco alla volta, e continuate a lavorare fino ad ottenere un panetto compatto. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per almeno un'ora in frigorifero.
   Passate, quindi, alla crema. Tritate il cioccolato bianco, fino a renderlo polvere. Aggiungete il latte, con il quale avrete stemperato l'agar agar e una pera tagliata a pezzi. Frullate tutto e portate alla temperatura di 100°. Lasciate cuocere per un paio di minuti, quindi mettete la crema da parte.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, stendetela su una spianatoia infarinata, in una sfoglia spessa circa un centimetro. Rivestite la teglia con carta forno (io ne ho usata una quadrata di circa 28 cm di lato) e adagiatevi la pasta.
Cospargete la base con la crema appena ottenuta, quindi tagliate la pera in spicchi sottili. Io sono solita utilizzarla con la buccia. In questo caso ricordate di lavarla bene.
Accendete il forno e portatelo a 190°. Una volta raggiunta la temperatura infornate e cuocete per 30 minuti circa.
Abbiate l'accortezza di controllare che cuocia uniformemente. Una volta pronta, sfornatela e lasciatela raffreddare in teglia. Una volta fredda, procedete al taglio.

Rassegnatevi all'idea di vederla finire troppo in fretta, soprattutto se avrete la necessità di condividerla: una sola fetta non basta.
Crea dipendenza e non lascia scampo. E anche chi non ama il sapore troppo dolce del cioccolato bianco ha assolutamente apprezzato e, prima ancora di sapere che ci fosse del cioccolato bianco, ha replicato l'assaggio (per poi strabuzzare gli occhi e dire "ma davvero?").

Insomma, io vi ho avvisato, ora spetta a voi la gestione ^_^


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Budini di riso alla liquirizia con cuore fondente di pere al timo: la creatività che nasce dai nuovi incontri

Grazie a questo piccolo spazio, in cui condivido le mie esperienze culinarie e i miei piccoli esperimenti, ho conosciuto e continuo a conoscere molte persone. Sono spesso donne mosse dalla stessa passione, anche se spesso con sfumature di carattere diverse. Un po' di tempo fa, grazie ad uno scambio di battute su un post condiviso in Facebook, ho avuto modo di incontrare lei, la dolcissima Alessia. Nella nostra conoscenza virtuale l'ho sempre ritenuta una persona lontana dalla mia realtà, per interessi, per abitudini, per il modo di approcciarsi a questo mondo, molto più social di me. Poi è arrivato il giorno del nostro incontro, davanti a quella tanto agognata pizza. Una serata di piacevolissime chiacchiere. E, da lì, si è innescato un processo di conoscenza e di condivisione che, ad oggi, mi rende felice. Alessia è una persona semplice, generosa, solare e intensa. La sua pagina è lo specchio della sua genuinità.
In un sabato di marzo, a colazione da lei per un evento organizzato tramite Gnammo, mi ha presentato una linea formidabile di liquirizia e prodotti a base di liquirizia: la Lakrids. Come sempre accade quando incontro un ingrediente nuovo, ho iniziato a fantasticare su quanto avrei potuto creare. E allora eccola, lei, presentarsi con un vasetto di sciroppo e con un barattolino di polvere di liquirizia. "Fanne quello che vuoi". Ci ho pensato per molto tempo, ma l'idea non trovava mai la giusta dimensione, quella che fa scattare l'interruttore e rendere tangibile il pensiero. Fino a quando ha preso vita questo budino. Conoscete i miei azzardi, sapete che i miei gusti sono audaci e che le sfide mi piacciono solo se non sono banali. Non è un classico dolce. Non è neanche il classico riso al latte. Ma è speciale: lo è nel sapore, lo è nell'idea e lo è nel gesto generoso che spero di ricambiare con.... un assaggio ^_^

Ingredienti

Per il budino
60 g di riso carnaroli
250 g di acqua
1 pizzico di sale rosa dell'Himalaya
25 g di sciroppo di liquirizia Lakrids
150 g di latte vegetale (io di mandorla)
1/2 cucchiaino di agar agar
45 g di miele di castagno e di tiglio (o malto di riso)

Per il cuore fondente
100 g di pere Williams (peso al netto degli scarti)
60 g di cioccolato bianco
5 rametti di timo fresco
1/2 cucchiaino di farina di semi di carrube
1 g di farina di limoni

