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50 sfumature di…. mela: rose di mela annurca alla cannella e cardamomo in fillo croccante

Tempo di bilanci. Forse. Fino a qualche anno fa ho sempre pensato al tempo come ad un meccanismo preciso in cui il lunedì iniziano i piccoli buoni propositi, il primo del mese ci si dà obiettivi più consistenti, la mezzanotte è un orario in cui le cifre sono tonde e perfette per inspirare e chiudere gli occhi con un sorriso e la fine dell'anno si impacchettano tutti gli eventi trascorsi e si archiviano, apprecciandosi al nuovo anno completamente resettati. Ma sono sempre stata anche quella che le 17:58 sono l'ora perfetta, e il puntino che divide le ore dai minuti deve segnare un bilanciamento preciso di somme, seppur le cifre sarebbe meglio siano tutte diverse, e le date palindrome mi sono sempre piaciute, ma anche le infinite combinazioni di numeri. Traducetemi la vita in numeri e la ricorderò per sempre. Date un nome ad ogni evento della vita e non saprò neanche di essere nata. Forse per questo ho sempre cercato di rimanere negli schemi. Oggi, però, non farò grandi bilanci. Per me ogni giorno è diventato un piccolo bilancio, ogni giorno si impara e ogni giorno si può crescere. Ogni giorno, nel suo susseguirsi di infiniti attimi, si può carpire e definire un disegno, si può perfezionare il tratto, sfumare i colori. O accenderli. Scostandosi dalla tela, di tanto in tanto, per osservare l'operato, e valutare la resa. Senza aspettare la fine dell'anno. Senza rimandare le scelte al lunedì o a inizio mese. Di certo so che questo anno mi ha tolto tanto, più di quello che credevo potessi sopportare. Ma sono qui a parlarvene, motivo sufficiente a farmi credere viva. E sono consapevole che, proprio in quanto mi è stato tolto, ho avuto occasione di arricchirmi. E ricca mi sento. Cresciuta, rafforzata, temprata e sensibilizzata. Ho smesso da tempo di credere che sarà un anno, finalmente, felice. La felicità ce l'ho dentro, sono fortunata. Sta a me proiettarla nel quotidiano. La felicità non arriva da eventi, o da terzi. Quella è fortuna. Sono stimoli. La vera felicità nasce dentro, grazie a quegli stimoli, ma secondo il modo di approcciarsi ai piccoli momenti di una vita. Anche i più banali. Anche quelli difficili. Inevitabili.
Chiudo l'anno di blog con un dolce a cui tengo particolarmente. Sono rose senza spine: delicate, profumate, invitanti e confortanti. Sono il frutto di una mia fantasia, riuscita al primo tentativo. Un dolce racchiuso in un abbraccio di pasta fillo: ce l'avevo ronzante in testa da molto tempo ^_^
Ciascuna di questa rosa ha un messaggio preciso: osate, ma sappiate essere obiettivi. Credete in voi stessi. Cercate sempre un risvolto positivo, perché anche la peggior sfortuna regala insegnamenti e gioia.

Che sia un anno ricco di emozioni, in cui possiate costruire la vostra gioia e condividerla.

Con questa ricetta incremento il mio contributo alla raccolta di
50 sfumature di... mela della dolce Valentina

Ingredienti

300 g di ricotta vaccina
3 uova
100 g di farina Petra 1
40 g di farina integrale
70 g di malto di riso
3 mele annurche
3 fogli di pasta fillo
25 ml di olio evo
8 g di cremor tartaro
4 bacche di cardamomo
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1 pizzico di sale

Versate in una ciotola la ricotta, insieme alle uova e al malto di riso. Sbattete energicamente con le fruste, fino ad ottenere un impasto soffice e omogeneo.
Aprite le bacche di cardamomo e pestate i semi in un mortaio, fino a renderli polvere. Uniteli all'impasto insieme alla cannella e al pizzico di sale, quindi mescolate bene.
Setacciate le farine, il cremor tartaro e il bicarbonato e aggiungetelo, un cucchiaio alla volta, all'impasto. Per ultimo versate l'olio a filo, facendo sempre lavorare le fruste. Prendete le mele e lavatele bene. Con l'aiuto di un pelapatate prelevate la buccia creando una striscia continua, che dividerete in parti più piccole.
   Tagliate le mele, private del torsolo, in pezzi piccoli e piuttosto sottili. Incorporateli all'impasto e amalgamate bene il tutto.
Stendete i fogli di fillo e sovrapponeteli tra loro, dopo averli unti in superficie.
Tagliateli in quadrati della dimensione sufficiente a ricoprire le pareti interne degli stampi che utilizzerete, e sistemateli ciascuno in ogni cocottina. Versate ora, in ciascuno stampo, impasto sufficiente a riempirne i 3/4. 
Con le bucce create delle spirali e posatele in superficie, facendole affondare leggermente nell'impasto.
Portate il forno all temperatura di 190° e, una volta caldo, infornate i tortini. Cuoceteli per circa 40 minuti, ma controllate, con la prova coltello, che siano ben cotti all'interno. Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli intiepidire appena. Quindi prelevateli dalle cocottine e lasciateli raffreddare completamente.
Assaporateli nella loro fragranza, apprezzando la morbida avvolgenza in contrasto con la croccantezza della fillo. 

