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Schiacciata rustica dolce alle castagne con pinoli e semi: ultimi assaggi di quel che è stato e il cambio di stagione

La colazione della domenica, quella lunga attesa che appaga il palato. Mi tocca fare una precisazione. In tempi in cui ero molto più rigorosa nel rispettare le regole alimentari (parlo di quelle legate ai dolci, prima che i dolci venissero trasformati in "dolci dalle spiccate e salubri proprietà" - cosa non si fa per convincersi!!), riservavo alla domenica l'unico momento di vera dolcezza. Non un biscottino (uno... si fa per dire) insieme al caffè dopo essermi deliziata con un paio di kiwi, oppure una mela, una frittatina di albumi, avena e semi di lino e un bel litrozzo di tè verde deteinato, che è la mia colazione quotidiana. No, appena un frutto e poi.... DOLCE!!! Un cappuccino per giganti, che poi mi vedeva alle prese con coliche per le due ore successive, ma guai togliermi quel piacere, e un bel dolce che sostenesse l'imponenza della tazza. Ora che, invece, la scusa del dolce ricco di spiccate e salubri proprietà porta a concedermi un quantitativo ben più consistente di dolcezza anche dopo la colazione da marines quotidiana (lo so, è una colazione che sfamerebbe un esercito!), quella della domenica passa più inosservata. Certo è che non manca il divertimento nel preparare lievitati di ogni genere, da far crescere tutta la notte e da infornare la domenica stessa. Questo rimane. Rimane il piacere di coccolarsi con qualcosa di nuovo, casalingo (ormai non è una novità) e sano. Così, in una pausa da croissant di cui ho proposto migliaia di versioni, ecco quella voglia di schiacciata dolce. E quella farina mi guardava dritto negli occhi. Come poter resistere?

Ingredienti

145 g di farina Manitoba bio
65 g di farina di castagne
90 g di farina di mais fioretto
80 g di zucchero di canna grezzo + 10 g per la farcitura
175 g di latte di avena tiepido + q.b. per spennellare
20 g di olio evo + q.b. per spennellare
5 g di malto d'orzo
9 g di lievito madre secco
1 pizzico di sale
15 g di pinoli
20 g di semi di girasole

Setacciate le farine e mescolatele con lo zucchero di canna grezzo, il lievito e il malto d'orzo.
Fate intiepidire il latte (a 26°) e unitelo all'impasto, mescolando per amalgamare tutto. Aggiungete il sale e versate l'olio a filo, facendolo assorbire bene. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto, che riporrete in una terrina e farete lievitare, coperto e in un luogo tiepido, per circa 6 ore.
Quando sarà raddoppiato di volume riprendetelo e stendetelo, sgonfiandolo con le dita, in un disco spesso circa un paio di centimetri.
Versate sulla superficie il mix di pinoli, semi di girasole e zucchero. Arrotolatelo su se stesso e poi ancora nel verso opposto, in modo che tutto venga perfettamente incorporato alla pasta.
Lasciate riposare l'impasto per un paio d'ore (almeno, ma io per necessità l'ho lasciato tutta la notte), sempre in una terrina coperta da un foglio di pellicola trasparente.
Quando sarà nuovamente gonfiata e diventata soffice, stendete la pasta in una sfoglia rotonda, lasciandola piuttosto spessa.
Praticate dei tagli a croce sulla superficie e spennellate con l'emulsione di latte di avena e olio.
Cospargete la superficie con un po' di zucchero di canna e infornate, a 200°, per circa 30 minuti.
Controllate la cottura: la farina di castagne e lo zucchero di canna conferiscono all'impasto una colorazione di per sé scura, per cui fate attenzione a non farla dorare troppo in cottura. Verificate che sia ben cotta alla base, dopodiché sfornatela e lasciatela intiepidire.
Rimarrà molto morbida all'interno e croccante in superficie. Lo zucchero ne amplificherà la fragranza e l'impasto rustico saprà deliziarvi.
Nel caso in cui non abbiate occasione di finirla in tempi ragionevoli (^_^) potrete congelarla senza problemi, una volta raffreddata completamente.

Dopo aver proposto una focaccina alle castagne con le mele (qui) e aver apprezzato l'abbinamento, posso confermare che anche una versione più rustica, con l'aggiunta di frutta secca e semi, dà assolutamente un valore a questa farina che, per stagionalità, va verso il capolinea.

