close

Tortino di riso alle tre essenze di carota

Se da una parte i mesi sembrano scivolare via senza controllo, dall'altra l'inverno sembra non abbandonarmi mai. Lo sento nelle ossa, nella luce fioca e grigiastra che cerca di dirmi che non è ancora il momento di abbandonare il letargo. Ma la voglia di colori non mi abbandona mai. E se una giornata buia compromette la riuscita di uno scatto e appiattisce gli animi, perché lasciarsi prendere dallo sconforto? Io ci metto betacarotene!! ^_^ Caote, ancora carote. Estrattore di succo, sempre e ancora lui. Cosa posso farci? Dalle buone abitudini non so prescindere. Questa volta mi affaccio al salato. La ricerca continua di un modo sfizioso per soddisfare le mie esigenze alimentari mi porta ad approcciarmi a pensieri sempre nuovi. Non chiedetemi quale sia il mio piatto preferito, perché non ne ho uno. E non chiedetemi neanche quale sia il mio cavallo di battaglia, perché è raro che cucini per più di due volte uno stesso piatto. E' istinto: se la vita mi dà l'occasione di apprendere cose nuove, la sfrutto fino in fondo. Se l'arcobaleno di sapori mi invita a sperimentare accostamenti nuovi, mi sfido. Se posso prendere un ingrediente, scomporlo, ricomporlo e interpretarlo, mi trovate in prima linea!! Così eccovi la mia carota: foglia, estratto e polpa. Una banalissima carota, in un piatto semplice, ma allo stesso tempo intenso, e pieno, seppur delicato. Il mio sole. Assaggiamo? Ingredienti 3 carote biologiche con il ciuffo 55 g di riso a grana lunga (per me Zaccaria) 250 g di acqua 10 g di olio evo 10 g di capperi sotto sale 5 g di pistacchi di Bronte tostati 8 g di nocciole 1/2 limone 2 foglie di alloro 1 fettina di formaggio veg (o altro formaggio a piacere) paprika affumicata 1/2 cucchiaino di spirulina (facoltativa, ma consigliata) sale rosa Mettete i capperi in ammollo e lasciateli dissalare per almeno mezz'ora. Separate i ciuffi dalle carote, lavateli bene e asciugateli accuratamente. Prelevate le foglie e inseritene 30 g in un boccale. Aggiungete i capperi, sciacquati e strizzati, i pistacchi, la scorzetta di 1/4 di limone, un cucchiaino di succo di limone e 10 g di olio evo (io ne ho messo un po' meno, circa 8 g). Frullate tutto fino ad avere una crema liscia ed omogenea. Tenete da parte. Pelate le carote e inseritele nell'estrattore. Prelevate il succo, allungatelo con 250 g di acqua e versatelo in un pentolino capiente. Aggiungete il riso, sue foglie di alloro e poco sale rosa. Portate a bollore e lasciate cuocere fino al cquasi completo assorbimento del liquido, e comunque fino alla cottura. Mescolate la polpa delle carote, ricavata dall'estrazione del succo, con un pizzico di sale e paprika affumicata. Mescolate bene, quindi aggiungete le nocciole pestate grossolanamente in un mortaio. Iniziate a comporre il piatto: create una base con la crema di foglie, adagiatevi sopra la fettina di formaggio, quindi create uno strato con il riso ed ultimate con la polpa di carota e nocciole.Passate sotto il grill del forno per circa 5 minuti, irrorate con un filo di olio evo e servite. Consistenze diverse, sapori antagonisti, delicatezza, ricchezza. Tutto in una sola forchettata.
L'avreste mai detto? Con una semplice carota....
abc

Crackers di riso profumato con aromi e semi misti: quel tutto che potrebbe essere, ma anche no

Vorrei essere più costante. Vorrei dare una maggiore continuità a questo blog. Vorrei essere più regolare. Ma anche no.
Sono così. Ho impostato la mia vita su una libera gestione del tempo e, tolta la necessità di rispettare un orario di lavoro extra, seguo il mio istinto e le esigenze del mio corpo. E della mia testa. Ho provato a dare un nuovo inizio a questa pagina con la mia ultima pubblicazione, ma non sono riuscita a lasciare quell'impronta di regolarità. Di cose pronte per essere condivise ne ho molte, perché in fondo l'abitudine alla buona alimentazione e alla continua ricerca non è mai stata interrotta. Ma non voglio tornare a sentirmi ingabbiata in un piacere trasformato in dovere. Perché qui, tra una cosa e l'altra, il giorno si confonde con la notte e tutto rotola via troppo velocemente. Ma ho inaugurato quella che spero essere una lunga stagione di cene condivise, seppur siano sempre meno le serate da poter dedicare a questo piacere. Così, appurato che la nuova casa ben si presta ad accogliere amici, io ritrovo il gusto di fare assaggiare la mia cucina alternativa e di vedere le espressioni stupite dei commensali. Come è successo per queste sfoglie, proposte già in versione riso nero. Diciamo che si tratta della terza variante, preceduta da una "rossa" documentata solo da una foto su Instagram, in cui la bontà del riso è condizione necessaria per la buona riuscita e il mix di profumo e sapore non richiede aggiunte particolari. Così, in tutta semplicità, vi lascio sgranocchiare questi crackers, in perfetto stile salutista. Gluten free, vegano, gustoso, leggero, sfizioso. Cos'altro poter desiderare?