Si conserveranno per diversi giorni, in frigorifero. Questo farà perdere croccantezza alla fillo, ma il sapore rimarrà travolgente in ugual misura ^_^


Un motivo in più per provarci, no?


abc

Cookies integrali con uvetta e avena: il perfetto equilibrio su un’indomabile bilancia

La rincorsa al biscotto perfetto, per me, è un'inarrestabile missione. Generalmente quando la bilancia pende maggiormente dal lato della genuinità, la bontà piena, quella che ti fa chiudere gli occhi all'assaggio, quella che ti riempie di piacere, quella che ti fa trattenere il fiato per dieci secondi, quella che appaga ogni singola papilla gustativa, ecco, quella bontà tende sempre ad essere ad un livello leggermente inferiore. Per contro, quando la bontà piena è largamente raggiunta, la genuinità, fosse solo per un paio di dettagli, viene sempre a meno. Ovvio, direte, le cose buone sono anche quelle meno salutari. Ma io, che testarda lo sono dalla nascita, lascio a voi la libertà di avvalorare questa tesi e continuo la mia ricerca. Perché se penso che il punto di incontro perfetto possa esistere, allora devo assolutamente raggiungerlo. Ho studiato, ho pensato, ho immaginato, ho messo insieme le mie conquiste, ho variato, ho perfezionato, ho provato e.... Sono alla seconda infornata! Io, che mai ripeto due volte la stessa ricetta, che replicare non aguzza l'ingegno, che magari qualcosa posso ancora migliorarlo..... ho atteso che la scorta della prima sfornata terminasse e ho replicato. Doppie dosi, questa volta ^_^ Perché qui c'è proprio quell'incontro perfetto: genuinità e bontà piena. Qui i piatti della bilancia sono allineati perfettamente. Qui il sorriso irradia il volto e l'assaggio diventa rito.

Ingredienti

25 g di uvetta
30 g di fiocchi di avena
15 g di semi di sesamo
15 g di semi di lino
45 g di zucchero di canna Dulcita (io ridurrei a 40 g)
100 g di burro di arachidi
40 g di farina d'orzo integrale
15 g di farina di soia bio tostata
45 g di farina integrale
8 g di polvere lievitante naturale (oppure 1/2 cucchiaino di bicarbonato)
50 ml di latte di avena (o di soia, o di riso, o quello che desiderate)
1/2 cucchiaino di aceto di mele

Pesate e preparatevi tutti gli ingredienti.
Tritate i semi di lino, quindi unite il burro di arachidi e lo zucchero.Lavorate bene, fino a rendere tutto una crema omogenea.
A questo punto mescolate le farine con il lievito (o il bicarbonato) e versatele, poco alla volta, all'impasto. Unite anche il latte e l'aceto di mele. Per ultimo unite l'uvetta, i semi di sesamo e i fiocchi di avena.
Mescolate bene fino ad amalgamare perfettamente tutti gli ingredienti.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente  e lasciatelo riposare in frigorifero per un'ora almeno.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Tagliate i biscotti con lo stampo prefetiro (io ho usato simpaticissimi stampi Silkomart presi alla fiera del Cake Design appena terminato a Malpensa) e posizionateli su una teglia foderata da carta forno.
Infornateli alla temperatura di 180° e cuoceteli per 20 minuti. Non appena saranno cotti e ben dorati, sfornateli e trasferiteli su una gratella, fino a farli raffreddare completamente.
   A questo punto potrete decidere di decorarli, o di lasciarli naturali. Io ne ho decorati quattro con la crema di pistacchi (e altri ne avrei voluti decorare con del cioccolato fuso.... ma mi sono trattenuta ^_^) e gli altri li ho lasciati naturali. Conservateli in una scatola di latta, oppure in un barattolo di vetro.
Dureranno comodamente un paio di settimane, se ben nascosto dalla vostra visuale ^_^

Nella seconda sfornata ho diminuito leggermente la quantità di zucchero (motivo per cui ho messo l'appunto negli ingredienti) ed ho integrato l'uvetta con le bacche di Goji. Inutile dire che sono venuti perfetti ; )) Un concentrato di benessere ed energia, da gustare pienamente, senza abusarne!! Sono genuini, ma le loro calorie le hanno!!

Per un'inizio di giornata alla grande sono ideali!abc

Crostatine alle fragole con crema di pistacchi al cioccolato bianco: la quotidianità a piccoli passi

Ricomincio. Torno a viaggiare sul mio binario, dopo una fermata importante. Dura. Improvvisa. Difficile. Che mi ha tolto tanto, ma che tanto mi ha dato. Ricomincio. A piccoli passi, come ho sempre affrontato la vita. Due occhi in meno da poter guardare e un vuoto infinito da colmare. Ma anche una presenza costante con cui affrontare i nuovi giorni. Ricomincio dal passato, da una ricetta dolce, preparata (e gustata) parecchi giorni fa. Direi una vita ^_^ Non è facile parlare di qualcosa che, in un certo senso, sento distante. Eppure se penso che in queste crostatine ci sono i sapori che amo, un po' di ghiaccio si scioglie. Fragole, pistacchi e una frolla che non è la solita frolla. Come sono io, sempre quel passo fuori dal consueto. Contrasti di sapori, dolcezza avvolgente, ma non nauseante, freschezza. Hanno accompagnato le mie colazioni e.... lo ammetto, qualche piccolo peccatuccio di gola extra ^_^ Ma in fondo quando la genuinità accompagna il piacere, perché doversi tirare indietro? Così busso alle vostre porte, offrendovi un sorriso, colori vivaci e una dolcezza insolita. Pronta a riprendere possesso della mia dispensa e a lasciare che le mie elucubrazioni trovino nuovamente vita.