Ultimi assaggi di dolcezza autunnale prima di nuove esaltanti avventure ^_^abc

Frollini sandwich alla crema di limone: la proiezione di un pensiero e la sua trasposizione nella realtà

Più li guardo e più mi dico "sono la fotografia fedele di quanto avevi in mente". Li giro, li ruoto, li passo tra le mani, ne tasto la consistenza e ne saggio la fragranza. Sì, sono proprio una perfetta riproduzione del mio pensiero. Spesso capita che, nel cammino di materializzazione di un'idea, si debba correggere un po' il tiro, per un azzardo di pensiero. E allora il risultato non è proprio quello immaginato. Non dico peggio. Non dico meglio. Diverso.
Questa volta no. Questa volta ho dato materialità ad un'idea, manipolando gli ingredienti e creando fedelmente quanto avessi impresso davanti ai miei occhi immaginari. E quanto ne sono fiera! Non per la capacità di farlo, quanto per aver potuto ammettere che, oltre all'immagine, anche il sapore mi conquista in pieno. Il biscotto, friabile e "scrocchioso" alla cottura, si ammorbidisce a contatto con la crema e agevola il morso. La farcitura, non troppo dolce, ma decisamente insolita, avvolge il palato e gratifica i sensi. Insomma, li guardo, li riguardo e dico: ottimo lavoro Cuocherellona!!

Ingredienti

Per i biscotti
65 g di nocciole tostate
10 g di semi di lino
20 g di pinoli
35 g di zucchero integrale di canna
80 g di farina di mais fioretto
35 g di farina di soia tostata integrale
15 g di farina integrale
25 g di olio di semi di soia
15 g di burro di anacardi salato
2 g di ammoniaca per dolci
1 pizzico di bicarbonato di sodio
40 g di latte di soia alla vaniglia

Per la crema
180 g di tofu naturale
100 g di crema di limoni e vaniglia
10 g di farina di riso
15 g di zucchero di canna integrale

   Inserite in un boccale lo zucchero, le nocciole, i semi di lino e i pinoli. Tritate con movimenti di lama veloci e ripetuti, in modo da creare una farina senza sprigionare l'olio della frutta secca.
Aggiungete le farine, l'ammoniaca, il bicarbonato, l'olio e il burro di anacardi salato. Iniziate ad impastare. Aggiungete poco latte alla volta, lavorando sempre la pasta, fino a quando avrete ottenuto un panetto compatto. Sarà un impasto molto ruvido a causa della farina di mais, ma abbiate pazienza e perseveranza del compatarlo. Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero, per almeno un'ora.
Infarinate una spianatoia e, trascorso il tempo di riposo, stendete la pasta in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma desiderata. Io ho usato una formina tonda del diametro di circa 8 centimetri.
Sistemate i biscotti tagliati su una teglia coperta da carta forno. Cuocete per 30 minuti a 180°, infornando a temperatura raggiunta. Aumentate poi a 200° e proseguite per altri 10 minuti.
Abbiate cura di verificare che la cottura sia uniforme e che i biscotti non scuriscano troppo. Quando saranno pronti, sfornateli e lasciateli raffreddare.
Tritate finemente il tofu insieme allo zucchero, riducendolo in una crema densa. Aggiungete la crema di limoni e vaniglia, la farina di riso e mescolate bene, in modo da amalgamare tutto perfettamente. Assaggiate ed eventualmente correggete con altro zucchero: io ho preferito non eccedere nelle quantità.     Riprendete i vostri biscotti. Spalmate su metà della quantità sfornata, la crema apena preparata. Abbondate e sistematela piuttosto uniformemente. Coprite ciascun biscotto farcito con uno non farcito. Schiacciateli delicatamente e lisciate il contorno, togliendo la crema in eccesso. Sistemate nuovamente i biscotti sulla teglia e lasciateli riposare in frigorifero. Il consiglio è quello di farli riposare almeno una notte: in questo modo i sapori si armonizzeranno e le consistenze diventeranno perfette.
Procedete quindi all'assaggio.
La presenza di tanta frutta secca, insieme ai grassi, seppur in minima misura, non rende certo questo dolce una soluzione light.
Di certo la farcitura, carattere forte del limone con la consistenza soffice e delicata del tofu, alleggeriranno la sostanza.
Ricchi di preziosi valori nutrizionali, non permettono esagerazioni: i grassi sono in agguato ^_^
Ma per un peccatuccio di gola gustoso e particolare lo spazio si trova sempre!