Ingredienti

275 g di riso a grana lunga profumato (per me Zaccaria)
100 g di pesto di carota
20 g di semi di girasole
20 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
15 g di semi di papavero
curcuma
paprika dolce
zenzero
sale rosa

Cuocete il riso in circa 550 g di acqua, leggermente salata fino a quando sarà completamente assorbita. Fate intiepidire il riso, quindi frullatelo, insieme al pesto di foglie di carota, creando una crema omogenea.
Insaporitelo con curcuma, paprika e zenzero a piacere, correggetelo di sale se necessario e mescolate bene per amalgamare perfettamente i gusti.
Aggiungete i quattro tipi di semi e lavorate il composto fino ad incorporarli all'impasto. Foderate con carta forno la leccarda e versate circa la metà dell'impasto.
Standetela, aiutandovi con una spatola, fino ad ottenere uno strato molto sottile.
Cuocete a 180°, con funzione ventilata, per circa 20 minuti, o comunque per il tempo necessario affinché diventi una sfoglia croccante e asciutta. Potrebbe essere necessario aprire un paio di volte lo sportello del forno per fare uscire il vapore e velocizzare la cottura.
Sfornate e trasferite la sfoglia su una griglia. Lasciatela raffreddare. Nel frattempo procedete con la cottura del rimanente impasto.

Quando la sfoglia sarà fredda, spezzettatela con le mani in crackers della misura gradita.
Conservate le sfoglie in un barattolo di vetro o in una scatola di latta. Rimarranno croccanti e fragranti per diversi giorni. Che vuol dire almeno una decina ^_^

E ora divertitevi: a tavola per accompagnare il pasto, come spuntino, farcito con salse e creme, addolcito da marmellate..... Non c'è limite alla fantasia!! In ogni caso vi coccolerete e vi prenderete cura del vostro benessere.

E resistere sarà davvero impossibile!!

abc

Risotto al mango con pepe e zenzero: i sapori travolgenti della curiosità e il piacere dell’assaggio

Quando mi diedero quel pacchetto-assaggio sottovuoto di riso Carnaroli Gran Riserva del peso di 200g e dissi loro che ci avrei mangiato tre volte, rimasero pietrificati. Senza approfondire il fatto che, di quelle tre porzioni, mai una volta sono riuscita a finire il piatto senza smezzare la dose (lo so, sono un caso patologico), pensai subito a quanto, questo dettaglio, mi avrebbe avvantaggiato sulla possibilità di sperimentare un chicco tanto pregiato. Il riso è buono, non c'è niente da dire. Favolosa la consistenza, ottima la resa, gradevole il sapore. E questo piatto, che è il frutto dell'elaborazione di una precedente elucubrazione, è da urlo!! Mi piace molto accostare sapori dolci a pietanze salate. Ormai non è un mistero che spesso, per quanto questo troverà contrariato il mio nutrizionista, utilizzi la frutta per arricchire i miei piatti. Lo so, la frutta andrebbe consumata lontana dai pasti, ma la tentazione è sempre forte. E se poi le risposte sono di questo calibro.... facciamo quello strappo alla regola che ci rende tanto vivi!!!!! :D

Ingredienti

Per il brodo
600 ml di acqua
1 carota
2 coste di sedano
1/2 cipolla
1 parte di radice di zenzero fresco
5 grani di pepe
scorza di 1/4 di limone
1/2 cucchiaino di curry
2 foglie di alloro
sale rosa

Per il risotto
70 g di riso Carnaroli Gran Riserva
1/2 mango
15 grani di pepe
3 foglie di alloro
1 cucchiaino scarso di zenzero grattugiato
1/2 bicchiere di Chardonnay
1 cucchiaio di olio evo

Per la crema
1/4 di mango
1 cucchiaino di panna di riso
radice di renzero e scorza di limone del brodo
Chardonnay q.b.