Ingredienti

100 g di margarina
35 g di zucchero di canna mascobado
65 g di farina di mais fioretto
65 g di farina di riso
40 g di farina di soia tostata
60 g di farina integrale
20 g di latte di soia
1 pizzico di bicarbonato di sodio
250 g di fragole
1 cucchiaio di malto di riso
200 g di crema di pistacchi

Versate in una ciotola lo zucchero e la margarina (se utilizzaste burro o margarina acquistata, fateli prima ammorbidire). Mescolateli e sbatteteli con una frusta elettrica, fino a renderli morbidi. Aggiungete, poco alla volta, le farine setacciate e mescolate insieme al bicarbonato di sodio. Unite il latte di soia e impastate velocemente.
Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Nel frattempo lavate le fragole, eliminate il picciolo e tagliatele a spicchi, non troppo sottili.
Fatele saltare in una padella calda con il cucchiaio di malto di riso, per circa 5 minuti. Quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo su una spianatoia infarinata, in una sfoglia di circa mezzo mentimetro di spessore. Ritagliate, con una formina da crostatina, quanti più dischi vi vengano (con queste dosi mi sono venute 8 crostatine da 10 cm di diametro).
Rivestite ciascuno stampo, facendo aderire bene la pasta ai bordi. Riempitele con la crema di pistacchi e cioccolato bianco, quindi sistemate circa 6 spicchi di fragola per ogni crostatina.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 175°. Informate le crostatine e lasciatele cuocere per circa 30 minuti.
   Quando saranno ben dorate sfornatele e lasciatele raffreddare negli stampi. In questo modo non si sbricioleranno. Appena saranno fredde estraetele e assaporatele.

Fresche e leggere, sfiziose e appaganti. Si conservano in frigo, ben chiuse in un contenitore di vetro, per 5 o 6 giorni senza che il sapore venga alterato. Una colazione o una merenda genuina, gustatele in qualsiasi occasione.
Sono sfiziose senza sensi di colpa. Ma creano forte dipendenza ^_^



abc

Crostata chiusa con pere e cioccolato bianco: prospettive che cambiano, risultati che si affermano

A voler guardare la realtà da una certa prospettiva potrei raccontarvi che, per poter addentare questa crostata, sono passata davanti al piatto della frutta, leggermente scostato dal centro del tavolino, per giorni e giorni, aspettando la maturazione giusta del frutto, in modo da poterne estrapolare tutta la dolcezza e la pienezza. Giorni a dire no, è ancora presto e a resistere alla tentazione di affettare quelle delizie per farcire questa frolla. Ma la prospettiva realistica della faccenda è tutt'altra. I giorni sono passati, certo, e neanche pochi. E ogni giorno passavo, certo, davanti al piatto della frutta leggermente scostato dal centro del tavolino. E tutte le volte guardavo quegli splendidi frutti, sì. Ma la verità è che, con lo sguardo di supplica, imploravo che non maturassero troppo velocemente. Che mi lasciassero arrivare al momento in cui avrei potuto impastare la frolla che le avrebbe ospitate, senza deperire prima. Implorando di avere rispetto e pietà per le mie giornate folli, strattonate tra impegni, lavori, imprevisti, varie ed eventuali. Ma alla fine cosa fa una prospettiva, quando il risultato è questo? Perché per ora, voi, non potete ancora assaggiare, lo so. Dovreste avere almeno il tempo di reperire gli ingredienti, guardare quelle pere maturare fino al punto giusto nel piatto leggermente scostato dal centro del tavolino, sporcarvi le mani e attendere la cottura.... ma, questa crostata sale sul primo gradino del podio di tutti i dolci mai fatti. E se qualcuno (non faccio nomi, dolce fanciulla bionda dagli occhioni azzurri e dal viso di Eva Kant, che leggi quotidianamente, che sbavi sul video e che consigli La Cuocherellona a chef professionisti) osasse difendere il primato riesumado la crostata con farina di castagna alla crema di mele e bacche di Goji, risponderei no, mia cara.... questa la batte inesorabilmente!!