A voi il piacere di gustare qualcosa di nuovo e.... a me le vostre impressioni!!


abc

Carciofo romanesco farcito al porro: la gestione del tempo nello scorrere delle stagioni

Sono giorni molto intensi. Incastro gli impegni come fosse un tetris di alto livello e a fine giornata, diciamo a notte fonda, stramazzo sul letto esanime. Tutto ciò toglie spazio ed energie alla cucina. Così questo carciofo, bello pieno di soffice fragranza, ha dovuto farsi attendere prima di essere trasformato, da una semplice idea ad un concreto e tangibile piatto. Paziente più che mai, ma quando è arrivato il suo turno, si è manifestato in tutta la sua magnificenza. Mi piace la sua dolcezza e la differenza di consistenze che offre. E mi diverto molto ad interpretarlo. Lo avevo disegnato vicino al sapore deciso, ma sempre delicato, del porro e da qui sono partita, per arricchirne la struttura. Il tocco croccante non manca mai e dà consistenza al formaggio cremoso e la cottura in forno mette in risalto il gusto, garantendo il piacere dell'assaggio.
Forse l'ultimo della stagione, non lo so. Fatico a pianificare la spesa e non so con cosa la stagione mi affascinerà la prossima volta. Di certo posso dire di esserne rimasta ampiamente soddisfatta, conquistata dalla pazienza con cui ha atteso di manifestarsi a me e rapita dalla pienezza dei sapori.

 Ingredienti

1 carciofo romanesco
1/4 di porro
100 g di certosa light
10 g di semi di girasole
10 g di pinoli
1 cucchiaino di pangrattato di riso
sale
olio evo

Pulite il carciofo togliendo il gambo e le foglie più esterne.
Portate abbondante acqua salata ad ebollizione e sbollentatelo per circa 5 minuti. Scolatelo e gettatelo subito in un recipiente con acqua ghiacciata, facendolo raffreddare e fermandone la cottura.
Aprite delicatamente le foglie, togliete la barbetta e lasciatelo asciugare a faccia in giù per un'oretta circa.
Scaldate in una padella un filo di olio evo. Tagliate a rondelle il porro precedentemente lavato e fatelo saltare in padella per qualche istante. Aggiungete, quindi, un po' di acqua, salatelo a piacere e fatelo appassire, abbassando la fiamma, per circa 5 minuti, girando di tanto in tanto.
   Tritate finemente i pinoli insieme ai semi di girasole, unite tutto al porro e fate insaporire per qualche minuto. Spegnete la fiamma.
Tagliate la certosa a tocchetti, unitela al porro e mescolate tutto fino a creare un composto abbastanza omogeneo. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete di sale. Schiacciate leggermente i pezzi di certosa, senza farli diventare una crema, ma mantenendoli piuttosto grossolani.
Sistemate il carciofo su una teglia ricoperta da carta foro, versatevi sopra un po' di olio evo, poi riempitelo con la farcia di certosa, cercando di inserirne parti anche tra le foglie e non solo al centro.
Spolverizzate con il pangrattato e infornate, a 200°, per circa 15 minuti. Il formaggio dovrà sciogliersi e in superficie dovrà formarsi una crosticina croccante e dorata. Quando sarà pronto, sfornate e impiattate.
Divertitevi a sfogliarlo e ad assaporare ciascun petalo con la sia parte di farcia, preparandovi al cuore intenso e avvolgente.
Sarà un intrecciarsi di dolcezze diverse, tra porro, formaggio e carciofo, diverse tra loro, ma affini.
E vi sentirete stregati dal gioco di consistenze, ora mobide, ora croccanti, ora ruvide.
Delicato e completo, questo è un piatto che non lascia tracce.... in tavola!!

abc

Frollini al pomodoro con semi di sesamo e pinoli: il “qui ed ora” , condizione essenziale dell’essere

Vado a lune. Oggi mi piace bianco, domani rosso. Rosso pomodoro. Ho fatto anni (ecchiamiamolelune!!!!!) a tenermi alla larga dalla passata di pomodoro: la pasta era in bianco, la pizza era in bianco, le polpette erano in bianco, il sugo era in bianco. Poi un giorno, per una pura necessità, ho aperto la bottiglia di passata di pomodoro dei miei vecchi, preparata con i loro pomodori e cotta sapientemente e amorevolmente. In un attimo mi sono tuffata nei ricordi, quando il sabato sera era pizza e puntualmente, all'apertura della bottiglia di salsa di pomodoro, io e mio fratello ne bevevamo un po' in un bicchiere, appagati da un sapore tanto intenso quanto genuino. Quel sapore, quegli aromi, quella semplicità sono tornati tutti alla mente e da quel preciso istante..... la pizza è rossa, e con pochissimo formaggio, le verdure sono rosse, belle cariche di salsa, perfino i frollini sono rossi, e non badiamo a diete. La pasta???? Ne mangio talmente poca, che potrebbe cambiarmi ancora la luna, ora di gustarne un nuovo piatto!!