Per la finitura
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
1/2 cucchiaino di polvere di liquirizia Lakrids

Portate ad ebollizione l'acqua, quindi versate il riso, il sale e lasciate bollire, a fiamma bassa e con un coperchio, fino a quando il liquido si sarà assorbito completamente. Una volta che sarà cotto, spegnete la fiamma e lasciatelo intiepidire.
Nel frattempo sbucciate le pere ed eliminate il torsolo. Tagliatele a tocchetti, inseritele in un bicchierone e frullatele, insieme ai rametti di timo precedentemente lavati. Lavorate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Tenetela da parte.
   Sciogliete a bagno maria il cioccolato bianco con la farina di limone. Una volta che sarà cremoso unitevi la purea di pera e la farina di semi di carrube. Lasciate sul fuoco, sempre a bagno maria, fino a quando il composto sarà prossimo all'ebollizione. Spegnete e lasciate raffreddare.
Stemperate l'agar agar con il latte vegetale, quindi mettetelo sul fuoco e portatelo a bollore. Lasciatelo bollire per 3 minuti circa.
Riprendete il riso. Versatevi il miele (o il malto di riso), lo sciroppo di liquirizia e il latte bollente. Mescolate velocemente, quindi frullate tutto con un braccio ad immersione. Dovrete lavorare fino a quando la crema sarà perfettamente vellutata.
Mescolate la farina di limoni con la polvere di liquirizia e distribuitene un po' in ogni stampino utilizzato per il budino.
Versate in ciascuno stampo la crema di riso, fino a riempirne poco più della metà.
Lasciate raffreddare in frigorifero fino a quando si sarà rappreso, quindi riprendete gli stampi. Ponete, su ciascun budino un cucchiaino abbondante di crema di pere e cioccolato bianco, quindi finite di riempire con la crema di riso.
Lasciate riposare in frigorifero fino a quando si sarà rappreso completamente. Potrebbero essere sufficienti 4 ore, ma io ho preferito lasciarli tutta la notte.
Quando sarà ora di servirli, capovolgeteli su un piattino ed estraeteli dal loro stampo. Guarnite con un filo di sciroppo di liquirizia e.... Gustate!!!! A piacere potrete spolverizzare con altra polvere di liquirizia e farina di limone e, magari, presentare il piatto con un rametto di timo fresco. In ogni caso la sorpresa starà nell'assaggio.
Se l'esterno è un involucro morbido, intenso e avvolgente, il cuore è una dolce carezza di aromi e freschezza.

L'audacia mi ha ripagato, anche questa volta.

Se desideraste la consistenza più solida del budino, aumentate di metà la dose dell'agar agar, oppure prolungate l'ebollizione del latte.
Semplice gusto personale che non modifica il sapore.

A voi la vostra versione e a voi il piacere di deliziare e stupire i vostri palati!!

E, scusate se mi rivolgo solo a lei, ma è grazie a lei che sono arrivata qui.... Alessia, a noi il prossimo goloso incontro!! ^_^


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50 sfumature di… mela: cannoli di pasta fillo con crema soffice di cioccolato bianco e mela al sapore di mandarino

Vi capita mai di avere un'idea per la testa e di non trovare mai l'occasione giusta per donarle concretezza? A volte manca il dettaglio che la renderebbe speciale, altre manca l'ingrediente segreto dalla dispensa, talvolta è il tempo a rendersi tiranno, altre volte non ci sono sufficienti stimoli. Altre manca addirittura la voglia. Ma lei rimane lì. Si sedimenta, affonda le radici e riempie di profumo le stanze della mente. Non si dà per vinta e non si scoraggia. E, quando neanche voi ve lo aspettereste, illumina la strada.
Nasce così questo cannolo. Il primo pensiero è stato nella sfoglia. Una sfida, voler testare la fillo in un formato che potesse essere sufficientemente consistente, ma altrettanto delicato. Che sostenesse una crema (ancora imprecisata) e che le desse carattere. Attorno a questa sfoglia si sono succeduti i più svariati pensieri. Guardavo il cesto della frutta, passando da una Granny Smith ad un'Ambrosia, certa ormai che avrei contestualizzato una mela, per quel ripieno. La mia amata consistenza acidula o la dolcezza di un frutto tipico della mia terra d'origine? E come posso rendere tutto soffice, leggero e allo stesso tempo sfizioso? Come posso rendere questo cannolo un vero dolce, che sa regalare la soddisfazione perfetta?
E in un attimo focalizzo il dettaglio speciale e l'ingrediente segreto occupa il suo posto nella dispensa, lo stimolo torna a farsi strada e, udite udite, d'un tratto tempo e voglia acquisiscono concretezza.
L'assenza delle uova rende questa crema delicatissima e gli aromi si mescolano così bene che sembrano sorridersi tra loro. La croccantezza della fillo? Una cornice perfetta.