Pulite la verdura e la radice di zenzero e mettete tutto in acqua. Aggiungete il pepe in grani, il curry, l'alloro e la scorza di limone, quindi portate ad ebollizione. Aggiungete il sale e lasciate sobbollire per una decina di minuti, coperto.
Nel frattempo pestate, in un mortaio, i grani di pepe per il risotto insieme alle foglie di alloro e aggiungetele in una padella, in cui avrete fatto scaldare l'olio. Lasciate insaporire, a fiamma bassa, per un paio di minuti.
Sbucciate il mango e prelevatene metà. Tagliatelo a dadini e fatelo saltare in padella con il pepe. Aggiungete il riso, lasciatelo insaporire per un minuto, quindi versato lo Chardonnay.
Procedete con la cottura versando il brodo, poco alla volta, e mescolando di tanto in tanto.
Mentre il riso cuoce, preparate la crema. Inserite in un boccale 1/4 di mango tagliato a dadini, la panna di riso, lo zenzero e la scorza di limone del brodo e un cucchiaio di Chardonnay. Aggiungete, eventualmente, un pizzico di sale. Passate tutto con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema vellutata.
Quando il riso sarà ad un paio di minuti dalla cottura, versate la crema (tenendone da parte un paio di cucchiai), mantecate e lasciatelo riposare, a fiamma spenta, coperto, per il tempo rimanente.

Servite il risotto su una base di crema al mango e guarnite con del mango fresco.
Ed ora lasciatevi travolgere. Il mix di sapori è irresistibile. Completo, ma delicato e rispettoso di ogni singolo dettaglio.



Ho imparato, dalla mia amica Olga, a pestare il pepe, invece che tritarlo. Mi piace molto la resa: vi consiglio di provarci!!!! Il mortaio è uno di quegli accessori che, in cucina, non dovrebbe mai mancare.

Enjoy! Magari con qualche chicco in più nel piatto :)abc

Conoscere per scegliere: l’importanza di una sana alimentazione – rice noodles al pesto di lupini