Ingredienti

20 g di salsa di pomodoro
35 g di concentrato di pomodoro (ricavato da 120 g di salsa di pomodoro)
20 g di pinoli
20 g di semi di sesamo
25 g di parmigiano
45 g di farina di riso
50 g di farina di mais fioretto
35 g di farina di soia tostata bio
55 g di burro di soia

Mettete in un boccale i pinoli e il parmigiano spezzettato e tritate finemente.
   Setacciate le farine e aggiungetele al trito, con i semi di sesamo e miscelate. Unite, quindi, il burro di soia a pezzi, il concentrato di pomodoro e la salsa di pomodoro (io usa quella casalinga preparata dalle mani sapienti dei miei vecchi, perfettamente insaporita. In caso diverso correggete con sale e spezie a piacere).
Impastate il tutto amalgamando gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto.
Date una forma di panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente, e fatelo riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Riprendete la pasta e stendetela, su una spianatoia, in una sfoglia di non più di mezzo centimetro.
   Con una formina a vostro piacere ritagliate i biscotti e posizionateli su una teglia coperta da carta forno.
Portate in temperatura il forno e cuocete a 190° per circa 15 minuti.
Verificate che i biscotti diventino dorati, ma fare attenzione che tenderanno a scurire velocemente sui bordi.
Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli raffreddare. Vedrete che da morbidi diventeranno friabili e... irresistibili.
Assaporateli, come piccolo capriccio oppure come delizioso appetizer, magari con una crema o un formaggio spalmabile.

Semplici e veloci, non si risparmieranno di rendere sfizioso qualsasi momento della vostra giornata. Sono uno spuntino ideale, comodo da portare sempre con sé.



abc

Tagliatelle di castagne e rosmarino con pesto di sedano in crema di scarola: incontri, conoscenze e nuove conquiste

In questo mondo di foodblogger si conosce tanta gente. Non una conoscenza visiva, fatta di condivisioni di esperienze e di materialità, non sempre almeno, ma una conoscenza di storie, di passioni, di culture, condivisioni e saperi. A pochi blog ho associato uno sguardo (e quei pochi mi hanno segnato e arricchito), ma molti mi hanno stimolato con nuove sfide e nuovi traguardi. Così ecco che, tra i tanti incontri, arriva anche lui, il Supremo, Luigi Sorrentino. Al di là della sua bravura e della sua professionalità, ciò che mi ha colpito di lui è stata la sua umanità. Lui che dice di avere tanto da imparare e non si sottrae mai ad un apprezzamento o all'entusiasmo di aver davanti agli occhi un piatto che lo colpisce. Credo che questo sia il segreto di grandi chef, ma più in generale di grandi uomini. Chi si approccia al mondo con l'umiltà di avere sempre qualcosa con cui arricchire la propria conoscenza trovo abbia una marcia in più. A me arriva al cuore. Tra le sue creazioni, un giorno mi sono imbattuta in questo piatto di scialatielli. Ho strabuzzato gli occhi, sapendo che presto avrei personalizzato questa sua grande proposta. Quel momento è arrivato e il mio piatto ha preso forma. Non posso spiegare la delicatezza di questi sapori, tanto differenti, ma così vicini nel legame tra loro. Ringrazio Luigi per avermi dato questo grande spunto, per avermi insegnato qualcosa di nuovo e per avermi fatto assaggiare qualcosa di veramente speciale.

Ingredienti

Per la pasta
60 g di semola di grano duro
40 g di farina di castagne
1 rametto di rosmarino
1 uovo
sale

Per il pesto
1/2 cespo di scarola
15 g di foglie di sedano
10 g di semi di zucca
10 g di pinoli
10 g di parmigiano
13 g di olio evo

