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Crostata pere e cioccolato ad ispirazione Bella Elena

Ci sono cose da cui non si prescinde, come il binomio perfetto "pere e cioccolato". E poi ci sono cose che sono ispirazione, ma che per soddisfare appieno un palato, richiedono una rivisitazione. Mi è capitato di assaggiare una forchettata di Bella Elena, preparata da una delle pasticcerie più conosciute e rinomate della mia zona. Pere e cioccolato, un'ottima partenza. Vero, ma..... troppo, tutto troppo. Le mie papille si sono disabituate a grossi quantitativi di zucchero e a quel sapore burroso che un tempo, lo confesso, mi incollava al vassoio fino all'ultima briciola. Quel tempo in cui avrei costruito barricate intorno a questo dolce, per evitare che chiunque potesse avvicinarsi :) Ma visto che tutto può essere stimolo e motivazione, eccomi all'opera per rivisitare un classico. E, visto che ci siamo, per svelarvi l'evoluzione della mia cioccocrema alle nocciole, che nel tempo è diventata sempre più goduriosa e irresistibile!! Beh, insomma, due ricette in una e, fossi in voi, non me le lascerei scappare!! Addio latticini e, con una piccola variazione sulla farina di farro, che potrebbe essere di avena -certificata-, anche il glutine. Ma il sapore, l'emozione, la travolgenza..... queste lasciatele. Perché ci sono tutte!! E stregano ;) Ingredienti Per la base 200 g di farina di farro (farina di avena certificata per la versione gluten free) 50 g di farina di mais fioretto 140 g di burro di arachidi (per me home made) 50 ml di bevanda vegetale di avena 2 tuorli 1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere 5 g di stevia (oppure 40 g di zucchero di canna grezzo) 1 pizzico di sale Per la crema al cioccolato 75 g di nocciole tostate 15 g di zucchero di cocco (oppure di zucchero di canna grezzo) 300 g di cioccolato fondente extra (per me 75%) 25 g di olio extravergine di oliva (se preferiste un sapore più delicato utilizzate un ottimo olio di semi) 175 ml di bevanda vegetale di avena 2 pere Williams 10 g di nocciole Inserite le farine, la stevia e il burro di arachidi nella ciotola dell'impastatrice e iniziate a lavorare. Quando avrete ottenuto un composto granuloso aggiungete i due tuorli e la polvere di vaniglia, con un pizzico di sale. Lavorate velocemente, aggiungendo il liquido, poco alla volta. Potrebbe servirvene un po' di più o di meno, in base alla farina che utilizzerete. Dovrete ottenere un impasto a briciole, comunque compatto. Rivestite una teglia tonda con carta forno. Io ne ho utilizzata una da 28 cm di diametro. Rovesciate l'impasto allinterno e distribuitelo in maniera omogenea. Compattatelo bene sul fondo e ai bordi, ricavando un cornicione di circa un paio di cm di altezza. Coprite con un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigorifero per circa mezz'ora. Occupatevi, adesso, della crema al cioccolato. Inserite in un boccale le nocciole con lo zucchero e tritate finemente, fino ad ottenere quasi una pasta di nocciole. Unite il cioccolato spezzettato e tritate nuovamente. Fate sciogliere il cioccolato, quindi aggiungete la bevanda vegetale tiepida. Quando sarà ben amalgamata, unite l'olio, continuando a mescolare in modo da incorporarlo perfettamente. Quando sarà pronta, lasciatela da parte. Accendete il forno a 180°. Lavate le pere e, con una mandolina, affettatele molto sottili (in questo modo evito di togliere la buccia, ma se per gusti personali preferiste sbucciarle, sbucciatele). Rivestite la base della torta, in modo da coprirla perfettamente e da creare uno strato piuttosto spesso. Infornate la teglia e cuocete per circa 40 minuti. Quando sarà cotta estraetela e lasciatela intiepidire. Copritela, quindi, con la crema di cioccolato e cospargete le nocciole che avrete pestato grossolanamente in un mortaio. Lasciatela raffreddare completamente, quindi procedete al taglio e all'assaggio. Questa volta ho usato la stevia, seppur non la ami particolarmente. Ho dovuto ricorrere a questa soluzione perché la totale disabitudine all'utilizzo di zucchero in cucina mi ha sorpreso senza la mia scorta di zucchero di canna Demerara, che avevo terminato preparando la stessa torta per un buffet. Ovviamente il sapore nell'impasto si sente, per cui non fate come me e accertatevi di avere tutti gli ingredienti in dispensa, prima di iniziare :D abc