Ingredienti

3 pere williams
150 g di farina integrale
50 g di farina di segale Jurmano
70 g di margarina
30 g di zucchero di canna mascobado
1 cucchiaio di zucchero di canna 
25 g di latte di soia
50 g di cioccolato bianco
scorza di 1 limone bio non trattato
1 pizzico di bicarbonato di sodio

Prendete le pere e sbucciatele. Liberatele dal torsolo e tagliatele a spicchi non troppo sottili.
Scaldate una padella e adagiatevi gli spicchi. Cospargeteli con lo zucchero di canna e fateli rosolare a fiamma viva per qualche minuto. Non dovranno ammorbidirsi oltremodo, ma solo insaporirsi. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Nel frattempo preparate la pasta frolla.
Setacciate le farine e mettetele in una ciotola capiente. Grattugiate la scorza del limone, precedentemente lavato e asciugato e unitela alle farine. Aggiungete lo zucchero di canna, il pizzico di bicarbonato e mescolate tutto. Aggiungete la margarina e impastate velocemente, cercando di amalgamare tutto. Unite il latte di soia (o quello che desiderate) e continuate a lavorare la pasta, compattandola bene.
   Formate un panetto e mettetelo a riposare in frigorifero, coperto, per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo riprendete l'impato e dividetelo in due.
Iniziate a stendere la prima parte in una sfoglia rotonda che arrivi a foderare uno stampo dal diametro di 28 centimentri. Lavorate con delicatezza l'impasto, poiché tenderà a rompersi facilmente. Distribuite sulla superficie gli spicchi di pera e spezzettateci sopra il cioccolato bianco. Non ho voluto aggiungere croccantezza, ma qualche gheriglio di noce o un po' di nocciole spezzettate ci starebbero d'incanto.
Stendete, ora, la seconda parte di impasto in una sfoglia uguale alla prima e coprite la base farcita. Sigillate bene i bordi. Se si romperà non crucciatevi, il risultato in cottura sarà superbo ugualmente ^_^
Cuocetela a 180° per 50 minuti (abbiate cura di valutare le caratteristiche del vostro forno, poiché è chiaro che il mio tenda ad essere clemente e dolce, e ad adeguare il tempo di cottura). Quando sarà cotta sfornatela e lasciatela raffreddare completamente.
E' importante che, al taglio, sia fredda, diversamente si sbriciolerebbe irrimediabilmente.

Non sto qui a spiegarvi la bontà, certa che non ci sarebbero parole che possano rendere giustizia.
Vi dico solo che, gustata a spicchi ha il suo perché, ma tagliata a quadrotti e servita a mo' di biscotto farcito saprà deliziare ogni dopo pasto, ogni colazione ed ogni piccolo spuntino che ci si voglia concedere, a qualsiasi ora del giorno e.... occhio alla notte!
In fondo ci sono farine preziose, i grassi sono ridotti, gli zuccheri anche e quel peccatuccio di gola che è il cioccolato fa da grande cornice a tanta succosissima frutta.

Più genuino e goloso di così!!!!!! ^_^


abc

Frollini sandwich alla crema di limone: la proiezione di un pensiero e la sua trasposizione nella realtà

Più li guardo e più mi dico "sono la fotografia fedele di quanto avevi in mente". Li giro, li ruoto, li passo tra le mani, ne tasto la consistenza e ne saggio la fragranza. Sì, sono proprio una perfetta riproduzione del mio pensiero. Spesso capita che, nel cammino di materializzazione di un'idea, si debba correggere un po' il tiro, per un azzardo di pensiero. E allora il risultato non è proprio quello immaginato. Non dico peggio. Non dico meglio. Diverso.
Questa volta no. Questa volta ho dato materialità ad un'idea, manipolando gli ingredienti e creando fedelmente quanto avessi impresso davanti ai miei occhi immaginari. E quanto ne sono fiera! Non per la capacità di farlo, quanto per aver potuto ammettere che, oltre all'immagine, anche il sapore mi conquista in pieno. Il biscotto, friabile e "scrocchioso" alla cottura, si ammorbidisce a contatto con la crema e agevola il morso. La farcitura, non troppo dolce, ma decisamente insolita, avvolge il palato e gratifica i sensi. Insomma, li guardo, li riguardo e dico: ottimo lavoro Cuocherellona!!

Ingredienti

Per i biscotti
65 g di nocciole tostate
10 g di semi di lino
20 g di pinoli
35 g di zucchero integrale di canna
80 g di farina di mais fioretto
35 g di farina di soia tostata integrale
15 g di farina integrale
25 g di olio di semi di soia
15 g di burro di anacardi salato
2 g di ammoniaca per dolci
1 pizzico di bicarbonato di sodio
40 g di latte di soia alla vaniglia

Per la crema
180 g di tofu naturale
100 g di crema di limoni e vaniglia
10 g di farina di riso
15 g di zucchero di canna integrale