ZUCCHERI E AMIDI La dietista Francesca Oggionni ci spiega. Mode e tendenze a parte, che ne vedono la quasi totale eliminazione dalla dieta, i carboidrati devono costituire un caposaldo della nutrizione. Su questo c’è poco da dire: servono per dare energia a muscoli, cervello e organi, servono per mantenerci attivi, e sì, anche per mantenere il buon umore. Senza carboidrati il nostro corpo non funzionerebbe come dovrebbe e proprio per questo motivo una giusta fonte deve essere inserita ad ogni pasto! Parlando di percentuali, bisogna tener conto che circa il 50-60% delle calorie giornaliere dovrebbero derivare dai carboidrati. Attenzione però: non confondiamo il termine carboidrati con i cereali: I carboidrati sono un nutriente essenziale, mentre i cereali sono alimenti principali fonti di carboidrati come pasta, pane, avena, riso, orzo. Ma i carboidrati sono contenuti anche in altri alimenti: frutta, verdura, latte, patate e pseudocereali come quinoa, miglio e amaranto.
I carboidrati comprendono gli amidi e gli zuccheri. I primi sono definiti anche carboidrati complessi, ovvero vengono assorbiti lentamente dall’organismo e sono contenuti principalmente in cereali e derivati (frumento, pane, pasta, riso, orzo, farro, mais…). Gli zuccheri sono definiti carboidrati semplici, il che significa che entrano molto velocemente nel flusso sanguigno e sono fonti di energia immediata. Si trovano nella frutta, nel latte e ovviamente nello zucchero da cucina e quindi nei dolciumi e cibi vari che ne vengono addizionati. I cereali sono ricchi di amido e rappresentano la base energetica della dieta, ovvero il carburante senza il quale il nostro corpo non funzionerebbe e pertanto devono essere sempre presenti sulle nostre tavole. Tra i vari cereali sarebbe più opportuno, in assenza di particolari controindicazioni, scegliere cereali integrali che hanno un contenuto maggiore di fibra e quindi hanno anche un notevole effetto saziante e contribuiscono al raggiungimento del benessere intestinale. Ma bisogna ricordarsi che non esiste solamente la pasta o il pane: la parola d’ordine è sperimentare e provare sempre qualcosa di nuovo. Iniziamo a limitare la quantità di prodotti farinacei come pane, grissini, taralli, schiacciatine, cracker… Non sono le scelte più salutari da fare, soprattutto se di frequente. In alternativa a questi alimenti ci vengono in aiuto numerose tipologie di cereali che sono tutti da scoprire. Orzo e farro?
Ottimi per una zuppa calda d’inverno, ma anche per una fresca insalata estiva con gamberetti, zucchine e menta. Introduciamo un paio di volte a settimana anche cereali come quinoa, grano saraceno, amaranto e miglio. Ci si può sbizzarrire davvero tanto in cucina con questi semplici ingredienti. Non dimentichiamoci le patate, che non sono da considerare semplice verdura: sono infatti ricche di amido e sono pertanto da consumare come fonte di carboidrati complessi. Ne esistono di svariate qualità e si possono cucinare in altrettanti modi, soprattutto salutari, per accompagnare i nostri pasti. Infine sarebbero da preferite i prodotti biologici: se il prodotto viene da agricoltura tradizionale c’è il rischio che rimangano residui di pesticidi nello strato esterno del chicco.
Gli zuccheri semplici, diversamente da quelli complessi, dovrebbero non superare il 10-15 % dell’energia giornaliera. In questa piccola percentuale devono rientrare sia il fruttosio contenuto nella frutta, che il lattosio del latte oltre all’eventuale saccarosio, cioè lo zucchero da cucina. Questi devono essere limitati, non eliminati, perché entrando rapidamente in circolo: il rapido picco glicemico (e insulinemico) che ne consegue fa in modo che gli zuccheri vengano immediatamente utilizzati dalle cellule, ma non permettono di garantire una sazietà duratura nel tempo. E’ per questo motivo che, ad esempio, dopo una colazione sbilanciata e troppo zuccherina, alle 10 di mattina si avrebbe già voglia di pranzare. Questo per dire che gli zuccheri semplici possono essere inseriti nella dieta, ma con i giusti accorgimenti: meglio all’interno di un pasto dove siano presenti anche proteine, carboidrati complessi e grassi, così da ridurne l’assorbimento. Per dirla in termini “dolciari”: meglio una fetta di crostata alla marmellata (preparata con farine integrali e olio extravergine d’oliva) piuttosto che una meringa!!