Insalata di melone, nocciole e feta al basilico

E' interessante scoprire che non sempre, per creare, occorra cucinare. Talvolta le esigenze di assaporare qualcosa di fresco, di veloce, ma allo stesso tempo di appagante, fanno in modo che tutto il lavoro necessario sia un taglio. Un semplicissimo taglio. Quando le materie prime sono sane, di stagione e golose, non serve altro: basta un pizzico di fantasia e l'incontro dei sapori crea un'armonia di piacere a cui è difficile resistere. Questa insalata è nata così, per questa precisa esigenza. Il melone bianco è l'unico che riesco a concedermi, senza dover vagare con il panzone in stile gravido per le ore successive. E comunque e sempre in piccole dosi. Allora ho pensato che, per un pranzo sul terrazzo, a piedi nudi, con un libro a farmi compagnia e un sole caldo, intenso e limpido, l'occasione sarebbe stata perfetta. Amo la feta, adoro i giochi di consistenze, mi diverto a bilanciare dolcezza e acidità. E allora mi sono detta che sì, sarebbe stata perfetta, e lo sarebbe stata così, proprio come ve la mostro. Niente più di questo. Lo stretto necessario. E senza effetti collaterali :) Ingredienti 1/2 melone bianco (Gigante di Napoli) 100 g di feta 10 g di nocciole 2 rametti di basilico fresco 1 cucchiaio di olio evo 1 cucchiaio di succo di limone sale rosa pepe Tagliate le due estremità del melone, quindi dividetelo in due. Eliminate i semi presenti all'interno, quindi ricavate, con uno scavino, delle palline, che terrete da parte. Pulite e livellate bene la metà del melone rimasta senza polpa. Tagliate la feta a dadini e unitela alle nocciole appena pestate al mortaio. Preparate un'emulsione con olio, succo di limone, sale e pepe. Versate tutto sulla feta, unite le palline di melone, le foglie di basilico spezzettate e mescolate delicatamente. Versate tutto nella metà di melone svuotata e..... servite. Potrebbe servire dell'altro? :)  abc

Insalata di seppie con nocciole, crema di yogurt greco allo zafferano, pere al basilico e note agrumate