Ingredienti

110 g di cioccolato bianco
2 mele Ambrosia (300 g di polpa pulita)
10 g di farina di mandarino
4 g di farina di semi di carrube
100 ml di latte di avena
4 fogli di pasta fillo
olio

Spezzettate il cioccolato bianco e fatelo sciogliere, nel microonde oppure a bagno maria.
Sbucciate le due mele e prelevate il torsolo. Tagliatele a pezzi e inseritele in un boccale. Tritate tutto, creando una purea il più possibile omogenea. Unite la farina di mandarino (in assenza potrete utilizzare la buccia brattugiata) e mescolate fino a rendere tutto uniforme.
   Versate il cioccolato fuso e amalgamate tutto. Stemperate la farina di semi di carrube con poco latte alla volta. Versate, poi, tutto il liquido sulla polpa di mele e portate tutto ad ebollizione. Mescolate attentamente con un cucchiaio e fate sobbollire per circa 4 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate raffreddare la crema ottenuta.
Stendete i fogli di pasta fillo. Ungeteli e sovrapponeteli tra loro. Ritagliate 6 quadrati, quindi avvolgeteli intorno ad uno stampo per cannolo.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Cuocete i cannoli per 5 minuti, ma controllate che non scuriscano troppo. Ricordate che la pasta fillo brucia facilmente, vista la consistenza sottile!!
Una volta pronti estraeteli dal forno e lasciateli raffreddare. A questo punto sfilate lo stampo in acciaio e tenete i cannoli da parte.
Poco prima di servirli, riempiteli con la crema di mela, aiutandovi con un sac à poche. Io ho testato un riposo di circa 2 ore, prima di essere serviti e gustati, e la croccantezza della fillo non è stata compromessa.
Ma ho anche assaggiato ciò che è rimasto il giorno seguente. La consistenza ovviamente è molto diversa, più morbida, ma la meraviglia di questa crema non viene a meno. In fondo anche il cannolo tipico siciliano il giorno dopo è morbido (oddio ora quante me ne sentirò dire ^_^).

Ma quello che assolutamente non si può nascondere è l'inebriante avvolgenza, delicata e rispettosa, piena e vera.
Questa crema è una scelta vincente e il cannolo di fillo un abbraccio perfetto.


Con questa ricetta contribuisco alla raccolta di 
abc

Tartufini di tofu e cioccolato bianco su biscotto integrale e salsa d’arancia: le coccole dell’anima

Mi piacciono le cose semplici, non ho mai pensato di essere tagliata per le elaborazioni folli. E seppur, nella vita, abbia ampiamente dimostrato di avere il dono di cacciarmi sempre in complicazioni da urlo, e abbia anche imparato a destreggiarmi tra esse, continuo a trovare pienezza nelle piccole e semplici azioni. Tra queste ce n'è una che mi affascina e mi soddisfa più di altre: il tavolino imbandito di piccole e semplici pietanze amorevolmente studiate e cucinate, un calice di vino, un paio di candele, due cuscinoni sul tappeto e un film, oppure un libro. Mi concedo questa coccola raramente, ma quando accade, dedico alla preparazione profonda attenzione. E il dessert non deve mancare. Era da diverso tempo che avevo in mente l'idea di trasformare il tofu in qualcosa di dolce. E' un po' come se volessi dare dimostrazione di quanto sia sufficiente un tocco di fantasia, per apprezzare un ingrediente, solitamente ostile. E il tarlo del tofu vestito a dessert non mi ha lasciato scampo. Fino ad oggi, giorno in cui ho avuto la conferma che la sua versatilità sia davvero impagabile. Deliziarmi con queste piccole prelibatezze mi ha soddisfatto: niente di 'già visto' o di lontanamente paragonabile ai dolci da grande distribuzione, ingredienti selezionati, leggerezza, avvolgenza..... non si finisce mai di assaporarli e di trovare qualità appaganti.
Riprendo da un dolce, quello che avevo concluso con un dolce. Mi piace viziarvi!!!