Lavate e asciugate il rametto di rosmarino. Prelevate gli aghi e tritateli finemente.
Setacciate le farine e mischiatele.
Unitevi il rosmarino tritato, l'uovo e un pizzico di sale. Impastate tutto, fino ad ottenere una pasta compatta e omogenea.
   Datele la forma di un panetto, avvolgetela in un canovaccio pulito e fatela riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Nel frattempo lavate accuratamente la scarola. Tagliatela in piccole strisce e fatela appassire in una padella, a fuoco lento, coperta, aggiungendo un pizzico di sale. Giratela di tanto in tano e lasciatela cuocere per una decina di minuti. Quindi spegnete il fuoco.
   Lavate le foglie del sedano e asciugatele accuratamente. Versatele in un boccale, unitevi i semi di zucca, i pinoli, il parmigiano, l'olio e il sale.
Tritate tutto fino ad ottenere un pesto non troppo fine, ma piuttosto omogeneo. Tenete temporaneamente da parte.
Passate la scarola con un tritatutto, creando una crema non troppo vellutata.
Accendete nuovamente la fiamma, piuttosto bassa, e aggiungete il pesto precedentemente preparato.
Mescolate tutto e lasciate insaporire dolcemente, per pochi minuti. Mantenete coperto e al caldo, in modo che i sapori si armonizzino perfettamente e si assestino nei loro aromi.
   Riprendete ora l'impasto e stendete una soglia non troppo sottile. Tagliate delle tagliatelle, o un formato di pasta di vostro gradimento. Questa volta ho utilizzato la macchina sfogliatrice dell'Impera anche per il taglio.
Stendete le tagliatelle su un canovaccio e lasciatele asciugare per una decina di minuti.
Portate quindi a bollore abbondante acqua salata e fatevi cuocere la pasta per circa 5 o 6 minuti (assaggiatela per verificarne il grado di cottura).
Quando sarà ancora abbastanza al dente scolatela, senza buttare via l'acqua di cottura.
Trasferitela nella padella in cui avrete preparato la salsa di scarola e pesto e fatela saltare a fiamma viva per qualche minuto, unendo un buon mestolo di acqua di cottura. In questo modo ultimerete la cottura in padella, facendo in modo che la porosità della pasta assorba il gusto del pesto. Abbiate cura di muoverla continuamente con un forchettone di legno, in modo da mantenere il condimento ben distribuito su tutta la pasta.
Quando il pesto e la crema di scarola si saranno addensati e l'acqua sarà quasi completamente evaporata, spegnete il fuoco e impiattate.
Gustatela nella sua fragrante corposità e nell'insieme di sapori delicati. la dolcezza della castagna sposa alla perfezione la delicatezza del rosmarino e la cremosità della scarola saprà mettere in risalto il carattere del sedano e la consistenza del pesto.
Un piatto da scarpettta!!abc

Crespelle soffici agli spinaci: il sapore conosciuto in una contesto rivisitato

A cadenze regolari, sembra che il mio palato abbia bisogno di sapori precisi, come a rievocare piaceri e chiederne concretezza. Così capita che ceda a piatti ampiamente collaudati, anche se, ogni volta, le immancabili varianti arrivano a bussare alla porta del mio estro. E' come se qualcosa, dentro di me, proprio non voglia rassegnarsi a ripetere meccanicamente un gesto, anche quello di preparare un semplice piatto. E' come se ogni decisione sia uno spunto per misurarsi e per creare qualcosa di nuovo. Allora entrano in scena gli alambicchi e la mia testolina inizia a studiare pozioni magiche. Questa volta è la personalizzazione di crèpes che hanno visto l'impiego di formaggio cremoso al posto del latte e di un ripieno impreziosito da pepite he ne arricchiscono la consistenza. Un viaggio sensoriale tra sapori e consistenze che mi ha letteralmente

Ingredienti

Per le crèpes
1 uovo
50 g di philadelphia (io Balance)
15 g di farina d'orzo
1 pizzico di sale
noce moscata

Per la farcitura
5 cespi di spinaci freschi
10 g di pinoli
20 g di parmigiano
olio evo

Versate in una terrina l'uovo, il philadelphia, il sale e la noce moscata. Mescolate e poi, con una frusta elettrica, sbattete bene il composto fino a farlo divntare perfettamente liscio.
Aggiungete, poco alla volta, la farina e incorporatela bene con le fruste. Unitela interamente, fino ad ottenere una pastella densa e senza grumi. Lasciate riposare la pastella in frigo per almeno mezz'ora, coperta con un foglio di pellicola trasparente.
Nel frattempo lavate molto bene gli spinaci. Fate scaldare un filo di olio in una padella e fate soffocare leggermente le foglie. A me piacciono ancora piuttosto consistenti, per cui le lascio cuocere per pochi minuti, 7 o 8 al massimo. In questo caso non ho salato la verdura, perché il parmigiano avrebbe reso la giusta sapidità, ma voi regolatevi secondo i vostri gusti.
Scaldate molto bene un pentolino con qualche goccia di olio evo, che poi spargerete sull'intera superficie con un foglio di carta assorbente. Quando il padellino sarà molto caldo, versate impasto sufficiente a ricoprirne la superficie in uno strato piuttosto sottile. Io ho utilizzato un padellino da 20 cm di diametro. Distribuite uniformemente la pastella su tutta la base e lasciate cuocere la crèpe per circa 1 minuti. Girate la sfoglia e lasciatela cuocere per 30 secondi circa. Trasferite la crèpe su un piatto, ungete con lo scottex il padellino e procedete ancora, fino alla fine dell'impasto. Con queste dosi a me sono venute 3 crèpes (più una piccolina che ho ottenuto da un'accurata pulizia della ciotola d'impasto, che ho conservato per l'assaggio a "secco" ^_^).
Trasferite le crepes su un ripiano (io ho utilizzato un tagliere) e copritele con gli spinaci. Attenzione che siano ben asciutti e che non siano troppo acquosi, per non compromettere la cottura successiva.
Tritatevi sopra i pinoli e il parmigiano, in maniera uniforme.
A questo punto iniziate ad arrotolare ciascuna crèpe in maniera piuttosto stretta.
Lasciate riposare per circa 10 minuti i cannelloni appena ottenuti. Nel frattempo ungete una pirofila con pochissimo olio.
Tagliate ciascun rotolo di crèpe a fettine spesse circa un paio di centimetri.
Sistemate le chioccioline appena ottenute nella pirofila, accavallandole le une alle altre. A questo punto potrete coprirle nuovamente con del parmigiano. Io ho evitato questo passaggio lasciando che si sentisse il sapore del solo formaggio aggiunto all'interno.
Versate sopra un filo di olio evo e infornate, a 200°, per circa 20 minuti.
Quando saranno ben dorate in superficie sfornate la pirofila e impiattate. Da assaporare calde sono divine!!
La delicatezza degli spinaci, con la sapidità del parmigiano in un abbraccio mobido e soffice rendono queste crespelle una vera ghiottoneria!!