Io, quella del novantesimo minuto, quella del finché c'è tempo c'è speranza, quella delle idee bizzarre, quella dei sapori che devono incastrarsi in un meccanismo di emozioni perfetto, quella dei nuovi esperimenti, ma della semplicità. Allo scadere del tempo, arrivo anche io. Quando Fuudly promosse il contest Cucina con Zaffy non ci pensai un attimo: innamorata di questa grande famiglia e affascinata, da sempre, dalla delicata intensità di questi pistilli, decisi che ne avrei preso parte. Iniziò, così, una ricerca di sapori, tutti immaginati e racchiusi in una testolina presa da tanti progetti stimolanti, ma difficile da far scendere a compromessi. Anche se, questa volta, un piccolo compromesso c'è stato. Nonostante abbia tinto di giallo molteplici piatti, grazie al cofanetto con cui Zaffy ci ha premiato, due, in particolare, hanno diviso il podio: uno è quello di cui vi sto parlando. L'altro, magari, arriverà domani!! Perché decretare un vincente è un po' difficile. Ma, soprattutto, perché tutte e due le idee meritano il loro show. Parto da qui, da una seppia cotta a bassa temperatura. Quando focalizzai questa fantasia, mi chiesi in che modo avrei potuto procedere. Nonostante un roner sia uno dei più ricorrenti pensieri, nella lista dei desideri (e affiancherà presto la mia fedelissima friggitrice ad aria calda), ad oggi non vanto di alcun sistema di cottura a bassa temperatura. E quindi? Rinuncio ancora prima di iniziare? Io??? No, dico, IO?????? M A I. Piuttosto approfitto dell'occasione e mi butto: un sacchetto, il sottovuoto e la lavastoviglie. Follia? Provateci e mi direte. Io, che della lavastoviglie ho fatto a meno per anni e anni e anni e che alla lavastoviglie, oggi, mi affido con la consapevolezza che accentui il senso di pigrizia nell'utilizzare un oggetto tanto vintage come una spugna insaponata, adesso posso dire che..... mai più senza!! Ottimizziamo le risorse e portiamo in tavola pietanze sane e genuine. Insomma, un passo in più verso la totale padronanza di uno stile di vita healthy e consapevole. 65°, 1 ora e 40 minuti. Come poter resistere ad un invito così accattivante? :) Ingredienti Per il burro di cottura 10 g di olio evo 10 g di nocciole 1/2 bustina di zafferano biologico Zaffy scorza di 1/4 di limone biologico sale rosa q.b. Per la crema di yogurt greco 12 g di nocciole 15 g di scorza di limone biologico 8 g di miele d'arancio 1/2 bustina di zafferano biologico Zaffy 2 cucchiaini di succo di limone 15 g di yogurt greco 10 g di olio evo sale rosa q.b. 170 g di seppie 2 foglie di alloro 1/2 spicchio d'aglio 1 pera williams 5 foglie di basilico olio evo Pestate le nocciole in un mortaio, quindi trasferitele in un pentolino con 10 g di olio evo e scaldate, senza portare ad ebollizione. Spegnete e lasciate insaporire bene, fino a totale raffreddamento. Aggiungete il sale rosa, la scorza di limone e lo zafferano, quindi pestate bene con il pestello, fino ad ottenere un burro omogeneo. Tagliate la seppia ad anelli e dividete il ciuffo in piccole parti, quindi inserite tutto in un sacchetto per il sottovuoto. Aggiungete le foglie di alloro, lo spicchio d'aglio pulito e il burro di nocciole. Sigillate bene, quindi inserite il sacchetto nella lavastoviglie. Avviate il programma di lavaggio a 65° e attendete il tempo necessario (il mio programma dura 1 ora e 40 minuti). Nel frattempo passate alla crema. Frullate le nocciole, la scorza di limone (inserite anche la parte bianca, perché non verrà cotta e non acquisirà le note amarognole, ma, anzi, accentuerà la dolcezza), il miele, il sale rosa e l'olio. Unite lo yogurt e la restante metà della bustina di zafferano, quindi frullate nuovamente, in modo da ottenere un composto omogeneo. Non dovrà essere liquindo, ma piuttosto denso. A parte tritate le foglie di basilico e unitele ad un buon cucchiaio di olio evo e ad un pizzico di sale rosa. Lasciate insaporire. Tagliate la pera Williams a dadini e conditela con l'olio aromatizzato al basilico. Quando il ciclo di lavaggio sarà terminato, estraete il sacchetto con le seppie ed apritelo. Impiattate tutti gli elementi: la crema allo yogurt nel centro, con gli anelli e i ciuffi di seppia intorno e l'insalata di pere al basilico a fare da cornice. Terminate con qualche nocciola e preparatevi all'assaggio. Quindi, dicevamo.....a quando il prossimo lavaggio? :D   Con questa ricetta, effettuata con zafferano biologico, partecipo al contest Cucina con Zaffy.abc

