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Secondi piatti e piatti unici

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Formaggio di lupini, noci e alga kombu

Avere un'idea in testa e provare a metterla in pratica. Nell'ottica di sfruttare le ultime foglie di cavolo nero e di fare delle chips in una versione simile alla classica con crema di anacardi, mi sono trovata ad impastare questi tre ingredienti magici e, prima ancora di affondare le mani nella ciotola per il massaggio terapeutico (ma ci avete mai provato? Sporcarvi le mani di benessere.....che fantastica terapia!!), ero già rapita dal sapore, dall'avvolgenza e dall'intensità dell'impasto. Tanto da volerlo. All'istante. E da mettermi immediatamente all'opera per creare questo, chiamiamolo, formaggio. Ovvio che non lo sia, dal momento che non c'è l'ombra di latte, di cagliatura e quant'altro. Ma alla fine una piccola toma lo diventa, e anche irresistibile. Quindi.... perché no? Grassi buoni, proteine vegetali e tanti preziosi nutrienti, regalo dei miei amatissimi superfood. Una nota di affumicatura, una consistenza perfetta e un sapore che rapisce. In altre parole, mai più senza :D In fondo i lupini nella mia dispensa non mancano mai. Lavorarli e trasformarli in avvincenti stuzzicherie mi diverte molto. Il loro gusto si presta per essere contestualizzato in millemila modi, quasi da non crederci. E allora via alla fantasia. Che, in realtà, basta davvero poco.... Ingredienti 200 g di lupini (per me sottovuoto) 25 g di gherigli di noci 5 g di lievito alimentare 1 cucchiaino di fieno greco 1 cucchiaino di paprika affumicata + q.b. 2 cucchiaini di succo di limone scorza di mezzo limone 1/2 striscia di alga kombu spirulina q.b. pepe q.b. olio evo q.b. Mettete in ammollo l'alga combu in abbondante acqua. Una volta puliti i lupini (il peso dovrà essere al netto degli scarti), inseriteli in un boccale, insieme alle noci, al lievito alimentare, al fieno greco, alla spirulina e alla paprika affumicata. Frullate tutto, a più riprese, fino a creare una crema omogenea. Aggiungete il succo e la scorza grattugiata del limone, l'alga e il pepe. Frullate ancora ripetutamente. Una volta che avrete ottenuto un composto compatto e ben amalgamato trasferitelo nello stampo per formaggi. Compattatelo bene e lasciatelo riposare in frigorifero, coperto, per 24 ore. Riprendete lo stampo, estraete il formaggio e aspennellatelo con un'emulsione di olio e paprika affumicata. Portate il forno a 170°. Inserite la forma e spegnete. Lasciatelo fino a totale raffreddamento. A questo punto estraetelo, tagliatelo e gustatelo. Può essere conservato, in frigorifero, per 3 giorni. Io sono pronta a dare il via alla produzione ripetitiva :D Qualcuno, peraltro, me ne ha già ordinate delle quantità!! Non lasciatevi scappare l'occasione per deliziarvi di salute e benEssere. abc

Conoscere per scegliere: l’importanza di una sana alimentazione – Burger di fagioli con pane di farro alla piastra