Gradite un assaggio?



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Tagliolini di zucca in crema di spinaci, pinoli e semi di zucca: la tradizione si fa innovazione

Avere i miei genitori a pranzo è cosa assai rara. Sono decisamente maggiori le volte in cui cavalco io i chilometri di asfalto per raggiungerli, piuttosto di quelle in cui ci si possa trovare in terra lombarda. E quando succede vi confesso che inciampo sempre, strano ma vero, nell'ostacolo del cosa cucinare: mio padre è un incallito tradizionalista da tagliatelle fresche al ragù, mio fratello è vegano da le tagliatelle sì, ma senza uova e il ragù sì, ma senza carne e mia mamma, lei, non so se per complicità femminile, lei si fa andare bene tutto. Preparare un pranzo intero in versione vegana è stata una possibilità da escludere all'istante. Non ce lo vedo proprio, mio padre, mangiare melanzane ripiene al tofu o seitan all'arancia. Beh, ma almeno sul primo un gradevole compromesso si può trovare!!! Allora ho adottato la tattica del cucino i prodotti del vostro orto. Tutto a km 0. E ci provo, sì, provo a smuovere le acque del tipico pranzo domenicale tinto di rosso pomodoro. Il risultato? Oltre ad essersi ripuliti anche la padella, mio padre il giorno dopo decantava ancora questo piatto di pasta. Come dire.... del doman non v'è certezza!! ^_^

Ingredienti

Per la pasta
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il condimento
1 spicchio d'aglio
25 g di semi di zucca
200 g di spinaci al vapore
25 g di pinoli
16 g di olio evo
80 g di latte di avena

Pulite la zucca e tagliatela a fette. Cuocetela a vapore, o al forno, fino a quando diventerà morbida. Lasciatela raffreddare.
Frullatela, insieme al sale, fino ad ottenere una purea omogenea.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate. Dovrete ottenere un impasto compatto e liscio. Badate che, più acqua avrà la zucca, più farina dovrete incorporare. Regolatevi, quindi, sulla dose di semola da utilizzare in base alla consistenza dell'impasto.
Avvolgete l'impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare in frigo per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il condimento. Pulite l'aglio, privatelo dell'anima e unitelo ai pinoli e ai semi di zucca. Tritateli in maniera piuttosto grossolana. Aggiungete l'olio di oliva e continuate a tritarli fino ad ottenere una crema, non troppo fine.
Unite alla crema appena ottenuta gli spinaci cotti al vapore. Mi raccomando a strizzarli abbastanza, in modo da non creare un composto troppo liquido. Tritate e amalgamate tutto insieme. Allungate il pesto ottenuto con il latte di avena. Anche qui regolatevi in base alla consistenza che gli spinaci avranno dato: dovrete ottenere una crema piuttosto densa, ma non liquida. Salate secondo il vostro gusto. Potrebbe stare molto bene anche della noce moscata e, personalmente, avrei anche abbondato. Ma ho optato per lasciare il più possibile naturale il sapore degli spinaci.

Riprendete l'impasto e tagliatelo a fettine. Stendete, su una spianatoia infarinata, una sfoglia alla volta, dello spessore di circa un paio di millimetri. Per il taglio io mi sono servita di una chitarra, ma potrete procedere con una rotella taglia pasta, la macchinetta oppure un semplice coltello.
Infarinate bene la sfoglia e procedete al taglio. Sistemate i tagliolini ottenuti su un piano infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Continuate la lavorazione, sfoglia per sfoglia, fino a terminare l'impasto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete i tagliolini per 4 minuti circa. Vi consiglio di aggiungere dell'olio per facilitare la cottura senza che rimangano attaccati tra di loro.
Nel frattempo scaldate in un wok la salsa di spinaci e, quando sarà cotta, versateci la pasta scolata. Fate saltare tutto a fiamma viva per un paio di minuti, in modo che insaporisca bene, poi impiattate.
La fragranza della pasta con l'avvolgente crema di spinaci renderà magico ogni boccone!!

abc

Treccia sfogliata alla mozzarella: un po’ per scelta, un po’ per necessità

E alla fine cedo. Credo sia la vera coccola che talvolta mi concedo. Non il dolce, no. Un buon lievitato fragrante, saporito, sfizioso, di quelli che riempiono il palato e appagano l'anima, che ti fanno chiudere gli occhi mentre affondi il morso nell'infinita sofficità di una pasta irresistibile. Anche questa volta nasce tutto da una folgorazione. Mi trovai sulla pagina di Roby, davanti a questi meravigliosi pan di mozzarella. Mi dissi subito "devo provarli!!!". Così salvai il link della sua ricetta nella mia preziosissima cartella delle folgorazioni e la lasciai decantare. E decantare. E decantare. Fino a quando..... sos mozzarellina in scadenza!!! Quale migliore occasione? Vi garantisco che non l'ho fatto di proposito, ma vi garantisco anche che comprerò mozzarelle a badilate per i prossimi 40 anni!!!!! ^_^ Non vi posso spiegare la bontà di questo pane. Ovviamente non è durato molto, benedetta gola, ma sfido chiunque a resistervi! Ringrazio Roby per avermi fatto scontrare con questa prelibatezza e la porto sulle vostre tavole, con le mie solite modifiche, per gusti e per necessità. Vi prego, cedete!! Non ve ne pentirete!

Ingredienti

155 g di semola di grano duro
45 g di farina di segale Jurmano
2 g di malto d'orzo
4 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
100 g di mozzarella
100 ml di latte di avena
30 g di olio evo
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero (io fruttosio)
15 g di olive taggiasche
10 g di pinoli
10 foglie di basilico fresco
uovo per spennellare

Tritate la mozzarella e tenetela da parte. Mescolate tra di loro le farine, il lievito madre, lo zucchero e il malto d'orzo. Aggiungete il latte e iniziate ad impastare. Unite l'olio a filo, il sale e, in ultimo, la mozzarella. Impastate per qualche minuto, fino a quando l'impasto non si sarà incordato bene. A questo punto avvolgetelo con una pellicola unta e lasciatelo lievitare, un un luogo tiepido, per 3 ore. Io l'ho lasciato nel forno spento.
Lavate le foglie di basilico e asciugatele accuratamente. Tritatele insieme alle olive taggiasche e ai pinoli.
Una volta trascorso il tempo della lievitazione liberate la pasta dall'involucro e stendetela, in una sfoglia rettangolare spessa circa 1 centimetro.
Ricopritela con il trito di olive in maniera uniforme. Arrotolatela su se stessa e compattatela. Tenendo il lato aperto sul fondo, schiacciatela leggermente con il mattarello, in modo da ottenere un rettangolo largo circa 15 centimetri e lungo circa 30.
Con una rotella eseguite due tagli, in modo da ottenere tre strisce, ma senza andare fino in fondo: l'estremità dovrà rimanere unita.
Iniziate ad intrecciarle tra di loro come fosse una coda di cavallo.
Quando avrete raggiunto il fondo, unite le tre parti e rigiratele leggermente  su loro stesse.
Posate la treccia ottenuta su una teglia coperta da carta forno e lasciate riposare, per un'ora, in un luogo tiepido.
Accendete il forno a 200°. Spennellate la treccia con l'uovo (io ho utilizzato l'albume), infornate e abbassate la temperatura a 190°.
Cuocete per 25/30 minuti circa. Regolatevi, come dico sempre, in base al vostro forno.
Quando sarà ben dorato in superficie sfornate, trasferite la treccia su una grata e lasciatela raffreddare.
Non servirà che utilizziate un coltello: si strappano pezzetti con le mani e se ne assapora l'infinita fragranza.



Credo che non servano altre parole: il cuore di questa treccia parla da sé.
A voi l'assaggio...





abc

Peperone verde ripieno al pesto di basilico e tofu: l’inatteso sapore della semplicità

Vi capita mai di essere scettici su un particolare ingrediente? Di temere che non appaghi del tutto le vostre esigenze, che non sia all'altezza delle aspettative? Per poi vederne alcune lavorazioni e dire.... perché non provarci? Bene, a me è successo questo con il tofu naturale, e ne ho sfatato il mito proprio con questo piatto. Generalmente uso il tofu aromatizzato alle erbe, che comunque ha di suo un sapore. Ma ho scoperto che la versione naturale ha il vantaggio di poter essere utilizzato in qualsiasi modo e insaporito in modo assolutamente libero e incondizionato da sapori già esistenti. Insomma, ha una versatilità incredibile e si sa accostare a qualsiasi altro ingrediente. Beh, questa farcia è nata in maniera decisamente estemporanea: ho messo insieme sapori che amo particolarmente e ciò che ne è venuto fuori è stato un piatto veramente delizioso!!
Che sia la volta di provarlo anche in versione dolce? Per il momento gustatevi questa versione ^_^

Ingredienti

1 peperone verde
12 g di pinoli
3 g di foglie di basilico fresco
180 g di tofu naturale
peperoncino a piacere
noce moscata a piacere
1 g di sale
10 g di olio evo
25 g di olive taggiasche
1 bustina di zafferano
1/2 spicchio d'aglio
20 ml di latte di avena

Lavate e asciugate accuratamente le foglie di basilico. Mettetele in un mortaio con i pinoli e l'aglio pulito e privato dell'anima e pestarlo fino a creare una crema omogenea. Lasciate riposare.
Tritate finemente il tofu, fino a creare una specie di macinato.
Mescolate al tofu il pesto precedentemente preparato, la noce moscata, il peperoncino, il sale, l'olio e le olive, tagliate ad anellini della grandezza desiderata.
Sciogliete la bustina di zafferano nel latte di avena, appena intiepidito, e unite tutto al composto di tofu. Mescolate bene fino ad ottenere una farcia perfettamente amalgamata.
Tagliate la calotta superiore, con il picciolo, al peperone. Privatelo dei filamenti bianchi e dei semi. Lavatelo bene e asciugatelo.
Riempitelo con il composto di tofu, cercando di compattare bene la farcia al suo interno.
Sistemate il peperone ripieno su una teglia coperta da carta forno e cuocete a 200° per 40 minuti circa, facendo attenzione che cuocia uniformemente.
Sfornate e servite. Il sapore è delicato, la consistenza morbida e soffice, e l'aroma è avvolgente. Una versione alleggerita di un piatto generalmente impegnativo. Ma decisamente d'effetto!

Con questo piatto ho sfatato il mito del tofu al naturale: utilizzato nel giusto modo acquisisce il sapore desiderato e soddisfa decisamente!

abc

Sformatini di ricotta al pesto di pistacchi: un lavoro di squadra dal risultato garantito

Come stuzzicare l'appetito quando lo stomaco proprio non ne vuole sapere di fare spazio ad una cena? Focalizzo l'attenzione su diversi alimenti pensando se preparassi questo ? E quando nulla fa smuovere la recettività dei miei neuroni è proprio il caso di mettere in azione il piano B: mani in pasta in un lavoro di complicità testa / gola. Insomma, questa volta ne è venuto fuori questo piattino. Veloce, sfizioso, e leggero. Diciamo che è stato un piatto "apri stomaco"..... della serie toglietemi il pane Carasau da davanti!!!! Io le mezze misure.... MAI!!



Ingredienti

100 g di ricotta
40 g di albume (1 albume)
10 g di pistacchi + 5 g per guarnire
5 g di pinoli
2 g di basilico fresco
2 g di olio evo
1 g di sale
pepe
3 piccole zucchine (o 1 grande)
porro
pane Carasau per decorare

Tritate le foglie di basilico ben lavate e asciugate insieme ai pinoli e ai 10 g di pistacchi. Dovrà risultare un composto non troppo fine. Unitelo alla ricotta. Aggiungete l'olio, il sale e mescolate bene fino a ottenere un composto omogeneo.
Montate a neve fermissima l'albume con una frusta elettrica e mescolatelo delicatamente alla crema di ricotta.
A questo punto ungete e ricoprite di pangrattato due cocotte e versateci dentro il composto. Fate cuocere a bagno maria in forno, a 180°, per 15 / 20 minuto circa.
Nel frattempo fate rosolare in padella con un filo d'olio il porro. Unitevi le zucchine tagliate a fettine sottili, salate, pepate e fate saltare fino a quando saranno morbide e dorate. Aggiungete poca acqua di tanto in tanto per non farle bruciacchiare.
Versate le zucchine in un piatto, sistemate sopra i due sformatini e decorate con sfoglie di pane Carasau.





Buon appetito, e ricordate che il pane Carasau crea dipendenza : nascondetelo dopo l'uso!!!!!abc

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