Ingredienti

Per i tartufini
160 g di tofu
40 g di cioccolato bianco
4 g di datteri al naturale
4 bacche di cardamomo
40 g di nocciole

Per i biscotti
250 g di farina integrale
30 g di fiocchi d'avena
20 g di crusca di grano
55 g di zucchero di canna Dulcita
80 g di olio di semi di soia
4 g di ammoniaca per dolci
100 ml di latte d'avena

Per la salsa
1 arancia
1 cucchiaino di farina di riso

Partite dalla preparazione dei tartufini: più tempo rimarranno a riposo, più si armonizzeranno i sapori.
Tagliate a tocchetti il tofu e inseritelo in un boccale. Unite anche il cioccolato bianco in pezzetti e i semi delle bacche di cardamomo (se non amaste trovare parti di cardamomo sul palato, prima polverizzatelo). Frullate tutto, a più riprese, fino a creare una crema vellutata.
Tagliate i datteri in parti piccole, privandoli dal nocciolo, e uniteli alla crema. Frullate ancora tutto, fino a creare un composto omogeneo. Trasferite l'impasto in un contenitore e lasciatelo riposare in frigorifero, più tempo possibile.
Passate alla preparazione dei biscotti.
   Sminuzzate i fiocchi d'avena e mescolateli alla farina integrale e alla crusca di grano. Aggiungete lo zucchero. Sciogliete l'ammoniaca nel latte d'avena e aggiungete tutto agli ingredienti secchi. Impastate, creando un composto compatto. Versate, quindi, l'olio a filo e continuate a lavorarlo fino a quando sarà perfettamente assorbito. Formate un panetto e avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo riposare in frigorifero, almeno per un'ora.
Prendete le nocciole e tritatele, formando una farina piuttosto grossolana.
Riprendete la crema di tofu e, con le mani inumidite, prelevatene una noce e formate una sfera. Passate ciascun tartufino nella farina di nocciole e posate su un piano. Quando avrete ultimato l'impasto, sistemate le sfere in frigorifero.
Spremete il succo dell'arancia. Stemperate un cucchiaino di farina di riso con una parte di succo, fino a unirlo tutto. Mettetelo sul fuoco e portate a bollore, mescolando. Se l'arancia sarà dolce non ci sarà bisogno di aggiungere zucchero (è bene che si senta la nota acidula nel dolce terminato). Abbassate la fiamma, quando vedrete che si addenserà, e cuocete mescolando per circa 4 minuti.
Spegnete la fiamma e lasciate raffreddare la crema. Occupatevi ora dei biscotti.
Stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliate un numeri di biscotti uguale al numero di tartufini, della dimensione pari al raggio dei tartufini, o poco più grandi.
Il rimanente impasto tagliatelo della forma gradita e ricavatene biscotti da assaporare a colazione, o per un delizioso spuntino (magari uniti a due a due e farciti con marmellata, o cioccolata, oppure glassati, deorati, zuccherati in superficie.... sono decisamente versatili).
Sistemateli su una teglia foderata da carta foro e cuocete a 175° per 30 minuti. Quando saranno leggermente dorati sfornateli e sistemateli su una gratella, a far raffreddare. Raffreddando perderanno il sapore dell'ammoniaca sprigionato in cottura e acquisiranno croccantezza.
Una volta freddi procedete alla composizione dei dolcetti.
Versate su ciascun diamantino di biscotto un po' della salsa di arancia. Sistematevi sopra un tartufino di tofu. Procedete con tutti i biscotti e tutti i tartufini.
Lasciate riposare in frigorifero ancora per un'oretta.

Prima di servirli lasciateli a temperatura ambiente: in questo modo i sapori verranno esaltati e saranno perfettamente armonizzati.
La festa sul palato, tra la dolcezza del tofu al cioccolato, l'aroma del cardamomo, l'asprognolo dell'arancia e la consistenza del biscotto, sarà decisamente inevitabile!
Fermarsi sarà un'impresa, ma se assaporerete queste delizie con un buon calice di vino, in un momento di pace e tranquillità, magari su un tappeto ^_^ allora sarà un piacere non potersi fermare.abc

Crostata chiusa con pere e cioccolato bianco: prospettive che cambiano, risultati che si affermano

A voler guardare la realtà da una certa prospettiva potrei raccontarvi che, per poter addentare questa crostata, sono passata davanti al piatto della frutta, leggermente scostato dal centro del tavolino, per giorni e giorni, aspettando la maturazione giusta del frutto, in modo da poterne estrapolare tutta la dolcezza e la pienezza. Giorni a dire no, è ancora presto e a resistere alla tentazione di affettare quelle delizie per farcire questa frolla. Ma la prospettiva realistica della faccenda è tutt'altra. I giorni sono passati, certo, e neanche pochi. E ogni giorno passavo, certo, davanti al piatto della frutta leggermente scostato dal centro del tavolino. E tutte le volte guardavo quegli splendidi frutti, sì. Ma la verità è che, con lo sguardo di supplica, imploravo che non maturassero troppo velocemente. Che mi lasciassero arrivare al momento in cui avrei potuto impastare la frolla che le avrebbe ospitate, senza deperire prima. Implorando di avere rispetto e pietà per le mie giornate folli, strattonate tra impegni, lavori, imprevisti, varie ed eventuali. Ma alla fine cosa fa una prospettiva, quando il risultato è questo? Perché per ora, voi, non potete ancora assaggiare, lo so. Dovreste avere almeno il tempo di reperire gli ingredienti, guardare quelle pere maturare fino al punto giusto nel piatto leggermente scostato dal centro del tavolino, sporcarvi le mani e attendere la cottura.... ma, questa crostata sale sul primo gradino del podio di tutti i dolci mai fatti. E se qualcuno (non faccio nomi, dolce fanciulla bionda dagli occhioni azzurri e dal viso di Eva Kant, che leggi quotidianamente, che sbavi sul video e che consigli La Cuocherellona a chef professionisti) osasse difendere il primato riesumado la crostata con farina di castagna alla crema di mele e bacche di Goji, risponderei no, mia cara.... questa la batte inesorabilmente!!

Ingredienti

3 pere williams
150 g di farina integrale
50 g di farina di segale Jurmano
70 g di margarina
30 g di zucchero di canna mascobado
1 cucchiaio di zucchero di canna 
25 g di latte di soia
50 g di cioccolato bianco
scorza di 1 limone bio non trattato
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Prendete le pere e sbucciatele. Liberatele dal torsolo e tagliatele a spicchi non troppo sottili.
Scaldate una padella e adagiatevi gli spicchi. Cospargeteli con lo zucchero di canna e fateli rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Non dovranno ammorbidirsi oltremodo, ma solo insaporirsi. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Nel frattempo preparate la pasta frolla.
Setacciate le farine e mettetele in una ciotola capiente. Grattugiate la scorza del limone, precedentemente lavato e asciugato e unitela alle farine. Aggiungete lo zucchero di canna, il pizzico di bicarbonato e mescolate tutto. Aggiungete la margarina e impastate velocemente, cercando di amalgamare tutto. Unite il latte di soia (o quello che desiderate) e continuate a lavorare la pasta, compattandola bene.
   Formate un panetto e mettetelo a riposare in frigorifero, coperto, per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo riprendete l'impato e dividetelo in due.
Iniziate a stendere la prima parte in una sfoglia rotonda che arrivi a foderare uno stampo dal diametro di 28 centimentri. Lavorate con delicatezza l'impasto, poiché tenderà a rompersi facilmente. Distribuite sulla superficie gli spicchi di pera e spezzettateci sopra il cioccolato bianco. Non ho voluto aggiungere croccantezza, ma qualche gheriglio di noce o un po' di nocciole spezzettate ci starebbero d'incanto.
Stendete, ora, la seconda parte di impasto in una sfoglia uguale alla prima e coprite la base farcita. Sigillate bene i bordi. Se si romperà non crucciatevi, il risultato in cottura sarà superbo ugualmente ^_^
Cuocetela a 180° per 50 minuti (abbiate cura di valutare le caratteristiche del vostro forno, poiché è chiaro che il mio tenda ad essere clemente e dolce, e ad adeguare il tempo di cottura). Quando sarà cotta sfornatela e lasciatela raffreddare completamente.
E' importante che, al taglio, sia fredda, diversamente si sbriciolerebbe irrimediabilmente.

Non sto qui a spiegarvi la bontà, certa che non ci sarebbero parole che possano rendere giustizia.
Vi dico solo che, gustata a spicchi ha il suo perché, ma tagliata a quadrotti e servita a mo' di biscotto farcito saprà deliziare ogni dopo pasto, ogni colazione ed ogni piccolo spuntino che ci si voglia concedere, a qualsiasi ora del giorno e.... occhio alla notte!
In fondo ci sono farine preziose, i grassi sono ridotti, gli zuccheri anche e quel peccatuccio di gola che è il cioccolato fa da grande cornice a tanta succosissima frutta.

Più genuino e goloso di così!!!!!! ^_^


abc

Cioccolatini con mandorle e bacche di Goji: festeggiamenti in stile Cuocherellona

Ho pensato per molto tempo a cosa scrivere, nel post di oggi. Vedevo questo giorno avvicinarsi e mi chiedevo quale impronta gli avrei dato, cosa mi sarei inventata, come avrei festeggiato. L'attesa per qualcosa di speciale, il desiderio di celebrarlo con originalità. Avevo anche in mente un nuovo progetto, legato a questo evento. Un progetto che avevo confidato solo alla mia mamma. E le era piaciuto un sacco (per quanto fosse preoccupata che dovessi uscire io di casa per fare spazio alla mia idea ^_^). Ed ora sono davanti a questa pagina a scrivere, cancellare, riscrivere, fermarmi, leggere, correggere, pensare e ripensare. Periodo folle e particolarmente difficile, che non concede certo il piacere di vedere trasformato in razionalità un sogno, seppur piccolo e futile. Ma mai come in questo periodo sto apprezzando i veri valori della vita. Così terrò nel cassetto ancora per un po' quel desiderio e..... insomma, la sto facendo lunga. Oggi questo blog compie un anno di vita. Che non avrei neanche voluto dirvelo così. Voglio dire, un po' di classe, cara Cuocherellona. Preamboli su preamboli e poi? Oggi questo blog compie un anno di vita. E basta? Un anno. 365 giorni da quando il mio amico, grande interprete culinario, nonché uomo dai radicati valori che stimo con profondo rispetto, caro Nuccio, ha sentito il suo "provaci!!" trasformarsi nel mio "sono online!!". I primi passi per mano, i suoi preziosissimi consigli e i suoi grandi insegnamenti, che custodisco gelosamente nel mio archivio di conoscenze. Fino ad arrivare a conquistare il mio timido equilibrio. Mi sono affacciata in punta di piedi in questo pazzo mondo, assaporandone la genuinità e lasciando che tutto l'artificio rimanesse a chi, probabilmente, preferisce un tornaconto. Io mi sono tenuta solo le emozioni che, poco alla volta, mi avete regalato seguendo le mie avventure, le emozioni di conoscere ed entrare in contatto con persone pazzesche (e qualcuna di conoscerla anche di persona). Che esperienza ragazzi!!! Un bell'impegno, che mi tiene legata al pc a scaricare e caricare foto, a scrivere, a pubblicare, a condividere fino a notte fonda, ma.... quanto ho ricevuto da questo anno!!
E allora festeggio. Ma non con una torta. Naaa, io non sono tipa da torte. Io sono da pensieri contorti. Ho pensato: perché non mettere insieme tre ingredienti, una condizione e sperimentare qualcosa di nuovo? Ecco fatto, l'idea mi colpisce in pieno petto e sono qui a raccontarvela.
Primo ingrediente: qualcosa a cui non saprei mai rinunciare (e niente pistacchi, questa volta!! ^_^)
Secondo ingrediente: un dono ricevuto in questo anno.
Terzo ingrediente: un alimento scoperto nel corso di questa avventura.
La condizione: originalità di formato e approccio ad una nuova lavorazione.
Mio amato cioccolato, fedele compagno di vita che mai mi abbandona e mai mi tradisce, rigorosamente fondente (o bianco, nei momenti di particolare desiderio di dolcezza, perché le mezze misure non mi sono mai piaciute), che racchiude, in un'aromatizzazione delicata e particolare, un cuore di bacche di Goji (evvivaaaaaaaaaaaaaa, ce l'ho fatta anche iooooooooooo!!!!! Mi hanno concesso il mutuo!!!!) e pasta di mandorla (di cui già vi parlai qui e qui. Grazie Cristian per questo dono apprezzatissimo), con il supporto di mandorle e cioccolato bianco. Il formato? Bottoni lucidi e compatti, perfettamente riusciti, che sparano fuori con vanità da quello stampo in silicone..... ma volete mettere?


A questo punto mi sento in dovere, per chi si sente particolarmente legato alle sinapsi che danno vita alle mie ricette, di svelare il momento e il modo in cui questo pensiero ha iniziato ad avere una propria identità. Dormivo profondamente, cotta da una giornata intensa e una serata di lavoro, desiderosa solo di dimenticare il mondo per una manciata di ore e concedermi del sano e "meritato" riposo. Ma vi pare che possa stare tranquilla almeno di notte? Cuore ai limiti della soglia aerobica, occhi spalancati e..... quei ragni erano solo in un sogno.... non sono nel letto, Erica, riprendi il tuo sonno. Certo, e come lo riprendo il sogno? Pensiamo a qualcosa da cucinare? Sì, perché se pensassi ad altro a quell'ora di notte potrei anche alzare le tapparelle e prepararmi la colazione, perché sarebbe una battaglia persa riuscire a recuperare qualche ora di riposo. Così ecco che metto a fuoco l'idea di questo ripieno morbido e particolare e.... felice, con il mio sorriso sul volto, chiudo gli occhi. Credete che mi sia riaddormentata? Follia.... ma almeno è stata un'altra nottata produttiva.

Ingredienti

180 g di cioccolato fondente extra (almeno 75%)
60 g di mandorle con la pelle
40 g di pasta di mandorla
45 g di cioccolato bianco
20 g di bacche di Goji
noce moscata a piacere
cannella a piacere

Mettete le bacche di Goji in una ciotolina e copritele con acqua. Lasciatele in ammollo per almeno un'ora, in modi che ammorbidiscano.
Spezzettate il cioccolato fondente e scioglietelo a bagno maria, facendo attenzione che l'acqua non arrivi mai ad ebollizione. Unitevi noce moscata e cannella secondo i vostri gusti e mescolate facendo in modo che si crei una crema omogenea.
Cospargete, aiutandovi con un pennellino o con un cucchiaino, ciascuna cupolina dello stampo in silicone, creando uno strato piuttosto consistente di cioccolato. Ponete lo stampo in frigorifero per 20 minuti circa, fino a quando il cioccolato si sarà completamente solidificato. Ripetete l'operazione una seconda volta, formado un ulteriore strato negli stampi. Ponete nuovamente lo stampo in frigorifero, a raffreddare. Nel frattempo preparate il ripieno.
   Raccogliete in un boccale le mandorle, la pasta di mandorla, il cioccolato bianco spezzettato e le bacche, scolate dall'acqua di ammollo e leggermente strizzate. Tritate tutto, a più riprese, in modo da ottenere una pasta omogenea.
Riprendete lo stampo in silicone. Il cioccolato si sarà completamente solidificato. Sistemate in ciascuno spazio un quantitativo di impasto sufficiente a riempirlo fino ad un millimetro circa dal bordo. Compattate bene all'interno degli stampi.
Quando saranno tutti pieni e ben livellati, versate sopra il cioccolato fondente e copriteli completamente.
Pulite quanto più possibile i contorni e mettete nuovamente lo stampo in frigorifero, in modo da fare solidificare i cioccolatini appena creati. Servirà mezz'ora al massimo, ma potrete lasciarli anche tutta la notte.
Prendete, quindi, lo stampo e ribaltatelo. Estraete ciascun cioccolatino e procedete al confezionamento (o all'assaggio) come preferirete.
Io ho dovuto studiare un èscamotage per non finirli in una manciata di minuti ^_^

Con queste dosi verranno 20 cioccolatini. Certo dipenderà dalla dimensione dello stampo utilizzato. I miei bottoncini sono decisamente ciacciottosi ; ))

E voi, avete ingredienti a cui davvero non sapete rinunciare?



abc

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