LE PROTEINE
Le proteine sono il principale materiale plastico che serve per la costruzione sia dei tessuti sia degli organi. L'assunzione di proteine è quindi molto importante soprattutto nei bambini in fase di crescita, poiché devono "costruire" il proprio corpo, ma sono indispensabili anche in età adulta. Infatti durante tutto il corso della vita i nostri tessuti si rinnovano continuamente e l’organismo deve lavorare per rimpiazzare le cellule che sono state distrutte. Le proteine inoltre hanno una funzione importante per il sistema immunitario e ormonale e, all’occorrenza, possono essere utilizzate per produrre energia quando l’organismo è in carenza di glucidi. Il nostro efficiente organismo non necessita di grandissime quantità di proteine per mantenere integro il suo patrimonio cellulare.
In un’alimentazione bilanciata è sufficiente che il 12-15% delle calorie totali provenga da proteine, quindi devono essere presenti ogni giorno sulla nostra tavola, ma con discrezione. Dal punto di vista strutturale le proteine sono costituite da amminoacidi: piccoli “mattoncini” che, messi uno accanto all’altro, permettono di costruire le proteine. Esistono 20 amminoacidi diversi e le loro diverse sequenze permettono di costruire proteine con strutture e funzioni completamente differenti e specifiche. Tra questi 20 amminoacidi ben 9 sono essenziali e ciò significa che devono essere necessariamente introdotti con la dieta.
Dire che le proteine devono coprire il 12-15% del nostro fabbisogno energetico significa che, in condizioni di normopeso e salute, dobbiamo introdurre una quota di questo nutriente pari a 0,9-1 grammi per ogni chilo di peso corporeo. Ad esempio, se un uomo adulto pesa 70 kg il suo fabbisogno di proteine è di circa 70 grammi. Pensando che in una porzione di carne o di pesce ci sono dai 20 ai 30 grammi di proteine, potete ben capire che non è così difficile soddisfare il fabbisogno, ma è ben più facile superarlo. Ben diverse però sono le situazioni in cui la dieta è finalizzata al dimagrimento, all’accrescimento della massa muscolare o alla regolazione ormonale: in questi casi il fabbisogno proteico può risultare lievemente o moderatamente aumentato. Diete di questo tipo devono però essere seguite sotto la guida e i consigli di un esperto.
Animali e Vegetali
Le proteine si trovano sia in alimenti di origine vegetale (legumi, frutta secca, cereali integrali) che animale (carne, pesce, latte e derivati, uova). Le proteine di origine animale hanno il vantaggio di contenere tutti i 20 amminoacidi necessari all’organismo e per questa ragione sono definite proteine “nobili” o ad “alto valore biologico”. Inoltre le fonti di origine animale contengono la vitamina B12, totalmente assente negli alimenti di origine vegetale. Detto questo però bisogna aggiungere che le proteine animali si trovano in alimenti che contengono anche grassi saturi e colesterolo, il cui eccesso è dannoso per la salute. L’eccezione può essere rappresentata dal pesce. I prodotti ittici infatti contengono proteine nobili e grassi prevalentemente polinsaturi (i famosissimi omega 3) e livelli limitati di colesterolo. Quindi il pesce non è assolutamente da limitare nella propria alimentazione!!
Le proteine vegetali invece sono carenti di qualche amminoacido, ma a tutto c’è una soluzione e questa volta ha il nome di mutua complementarietà. Questo significa abbinare i cereali integrali ai legumi, perché gli amminoacidi che non ci sono nei cereali li troviamo nei legumi e viceversa…solo così possiamo creare un piatto unico e completo dal punto di vista nutrizionale. Via libera quindi a piatti legati alla nostra tradizione, magari rivisitati in ottica più salutistica: pasta e fagioli, riso e piselli, zuppa di lenticchie con crostini al rosmarino… Errato è pensare che, siccome sono proteine a media qualità biologica, i legumi non debbano essere consumati con frequenza: tutt’altro invece! Inseriamoli nella nostra alimentazione più spesso, perché sono privi di grassi saturi e colesterolo e in più contengono un’ottima quota di fibra alimentare. Abbiamo quindi appurato che le proteine si trovano sia nel regno vegetale che animale e che entrambe le categorie hanno pregi e difetti. La prima regola da seguire è quella di variare il più possibile, cioè cambiare spesso le fonti proteiche che portiamo a tavola, variando e alternando anche gli alimenti stessi. Ad esempio: mangiamo spesso il pesce? Perfetto, ma che non sia sempre e solo salmone, ma inserire anche del pesce azzurro come sgombro e sardine oppure l’economica ma pur sempre valida palamita! Arriviamo quindi a parlare di frequenze: quante volte a settimana andrebbe mangiata la carne? E quante volte il pesce? proviamo a seguire lo schema seguente: * Pesce: 3-4 volte a settimana scegliamo solo pesce pescato, non allevato ed evitiamo il pesce di grossa taglia come tonno o salmone perché hanno livelli di mercurio eccessivamente alti. Via libera invece al pesce di piccola taglia e al pesce azzurro: mai provate le sarde, lo sgombro, le alici? Inseriamo anche i crostacei e i molluschi di tanto in tanto e non solo quando andiamo al mare. Variare e sperimentare! * Carne: 1-3 volte a settimana meglio la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) da cuocere alla griglia o in padella antiaderente con tante spezie e aromi, senza l’uso eccessivo di grassi da condimento. Anche qui giochiamo con i gusti: una volta mariniamo il petto di pollo con succo d’arancia e timo, la volta dopo insaporiamo la fesa di tacchino con la curcuma e il pepe e poi ci facciamo degli straccetti di pollo al curry. La carne rossa, invece, andrebbe consumata con molta più moderazione. * Uova: 3-4 alla settimana meglio uova bio, o direttamente dal contadino. Ottime per preparare frittate al forno o con verdure in padella antiaderente oppure alla coque con un pizzico di sale o sode in una bella insalata di cicorino. O perché no, volete sfidare le vostre abilità in cucina? Provatele in camicia, con una spolverata di pepe. La paura delle uova è che il tuorlo contiene troppo colesterolo, ma un’assunzione di 3-4 uova alla settimana (anche tutti i giorni a dir la verità…) non è affatto compromettente e non è legata all’innalzamento del colesterolo ematico. Le uova sono fonti essenziali anche di vitamine come la biotina e di ferro.
* Legumi: almeno 2 volte a settimana i legumi secchi sono lunghi da preparare, si sa: hanno bisogno dalle 12 alle 24 ore di ammollo e una cottura di 1-2 ore. Ma è possibile ridurre drasticamente i tempi di cottura usando la pentola a pressione. Il mio consiglio è quello di prepararne grandi quantità e, una volta cotti, fateli quindi raffreddare, metteteli in un sacchetto di plastica e riponeteli nel congelatore: saranno così pronti all’uso per più e più pasti. Ottimi anche quelli surgelati, meno quelli in scatola. * Formaggi: 1-2 volte a settimana il formaggio è uno di quegli alimenti di troppo facile consumo: è comodo, sempre pronto per un assaggio, che sia quando si torna a casa dal lavoro affamati oppure a fine pasto. Bisogna dare al formaggio la stessa dignità di carne, pesce e uova: evitare di aggiungerlo ai pasti che già comprendono quegli alimenti, ma quando si decide di mangiarlo tenerlo come unica fonte proteica, usandolo anche, per esempio, per condire un piatto di pasta o mantecare il risotto. * Salumi e affettati: 1 volta a settimana anche loro sono sempre pronti all’uso, ma facciamo chiarezza. Quando consumiamo i salumi assicuriamoci che non contengano conservanti, in particolare nitriti e nitrati, molto dannosi per la salute. Scegliamo quindi di acquistare gli affettati al banco e non quelli in busta: possiamo anche chiedere al salumiere di consigliarci quelli di maggior qualità per non sbagliare. Altra pecca di questi alimenti, oltre all’elevato contenuto di grassi, è il contenuto di sale: per questo motivo devono essere inseriti con parsimonia nella propria alimentazione. Tra quelli da preferire c’è la bresaola della Valtellina, il prosciutto crudo di Parma, il prosciutto cotto di alta qualità. Abbiamo così tanti alimenti con cui variare la nostra dieta…perché focalizzarci sempre e solo sulle stesse!?
BURGER DI FAGIOLI NERI CON PANE DI FARRO ALLA PIASTRA
Confesso che, per quanto si attenta alla selezione degli ingredienti nella mia alimentazione, ci sono momenti in cui mi prende un irrefrenabile desiderio di qualcosa che non mi concedo da molto tempo. Il vantaggio che ho tratto dalla mia piccola grande rivoluzione nel periodo della trasformazione, però, è quello di riuscire a veicolare i capricci su qualcosa che possa appagare il desiderio, ma rimanendo in linea con i miei principi. Non portatemi più a mangiare un hamburger, perché potrei star male, nel tentativo di digerirlo, per una settimana intera ^_^ [E quando me lo concedo, quella volta all'anno, è un signor hamburger preparato con signori prodotti]. Così, di fronte al capriccio di un pasto alquanto impegnativo, ho elucubrato bene su come potessi renderlo affine alle mie esigenze. Ormai il frumento è un lontano ricordo e affido al farro, tra i cereali, le parentesi-carboidrati. Ma la vera sorpresa, qui, è stata quella del burger. Fagioli. Legumi. Un amore incontenibile. Così tutto prende forma: il pane si sfoglia e si cuoce in padella e la farcitura si tinge di colori, sapori, benessere. Il risultato? Ineccepibile.
Ingredienti
Per il pane
500 g di farina di farro
350 g di acqua di cottura dei fagioli
olio evo
Per il burger
700 g di fagioli neri bolliti
1 cucchiaino di paprika affumicata
1 cucchiaino di lievito alimentare
1/2 cucchiaino di farina di semi di carrube
1 cucchiaino di semi di chia
1 cucchiaino di dado vegetale granulare (per me home made)
Per la salsa di avocado
80 g di polpa di avocado
10 g di senape delicata
farina di limoni (o scorza)
succo di 1/2 limone
sale
1 rametto di rosmarino
3 fettine di zucca iron cotte al vapore
3 foglie di spinacino fresco
Preparate i fagioli facendoli cuocere, dopo l'ammollo di circa 12 ore, in acqua leggermente salata fino a quando saranno morbidi. Scolateli e trasferiteli in un boccale. Aggiungete la paprika, il lievito alimentare, la farina di semi di carrube, il dado vegetale, i semi di chia e frullate tutto, fino a ottenere un composto perfettamente liscio.
Avvolgete l'impasto in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora. Occupatevi del pane. Versate l'acqua di cottura dei fagioli sulla farina e impastate. Dosatela poco alla volta, poiché la qualità della farina utilizzata potrebbe richiederne di più, o di meno. Dovrete ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. La sapidità dell'acqua di cottura dovrebbe essere sufficiente, ma prima di utilizzare il liquido assaggiatene il sapore e correggete, eventualmente, con ulteriore sale. Fate risposare l'impasto, avvolto nella pellicola trasparente, per mezz'ora almeno. Riprendete l'impasto, dividetelo in 3 parti e stendetene ciascuna in una sfoglia tonda e sottile. Cospargete la superficie con dell'ottimo olio extravergine di oliva, quindi arrotolate la pasta a formare un cilindro. Attorcigliatela a formare una chiocciola, quindi avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare nuovamente. Inserite in un boccale l'avocado tagliato a pezzi. Unitevi rosmarino, farina (o scorza) di limone, senape, sale e succo di limone. Frullate fino ad ottenere una crema liscia e tenetela da parte. Con l'impasto di fagioli formate 3 burger e fateli cuocere in padella, con un filo di olio evo, girandoli ogni 4 minuti circa, fino a quando avranno formato una sfiziosa crosticina. Schiacciate le chiocciole formate con il palmo delle mani, senza appiattirle troppo. Passatele in padella, senza grassi aggiunti, e cuocetele per circa 10/15 minuti. Trascorso il tempo prelevatele, lasciatele intiepidire e tagliatele a metà, per farcirle. Se fosse necessario passatele in padella sul lato interno, poi procedete alla creazione del vostro sandwich. Adagiate le foglie di spinacino, la zucca, la crema di avocado e il burger su una parte di pane. Finite nuovamente con salsa, zucca e spinacino, quindi chiudete con l'altra metà. A piacere passate ancora sulla piastra per scaldare bene il sandwich e..... bon apétit!! ^_^ Fragrante, sfizioso, pieno, leggero e gustoso. Cosa chiedere di più ad un finger lunch? E la proteina è garantita, sana e buona.
GLOSSARIO
  • amminoacidi: (o amminoacidi) sono l'unità strutturale primaria delle proteine. Possiamo quindi immaginare gli aminoacidi come mattoncini che, uniti da un collante chiamato legame peptidico, formano una lunga sequenza che dà origine ad una proteina.
 
  • mutua complementarietà o complementarietà proteica: si ottiene quando si combinano due alimenti diversi e gli amminoacidi delle proteine dell’uno compensano le carenze dell’altro
 
  • colesterolo: è un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei. Nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche: è infatti un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità ed è il precursore della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei, sia maschili che femminili
 
  • omega 3: sono una categoria di acidi grassi essenziali caratterizzati dalla presenza di tre doppi legami nella struttura chimica. Il precursore è l’acido alfa-linolenico, da cui si originano poi EPA e DHA, fondamentali per le funzioni cerebrali e visive. Fonti principali sono il pesce, molluschi e crostacei.
abc

Sigari di riso al radicchio tardivo e mango: la tenacia che porta al traguardo e sapori fuori dagli schemi

Ci sono esperimenti che riescono, con successo, al primo tentativo e esperimenti che partono con un tonfo più o meno eclatante. Per arrivare al risultato che vedete qui, il tonfo è stato deciso. Ma non tanto da farmi pensare che non valesse la pena riprovarci. E non a sufficienza per scoraggiarmi e abbandonare l'idea che quanto avessi in mente potesse trasformarsi in realtà.
Ho trovato e provato, un po' di tempo fa, le cialde di riso. Da quando non posso più utilizzare la pasta fillo, mia amata alleata, per un'intolleranza al frumento, mi sono sempre chiesta come avrei potuto ricreare quella sottile crosticina, sfiziosa e leggera. Ecco arrivata la risposta. Gli involtini sono sfiziosissimi, sia cotti al vapore, sul bambù, sia, come vi mostro in questi sigari, nella mia amata friggitrice ad aria calda. Il ripieno è lo stesso del primo tentativo, poi fallito. Tanto mi era piaciuto, così contrastante nei sapori e così maledettamente avvolgente che non ho potuto contenere l'audacia. Non so se sia un caso o se sia una inconscia consapevolezza, ma anche questa, come quasi tutto ciò che esce dalla mia cucina in questo periodo, segue i canoni vegani. Niente uova, niente latticini, niente carne. Ma il sapore è da togliere il fiato!!!

Ingredienti

3 cialde di riso
1 cespo di radicchio tardivo
1/4 di mango
porro
60 g di formaggio di riso integrale germogliato
10 g di semi di canapa
olio di olive taggiasche
sale
pepe
paprika affumicata
10 g di mandorle pelate

Bagnate un canovaccio pulito, strizzatelo molto bene e utilizzatelo per coprire, sopra e sotto, le cialde di riso. Lasciatele così per il tempo della preparazione del ripieno, in modo da farle ammorbidire bene.
Lavate le foglie del radicchio, quindi tagliatele a tocchetti. Fate imbiondire, in olio caldo, il porro tagliato a rondelle. Aggiungete il radicchio e lasciatelo cuocere a fiamma moderata. Tagliate il mango a cubetti, quindi aggiungetelo al radicchio.
  Unite sale, pepe, paprike e fate insaporire tutto. Quando la farcitura sarà morbida, aggiungete i semi di canapa e spegnete il fuoco. Tagliate il formaggio di riso a dadini, quindi unitelo al resto degli ingredienti e mescolate.
Prendete la prima sfoglia di riso, posate un terzo della farcitura su una parte del cerchio e piegate su se stesse le due parti laterali. Arrotolate il sigaro fino in fondo e tenete da parte.
Tritate le mandorle, grossolanamente, e tenetele da parte. Bagnate leggermente gli involtini, quindi passateli nelle mandorle, facendo aderire perfettamente la panatura. Irrorateli con un filo di olio.
Trasferiteli nel cestello della friggitrice ad aria calda (o su una teglia coperta da carta forno) e cuocete per i primi 25 minuti a 180°.
Trascorso questo tempo aumentate la temperatura a 200° e procedete per altri 5 minuti.

Quando saranno dorati estraeteli dal cestello (o dal forno) e trasferiteli su un piatto, insieme a del radicchio fresco.

Servite e.... innamoratevi ^_^ I sapori sono eclettici e invitanti, sotto la deliziosa crosticina di riso e mandorle.


Il ripieno morbido non richiede salse di accompagnamento, ma potrete divertirvi ad accompagnare questi deliziosi sigari con una crema di avocado, o una rubra piccantina. Insomma, la fantasia non ha limiti!!

A voi l'assaggio ^_^



abc

Rolata di ceci farcita con spinaci e pesto di pomodori secchi: comunque vada, è procedere che conta

Consapevolezza. Presa di coscienza. Accettazione. E, soprattutto, determinazione. Perché, se non si arriva all'obiettivo per la strada prevista, non è certo un piano B a scoraggiare. Questo piatto, preciso, questo meraviglioso e sorprendente piatto, sarebbe dovuto potuto finire su carta. Quella carta [non farò nomi perché mi sembra di avere già fatto generosa pubblicità gratuita]. E non farò neanche polemica. Prendo atto di non essere all'altezza e volto pagina. In fondo a me interessa altro: mi interessa arrivare a voi, che venite qui a leggere, mi interessa persuadere circa l'importanza di un'alimentazione salutare, mi interessa raccontare il mio piacere nello sperimentare sapori nuovi e mi interessa condividerli. Comunque condividerli. Morivo dal desiderio di parlarvi dell'incontro di questi sapori e di quanto rappresentino una portata completa ed equilibrata. Di quanto, ancora una volta, la sfilza di senza non influenzi il piacere dell'assaggio.
Vidi questo polpettone qualche mese fa. La mitica mamma veg Michela mi sorprende sempre. Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, che gli spinaci dell'orto di mammà stavano giusto tentandomi ^_^ E allora ho iniziato ad elucubrare, intorno a quella meraviglia, fino ad arrivare a questa soluzione: una rolata. E la prova assaggio..... come faccio a spiegarla? Va sperimentata. Allora iniziate a mettere i ceci a mollo e passate a sbirciare i segreti ^_^

Ingredienti

Per la rolata
150 g di ceci secchi
350 g di zucca cruda pulita
50 g di fiocchi d'avena
15 g di pomodori secchi
15 g di capperi sotto sale
5 g di lievito alimentare in scaglie
1 cucchiaio raso di dado granulare di verdure (per me home made)

Per il pesto
30 g di pomodori secchi
50 g di mandorle pelate
1 rametto di rosmarino
10 foglie di salvia
un goccio di acqua calda

Per la farcitura
10 foglie di spinaci
dado vegetale granulare
pepe
1 cucchiaio di olio piccante

Per il contorno
3 mele renette
1 foglio di alga kombu
olio extravergine di oliva
sale rosa dell'Himalaya
zenzero in polvere
pepe

Mettete i ceci in ammollo per 12 ore, quindi fateli bollire per circa 2 ore, fino a quando saranno morbidi. Spegnete la fiamma e fate intiepidire. Se aveste voglia e tempo potrete eliminare la pellicina da ciascun cecio ^_^ Nel frattempo mettete in ammollo pomodori secchi e capperi, per almeno un'oretta.
Tagliate la zucca in fette sottili, salatela e fatela cuocere in forno a 200° per circa 40 minuti. Inseritela, quindi, in un boccale insieme ai ceci, a metà dei pomodori secchi scolati e strizzati, agli aghetti di rosmarino, al lievito alimentare, ai capperi sciacquati e al dado vegetale. Frullate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio. Unite i fiocchi d'avena e frullate ancora. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con del sale. Fate riposare l'impasto per almeno un'ora.
Lavate le foglie degli spinaci e farele cuocere a vapore per pochi minuti, in modo da ammorbidirle appena.
Inserite in un boccale i restanti pomodori secchi ben strizzati, le mandorle, il rosmarino e la salvia. Frullate bene. Aggiungete un po' di acqua calda e lavorate fino ad ottenere una crema vellutata. Lasciate in frigorifero per il tempo della preparazione.
Stendete l'impasto di ceci e zucca su un foglio di carta forno, formando un rettangolo di circa 40x30 cm, spesso circa 1 centimetro. Livellatelo bene. Ricoprite la superficie con il pesto di pomodori secchi, quindi adagiate le foglie degli spinaci. Spolverizzate con il dado vegetale, il pepe e un filo di olio piccante. Aiutandovi con la carta forno, arrotolate il lato più lungo della sfoglia. Avvolgete bene la rolata ottenuta con la carta forno, quindi lasciatela riposare in frigorifero per almeno un'ora, prima di cuocerla in forno, a 200°, per 30 minuti.
  
Nel frattempo sbucciate le mele renette e tagliatele a spicchi. Conditele con olio, sale, pepe e zenzero in polvere. Unite anche l'alga kombu tagliata a striscioline, mescolate bene e lasciate insaporire.
Sfornate la rolata e lasciatela intiepidire. Tagliatela, quindi, in fettine spesse un paio di centimetri. Sistemate, su una teglia, le mele e, nel mezzo, le fettine di rolata. Versate un filo d'olio evo e infornate, a 200°, per altri 20 minuti.
A questo punto sfornate e servite. Gustate la vostra vegrolata calda e inebriante ^_^
E preparatevi, perché finisce troppo in fretta!abc

Ricotta di lupini al forno: quando i gusti si incontrano e i piatti si confrontano

Ho un debole per i lupini. Questo credo non sia più un mistero. Li trasformo in ogni pietanza e puntualmente, nel percorso di filiera, qualcuno finisce dritto sotto le affamate fauci. Creme, crocchette, burger e insalate. Ma chi mai avrebbe pensato ad una ricotta? Quando lessi il post di Ravanellocurioso rimasi estasiata e mi dissi che avrei replicato. Lei si ispirò ad una ricetta di Cristina, La zucca capricciosa, che a sua volta si ispirò a a Mimì, Una V nel piatto. DOVE "V" STA PER VEGAN. La sorpresa è stata scoprire che io ero sempre stata ad un passo da questo piatto. Il passaggio in forno rende sfiziosa questa crema che incanta, per delicatezza e avvolgenza. Ho apportato un paio di piccole modifiche, secondo il mio gusto, ma ve ne parlo con la fierezza di chi sa dare valore al cibo e alle sue proprietà. In questo piatto c'è piena genuinità: proteine pure che, supportate da vitamina A, ferro, calcio e potassio, a fronte della completa assenza di colesterolo, fanno di questo piatto una vera fonte di salute. Ingredienti 500 g di lupini (da sbucciare) 8 g di gomasio 1 rametto di rosmarino 80 g di acqua 2 cucchiaini di olio evo + q.b. noce moscata paprika dolce semi di sesamo per guarnire sale pepe
Pulite i lupini e lasciateli a mollo, anche una notte, in modo che perdano parte della soro sapidità.    Sciacquateli e metteteli in un biccherone di plastica. Unitevi paprika e noce moscata a piacere, il rosmarino lavato e asciugato e una parte dell'acqua. Iniziate a lavorare tutto con un frullatore ad immersione, aggiungendo l'acqua rimasta e i due cucchiaini di olio evo. Frullate bene fino ad ottenere una crema omogenea e liscia, senza rimasugli di lupini. Unite il gomasio e lavorate bene, fino ad amalgamarlo completamente. Riempite, con la crema ottenuto, uno stampino, o una fuscella, se vi piacesse l'aspetto estetico che lascia al composto. Compattatelo bene senza lasciare vuoti, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e mettetelo a riposare in frigo per almeno un paio d'ore. Preparate un'emulsione con olio evo, sale e pepe. Rovesciate la ricotta dallo stampo, su una teglia coperta di carta forno e copritela, spennellando, con l'emulsione. Cospargete la superficie con i semi di sesamo e infornate, a 180° per 30 minuti. Alzate quindi la temperatura a 200° e proseguite per altri 10 minuti. Non ha bisogno di cuocere, come piatto, per cui non dovrete arrivare ad un punto di cottura ottimale. Guardate solo che dori bene in superficie. Sarà pronta quando raggiungerà il grado preferito di doratura.
Sfornate la vostra ricotta e impiattatela. Con queste dosi mi sono venute due porzioni abbondanti: una che ho cotto al forno e l'altra che..... attende ^_^    Ho accompagnato questa pietanza con un buon piatto di carote, fagiolini e asparagi saltati in padella con un po' di semi di sesamo. Il piatto appaga i sensi e si fa mangiare con grande gusto! Non vi ricorda qualcosa questa immagine presa dall'alto?abc

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