Quando si parla di carboidrati spesso si accosta il termine indice glicemico. Vediamo insieme di cosa si tratta. E’ un valore che indica la velocità con cui si alza la glicemia in seguito all’assunzione di quel alimento contenente carboidrati: maggiore è l’indice glicemico, maggiore sarà l’innalzamento della glicemia. Il limite di questo valore è che non tiene conto della quantità dei carboidrati contenuti: alcuni alimenti hanno un elevato indice glicemico, ma contengono pochi carboidrati, ad esempio le carote. Questo non significa che mangiando una porzione di carote avremo un innalzamento repentino della glicemia come se mangiassimo dello zucchero puro: quindi è sbagliato dire di non mangiare carote (o zucca, o barbabietola) perché ha un indice glicemico elevato…l’importanza in questo caso la fa la quantità!! Molto più rilevante del mero indice glicemico di un singolo alimento è il carico glicemico del pasto. Come tenerlo sotto controllo? Con semplici accorgimenti: consumare nell’ambito del pasto non solo carboidrati, ma anche una porzione di alimenti ricchi in proteine e una giusta quota di grassi, senza dimenticarsi delle verdure. Le proteine, i grassi e le fibre contenute nelle verdure infatti contribuiscono a rallentare l’assorbimento dei carboidrati, moderando l’impatto glicemico del pasto. Vediamo quali possono essere le migliori fonti di carboidrati durante la giornata: - Colazione & Spuntini (eventuali, in porzione ridotta) carboidrati complessi: pane integrale, pane di segale, pane di farro, fiocchi d’avena, muesli, fiocchi di riso, farina di castagne carboidrati semplici: frutta fresca, marmellata senza zuccheri aggiunti, miele bio, (latte) - Pranzo & Cena carboidrati complessi: pasta integrale, riso (integrale, venere, basmati, rosso…), orzo perlato, farro decorticato, quinoa, miglio, amaranto, grano saraceno, pane integrale, pane di segale, pane di farro, farina di mais (polenta), patate Sperimentate, equilibrate, mangiate sano e vero!! RICE NOODLES AL PESTO DI LUPINI E UVETTA
Mi capita sempre, nel pensare ad un pasto equilibrato, di capire come poter calibrare i nutrienti e come poter intrecciare gli ingredienti per trasformare un piatto genuino in piatto saporito, gradevole e appagante. Abbiamo visto quanto sia importante assumere carboidrati, e allora perché non sceglierli accuratamente? I noodles di riso sono una buonissima soluzione e si prestano perfettamente ad accogliere condimenti, dai più classici, ai più azzardati. E voi lo sapete bene, che io propendo sempre per l'audacia ^_^ La percentuale proteica è ben rappresentata dal lupino, un legume che sorprende sempre e si adatta a qualsiasi tipo di preparazione. E il riso rappresenta un carboidrato prezioso, soprattutto per la sua natura del tutto priva di glutine. Io ho giocato un po' con questi due ingredienti e il risultato mi ha sbalordito ^_^ Ingredienti 50 g di noodles di riso (aumentate pure la razione) 50 g di lupini (puliti) 65 g di latte d'avena (o altro latte vegetale) 25 g di burro di mandorle* 1 rametto di rosmarino 10 g di uvetta sultanina 1 cucchiaino di farina di limoni 1 cucchiaio di vino bianco 1 bustina di zafferano Inserite in un boccale i lupini puliti, la farina di limoni, il burro di mandorle, il rosmarino lavato, l'uvetta e il latte d'avena. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una crema compatta, ma piuttosto granulosa. Io non ho aggiunto sale, giocando con la sapidità dei lupini. Ma regolatevi in base al vostro gusto personale. Trasferite il pesto in una padella calda, quindi aggiungete lo zafferano, sfumate con il vino bianco e lasciate sul fuoco giusto il tempo di cottura dei noodles. Quando questi ultimi saranno pronti (cotti in acqua leggermente salato per una decina di minuti), tasferiteli in padella e saltate tutto, a fiamma viva, per qualche istante. Eventualmente aggiungete dell'acqua di cottura. Trasferite tutto in un piatto, cospargete con un po' di uvetta spezzettata e, a piacere, un po' di pepe o altre spezie.    Gustate e la vostra pietanza. Non vale la pena azzardare? Io trovo sempre un valid o motivo, per farlo ^_^
GLOSSARIO
  • Carboidrati: detti anche glucidi (dal greco “glucos”, dolce) sono nutrienti formati da atomi di carbonio ed acqua. Forniscono 4 kcal per grammo e si trovano principalmente in fonti alimentari di origine vegetale. In base alla loro struttura chimica i carboidrati vengono classificati in semplici e complessi.
  • Cereali: gruppo di piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Graminacee, dalla cui cariosside si ottengono molti alimenti. I cereali principalmente consumati sono il frumento, il mais, l'orzo, il riso, la segale, l’avena e il miglio.
  • Pesudocereali: gruppo di piante a foglia larga che non appartengono alla famiglia delle Graminacee, come i cereali. La denominazione, attribuita a questa categoria di vegetali, è legata all’affinità nutrizionale che hanno con i cereali tradizionali anche se, secondo la tassonomia, questi ultimi sono piante monocotiledoni, mentre gli pseudocereali sono dicotiledoni. Tra gli pseudocereali citiamo l’amaranto, la quinoa e il grano saraceno.
  • Indice Glicemico: o IG (dall'inglese Glycemic index) indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di un quantitativo dell'alimento contenente 50 g di carboidrati. Questo parametro è espresso in percentuale sulla velocità di aumento della glicemia con la stessa quantità di glucosio.
  • Carico Glicemico: o CG (dall'inglese Glycemic load) è un parametro che stabilisce l'impatto sulla glicemia di un pasto glucidico in base al suo indice glicemico (IG) e la quantità di carboidrati contenuti al suo interno.
abc