   Inserite in un boccale lo zucchero, le nocciole, i semi di lino e i pinoli. Tritate con movimenti di lama veloci e ripetuti, in modo da creare una farina senza sprigionare l'olio della frutta secca.
Aggiungete le farine, l'ammoniaca, il bicarbonato, l'olio e il burro di anacardi salato. Iniziate ad impastare. Aggiungete poco latte alla volta, lavorando sempre la pasta, fino a quando avrete ottenuto un panetto compatto. Sarà un impasto molto ruvido a causa della farina di mais, ma abbiate pazienza e perseveranza del compatarlo. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero, per almeno un'ora.
Infarinate una spianatoia e, trascorso il tempo di riposo, stendete la pasta in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma desiderata. Io ho usato una formina tonda del diametro di circa 8 centimetri.
Sistemate i biscotti tagliati su una teglia coperta da carta forno. Cuocete per 30 minuti a 180°, infornando a temperatura raggiunta. Aumentate poi a 200° e proseguite per altri 10 minuti.
Abbiate cura di verificare che la cottura sia uniforme e che i biscotti non scuriscano troppo. Quando saranno pronti, sfornateli e lasciateli raffreddare.
Tritate finemente il tofu insieme allo zucchero, riducendolo in una crema densa. Aggiungete la crema di limoni e vaniglia, la farina di riso e mescolate bene, in modo da amalgamare tutto perfettamente. Assaggiate ed eventualmente correggete con altro zucchero: io ho preferito non eccedere nelle quantità.     Riprendete i vostri biscotti. Spalmate su metà della quantità sfornata, la crema apena preparata. Abbondate e sistematela piuttosto uniformemente. Coprite ciascun biscotto farcito con uno non farcito. Schiacciateli delicatamente e lisciate il contorno, togliendo la crema in eccesso. Sistemate nuovamente i biscotti sulla teglia e lasciateli riposare in frigorifero. Il consiglio è quello di farli riposare almeno una notte: in questo modo i sapori si armonizzeranno e le consistenze diventeranno perfette.
Procedete quindi all'assaggio.
La presenza di tanta frutta secca, insieme ai grassi, seppur in minima misura, non rende certo questo dolce una soluzione light.
Di certo la farcitura, carattere forte del limone con la consistenza soffice e delicata del tofu, alleggeriranno la sostanza.
Ricchi di preziosi valori nutrizionali, non permettono esagerazioni: i grassi sono in agguato ^_^
Ma per un peccatuccio di gola gustoso e particolare lo spazio si trova sempre!

A voi il piacere di gustare qualcosa di nuovo e.... a me le vostre impressioni!!


abc

Frollini di anacardi alle olive taggiasche con crema di cavolo nero: due differenti identità in un solo boccone

Lo confesso, il pesto di cavolo nero mi ha letteralmente stregato. E, come tutte le volte in cui mi sento travolgere da un sapore, cerco di immaginarlo sotto prospettive diverse. Questa volta, però, non solo sono riuscita ad appagare il mio palato, ma ho anche messo insieme sapori, consistenze e ingredienti che amo particolarmente, deliziando palati differenti, che hanno decisamente promosso la mia ultima bizzarria. La dolcezza del burro di anacardi legato all'aroma del rosmarino, la consistenza rustica di una farina integrale, l'avvolgente crema di cavolo nero con quel sapore di mandarino e la punta sapida dell'acciuga, e la cremosità donata dal formaggio.... beh, sapori che non si dimenticano e un'ouverture di cena che lascia il segno!!

Ingredienti

Per i frollini
80 g di burro di anacardi salato al rosmarino*
1 tuorlo
20 g di olive taggiasche denocciolate
50 g di farina integrale
5 g di fecola di patate
2 g di bicarbonato di sodio

Per la crema
80 g di pesto di cavolo rosso
70 g di certosa light
3 filetti di acciuga

* Il burro di anacardi l'ho preparato frullando 100 g di anacardi tostati, 10 g di olio evo, sale, aghi di rosmarino (2 rametti) e foglie di timo (1 rametto)

Mescolate la farina con la fecola e il bicarbonato e versatela in una terrina con il burro di anacardi e il tuorlo dell'uovo. Iniziate ad impastare con le mani, fino ad ottenere un impasto sbricioloso.
Tritate le olive (se utilizzaste quelle sott'olio scolatele molto bene, in modo da eliminare quasi totalmente l'olio di conserva) e unitele all'impasto. Lavorate ancora bene con le mani, cercando di amalgamare tutto perfettamente. Quando avrete ottenuto una pasta compatta e omogenea, datele la forma di un panetto, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per mezz'ora.
Nel frattempo preparate la crema al cavolo nero. Fate scaldare una padella e fatevi sciogliere 3 filetti di acciuga sott'olio (comunque ben scolate). Mescolate il pesto con la certosa, lavorandoli con pazienza affinchè di leghino bene. Quando le acciughe saranno poltiglia, versatevi la crema e mescolate velocemente, uniformando bene gli ingredienti. Lavorate per qualche istante, poi spegnete il fuoco.
Fate riposare la crema fino all'utilizzo, in uno scodellino coperto, in frigorifero. Riprendete, ora, il vostro impasto.
Infarinate una spianatoia e stendetelo, aiutandovi con un mattarello, in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Tagliatelo utilizzando un taglia biscotti della forma gradita. Trasferite i biscotti su una teglia ricoperta da carta forno e infornateli, a 200°. Cuoceteli per 15 minuti circa, ma controllate la cottura: il tempo potrebbe variare.
Sfornateli quando saranno ben dorati e trasferiteli su una gratella a raffreddare. In questo modo, vedrete, diventeranno belli croccanti e friabili. Quando saranno del tutto freddi, passate alla composizione.
Coprite ciascun frollino con il quantitativo necessario, affinché abbiano uno strato di circa 1 centimetro di crema sulla superficie.
Sistemate i frollini su un vassoio  serviteli. Si possono tranquillamente preparare con anticipo e conservare in rigorifero fino al momento di servirli. Manterranno la loro friabilità e non verrà certamente compromesso il sapore.
Un antipasto sfizioso e un'idea per un piccolo buffet, da gustare con le mani e.... da leccarsi le dite!!abc

Crackers sfogliati con semi di zucca e di girasole: la sfida che insegue un sogno e porta il successo

Avete presente quando dico che non mi piace ripetermi? Che non ho un piatto forte, perché non cucino mai due volte la stessa pietanza? Ecco, si dà il caso che non sia così nel genere. Insomma, non è che il pane non lo ripeto mai, come la pasta fresca, come i crackers. Appunto, loro. Sapete che i crackers ho iniziato a sfoggiarli in mille versioni. Bene, proprio loro, queste forme mai realmente perfette, che mi hanno sempre incuriosito, loro.... loro sono ospiti fissi, a cadenze regolari, nel mio forno. Certo, però, mai uguali alla volta precedente!! Sarebbe troppo noioso ripetere le stesse procedure e versare gli stessi ingredienti. Occorre andare avanti, migliorare, sviluppare un pensiero, mantenere la mente in funzione creativa. Ed ecco che, poco alla volta, mi sto avvicinando alla mia forma di perfezione, quella che inseguo da tempo e su cui mi arrovello ad ogni sfida. Di certo vi posso dire che il successo di questa versione di crackers è arrivato un giorno, per caso. Inatteso. Piovuto dal cielo. Mio padre, amante come sapete delle tradizioni e del suo toscano, mi guarda e mi dice "la prossima volta non fare il pane, fai questi!!". Bene. Non ho altro da aggiungere. Per certi versi la perfezione è stata raggiunta.

Ingredienti

200 g di farina integrale
25 g di semi di zucca tostati e non salati
25 g di semi di girasole
15 g di crusca di grano
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
3 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
150 g di acqua
12 g di margarina + q.b. per la sfogliatura
1 g di sale + q.b. per la superficie

Tritate finemente i semi, sia di zucca che di girasole. Unite la crusca, la farina integrale, il malto e il lievito. Mescolate e unite l'acqua. Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Unite, poco alla volta, la margarina, incorporandola bene prima di aggiungerne altra. Alla fine unite il sale e lavorate fino a dare compattezza all'impasto. Date una forma di palla e mettetela in una terrina, leggermente unta, a lievitare.
Coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate che raddoppi di volume. A me ci sono volute circa 4 ore.
Alla fine dovrete trovare un impasto soffice, seppur non vellutato, e pieno di bollicine. Quello è il momento di procedere alla lavorazione.
Infarinate una spianatoia e versateci la pasta. Stendetela in una sfoglia sottile, circa mezzo centimetro, cercando di dare la forma di un rettangolo regolare. Cospargete, con l'aiuto di un pennellino, la margarina (o se utilizzaste quella acquistata, ammorbiditela leggermente e spalmatela sulla superficie della sfoglia).
Procedete con la prima piega a 3.
Avvolgete la pasta in una pellicola trasparente e fatela riposare per una decina di minuti in frigorifero. Trascorso il tempo, stendete nuovamente la sfoglia su un piano infarinato, sempre sottile. Cospargete nuovamente con un leggero strato di margarina e piegate, questa volta, in 4: prima a metà in un verso, poi a metà nell'altro. Effettuata questa operazione, avvolgete nuovamente il panetto nella pellicola e lasciatela riposare per altri dieci minuti. Ripetete ancora una volta l'operazione, piegando la sfoglia nuovamente in tre parti e lasciatela ancora a riposo per dieci minuti.
Infarinate nuovamente il piano di lavoro e riprendete il panetto.
Stendetelo in una sfoglia piuttosto sottile, crca 3 o 4 mm, e ritagliate cei rettangoli regolari. Io mi sono servita di una rotella da pizza. Foderate una teglia (o più se una non dovesse bastare) con carta forno e sistemate le gallette appena ottenute, leggermente distanziate tra loro.
Con la rotella praticate 2 o 3 tagli obliqui su ciascuna sfoglia. Salate a piacere la superficie (passaggio che si può omettere) e infornate, a 200°, per 20 minuti.
Cuocete 15 minuti, poi girate velocemente le sfoglie e procedete per altri 5, fino a quando saranno ben dorati.
A quel punto sfornateli e lasciateli raffreddare su una gratella. Raffreddando diventeranno croccanti e friabili. Fate comunque attenzione a non farli cuocere troppo: abbrustoliscono facilmente ^_^
A questo punto, quando sarete riusciti a resistere al completo raffreddamento, gustateli!!

Come accompagnamento ad un pasto, come semplice snack, come sfizioso antipasto con una crema al formaggio o quant'altro, sono certa che sapranno conquistare anche voi!!abc

Fette biscottate bicolore: una nuova sfida si apre su una colazione senza misteri

Ormai lo sapete: tutto ciò che entra nella mia dispensa non è che sotto forma di materia prima. Come spiego in questa pagina, diamoci un taglio, ho sviluppato nel tempo un duplice pensiero: la soddisazione del creare da sé e la genuinità del creato da sé. Questo è il mio modo di vivere. Almeno in cucina. Mi balenava da un po' in testa l'idea di provare a preparare le fette biscottate. Mi sono documentata un po' su versioni differenti, ma all fine ho fatto di testa mia. Diciamo che questa è la mia prima versione, quella che parte da una ricetta collaudata, a cui ho semplicemente dato il seguito della tostatura, oltre che una variante di impasto. E, per quanto sia stata soddisfatta del risultato, per quanto queste fettine abbiano una buona croccantezza, credo che non siano altro che una partenza per avvicinarmi alla..... perfezione. Queste fette biscottate hanno tutto, manca solo una leggera friabilità, tipica. E allora mentre gusto questa bontà, studio già la sua evoluzione.