Tortino di riso alle tre essenze di carota

Se da una parte i mesi sembrano scivolare via senza controllo, dall'altra l'inverno sembra non abbandonarmi mai. Lo sento nelle ossa, nella luce fioca e grigiastra che cerca di dirmi che non è ancora il momento di abbandonare il letargo. Ma la voglia di colori non mi abbandona mai. E se una giornata buia compromette la riuscita di uno scatto e appiattisce gli animi, perché lasciarsi prendere dallo sconforto? Io ci metto betacarotene!! ^_^ Caote, ancora carote. Estrattore di succo, sempre e ancora lui. Cosa posso farci? Dalle buone abitudini non so prescindere. Questa volta mi affaccio al salato. La ricerca continua di un modo sfizioso per soddisfare le mie esigenze alimentari mi porta ad approcciarmi a pensieri sempre nuovi. Non chiedetemi quale sia il mio piatto preferito, perché non ne ho uno. E non chiedetemi neanche quale sia il mio cavallo di battaglia, perché è raro che cucini per più di due volte uno stesso piatto. E' istinto: se la vita mi dà l'occasione di apprendere cose nuove, la sfrutto fino in fondo. Se l'arcobaleno di sapori mi invita a sperimentare accostamenti nuovi, mi sfido. Se posso prendere un ingrediente, scomporlo, ricomporlo e interpretarlo, mi trovate in prima linea!! Così eccovi la mia carota: foglia, estratto e polpa. Una banalissima carota, in un piatto semplice, ma allo stesso tempo intenso, e pieno, seppur delicato. Il mio sole. Assaggiamo? Ingredienti 3 carote biologiche con il ciuffo 55 g di riso a grana lunga (per me Zaccaria) 250 g di acqua 10 g di olio evo 10 g di capperi sotto sale 5 g di pistacchi di Bronte tostati 8 g di nocciole 1/2 limone 2 foglie di alloro 1 fettina di formaggio veg (o altro formaggio a piacere) paprika affumicata 1/2 cucchiaino di spirulina (facoltativa, ma consigliata) sale rosa Mettete i capperi in ammollo e lasciateli dissalare per almeno mezz'ora. Separate i ciuffi dalle carote, lavateli bene e asciugateli accuratamente. Prelevate le foglie e inseritene 30 g in un boccale. Aggiungete i capperi, sciacquati e strizzati, i pistacchi, la scorzetta di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e 10 g di olio evo (io ne ho messo un po' meno, circa 8 g). Frullate tutto fino ad avere una crema liscia ed omogenea. Tenete da parte. Pelate le carote e inseritele nell'estrattore. Prelevate il succo, allungatelo con 250 g di acqua e versatelo in un pentolino capiente. Aggiungete il riso, sue foglie di alloro e poco sale rosa. Portate a bollore e lasciate cuocere fino al cquasi completo assorbimento del liquido, e comunque fino alla cottura. Mescolate la polpa delle carote, ricavata dall'estrazione del succo, con un pizzico di sale e paprika affumicata. Mescolate bene, quindi aggiungete le nocciole pestate grossolanamente in un mortaio. Iniziate a comporre il piatto: create una base con la crema di foglie, adagiatevi sopra la fettina di formaggio, quindi create uno strato con il riso ed ultimate con la polpa di carota e nocciole.Passate sotto il grill del forno per circa 5 minuti, irrorate con un filo di olio evo e servite. Consistenze diverse, sapori antagonisti, delicatezza, ricchezza. Tutto in una sola forchettata.
L'avreste mai detto? Con una semplice carota....
abc

Petto di pollo farcito con verza, frutti rossi e nocciole

Si cerchino una momentanea distrazione da questa pagina gli amici vegani e vegetariani per questa mia parentesi carnivora. Rara, ma comunque presente, a cadenza regolare, nel mio quadro alimentare. "Lo farai felice, Massimo. Perché non gli lasci rimasugli". Già, il mio macellaio di fiducia, che mi vede solo quando finisco le scorte di pollo, è felice che io gli dica "separami tutto, petto, ali, cosce, sovraccosce. E..... dammi anche il collo, che ho voglia di un buon brodo". Le zampe se le tiene strette, ma la prossima volta non la scampa. Non è forse della gallina che non si butta via niente? Ahahahahahah. I suoi polli sono buoni, non c'è dubbio e io mi diverto ad arricchire la loro semplicità con sapori sempre nuovi, talvolta bizzarri, sempre appaganti. Questa volta è nata la sfida di una farcitura audace. La dolcezza della frutta, la nota pungente del cavolo verza, la croccantezza delle nocciole e una crosticina sfiziosa a mo' di panatura all'esterno. Beh, io mi avvalgo della preziosa alleanza con una friggitrice ad aria calda che rende tutto più leggero e lascia, così, che i sapori delle materie rimangano liberi di esprimersi naturalmente. Per chi ancora non avesse ceduto ^_^ il forno può sempre rappresentare una valida alternativa. Insomma, trovate il vostro escamotage, ma provate questo piatto: rimarrete meravigliati! Ingredienti 170 g di petto di pollo intero 50 g di nocciole sgusciate 30 g di frutti rossi essiccati 1 spicchio d'aglio 2 foglie di alloro 40 g di foglie di cavolo verza 20 g di miele d'arancia 1/2 cucchiaino di foglie di aneto essiccato albume d'uovo sale rosa pepe 1 cucchiaio di fiocchi d'avena 1 cucchiaio di pangrattato (io di riso) olio evo 4 foglie di cavolo verza 1/2 pera Williams Fate ammorbidire in acqua i frutti rossi, per almeno un paio d'ore. Strizzateli e insetiteli in un boccale. Aggiungete le nocciole, l'aglio, le foglie di alloro, l'aneto, il sale, il pepe e tritate tutto. Lavate le foglie di cavolo verza, asciugatele bene e tagliatele a striscioline. Unitele al trito di frutti rossi e frullate nuovamente, aggiungendo anche il miele. Incidete il petto di pollo in modo da ricavare una tasca. Farcitelo con il trito appena preparato e chiudetelo sigillandolo bene con un filo o con degli stuzzicadenti. Sistemate su un piatto il pangrattato e i fiocchi d'avena e mescolateli tra loro. A parte versate del tuorlo d'uovo (io uso quello pastorizzato, ma in alternativa potreste usare un uovo o una parte di questo), passateci il petto di pollo farcito. Rotolatelo nel pangrattato e lasciatelo riposare per una decina di minuti. In questo modo la panatura aderirà bene alla carne. Irrorate leggermente la superficie con dell'olio evo, quindi cuocete per 30 minuti nel cestello della friggitrice ad aria calda, oppure in forno, a 200°. Nel frattempo lavate le restanti foglie di cavolo verza, asciugatele e tagliatele a julienne. Tagliate a bastoncini anche la pera e unitela al cavolo. Condite con olio, sale e pepe a piacere. Quando avrete ottenuto una bella crosticina dorata, estraete il pollo farcito e lasciatelo riposare qualche minuto. Tagliate la vostra tasca a fettine non troppo sottili e servite accompagnandolo con l'insalata. Dolcezza, pienezza, freschezza, per un piatto che vi sorprenderà.abc