Budini di riso alla cannella con fonduta di caprino e spinaci: sapori classici in un’unione insolita

Il mio amore per QUESTO riso lo avevo già palesato, esattamente in questa occasione. Torno a presentarvelo, in una versione insolita, come insolito è il mio modo di concepire la cucina. Una sfida continua, un richiamo a cedere alla perfezione dell'Acquerello. E di accostargli sapori e consistenze differenti, antagoniste, ma legate in un'armoniosa perfezione. Era da un po' che cercavo la giusta ispirazione e che aspettavo che, la stessa, arrivasse per qualcosa che non fosse dolce ^_^ Il tempo che corre sempre troppo velocemente non è stato un grande complice, ma alla fine ho vinto io. La monoporzione preparata è stata quasi un affronto al mio desiderio di replica, seppur sia stata una scelta oculata per evitare di strafogarmi di tanta delizia. Sui sapori, però, non ho lemosinato. E poi io amo i contrasti: qui ce ne sono innumerevoli e tutti, a mio avviso, protagonisti perfetti di una grande sinfonia.

Ingredienti

Per un budino
35 g di riso Acquerello
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di peperoncino sott'olio
1/2 cucchiaino raso di agar agar
1 cucchiaino di miele di tiglio + q.b.
sale rosa dell'Himalaya

Per la fonduta
100 g di spinaci freschi
110 g di latte
25 g di caprino stagionato
1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di farina di limoni
sale integrale

Fate cuocere il riso in acqua leggermente salata. Non salatela troppo, perché il liquido dovrà essere quasi interamente assorbito e il riso rischierebbe di diventare troppo salato.
Quando sarà morbidissimo e molto cremoso, aggiungete l'agar agar, la cannella, il peperoncino e mescolate, facendo cuocere tutto ancora per un paio di minuti. Aggiungete un cucchiaino di miele e passate il riso con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia.
Versatela in uno stampo da budino e lasciatelo raffreddare. Quando sarà a temperatura ambiente spostatelo nel frigorifero e lasciatelo rassodare per almeno un'ora.
   Nel frattempo occupatevi della fonduta. Lavate gli spinaci e fateli appassire in padella con un filo di olio. Salate e aggiungete latte e farina di limoni, quindi fate cuocere a fiamma bassa per qualche minuto.
Grattugiate, con una microplane, il caprino e, quando gli spinaci saranno pronti, unitelo agli stessi e frullate tutto. Il risultato dovrà essere una crema liscia e densa (e deliziosa).
A questo punto non vi resta che comporre il piatto. Una base di fonduta, il budino e il resto della fonduta in colata libera. Grattugiate ancora un po' di caprino, versate un filo di miele in superficie e passate tutto in forno, sotto il grill, per qualche minuto.
Non vi rimane, adesso, che l'assaggio.
Lasciatevi trasportare dalla cremosità avvolgente del budino, alleggerita dalla delicatezza della salsa. E assaporate come il carattere del caprino lega con la dolcezza degli spinaci. E come questo tutto incontra perfettamente il dolce piccante del riso. E poi chiedetevi "quando si replica?".

La mia scelta rimarrà quella di dosare bene le quantità: sarebbe davvero difficile resistere al bis, tris e..... ^_^

Proponibile come antipasto (magari in una porzione smezzata), può anche essere gustato come originale primo piatto. Per me è stato piatto unico ^_^ Insomma, a voi la scelta!

Con questa ricetta partecipo al Gluten Free (Fry)day


abc

Risotto con fichi e Brie all’aroma di liquirizia: un piatto a prova di commissione esterna

Lo stile formale era assolutamente in tono scherzoso, ma quando Laura, la mia amica archi, sulla pagina Facebook della Cuocherellona mi ha chiesto piatti con frutta di stagione, ho preso la palla al balzo. E vi dirò di più: lei ha anche avuto l'onore, o l'onere ^_^, di assaggiare in prima persona e in tempo reale questo nuovo esperimento. Ohimè, anzi ohi lei, si fida delle mie manine più di quanto, forse, dovrebbe. Fortunatamente il mio azzardo ha prodotto un risultato degno di post, formula che solitamente utilizzo per definire un piatto che supera il severo giudizio post assaggio. Mi diverto da morire a cucinare per lei. Le nostre serate sono sempre così genuine e belle, che non celano ombre sulla loro riuscita. Generalmente lei mette a disposizione la cucina e provvede alla spesa, se le serate si svolgono da lei, oppure si presenta con una buona bottiglia di vino (e questa volta anche un formidabile gelato artigianale), se la serata si terrà in terra cuocherellona. Ovviamente non posso che svelarvi la ricetta del risotto, perché la ricetta di una serata così bella è insita nell'anima di chi la crea e di chi la vive!!! E voi avrete sicuramente tanti e preziosi spunti affinché tutto questo accada! Io non posso che ringraziare Laura, che ha peraltro immortalato il mio operato per tutto il tempo della preparazione ("giuro che non ho mai visto nessuno fotografare del formaggio", mi ha detto ad un certo punto!! ^_^) e che mi ha fatto vivere una manciata di ore di assoluto benessere. La ringrazio per apprezzare ogni mio esperimento culinario e per farmi stare bene. Pochi momenti, ma buoni. L'importanza di esserci è essenziale in amicizia!