Ingredienti

87 g di farina Manitoba
92 g di farina di segale Jurmano
92 g di farina integrale
85 g di farina ai 5 cereali (io Molino Chiavazza)
7 g di crusca di grano
12 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
4 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
10 g di zucchero di canna a velo
216 g di latte di avena
24 g di olio evo
1 pizzico di sale
8 g di cacao

Setacciate le farine e mescolatele con il lievito madre secco, il malto d'orzo e la crusca di grano. Intiepidite il latte di avena e fatevi sciogliere lo zucchero. Unite metà delle farine e impastate fino ad ottenere una pasta omogenea. Unite, poco alla volta, la farina restante, l'olio evo a filo e, per ultimo, il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.
Dividete in due l'impasto ottenuto ed unite, ad una metà, il cacao. Impastate fino a quando non si sarà ben amalgamato. A questo punto mettete i due panetti in due differenti terrine, copriteli con pellicola trasparente e lasciateli lievitare in un luogo tiepido, io nel forno con la lucina accesa, fino al raddoppio di volume (per me 7 ore).
Quando saranno gonfiati bene, infarinate una spianatoia e rovesciateci un impasto alla volta. Sgonfiatelo leggermente e stendetelo con le dita, formando un rettangolo.
Piegatelo in tre, lasciando la lunghezza del lato più lungo. Ora arrotolatelo su se stesso, dategli una forma arrotondata e mettetelo a riposare, per una ventina di minuti, sotto la ciotola utilizzata per la prima lievitazione. Ripetete l'operazione anche con il secondo impasto. Vi consiglio di iniziare con l'impasto bianco, perché sarà il primo che utilizzerete nella fase successiva. Infarinate ancora la spianatoia.
Riprendete l'impasto bianco e stendetelo, con un mattarello, formando una sfoglia larga quanto lo stampo che utilizzerete per la cottura (io ho utilizzato uno stampo da plumcake 24 cm x 10 cm). Stendete anche l'impasto al cacao e sovrapponetelo a quello bianco.
Arrotolate molto strette su se stesse le due sfoglie, formando un salame della lunghezza dello stampo. Ungete lo stesso stampo e adagiatevi il salame appena ottenuto. Copritelo con un foglio di pellicola trasparente, in modo che non si formi la crosta, e lasciatelo lievitare, in luogo tiepido. Va sempre bene il forno spento.
Accendete il forno a 220° e portatelo in temperatura.
Quando il volume dell'impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo, spennellate la superficie con un po' di latte di avena.
Infornate e abbassate la temperatura a 190°. Cuocete per 35 minuti circa, ma controllate la cottura, perché ogni forno ha caratteristiche differenti: potrebbero volerci 5 minuti in più o 5 in meno. Quando sarà ben dorato in superficie fornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. Questa è una condizione fondamentale, affinché non si sbricioli durante il taglio. Lasciatelo anche tutta la notte, sdraiato su una griglia, su un fianco, poi sull'altro. Quando sarà completamente freddo iniziate a tagliarlo a fettine dello spessore di un centimetro.
Posizionate le fettine su una leccarda e infornate, a 180°, per 15 minuti, prima di girare le fettina dal lato opposto e procedere per altri 15 minuti. Ripetete questa operazione per almeno due volte.
Dovranno essere belle croccanti.
A questo punto sfornatele e lasciatele raffreddare.
Gustatele come meglio desiderate: con burro e marmellata, con crema al cioccolato, con una crema al pistacchio o con qualsiasi prelibatezza desideriate.
La loro forza è la genuinità. Sorride il palato e sorride il vostro corpo.


abc

Panchiocciole alle castagne con le noci e la certezza che dietro un fallimento si nasconde un successo

Lo confesso: queste chiocciole sono il frutto di un esperimento fallito. L'idea, quella prima volta, era chiara in testa, ma non sempre il risultato ripecchia l'immagine che ci si è creata nell'immaginario. Beh, non che il fallimento sia stato proprio deludente. Seppur abbia sfornato uno sgorbietto poco presentabile, ne ho fatto un goloso spuntino, che i miei amici di Fb hanno potuto gustare con gli occhi sabato mattina. Ma, testarda e tenace come sono, mentre assaporavo quella camuffatura d'autore, valutavo le mosse che avrei potuto mettere in atto per miliorare l'opera. Ehm.... per creare qualcosa di commestibile e presentabile ^_^ Insomma, alla fine ne è uscito un impasto che mi ha conquistato da subito. La fragranza di queste chiocciole è intensa, la crosticina croccante racchiude un soffice concentrato di sapori e noci e marroni contrastano la consistenza morbida rendendo il risultato veramente soddisfacente.

Ingredienti

60 g di marroni crudi (peso da puliti)
25 g di gherigli di noci
115 g di farina integrale
65 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
30 g di malto di riso
135 g di latte di avena
15 ml di olio evo
1 pizzico di sale

Sbucciate i marroni, facendo molta attenzione di eliminare tutte le pellicine, che conferiscono un sapore amaro. Tagliateli in piccoli dadini (per un risultato più morbido, sbollentatele per un minuto). Spezzettate anche i gherigli di noci e mischiateli ai marroni.
Setacciate la farina di castagne e mescolatela alla farina integrale e al lievito madre secco. Aggiungete, ora, il malto di riso e il latte di avena. Iniziate ad impastare, incorporando l'olio a filo. Per ultimo unire il sale e lavorare l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto. Ponetelo in una terrica, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo caldo per almeno 5 ore. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, rovesciatelo su una spianatoia infarinata, unitevi le noci e i marroni e impastate.
Date alla pasta una forma tonda e ponetelo nuovamente nella terrina. Copritelo con la pellicola e lasciate che lieviti ancora per 2 ore. Io lo lascio nel forno con la sola lucina accesa.
Quando sarà ben soffice e gonfio, prelevatelo dalla terrina e stendetelo sulla spianatoia infarinata, creando un rettangolo di circa un paio di centimetri di spessore. Con una rotella per pizza tagliate delle strisce larghe circa 3 centimetri. Attorcigliatele su loro stesse, una ad una, e chiudetele a chiocciola, pizzicando l'estremità sotto la chiocciola stessa.
Coprite una teglia con carta forno e posatevi sopra le chioccioline.
Lasciatele lievitare per altre due ore, sempre in un luogo tiepido. A questo punto portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per circa 30 minuti. Fate attenzione alla cottura, controllando che non brucino. Potrebbe essere sufficiente anche un minor tempo. Valutate in base al vostro forno.
Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia. Resistete, resistete, resistete ^_^ Almeno che siano tiepide, poi assaporatele come desiderate.
Sogliatele, addentatele, farcitele, queste chiocciole in ogni caso vi daranno soddisfazioni!


Il sapore è dolciastro, per merito della farina di castagne e del malto di riso, ma è un impasto che si presta molto ad accompagnare anche le pietanze salate. A voi la fantasia e il gusto!!
abc

Cantucci integrali salati, bicolore e con burro vegetale: pomodoro per trafiggere, pistacchio per coccolare

Mi girava in testa, da un po' di tempo, l'idea di mettermi a fare nuovamente i cantucci salati. Li avevo provati in tempi non sospetti e li avevo riproposti molteplici volte ad ospiti e ad amici. Sempre un successo. Ovviamente riprendere quella ricetta e seguirla fedelmente non sarebbe stato sufficientemente appagante. Nel frattempo ho sperimentato e affinato tecniche e conoscenze. Primo, tra tutti, il burro vegetale. Scoperta che mi ha estasiato! Io, che solo alla parola burro e al pensiero di mangiarlo spalmato su una fetta biscottata, inorridivo, mi trovo a non riuscire a resistere al dito che affonda in tanta genuina morbidezza!!! E me ne sto studiando tante, per sperimentarlo e assegnargli il podio! Così sono partita da qui: dal burro. L'ho rivisitato, l'ho arricchito, l'ho addolcito. Ma la sostanza è sempre quella e il risultato, in questi biscottini salati, è strepitoso. Il pomodoro, sapido e deciso, l'ho abbinato alle mandorle dolci. Il pistacchio, mio adorato pistacchio, l'ho accostato alle olive per eccellenza. Insomma, un passaggio continuo tra un sapore che affonda nel palato e una coccola che delizia.

Ingredienti

Per i cantucci
100 g di farina integrale
50 g di farina d'orzo
50 g di burro vegetale
3 g di ammoniaca per dolci
1 uovo
50 ml di latte di avena
35 g di pistacchi tostati non salati (peso da puliti)
55 g di olive taggiasche denocciolate
35 g di pomodori secchi
35 g di mandorle pelate

Per il burro salato
50 g di anacardi
25 g di gherigli di noci
1 g di sale
1 cucchiaio di olio di semi di soia

Preparate il burro vegetale secondo il procedimento indicato qui. Tenetelo in frigo. Nel frattempo tagliate a striscioline i pomodori secchi, sgusciate i pistacchi e privateli della loro pellicina e sgocciolate le olive.
Mescolate le due farine. Scaldate leggermente il latte di avena e fatevi sciogliere l'ammoniaca. Impastate il burro vegetale con le farine. Aggiungete quindi il latte e l'uovo. Lavorate il composto fino ad avere un impasto piuttosto appiccicoso, ma compatto.
Dividete in due l'impasto. Aggiungete ad una metà le mandorle e i pomodori secchi, all'altra i pistacchi e le olive. Impastate bene fino ad ottenere due composti omogenei.
Dividete ciascun impasto in due e ricavate due filoncini per tipo, larghi circa 5 centimetri. Sistemateli su una placca coperta da carta forno e appiattiteli leggermente.
Scaldate il forno a 180° e cuoceteli per circa 35/40 minuti. Regolatevi sempre in base al vostro forno. Quando saranno ben dorati, sfornateli e lasciateli intiepidire.
Tagliateli a fettine trasversali, spesse circa un paio di centimetri.
Sistemateli nuovamente sulla placca da forno, uno accanto all'altro, e fateli tostare nuovamente, per 15 minuti circa, a 180°. Controllate che siano croccanti, ma che non brucino.
A questo punto sfornateli e lasciateli raffreddare. Rimarranno croccanti e allo stesso tempo friabili.

Saporiti e gustosi, sono ideali per accompagnare un pasto, o per un aperitivo.


abc

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