Insalata tiepida di cavolini viola e castagne in salsa agrodolce di acciughe

Altrimenti dette: le infinite sfumature del cavolo. Quando mi sono trovata davanti questi piccoli bozzetti viola, non ho saputo resistere. Amo i cavoletti di Bruxelles che, nel tempo, mi sono divertita a contestualizzare e ad apprezzare, ora in insalata, ora in crosta, ora in vellutata, ora al forno, ora con un uovo all'occhio di bue. Li trovo versatili, sfiziosi e divertenti. E questa volta hanno innescato all'istante l'incontro di sapori che colora il semplice piatto bianco di cui vi sto parlando. La necessità è la stessa: concentrare in una pietanza i valori nutrizionali necessari ad un'alimentazione sana e bilanciata. E qui c'è tutto: i sono le proteine, ci sono i carboidrati, ci sono i grassi, quelli buoni e c'è tanto, tanto, tanto sapore. Nata come provocazione per una "me" sempre alquanto esigente, è diventata presto una sfida, per poi trasformarsi in missione, quindi finire in stile di vita. Ed oggi è quotidianità. Una quotidianità che raccoglie valori importanti: stupore, consapevolezza, amore, rispetto. Ecco in che modo vi presento la mia insalata tiepida. E' un concentrato di semplicità che rispetta la genuinità degli ingredienti, vestendoli di sapori che spiccano sul palato e fanno sorridere gli occhi. Una coccola di bontà che è un po' come..... un atto d'amore ^_^ Ingredienti 100 g di cavoletti di Bruxelles viola 6 castagne 10 g filetti di acciuga sott'olio 1/2 cucchiaino di miele d'arancia 1 cucchiaino di senape delicata 10 nocciole pepe noce moscata olio evo sale rosa

Mondate i cavoletti, pulite le castagne crude eliminando la pellicina e cuocete tutto al vapore. Io non eccedo mai con i tempi di cottura, per non compromettere le proprietà dell'ortaggio. Raffreddate i cavoletti subito dopo la cottura, quindi teneteli da parte, insieme alle castagne. Sciogliete i filetti di acciuga in un pentolino, aggiungete il miele e, ancora sul fuoco, mescolate tutto creando una crema omogenea. Aggiungete pepe, noce moscata a piacere e la senape, quindi mescolate energicamente. Condite le castagne con un filo di olio evo e con una macinata di sale rosa, quindi fatele saltare in padella, in modo da abbrustolirle leggermente. Unite i cavoletti e fate insaporire tutto a fiamma viva per un paio di minuti. Versate su un piatto la salsa alle acciughe, creando una base. Sistematevi sopra castagne e cavolini, unite le nocciole leggermente pestate al mortaio e spolverizzate con pepe e noce moscata. Servite e deliziatevi. Sapidità, dolcezza e quella punta di aromi, per un gioco di consistenze davvero sorprendente. Per me un bersaglio centrato!

abc

Crostata di segale alla zucca con nocciole: l’eclettica versatilità del gusto in un’implacabile conquista

Dichiaro ufficialmente di aver perso la testa per la zucca. Sarebbe meglio dire che confermo l'ipotesi già avvalorata in passato per cui il mio palato, e di conseguenza testa e cuore, abbiano un'evidente propensione al sapore dolce, delicato e avvolgente della zucca. E quando una cosa mi piace, mi piace davvero intendo, non c'è declinazione che possa risparmiare. Dolce, salata, cruda, cotta, al naturale, elaborata, condita, al cucchiaio, in fingerfood, cremosa, croccante. E sottoforma di budino, su una base di pasta friabile e leggera. Arricchita, in contrasto, con delle croccantissime nocciole pestate al mortaio. Credo che educare il palato a sapori veri e genuini, disintossicandolo da tutto quel genere di sapori a cui l'industria alimentare ci porta, sia un percorso tanto affascinante quanto sorprendente. Nel momento stesso in cui ho affondato il primo morso sulla fettina di crostata ho capito che tutte le mie piccole conquiste, in questo insieme, manifestavano una grandezza, tanto semplice, quanto esaltante. L'ho educato bene, il mio palato, e proprio per questo motivo non mi risparmio dal raccontarvi di quanto possa essere facile, e motivante, e appagante. Sia mai che vi convinca ad abbandonare qualche insana abitudine per un atto d'amore verso noi stessi ^_^
Ingredienti Per l'impasto 165 g di farina di segale Jurmano 85 g di farina di mais fioretto 50 g di farina di riso 50 g di zucchero di canna integrale 60 g di burro di arachidi 30 g di olio di cocco 50 g di zucca Delica 50 g di latte vegetale (per me di avena) 1 cucchiaino di farina di madarino Per la farcitura 350 g di zucca Delica pesata a crudo 300 g di latte di avena 40 g di olio di cocco 40 g di nocciole 30 g di maizena 25 g di malto di riso 1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia scorza di 1/2 limone Pulite la zucca e fatela cuocere al vapore, fino a quando si sarà ammorbidita. Frullatene 250 g con 50 g di latte vegetale e tenetela da parte. Mescolate il brro di arachidi con l'olio di cocco, in modo da creare un burro e fatelo raffreddare bene. Inserite quindi in un boccale le farine, lo zucchero, il burro e il liquido. Impastate fino a creare un composto omogeneo. Rivestite una teglia con carta forno e versateci le briciole di impasto. Compattate bene sul fondo creando una base di circa un paio di centimetri di spessore. Lasciate riposare in frigorifero per circa un'oretta. Frullate la restante zucca con il latte, l'olio di cocco, il malto di riso, la polvere di vaniglia e la scorza grattugiata del limone. Stemperate la maizena, quindi portate tutto a bollore e fare sobbollire per un paio di minuti. Mentre la crema intiepidisce pestate al mortaio le nocciole e cospargetele sulla base della pasta. Versate sopra la crema di zucca e infornate, a 180°. Cuocete pr circa 40 minuti. Quando la superficie sarà leggermente dorata e compatta, spegnete il forno e lasciate raffreddare la crostata con lo sportello socchiuso. Una volta fredda estraetela dalla teglia e tagliatela in quadrotti. Sporverizzatela con scaglie di cocco, cannella, cacao, nocciole tritate o qualsiasi cosa possa piacervi. A questo punto non vi rimane che abbandonarvi all'assaggio.    Sentitevi liberi di aumentare la quantità di zucchero. Io ormai sono abituata a dolci decisamente poco dolci ^_^ ma per una pienezza di sapori il malto di riso della crema potrebbe tranquillamente raddoppiare. Come sempre si adatta a qualsiasi momento della giornata: colazione, spuntino, merenda, supporto per il caffè. Non ha limiti, se non quello di finire troppo in fretta ^_^ abc

Choco crunch cookies alle nocciole e burro di arachidi: la scelta vincente di gusto e quotidianità

Eccomi nuovamente alle prese con il tempo tiranno. Sforno biscotti come se non esistesse un domani e poi li lascio "su carta" per giorni e giorni (ma nel barattolo durano poco). E non dico notti, perché a tutti gli effetti è l'unico momento in cui potrei avere il tempo per parlarvene. Ma tant'è. Sono alle prese con le mie molteplici attività, con gli immancabili intoppi e con tante idee per la testa. Come sempre, un frizzante caos esistenziale. Se c'è, però, un dettaglio che ho imparato a valutare è che ogni cosa parla. Ogni cosa comunica. Ogni cosa porta in sé un messaggio. Anche questi cookies, ve lo garantisco. Sono alla terza sfornata nel giro di pochi giorni. Della serie: o li pubblichi o inibiamo tutta la tua forza creativa. Perché ogni volta sono una conferma e più li impasto, più me ne convinco. Credo sia arrivato il momento di.... prendermi il tempo necessario per raccontarveli. Perfetta soluzione gluten free e interamente vegani, 'che quando scopri che è possibile....chi ti ferma più!!
E allora vi dico, ne avrò delle belle da raccontarvi: mettetevi comodi, sgranocchiate e preparatevi ^_^

Con questa ricetta partecipo alla raccolta
del blog Senza è buono


Ingredienti

140 g di burro di arachidi salato (per me home made)
100 g di farina di mais fioretto
70 g di farina di grano saraceno
150 g di cioccolato fondente
60 g di nocciole
40 g di noci
40 g di zucchero di canna integrale
40 g di latte vegetale (per me di avena)
2 g di vaniglia bourbon in polvere

Spezzettate grossolanamente le noci, le nocciole e il cioccolato fondente. Teneteli da parte.
Mescolate le farine allo zucchero e alla vaniglia in polvere, quindi unite il burro di arachidi, il latte e impastate fino ad ottenere delle briciole compatte.
Aggiungete noci, nocciole e cioccolato e impastate nuovamente, incorporando tutto in modo omogeneo.
Rivestita una teglia con carta forno. Prelevate poco impasto alla volta, trasferitelo in uno spampoper biscotti appoggiato alla teglia, pressate bene fino a compattare tutto e procedete fino ad ultimare l'impasto. Mettete la teglia in frigorifero a riposare per un'oretta.


Portate il forno alla temperatura di 180° e cuocete i biscotti per circa 20 minuti. Controllate la cottura: potrebbe volerci più o meno tempo in base al vostro forno.

Sfornateli quando saranno ben dorati e lasciateli raffreddare completamente. A questo punto il crunch è garantito e potrete divertirvi!!
Non mi perdo in chiacchiere dicendo che creano dipendenza, perché ve ne accorgerete da soli : D

Vi dico solo che queste sane abitudini possono davvero cambiare il nostro approccio alla quotidianità. Il cibo è medicina e fonte di energia.
Il cibo sano è il primo modo che abbiamo per scegliere di volerci bene.




abc

Friggitelli glassati alle nocciole: un viaggio temporale tra ricordi e reinterpretazioni

Friggitelli a non finire. Se mia madre fosse stata un po' più vicina, mi avrebbe riempito la cucina di questi bizzarri peperoni verdi. E invece.... questi sono i suoi, ma in una limitata apparizione stagionale. Fatene tesoro. Particolari. Non incontrano il gusto di molti palati. Per qualcuno sono anche poco versatili. Io li ricordo nei sapori d'infanzia, in padella con un po' di olio. Semplici. Ma visto che nel tempo ho affinato qualche piccola tecnica per rendere ghiotto un piatto semplice e... piatto, a quel sapore, che di certo da bambina non mi sconquinferava, ho aggiunto un tocco di magia. E il risultato è sorprendente.
Gioco di consistenze, di contrasti, di accostamenti. E' così, ormai, la mia cucina. E' divertimento. E' interpretazione di un semplicissimo dono della natura. E' rispetto, ma allo stesso tempo sfida. E' apprendimento, ma è anche tanta, tanta soddisfazione.

Ingredienti

2 hg di friggitelli
20 g di nocciole tostate
1 cucchiaio di uvetta sultanina (ammollata in acqua)
1 cucchiaino di lievito alimentare in scaglie
1/2 cucchiaino di malto d'orzo in sciroppo
1 cucchiaino di senape
2 cucchiai di olio evo
pepe
sale rosa
4 gocce di tabasco
noce moscata

Lavate i friggitelli e asciugateli. Metteteli in una terrina capiente. A parte emulsionate l'olio con il malto d'orzo (in alternativa utilizzate sciroppo d'acero, miele), la senape, il pepe, il sale, la noce moscata e il tabasco.
Versate la salsa sui friggitelli e mescolate con le mani affinché il condimento avvolga perfettamente l'insieme.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo da lasciarle piuttosto grossolane.
Sistemate i friggitelli in una pirofila. Non serve sia unta, neanche rivestita.
Copriteli in superficie con le nocciole tritate, l'uvetta ammollata in acqua e il lievito alimentare in scaglie. In alternativa potrete utilizzare del parmigiano grattugiato. Non molto.
Lasciate insaporire il tutto per il tempo necessario al forno di arrivare in temperatura, quindi cuocete a 190° per 20 minuti circa. Io ho utilizzato la finzione ventilata, in modo da non lasciarli troppo umidi, ma da far fare una gradevole crosticina. Controllate la cottura e adeguate il tempo al vostro forno.
Potrebbero volerci un paio di minuti in più, sotto il grill, o potrebbe essere necessario regolare l'altezza della pirofila all'interno del forno stesso.
Quando saranno ben dorati, estraeteli e serviteli.

Sfiziosi come accompagnamento di una portata principale, ma anche deliziosi come portata principale stessa. Regalano un'arcobaleno di sapori ampio e gradevole e sanno appagare il palato con le loro contrastanti consistenze.
Insomma, un piatto semplice, veloce e decisamente sorprendente. Perché la sana alimentazione non è per forza sinonimo di insapore e banale.

Lasciatevi ispirare. Poi fatevi travolgere ^_^

Ne vale sempre la pena.



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Crostata al cioccolato e burro di arachidi con nocciole: i sacrifici della diversità e le sue forme d’espressione

Strade. Percorsi. Scelte. Che portano a perfezionare un dolce, tanto come portano a preferire un certo tipo di ingrediente a discapito di altri. Se penso che c'è stato un tempo in cui il burro mi deliziava, nei croissant, come nella pasta, nelle sfoglie, come nei chicchi di mais saltati in padella, nelle frolle, come nei risotti, mi sento percorrere un brivido sulla schiena, ma allo stesso tempo mi sento pervadere da un senso di liberazione ed equilibrio che mi rasserena. Perché il percorso è stato lento, ma continuo. Mi ha fatto prendere confidenza con quelle "alternative" che oggi sono routine, consapevolezza e soddisfazione. E non è certo facile raggiungere un risultato perfetto, se si esclude la strada della tradizionalità. Quella ovvia. Ma a me le strade facili non sono mai piaciute, seppur costino minor fatica (o, forse, proprio perché costano minor fatica). Non è certo questo il caso, visto che la fatica più grande è stata quella di assaporare fiumi di cioccolato assemblati con qualche dettaglio di imperfezione. Ma la perfezione, secondo i canoni dettati dal mio palato, educato al salutismo, al sapore naturale di ingredienti genuini, è tutta qui, in questo quadrotto di crostata. Che vi offro dispensandovi dalla tortura di molteplici prove😊 Un atto di estrema e profonda generosità.

Ingredienti

Per la frolla
80 g di farina d'orzo
50 g di farina di mais fioretto
130 g di burro di arachidi salato (per me home made)
40 g di zucchero integrale di canna
25 g di latte vegetale (per me di avena)
1 cucchiaino di cannella in polvere

Per la farcitura
1 pera Williams
200 g di cioccolato fondente al 75%
50 g di burro di arachidi
25 g di nocciole
1 albume (60 g di aquafaba per la versione vegana)
15 g di cocco rapé + q.b.
Cacao q.b.

Mescolate tra loro le farine, la cannella e lo zucchero. Aggiungete il burro di arachidi freddo e impastate, versando poco alla volta il latte.
Versatelo in una teglia coperta da carta forno (per me uno stampo quadrato di 30 cm di lato), compattatelo sul fondo e sulle pareti, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un'ora almeno.
Nel frattempo occupatevi della farcitura.

Tritate finemente il cioccolato, quindi aggiungete il burro di arachidi e il cocco rapé. Mescolate tutto, fino a creare un impasto omogeneo.
Pestate le nocciole in un mortaio, lasciandole in una granella piuttosto grossolana. Unitele all'impasto e amalgamatele.

Affettate sottilmente la pera e coprite la base di pasta frolla. Le fettine in eccedenza tagliatele a tocchetti e aggiungetele al cioccolato. Montate a neve non troppo ferma il tuorlo d'uovo, o l'aquafaba nel caso scegliate la versione vegana. Unitelo al cioccolato e mescolate con molta cura. Versate il composto nella teglia, livellate bene, quindi infornate, a 180°. Cuocete per circa 30 minuti.

Quando sarà pronta sfornatela, cospargetela con cacao amaro, cocco rapé e qualche nocciola in granella.

Lasciatela raffreddare, e procedete al taglio.
Io ne ho ricavato 9 bei quadrotti, che ho conservato in frigorifero, ben chiusi in un contenitore di vetro.


Ma a nove giorni......non ci sono arrivati! 


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