Ingredienti

200 g di riso di Baraggia biellese e vercellese dop
4 fichi maturi
brodo di carne (io ho usato del brodo di pollo)
60 g di Brie
1 cucchiaino raso di liquirizia in polvere (io Passaro di Scalea)
50 ml di vino bianco
cipolla di Tropea
olio evo

Preparate i fichi sbucciandoli e tagliandoli a cubetti. A piacimento potrete utilizzarli con la buccia. In genere, quando non conosco ne l'origine, tendo ad eliminarla, ma potrete procedere in entrambi i modi.
Versate un cucchiaio di olio evo in una padella e scaldatelo. Tagliate finemente un pezzetto di cipolla di Tropea e fatela soffriggere fino a quando diventerà trasparente. Nel frattempo portate a bollore il brodo che avrete preparato in precedenza.
Versate il riso in padella e mescolate. Unite il vino bianco e fate evaporare. Aggiungete, a questo punto, il cucchiaino di liquirizia in polvere, mescolate bene, e iniziate a versare il brodo, poco alla volta, tenendo la padella coperta durante la cottura.
Procedete versando poco liquido alla volta, fino al completo assorbimento, fino alla cottura del riso. Dopo circa 5 minuti aggiungete metà dei fichi, e tenete da parte la restante parte.
Tagliate a fettine sottili il Brie e aggiungetele al risotto quando mancheranno circa 2 minuti alla cottura. Unite i restanti fichi, mescolate, coprite e lasciate riposare per un minuto circa. Non fate asciugare troppo il riso, in modo che rimanga cremoso e non troppo compatto. Ne guadagna senz'altro il sapore.
Ora non avrete da fare altro che impiattarlo e gustarlo.

Splendido caldo, è decisamente gradevole da gustare anche tiepido, magari con una spolverata di liquirizia in polvere in superficie.

Questa volta il giudizio è stato sancito anche da un palato esterno e pare che sia stato attribuito a questo risotto un grande successo.

A voi le considerazioni ^_^



abc

Arancini di riso bianchi al pistacchio: la necessità che dà forma e asseconda un capriccio

Agli sgoccioli prima della piccola parentesi di svago e distrazione dalla routine che, seppur piacevole e amata, segna lo scorrere di un anno intero di lavoro e sacrifici, mi appresto a svuotare il frigorifero. Ultimi ingredienti cagionevoli, frutto della spesa folle fatta qualche giorno fa. La scusa di "un po' di frutta" mi aveva fatto tornare a casa con ogni ben di dio!! Reduce da una cena con focaccia di Recco, quel pezzo di certosa mi guardava implorando di farne un buon uso. Ho pensato ad un risotto cremoso e mi ero quasi fatta tentare quando, fulmineo, torna il ricordo di un arancino al pistacchio assaggiato lo scorso anno dalla mia amica Miriana in Sicilia. A dire il vero in quell'occasione ne avevo assaggiati così tanti e così buoni che quello al pistacchio, ho quasi paura a dirlo, non era stato il mio preferito. Ma oggi non voglio sentire storie: oggi quel pezzo di certosa incontrerà i pistacchi e verrà avvolta da morbidissimo riso allo zafferano in una croccante gabbia di panatura. Frittura onesta con ottimo olio extravergine di oliva. Poco, come sempre, ma sufficiente a rendere il risultato appagante alla vista e, soprattutto, al palato.

Ingredienti

80 g di riso (io di Baraggia biellese)
1/4 di cipolla rossa
1 bustina di zafferano
3 dl di brodo vegetale
10 g di pistacchi tostati non salati
8 g di semi di zucca
50 g di certosa (io light)
10 g di parmigiano
Farina di riso integrale q.b.
pangrattato (io di riso) q.b.
1 uovo
olio evo

Portate a bollore 3 dl di acqua e ottenete un brodo vegetale unendo del dado (pronto, granulare o autoprodotto...). Nel frattempo scaldate in una padella un filo di olio e fare soffriggere la cipolla tagliata sottilmente.
Aggiungete il riso e lasciate insaporire per qualche istante. Sciogliete lo zafferano in un cucchiaio di brodo e unitelo al riso. Versate il brodo restante e fate cuocere a fuoco basso, coperto, fino a quando verrà assorbito completamente. Girate di tanto in tanto affinché non attacchi in cottura.
Nel frattempo sgusciate i pistacchi e uniteli ai semi di zucca.
Tritateli piuttosto grossolanamente e uniteli alla certosa. Con l'aiuto di una forchetta schiacciate il formaggio incorporando il trito. Continuate fino a creare una crema omogenea. Io non ho sentito la necessità di aggiungere sale, ma se voleste correggete a vostro piacimento. Coprite la crema ottenuta e ponetela in frigorifero.
Grattugiate il parmigiano e, quando il riso sarà cotto, unitelo e mescolate in modo da amalgamarlo completamente. Coprite nuovamente il riso e fate raffreddare.
Preparate su due fogli di carta assorbente la farina di riso, il pangrattato e rompete in una ciotola l'uovo. Sbattetelo aggiungendo, eventualmente, un pizzico di sale. Io l'ho omesso, il sapore del riso ho ritenuto fosse sufficiente.
Prendete una buona cucchiaiata di riso, versatela su una mano e fatevi un incavo nel mezzo. Riempite con una parte della crema di certosa e pistacchi e chiudete il fagottino avvolgendo il ripieno di riso. Con queste dosi ho ottenuto 5 arancini di circa 10 cm di diametro.
Cercate di schiacciare molto bene l'arancino quando gli darete forma, in modo che durante la cottura non si sfaldi, ma rimanga unito e compatto.
Passate ciascun arancino nella farina di riso, in modo da avvolgerlo completamente. Passatelo, quindi, velocemente nell'uovo sbattuto, aiutandovi con le mani affinché venga avvolto completamente. In questo modo si formerà una sorta di collante che permetterà di mantenere ben salda la panatura. Passatelo infine nel pangrattato con un po' di insistenza, in modo che si formi una bella copertura spessa.
Scaldate circa 4 o 5 cucchiai di olio extravergine di oliva in una padella e, quando sarà molto caldo, sistemate gli arancini. Fateli cuocere uniformemente, girandoli con delicatezza aiutandovi con due cucchiai.
Quando saranno dorati in maniera uniforme prelevateli dall'olio, scolateli e fate assorbire l'olio in eccesso su abbondante carta assorbente. Non vi resta che servirli e gustarli. Caldi ovviamente sono irresistibili. Freddi..... non so dirvi..... sono finiti che ancora fumavano!!! ^_^

Sapete bene che non sono solita a lasciarmi tentare dal fritto. Confesso, però, che questa frittura (posso definirla così?) è decisamente leggera, rispetto al concetto di frittura. Ho poi lasciato riposare in molteplici strati di carta assorbente in modo da non sentire il sapore e la presenza dell'olio. E' fondamentale utilizzare un olio ottimo! Ma se l'ho fatto io.... potrete cedervi senza problemi anche voi!

abc

Amore a prima….. Basmati integrale con uovo strapazzato e alga Wakame

Quando si dice amore a prima vista..... Questo è stato qualcosa del genere, ovviamente adattato al senso coinvolto che va ben oltre la vista, diventando amore alla prima forchettata. Ciò che ho sempre amato della cucina cinese è un piatto piuttosto classico e tra i più semplici da un punto di vista di impatto metabolico, visto l'enorme quantitativo di grassi utilizzati generalmente nelle preparazioni. Si tratta del riso alla cantonese. Ciò che realmente mi piace del riso alla cantonese è quell'insieme di agglomerati di uovo così profumati che si adagiano armoniosamente sul palato! "Lo provo"!! E l'ho fatto in un modo semplice, che rende questo piatto riconoscibile alle mie papille gustative alla semplice vista!! Come una sorta di sistema domotico: l'occhio vede, lo stomaco fibrilla! Ho pensato ad un basmati, rigorosamente integrale, perché credo che il suo sapore possa valorizzare il gusto dell'uovo. E per non "spezzare" questa armonia, ma arricchire il piatto, ci ho aggiunto l'alga Wakame. Il risultato è un gioco di profumi e consistenze che deliziano l'olfatto e incantano il palato.

Ingredienti

40 g di riso basmati integrale
1 uovo
2 g di alga Wakame (dose giornaliera consigliata)
olio evo
sale
pepe

Mettete l'alga Wakame in ammollo in acqua per una decina di minuti.
Versate il riso in un pentolino e copritelo con il doppio del volume di acqua. Aggiungete un pizzico di sale (l'acqua si consumerà, per cui non salate come una comune pasta!) e mettetelo sul fuoco. Portate l'acqua ad ebollizione a fiamma bassa e rigorosamente coperto. Da quando inizierà a bollire fate cuocere per circa 15 minuti senza mescolare. Spegnete la fiamma (accertatevi che l'acqua sia stata interamente assorbita) e lasciate riposare.
Sbattete l'uovo in un piatto con un pizzico di sale e un po' di pepe macinato. Fate scaldare un filo d'olio evo in padella e, quando sarà caldo, versateci l'uovo sbattuto. Continuate a girare l'uovo con una forchetta, in modo che si rapprenda in piccoli bocconcini. E' questione di un minuto al massimo. Togliete dal fuoco, aggiungete il riso e spezzettateci sopra l'alga, che avrete prelevato dall'ammollo e strizzato delicatamente. Mettete nuovamente la padella sul fuoco, aggiungete un cucchiaio scarso di olio evo e saltate, a fuoco vivo, per qualche secondo. Il vostro riso è pronto e il mio stomaco......fibrilla!!
E' ottimo da gustare anche freddo, per un pranzo fuori casa!



abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram